martedì 13 gennaio 2009

Intervista: ETNIA


Etnia: “Il Futuro è una palla di cannone accesa…”

Che fatto strano e oltremodo significativo! Ho intervistato gli Etnia (ottima band partenopea) proprio in un periodo in cui il noto settimanale Tv Sorrisi e Canzoni pubblicava uno speciale sui divi “Neo Melodici Napoletani”. Da qui l’idea di creare anch’io una piccola finestra di “reazione culturale e musicale” a quella scena.
Tutto questo per dire: a Napoli si va anche oltre gli stereotipi e la massificazione di genere.
Gli Etnia ( insieme ai Pennelli di Vermeer) sono qui per dimostrarcelo:

Salve Ragazzi. Quando nasce il progetto musicale denominato Etnia? Come si è evoluto nel tempo? Dietro mi sembra di intravedere un concept ben preciso o mi sbaglio?
Il progetto ETNIA nasce, in via embrionale, nel 1997. Allora eravamo degli studenti delle superiori (frequentavamo lo stesso Istituto Tecnico Industriale, l’Enrico Fermi di Napoli) e iniziavamo a far sentire le cose che scrivevamo nei concerti che si tenevano nelle scuole. Tuttavia, fin da allora il nostro intento era molto chiaro: scrivere e suonare quello che “sentivamo”, senza pensare a generi e stili, ma lasciandoci portare dalle note e dalle idee.
La sua evoluzione è legata alle diverse collaborazioni avvenute nel tempo. Tutte hanno arricchito il bagaglio Musicale del Progetto, ognuna lo ha impreziosito con il proprio Stile e dato un colore diverso e mai pericoloso per la nostra personale “etnia” . Gennaro Persico e Fabrizio Calì sono da sempre il Totem e il Fulcro vitale del Progetto ed è da qui che parte ogni tipo di Ricerca e stimolo per quella sorta di “concept” di cui tu parli. Non dimenticando mai il punto di vista di Co-Autori fondamentali come Salvatore Chianese che di “Tracce Di Noi” è stato anche Co-Produttore e Co-Direttore Artistico.
La vostra proposta si inserisce in un genere, quello cantautorale/Pop, Acustico che sembra attraversare un periodo di rinascita dopo un lungo silenzio (penso agli ultimi cd di Conte, Fossati, Baustelle etc.) Come vi ponete in tal senso? Ne state raccogliendo i frutti?
In verità gli ETNIA tentano, con la loro proposta, di contribuire al “superamento” del concetto di “genere musicale”: soprattutto per quanto riguarda gli arrangiamenti cerchiamo di far dialogare stili diversi, il cui risultato sia (almeno si spera!) più della somma dei singoli contributi. Tuttavia è assolutamente vero (e “Tracce di noi” lo dimostra) che prediligiamo i suoni acustico ed uno stile di scrittura “cantautorale”; ma ciò per noi costituisce un mezzo e non un fine. Chissà, magari il secondo disco degli ETNIA sarà interamente elettronico, chi può dirlo. Inoltre non sappiamo se “rinascita” sia l’aggettivo più appropriato: spesso le migliori proposte vengono nascoste, disturbate e ostacolate ma sono comunque sempre presenti e si nutrono anche del silenzio stesso dei media.
Credo che il “vostro cavallo di battaglia” sia il brano “Sono così” dalle atmosfere melodiose e accattivanti. Ne parliamo?
Il nostro è un disco autoprodotto, quindi non ci siamo posti il problema del “singolo” ma abbiamo da subito cercato di portare avanti tutto il disco; tuttavia “Sono così” ha un posto speciale nei nostri cuori: è stato il primo brano che abbiamo messo sul nostro myspace prima ancora che il disco uscisse ed ha subito avuto un forte gradimento da parte di chi l’ha ascoltata. Il segreto di quella canzone è l’estrema semplicità melodica ed armonia unita ad un testo per niente banale. Potremmo definirla come “il manifesto degli ETNIA”: un inno alla bellezza della diversità d’ogni individuo.
Ho notato in alcuni vostri brani delle non velate influenze jazz che rendono il vostro suond più fumoso e meno prevedibile. E’ questo il futuro degli Etnia?
