venerdì 23 luglio 2010

"CREDO CHE DOBBIAMO SUPERARE LA METAFORA, COME SCRITTORI MATERIALISTI, PER PUNTARE ALLA PRODUZIONE DIRETTA DELLA REALTA'" :INTERVISTA A MAURO BALDRATI

La Città Nera è uno dei romanzi rivelazione del 2010, qui a Il Mondo di Edu.
Ne abbiamo apprezzato lo stile, accattivante e diretto, gli svariati riferimenti al cinema e alla letteratura, il topos di base tra fantapolitica e fiction apocalittica e soprattutto la carica visionaria legata a doppio filo con una narrativa di genere, di stampo prettamente" italiano".
A questo punto una chiacchierata era d'obbligo...
Ringrazio personalmente il Sig. Mauro Baldrati per la grande cortesia e disponibilità.
Enjoy it!!!

Come ho scritto nella recensione sul blog “la tematica dell’apocalisse “prossima ventura” e di un nuovo, desolante inizio per le sorti umane (e nostrane) sembra sia un topos che sta coinvolgendo una fetta non indifferente di autori dediti alla narrativa di genere”. Come si pone l’autore Mauro Baldrati di fronte questa corrente letteraria?

In un articolo che ho scritto recentemente su Nazione Indiana (http://www.nazioneindiana.com/2010/07/21/material-guys/#more-36200)
ho ipotizzato l’esistenza di una narrativa “materialista”, che rinunci all’uso dei simboli e delle metafore per porsi in maniera attiva verso la produzione diretta di realtà, attraverso il racconto; per raggiungere questo obiettivo alcuni scrittori usano i generi noir, thriller, fantascienza, come chiavi di accesso verso la vita, verso il mondo. E non è un mondo che ci piace. Se questa tendenza – che esiste, ma non è definita, non ha per ora punti di riferimento oggettivi – si può chiamare “corrente” io mi sento in sintonia, anche per il romanzo che ho scritto.

Quali sono stati i suoi punti di riferimento (cinematografici e letterari) nella costruzione del romanzo? Quali le base storiche?

Mentre scrivevo non ricordo di avere avuto riferimenti precisi, coscienti almeno. Però ho continuamente la visione delle immagini che scaturiscono dalla parola scritta, derivate probabilmente dal mio passato di fotografo. Cioè mentre scrivo vedo. Credo di avere avuto forti influenze dall’enorme quantità di fumetti che ho letto fin da bambino, poi i classici della fantascienza, Heinlein, Delany, Zelazny, Azimov, e tutti i film di fantascienza degli anni ’70, ’80, ’90. Insomma, una interminabile abbuffata.

Leggendo "La Città Nera" ho sentito “a pelle” le suggestioni di autori come Buzzati, Orwell e Matheson. Lei è d’accordo?

Orwell è stato ampiamente citato da molti lettori. Su Matheson sono d’accordo, e anche dei film che sono stati tratti dal libro (il primo, che mi impressionò molto, fu “Occhi bianchi sul pianeta Terra” con Charlton Heston). Buzzati… forse per le atmosfere di mondo bloccato, smantellato.

La Città Nera è anche un romanzo di fantapolitica, ambientato in una Roma post-bellica dove vige una società completamente militarizzata e dalle gerarchie asfissianti. È una metafora sul futuro del nostro paese? È questa la strada verso cui ci stiamo avviando?

Sulla metafora ribadisco la mia opposizione. Credo che dobbiamo superarla, come scrittori materialisti, per puntare alla produzione diretta della realtà. Le metafore e i simboli lasciamoli alle chiese e ai poteri, che le usano per preservare soprattutto se stessi. Una delle regole della fantascienza è utilizzare certe tendenze del presente per portarle fino al limite estremo di rottura. Per questo c’è chi (William Gibson) dice che la fantascienza parla unicamente del presente.

Questo è il suo primo romanzo propriamente detto ma ha una lunga carriera di giornalista. Che cosa si aspetta dalla pubblicazione? Quali sono i suoi obiettivi primari?

Non è il primo in realtà. Ne ho pubblicati altri, ma in edizioni semiclandestine, con distribuzioni limitate, anche se mai a pagamento. Oggi è difficile per un editore che non fa parte dei cosiddetti club dei potenti trovare uno spazio adeguato sui banchi delle librerie e recensioni sui giornali “che contano”, che è quello che interessa i distributori e le catene di librerie (dimostrando in questo una curiosa miopia e arretratezza, perché snobbano gli spazi sul web, restando attaccati a una concezione vecchia della promozione dei testi). Il mio obiettivo è di fare giungere il libro al maggior numero possibile di lettori, perché è anche un romanzo d’avventura solido, divertente e avvincente.
Che ne pensa del panorama editoriale nostrano? È possibile costruire un percorso di crescita e maturazione stilistica o vige ancora la norma (non scritta) del “tutto e subito”? Siamo arrivati ad una saturazione irreparabile di autori e libri o c'è ancora spazio per l'idea vincente?

Credo che per puntare a un rinnovamento della letteratura (che potrebbe essere una “idea vincente”) dovremmo cercare di essere meno dipendenti dal mercato, più liberi, per osare, per sperimentare (e anche per divertirci). Quando vedo le vetrine delle librerie piene dell’ultimo libro di Bruno Vespa o dei soliti vincitori dello Strega mi deprimo e penso che è finita, che non c’è più niente da fare. Invece dovremmo passare oltre, per tornare a essere dei vagabondi, degli zingari della letteratura.

Una sua opinione sulla nuova frontiera degli e-book scaricabili dal web. Sono davvero il futuro dell'editoria o bisogna tenere ancora un certo scetticismo visti anche i dati di vendite non esaltanti dei cartacei in Italia?

Da un punto di vista commerciale dovrebbe funzionare, perché elimina il passaggio obbligato della distribuzione, che fa lievitare enormemente i costi del libro. L’e-book ha delle potenzialità notevoli, come l’interazione con le immagini, o la musica, ma resta la bellezza del certotecnico, che a mio avviso non è come il disco in vinile, è una componente del testo. Secondo me in futuro esisterà un sistema misto, digitale-cartaceo.

Un libro e un film che l’hanno colpita di recente?

Guerre Segrete di Stephen Gunn (in realtà un italiano, Stefano di Marino), considerato di super-genere, spy story internazionale uscito per Segretissimo a euro 5,50. E’ un testo tiratissimo, ma anche rigoroso, avvincente. Come film Avatar, anche se non è più il tempo degli Alien, Terminator, Blade Runner, La Cosa.

Infine mi tolga una curiosità: “La Città Nera” avrà un seguito in libreria? I presupposti mi sembra ci siano tutti… Potrebbe darci qualche info in anteprima?
Per ora non sono in grado di prevedere nulla. I sequel un po’ mi spaventano, non sono mai all’altezza delle opere precedenti. Si rischia di esagerare nelle descrizioni, per fare tornare i conti, per “spiegare”, mentre a me piace lo stile intuitivo, dove accanto al “detto” scorre un “non detto” altrettanto importante.

Grazie mille.

Recensione a questo link:

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