domenica 3 aprile 2016
SINOATH - GLI ENIGMATICI MEANDRI DEL DESTINO [INTERVISTA + RECENSIONE]
A distanza di ben sette anni (per i tempi veloci e saturi di uscite discografiche del nuovo millennnio una etermità!) tornano in pista i catanesi Sinoath, una delle poche band estreme del nostro paese per la quale il termine "Cult" non è sprecato e che ha contribuito a creare quella gloriosa "Scena Underground" che ha contraddistinto buona parte degli anni '90.
I Sinoath hanno attraversato i decennni con uscite centellinate ma sempre di grande qualità e non fa eccezione questo "Meanders Of Doom" (titolo che già dice molto sull'attitudine dei nostri...), un EP di soli due brani (più intro) che mi auguro serva a scaldare i motori per una uscita più consistente nei prossimi mesi.
Chi conosce la lunga carriera del combo siciliano di sicuro non rimarrà deluso da questa release: due lunghe composizioni in bilico tra Doom/Death e Dark Sound tipicamente nostrano, non disdegnando atmosfere melodiche, parti recitate e ammiccamenti al vecchio Rock.
Insomma un EP ben strutturato, sufficientemente vario e per nulla prevedibile tanto da fare pensare a interessanti sviluppi compositivi per il futuro.
Promossi a pieno titolo!
Ma non paghi di questo ascolto abbiamo contattato il vulcanico vocalist e compositore Francesco Cucinotta per farci raccontare un po' di aneddoti e curiosità dietro ai "Meandri del Destino".
Ecco il resconto della nostra chiacchirata:
Allora Francesco, a che punto eravamo rimasti con i Sinoath? Sono trascorsi ben sette anni dall’ultimo Full Length intitolato “Under The Ashes”…Che cosa è successo nel frattempo?
Dopo "Under The Ashes" il nome Sinoath è rimasto fatalmente congelato in attesa di tempi più favorevoli. Grazie alla voglia di continuare è stato possibile rimettere in carreggiata questo nome caro a molti appassionati cultori del metal underground. Prima di ciò ognuno di noi era impegnato in altri progetti.
"Meanders of Doom" è un ep autoprodotto. Continuerete con questa formula oppure siete alla ricerca di una label più importante e magari con una distribuzione più ampia?
"Meanders of Doom" è stato stampato dalla Final Earthbeat, che è la label personale della band, ed è distribuito dalla Warhell. Attualmente l'ep è in fase promozionale, in attesa che si possa arrivare a canali con maggior visibilità. Vedremo...
Il titolo di questo EP sembra quasi un manifesto tematico di quel genere che gli stessi Sinoath hanno contribuito a creare e sviluppare negli anni. Oppure c’è un concept ancora più particolare e profondo dietro?
"Meanders of Doom" è un titolo che in sé evidenzia sia il fatalismo del ritrovarsi ancora una volta sotto il nome Sinoath, sia una visione esistenziale ricca di domande sul destino dell'uomo dagli albori del mondo a oggi. Personalmente penso che la vita sia un mistero talmente grande, affascinante e complesso che il cercare ostinatamente di svelare può rovinarne il suo senso più profondo. I "meandri del destino" sono da sempre fitti e oscuri, e probabilmente tali devono rimanere.
Ricordo che diversi personaggi dell’underground estremo del Nord Europa mettevano i Sinoath tra le loro band preferite nelle ‘zine di settore.
Questo Status da “Grandi Antichi” continua ancora oggi oppure il web ha cannibalizzato ogni cosa creando una bulimia di uscite e band che ha appiattito gusti e collaborazioni? Siamo ben consapevoli come la rete ha radicalmente cambiato anche il mondo della musica. Se da un lato facilita la conoscenza di artisti interessanti in tempi brevissimi, dall'altro fa crescere noia e frustrazione.
Noia per l'imbattersi nell'ascolto di bands che si copiano a vicenda che approfittano della comodità del web per lanciarsi allo sbaraglio velocemente, e frustrazione per chi non ha, come una volta, il tempo di assimilare per bene un album. Io sono uno di questi, tanto che alla fine scelgo di fare ben altro che stare al pc interi pomeriggi. Circa lo status da "grandi antichi" ( grazie per il riferimento Lovecraftiano. Apprezzatissimo! ) non saprei dirti molto in merito.
I Sinoath, con la loro storia piena di cambi di line-up, demo-tapes e album diventati merce per collezionisti, probabilmente si sono meritati la nomea di "cult band" negli anni. Questo ovviamente non ci fa camminare sull'acqua, ma ha indubbiamente creato, nel tempo, un qualche alone di mistero intorno al nome della band. Circa le collaborazioni, noto con piacere che non mancano mai.
Sono il primo a collaborare.
I Sinoath rappresentano più di altri il vero Underground, quello delle ‘zine, flyer e demo tape. Ha senso ancora parlare di Underground nel 2016? Oppure come dicono tanti è morto e sepolto alla fine degli anni '90?
I Sinoath hanno avuto la fortuna di vivere quel particolare periodo storico dei primi anni novanta, e di contribuire al suo sviluppo. Si, personalmente penso sia possibile parlare ancora di underground oggi. In molti si son stancati degli mp3 e vogliono tornare ad avere oggetti fisici tra le mani. Questo è un buon segnale. Degli anni novanta in molti rimpiangono un certo modo di fare le cose. Una certa genuinità che si è persa con la corsa allo streaming da un lato, e certa seriosità del tipo "odio il mondo/guerra a tutti/ misantropia unica via" credibile quanto una televendita di pentole taroccate. Si è persa la voglia di divertirsi facendo musica.
I Sinoath sono di Catania. Come va la scena metal catanese oggi? C’è ancora quel bel movimento di band e artisti che aveva contraddistinto i primi anni ’90?
Catania continua a sfornare bands interessanti, e malgrado le solite mille difficoltà di una tipica città del sud, non si è mai mollato la presa. Anzi...
Questo nuovo EP fa da apripista a un nuovo album previsto a breve o per ora dobbiamo accontentarci e attendere…
Si, "Meanders of Doom" introduce il terzo album dei Sinoath che al momento stiamo scrivendo. Non so precisamente quando entreremo in studio, ma non ci saranno attese lunghe anni.
Infine i progetti personali di Francesco Cucinotta? So che sei molto attivo come musicista con diversi progetti e band…
Oltre che con i Sinoath, continuo parallelamente con Circle Of The Last Promontory ( a breve uno split con i conterranei Malauriu che uscirà per la Land of Fog ), il solo project Felis Catus e una nuova collaborazione con Thomas Hand Chaste ( Death SS/ Paul Chain & Violet Theatre/ Witchfield/ Sancta Sanctorum ). Non ne escludo comunque altre in futuro!
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1 commento:
Un ottimo lavoro, che mi ha permesso di scoprire una band a me ignota!
Grazie!
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