Crediamo di aver in parte già risposto prima a questa domanda. Possiamo solo aggiungere che il jazz si caratterizza storicamente come un “non-genere”, che fa dell’ibridazione e dell’improvvisazione i suoi capisaldi. Questo non poteva lasciarci indifferenti ed è il motivo della scelta delle due special guest del disco: Antonio Onorato e Marco Zurzolo, due grandissimi jazzisti che non disdegnano incursioni in universi musicali lontani dai loro. Proprio quello che cerchiamo di fare noi. E poi, come scrisse benissimo De Gregori: “il futuro è una palla di cannone accesa…” … nessuno può dire dove precisamente cadrà e ciò che comporterà.
Avete da pochissimo pubblicato il vostro primo cd. Come lo presentereste ad un pubblico poco attento come quello attuale? Quale valido argomento calereste dal cilindro? Che cosa vi aspettate dalla pubblicazione?
Questo disco per noi rappresenta un investimento, ma non in senso economico (almeno non solo!). “Tracce di noi”, pur inserendosi in un ambito “pop” non ha i crismi della “commercialità”; inoltre il Progetto vive ancora la condizione di AutoProduzione e ciò comporta inevitabilmente l’esclusione dai Grandi Circuiti Promozionali. Tuttavia, noi crediamo che sia possibile dare un seguito ad una siffatta proposta musicale perché crediamo che non sia tanto il pubblico ad essere poco attento. Forse ad essere “piatta” è l’attuale produzione musicale, almeno italiana.
Discorso Napoli – concerti. Mi sembra di capire che la situazione non vi veda granché soddisfatti o mi sbaglio? Che ne pensate della folta schiera di band rock ( genere a voi antitetico) che dal nulla si stanno imponendo non solo a livello locale? Si può parlare di una scena Jazz/Pop/ Cantautorale a Napoli?
Il problema è dovuto soprattutto ad una mancanza di spazi per poter proporre la musica emergente: soprattutto nei locali (anche quelli più specializzati) si tenta sempre di “andare sul sicuro” con artisti già rodati. Gli spazi che restano vengono riempiti da realtà che non definiamo antitetiche alle nostre, piuttosto diverse: gli ETNIA sono un “duo” che si avvale della collaborazione di musicisti professionisti, che come tali vanno giustamente pagati. Le “band” classiche (pop, rock, rap, poco importa) possono permettersi, soprattutto all’inizio, di suonare anche gratis o con caché esigui, cosa che noi non possiamo fare.
Il momento migliore e quello peggiore nella storia degli Etnia?
Lasciamo alle spalle i momenti peggiori e le cattive persone: guardiamo verso ciò che fa bene alla Nostra Musica e che ci arricchisce Dentro.
Per gli Etnia quali sono gli artisti in campo musicale, letterario e pittorico che possono essere ritenuti degli d’attenzione per espressività soggettiva e originalità al giorno d’oggi?
Hai citato i Baustelle e sottoscriviamo, aggiungiamo Lorenzo Cherubini, Daniele Silvestri e il magico Capossela. Abbiamo un debole per le pagine squisitamente sociologiche e per Diego Cugia… e ovviamente siamo curiosi di leggere “Telepatia con i deceduti”! (Grazie!!! N.d.Edu)
Essere artisti non è mai facile soprattutto nelle nostre zone. Gli ostacoli e la diffidenza sono all’ordine del giorno. Che cosa fate nella vita comune quando non siete su un palco a proporre la vostra musica?
Sarebbe meraviglioso poter vivere soltanto dei propri Sogni ma è una condizione che soltanto pochissimi fortunati hanno il privilegio di raccontare. Bisogna necessariamente lavorare, continuare a studiare e faticare per coltivare le proprie aspirazioni… noi siamo tra questi.
Grazie di cuore per la chiacchierata.

Salutiamoci delineando i vostri progetti futuri e dove i nostri lettori possono contattarvi e sapere qualcosa di più sulla band…
Innanzitutto grazie a te ed ai tuoi lettori per lo spazio che ci avete dedicato (sperando di non avervi annoiati). Come progetti futuri c’è la volontà di incidere una nuova canzone che abbia delle finalità particolari, ma non diciamo altro per scaramanzia. Chi ci volesse conoscere meglio può farlo visitando i nostri siti ufficiali: www.myspace.com/progettoetnia e http://www.etnia4ever.it/. Da questi siti è possibile anche acquistare i nostri brani o l’intero nostro lavoro discografico. Un abbraccio dagli ETNIA.

Nessun commento: