lunedì 2 febbraio 2009

Telepatia con i deceduti: " Gotico paraletterario"




Riporto con sommo piacere e tanta riconoscenza, il discorso intavolato dalla Dott.ssa Antonella Cotugno ( Laureata in lettere moderne alla Facoltà di Salerno e docente) durante la presentazione del mio libro alla Biblioteca Comunale di Nocera Inferiore (Sa) in data 20 Novembre 2008.


I miei più sentiti ringraziamenti all'autrice.




Buonasera.
Ringrazio l’autore per la fiducia e l’opportunità datami, anche se non posso di certo nascondere che quando Eduardo mi ha invitato a ricoprire tale ruolo ho provato uno strano sentimento, misto tra lusinga e smarrimento.
Successivamente ho ben pensato che se "Telepatia con i deceduti" è il romanzo d’esordio di Eduardo Vitolo, la relazione al testo poteva essere un esordio e una prova anche per me che non ho molta dimestichezza con questo particolare genere di romanzo. Infatti Telepatia…. non rientra certo nella letteratura vera e propria (cioè quella classica) ma in quella che viene definita Paraletteratura, cioè “vicino alla letteratura”, e che racchiude in se vari e diversi generi tra cui: il romanzo rosa, quello popolare, misterioso, il fumetto, il poliziesco, i gialli, il noir e molti altri.
In questo caso è proprio al noir di nuova generazione e alla letteratura gotica che il nostro Eduardo si è ispirato per il suo romanzo che, come da lui stesso precisato, si pone più nella prospettiva di un racconto lungo a cui si può successivamente aggiungere qualcos’altro o inserirlo in una raccolta ulteriore.
Del Gotico ritroviamo in questo testo soprattutto le atmosfere cupe, gli scenari inquietanti e tutti quegli elementi che possono suscitare paura, angoscia e terrore.
Ora sempre a proposito di tale genere trovo molto interessante richiamare una delle osservazioni fatte da Vincenzo Salerno, docente di letterature comparate presso l’Università di Cassino, che, in un suo precedente commento al libro, aggiunge al termine gotico quello di Mediterraneo volendo così maggiormente caratterizzare il testo e introdurlo all’interno della medesima tradizione. Ciò dimostra la presenza di un gotico non più solo nordico ma anche dell’Italia meridionale dove si evincono le influenze culturali, sociali e tradizionali del proprio luogo di nascita come ci mostra Eduardo stesso che descrive alcuni luoghi che potrebbero essere sarnesi (un fiume, una villa antica, un portone di un palazzo storico, un castello medievale) intrisi di storia e misteri.
Scorrendo le pagine del libro ho potuto inoltre capire che Eduardo ha arricchito il suo gotico, tramite dei flashback al passato, dove lui sembra aprirsi agl’altri generi paraletterari come il giallo, il fumetto alla Dylan Dog e l’horror che apparentemente sembrano affini con il gotico ma hanno delle proprie caratteristiche, quindi ciò dimostra che il gotico si pone come una cornice o meglio sembra assumere le sembianze di una matriosca al cui interno troviamo altre influenze letterarie sapientemente legate tra loro. Questo è quello che viene definito Crossover, un termine con il quale si indica l’incontro/scontro tra due mondi completamente differenti e antitetici. Molti esempi lampanti di crossover sono presenti nella musica come nel caso del Rock con la sua contaminazione con altri generi (elettronica, hip hop, jazz etc,).
Ovviamente questo mio riferimento non è casuale ma motivato dalla consapevolezza del passato musicale e della passione che Eduardo coltiva per il Rock e per altri generi musicali tanto da influenzare anch’essa i suoi scritti.
In fine per quanto riguarda il racconto nell’insieme esso si presenta con una scrittura semplice, lineare, rendendolo accessibile a tutti, e accattivante nella trama. Il suo punto di forza sta nell’uso sapiente della tecnica descrittiva, nella quale l’analisi accurata dei particolari – anch’essa propria della narrazione gotica - non è fine a se stessa, ma crea suspense e accresce la tensione emotiva, quasi da toccarla con mano, a cui si aggiunge un uso sapiente di quelle che in poesia sono chiamate le figure retoriche come similitudini e sinestesie che, mai come in questo caso, ci danno delle vere e proprie immagini inedite della realtà nelle quali, la caratterizzazione della protagonista (fragile ma determinata) e del reporter (opportunista e scettico) sono pregnanti
Terminando vorrei riprendere l’espressione usata nella sintesi testuale nell’ultima pagina di copertina “Viaggio breve nel mondo del paranormale” per aprire una parentesi su questo argomento che oggi, tra scetticismi e pregiudizi, spesso, attraverso i giornali o la cronaca, torna alla ribalta.
Il termine paranormale si applica a quei fenomeni (detti anche anomali) che, secondo la scienza ufficiale sono inesistenti o anti-scientifici nella loro formulazione teorica, mentre secondo gli parapsicologi i fenomeni osservati non sono spiegabili in base alle leggi scientifiche attuali e la maggioranza degli parapsicologi si aspetta che future ricerche spiegheranno queste anomalie anche se ritengono oggi che non saranno spiegabili fino a che non verrà operata una rivoluzione nella scienza attuale. La scienza ufficiale non riconosce l'esistenza del paranormale, i cui fenomeni ritiene non provati.
Non esiste di fatto una definizione rigorosa e universalmente condivisa del termine. Alcuni lo usano soltanto per indicare il campo di studio della parapsicologia, cioè le cosiddette "percezioni extrasensoriali" come telepatia, chiaroveggenza, precognizione, i presunti "poteri della mente" come telecinesi e pirocinesi e le manifestazioni di fantasmi. In genere, però, la parola "paranormale" viene usata in senso più ampio, per comprendere tutti i fenomeni considerati scientificamente inattendibili o inspiegabili, come le esperienze extracorporee, il triangolo delle Bermude, i miracoli, i poteri dei fachiri, eccetera.
La tesi dominante tra i sostenitori del paranormale è che l'atteggiamento scientifico verso questo tipo di fenomeni dovrebbe essere oggi quella di apertura e non di tipo scettico, poichè, a detta loro, il termine "scettico" implica già di per sè innegabilmente un rifiuto aprioristico e un giudizio negativo, che è incompatibile con quello di imparzialità nella ricerca.
Viceversa, la tentazione di annacquare il metodo scientifico, diminuendo il livello e il rigore del controllo e delle verifiche fino a che si ottengono infine risultati, può solo portare discredito a questo campo di ricerca, come dimostra la circostanza che ad oggi il paranormale è ricompreso nell'area delle pseudoscienze.
Questa contrapposizione tra sostenitori o meno del paranormale la ritroviamo soprattutto agl’inizi del 900 dove, con l’avvento del positivismo, l’uomo è ormai pervaso dallo sgomento e da una visione ormai sempre più relativa della realtà, che finisce per porre il paranormale in una luce diversa tanto che nella letteratura di inizio secolo troviamo un autore a noi molto noto, conosciuto soprattutto come autore di romanzi, tra cui il più noto è Piccolo Mondo Antico e che, interessandosi del paranormale, ci ha lasciato tale testimonianza:



"Io fui sempre uno spiritualista ardente ed ebbi da fanciullo in poi una forte inclinazione al misticismo: ne appaiono tracce, credo, in tutto quello che ho pubblicato. È quindi naturale che io non abbia mai riso delle credenze spiritiche. [...] Le notizie ch’io tengo dello spiritismo mi persuadono che non tutto è illusione ed inganno e che seguono veramente molti fatti inesplicabili con le leggi naturali a noi note"
ANTONIO FOGAZZARO

Questa coraggiosa affermazione, che del resto accomuna Fogazzaro ad altri grandi del panorama letterario internazionale, di estrazione più che aristocratica, in possesso di una grande esperienza e di una vastissima cultura, tra i quali, tanto per fare un nome eminente, possiamo citare lo stesso, onoratissimo, Sir Arthur Conan Doyle di Sherlockiana memoria, farebbe forse la felicità di tutti i sostenitori odierni del paranormale, ma di sicuro attesta in questo autore la presenza di una enorme sensibilità d’animo che lo avvicina prepotentemente al nostro tempo, scavalcando in un solo agile passo un secolo intero.
Dunque passione e morale, fede e ateismo, scienza e religione, questi sono i temi preferiti di Fogazzaro, e non a caso, quelli di tutto il Novecento. La sua produzione fu interamente improntata a una concezione mistica e idealistica della vita, che tentò di trasferire su carta, riportando le pulsioni e le contraddizioni dell’animo umano in vicende familiari e passionali che furono antesignane del moderno Romanzo Psicologico.





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