venerdì 26 marzo 2010
VARNEY IL VAMPIRO ARRIVA IN LIBRERIA!
Gargoyle Books
presenta
un caposaldo della letteratura gotica e vampirica
finalmente in edizione italiana
VARNEY IL VAMPIRO
di
Thomas Preskett Prest - James Malcolm Rymer
Primo Volume
Il banchetto di sangue
Traduzione Chiara Vatteroni
Introduzione di Carlo Pagetti
Il libro
È di per sé una notizia, quella che un piccolo editore di catalogo si dedichi a un'operazione di enorme prestigio e impegno come la prima traduzione in italiano di Varney il vampiro, caposaldo della letteratura vampirica, successivo al solo Polidori, un'opera colossale, tra le più citate del genere ma anche tra le meno conosciute, che viene pubblicata in edizione integrale per un totale di circa 1500 pagine da Gargoyle Books, che la presenta in tre volumi lungo l'arco del 2010 (25 luglio II volume, Varney il vampiro -L'inafferrabile, introduzione FAbio Giovannini; novembre, III volume Varney il vampiro - All'ombra del Vesuvio, introduzione Mauro Boselli)
Dal 1847 al 1849, le inquietanti avventure di Sir Francis Varney vengono pubblicate a dispense settimanali dall'editore londinese Edward Loyd conquistando l'attenzione e la successiva fidelizzazione di migliaia di persone delle classi sociali più diverse, ponendosi così come uno dei primi esempi editoriali di moderna serialità, e ottemperando a un'ampia funzione di acculturazione.
Come per il resto della prima stampa di massa, i fascicoli di Varney miravano a raggiungere il maggior numero di soggetti, sia attraverso la vivacità degli intrecci - vicende notturne e soprannaturali, pullulanti di azione, avventura, seduzione, colpi di scena e misteri, talvolta intervallate dai cosiddetti penny dreadful (racconti paurosi che, rallentando il ritmo della trama principale, ne aumentavano la suspence, sollecitando l'emotività dei lettori seriali) -, sia attraverso il loro costo contenuto: è in tal modo che il tema del vampiro viene consegnato al grande pubblico.
Inizialmente fu Thomas Preskett Prest - scrittore londinese cui si deve il romanzo Sweeney Todd, the Demon Barber of Fleet Street (che ha ispirato John Schlesinger e Tim Burton per i loro film sul barbiere cannibale, rispettivamente La bottega degli orrori di Sweeney Todd,1997 e Sweeney Todd il diabolico barbiere di Fleet Street, 2008) a venire ritenuto autore di Varney il vampiro, in seguito, però, si fece il nome di James Malcolm Rymer, ingegnere civile che arrotondava i suoi introiti dedicandosi alla scrittura su commissione per l'editore Lloyd, da molti reputato più attendibile quanto a paternità dell'opera. Rymer probabilmente si spartiva, coordinandolo, il lavoro con altri vari scrittori rimasti ignoti, al punto che la redazione del testo sembra più provenire da una "scuola", o da una catena di montaggio, in cui il nome dell'autore rimane anonimo e non appare comunque di primaria importanza.
In quell'Inghilterra vittoriana che non smette mai di sorprendere quanto a dinamismo letterario - una sorta di realtà altra e parallela al dilagante conformismo sociale e alla conseguente rigidità delle convenzioni che la contraddistinsero -, Varney il vampiro trovò agevolmente il suo spazio, rendendo protagonista il revenant, mito deforme quanto mai lontano dalla fedele riproduzione dell'esperienza conoscibile. Questo possente feuilletton trascinò subito i suoi numerosi i lettori in una dimensione narrativa del tutto svincolata dalle regole e dalle abitudini proprie della quotidianità dell'epoca, tanto che il personaggio di Varney influenzò tutta la letteratura Gotica a seguire, e dunque lo stesso Bram Stoker (anche in Dracula, come in Varney, l'azione si apre con il vampiro che auspica un sommovimento immobiliare che ricada a suo vantaggio). La componente gotica si alterna a echi di immediatezza che fanno pensare alla nostra Commedia dell'Arte, in un montaggio di spiccata originalità dove - in mezzo a numerosi figuranti (tra cui un ruolo non secondario viene assunto anche dalla "folla popolana", credulona e istintiva, e le scene in cui essa è protagonista sono di una visività quasi filmica) - spicca il personaggio in chiaro-scuro del vampiro, perturbante da un lato, goffo dall'altro, colui che assolve anche al ruolo di collante delle varie microstorie che compongono il testo, e principale responsabile dei repentini mutamenti dei registri narrativi: dal comico al tragico, dal melodrammatico al sentimentale.
