martedì 22 febbraio 2011

UN OMAGGIO ITALIANO A SIMON RAVEN

Gargoyle
presenta

LA FIGURA DI CERA
di Riccardo D’Anna

Con un’introduzione di Stefano Priarone

Dal 17 febbraio 2011 in libreria

La trama.
Londra 1958. Una serie di misteriosi suicidi prelude alla riapertura di un caso risolto forse solo in apparenza, denso di preoccupanti e inaspettati sviluppi.
La scomparsa dalla tomba di una marchesa caduta in disgrazia, da poco defunta fra le mura di un appartamento londinese – donna dall’indiscutibile fascino, musa ispiratrice di D’Annunzio, appassionata di occultismo e interprete dei brillanti riti della belle époque – muove i protagonisti, in una corsa contro il tempo, alla ricerca del suo calco di cera da cui ella avrebbe potuto riattingere vita. Dopo un incontro a Venezia con Peggy Guggenheim, i nostri eroi si vedranno costretti a recarsi a Berlino, in una città che mostra ancora le ferite della guerra e dove sopravvivono gli ultimi scampoli di quelle società segrete che furono legate ai presupposti oscuri e alle origini magiche del nazismo.
Non solo, quindi, un semplice romanzo di genere, ma un racconto che coniuga atmosfere noir e sfondi storici, personaggi reali e derive fantastiche.
Concepito quale omaggio a Il morso sul collo di Simon Raven (Gargoyle 2009), La figura di cera è in realtà una sorta di obolo sentimentale che l’autore versa nei confronti dell’horror classico, che riaffiora timidamente non tanto e non solo in chiave letteraria: dai film della Universal a quelli della Hammer, da Vincent Price e Lon Chaney junior a Basil Rathbone e Nigel Bruce, indimenticati interpreti della coppia Holmes-Watson.
Il libro.
La figura di cera è una godibilissima incursione nel genere da parte di Riccardo D’Anna – autore rispetto al quale risulta subito chiaro che la scrittura ha lo stesso peso della materia narrata –, che gioca con la trasfigurazione della donna da vampiro a vamp: la tomba inspiegabilmente trafugata da cui prende avvio la storia è infatti quella della marchesa Lucrezia d’Ateleta di Montevago, donna dalla femminilità rapace e medusea, dall’allure erotica sotterranea e onnipresente anche nell’assenza, una “belle dame sans merci” dal vissuto dai risvolti oscuri, più dalle parti dell’ultraterreno che dell’umana comprensione.
Grande appassionata d’arte, la nobildonna aveva vissuto per parecchi anni a Venezia, risiedendo nel Palazzo Venier dei Leoni, i cui vasti giardini, oltre a fare da sfondo a feste e appuntamenti mondani, venivano da lei utilizzati alla stregua di uno zoo, in quanto la d’Ateleta amava circondarsi di ghepardi, pavoni, piccoli coccodrilli, corvi e serpenti.
L’inconsueto stile di vita della marchesa e i suoi stravaganti costumi indicano come fosse ella stessa a volersi porre quale opera d’arte da ammirare, e a testimonianza di ciò restano a immortalarla numerosi quadri a olio, schizzi, ritratti, e sculture, tra cui un calco di cera anch’esso inspiegabilmente sparito, assieme alla salma.
Il mistero intorno alle sorti della tomba di Lucrezia d’Ateleta viene sviluppato guardando alla tradizione letteraria del Giallo classico inglese, in cui, pertanto, l’enigma da risolvere riaffiora continuamente intrecciandosi con la detection.
A cercare di dipanare l’intricata matassa sui cui grava un’aura ultraterrena è un singolare trio impegnato in una indagine frenetica tra Londra, Venezia e Berlino.
Nell’ex capitale tedesca – descritta splendidamente nella sua grigia cupezza di città divisa e piagata dalla Guerra Fredda –, ad esempio, i tre si confronteranno con le radici mistico-esoteriche dell’antropologia nazionalsocialista, ancora persistente in gruppi di insospettabili nostalgici.
Denso di seducenti allusioni, citazioni, risonanze e poderosi rimandi intertestuali, nonché retto da una puntuale documentazione, La figura di cera è un pastiche delizioso, ulteriore esempio di come nella letteratura di genere siano possibili esperimenti narrativi di rara e solida sofisticazione.

L’autore.
Riccardo D’Anna è nato nel 1962 a Roma, dove vive e lavora. Saggista e scrittore, ha pubblicato Una stagione di fede assoluta (PeQuod, 2006) e Saint-Ex (Avagliano, 2008).


Dall’introduzione “Un burlesque letterario postmoderno”:
[…] con romanzi come La figura di cera (e come quelli di Gianfranco Manfredi come Ho freddo e Tecniche di resurrezione, sempre editi da Gargoyle) ci si rende conto che l’Italia non è solo il setting ideale per romanzi gotici (vedi il gotico classico di Horace Walpole e Ann Radcliffe), ma che esiste un particolarissimo gotico italiano, che si nutre di varie influenze (dall’horror vittoriano, al mystery, al postmoderno). Esattamente come la nostra più famosa cattedrale gotica, il Duomo di Milano, che è un cocktail di moltissimi stili diversi.

Dati tecnici:
Collana nuovi incubi, brossura
Prezzo: 13,50 euro
Pagg.: 186
ISBN: 978-88-89541-53-1

Per chi, come il sottoscritto, ha apprezzato questo bellissimo romanzo di Simon Raven

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