Molteplici naturalmente le chiavi di lettura che possono individuarsi nel testo, che anticipa temi come il contagio di massa e le società segrete.
La trama
Il banchetto di sangue comprende i primi 65 capitoli di Varney il vampiro e segue le sorti della famiglia gentilizia dei Bannersworth, composta dalla vedova Mrs Bannersworth e dai figli Henry, George e Flora. Con loro vive anche Mr Marchdale, un conoscente, che si è offerto di aiutare i Bannerworth in quanto essi versano in difficoltà economiche dalla morte per suicidio del capo famiglia, Marmaduke, rovinato da una vita di sprechi e di azioni riprovevoli. L'azione si apre a Bannerworth Hall, una grande tenuta di campagna, situata nell'Inghilterra meridionale, non lontano da Londra. In una notte di tempesta, la bella e virtuosa Flora, in trepida attesa del fidanzato Charles Holland, partito per un viaggio all'estero, viene aggredita nella sua camera da un vampiro, che assomiglia in maniera impressionante a un grande ritratto appeso alla parete della stanza. In seguito a varie peripezie il vampiro viene identificato nella persona dell'aristocratico Sir Francis Varney, che risiede poco lontano Bannerworth Hall.
Sir Varney è un personaggio misterioso, che pare più interessato al possesso della dimora dei Bannerworth, che a succhiare il sangue di Flora e a sbarazzarsi dei parenti della fanciulla, decisi a eliminarlo. Durante un drammatico incontro con Flora, anzi, Varney la tratta in modo cavalleresco, promettendole di non perseguitarla più, se i Bannerworth lasceranno la dimora avita. Sulla scena intanto compaiono altre importanti figure, tra cui Mr Chillingworth, medico chiururgo assai scettico sull'esistenza dei vampiri, e una "strana coppia", formata dal vecchio ammiraglio Bell - lo zio di Charles Holland, un veterano delle guerre napoleoniche dal linguaggio colorito e dal cuore d'oro - e dal suo servitore, il marinaio Jack Pringle - ubriacone e irrispettoso, ma sempre fedele all'ammiraglio. Anche Charles Holland fa una breve apparizione, con grande felicità di Flora, ma scompare ben presto. Il lettore saprà in seguito che è prigioniero di Sir Francis nei sotterranei di un edificio in rovina non lontano da Walmesley Lodge, la residenza di campagna del vampiro, e che Mr Marchdale, il vero villain della situazione, è in combutta con Varney, volendo sbarazzarsi di Charles. Intanto gli abitanti del vicino villaggio, venuti a sapere dell'esistenza del vampiro, si organizzano per catturarlo e ucciderlo. Malgrado l'intervento di un reparto di dragoni, la folla inferocita dà fuoco all'abitazione di Varney, il quale, dopo essersi difeso valorosamente, si eclissa, per riapparire ancora una volta a Bannerworth Hall. Fallito un ultimo tentativo da parte di Henry Bannerworth e dell'ammiraglio Bell di eliminare il vampiro, che si fa ancora una volta gioco dei suoi nemici, senza, però, mettere in pericolo la loro vita, i Bannerworth decidono di trasferirsi in un modesto cottage, pur presidiando, con l'aiuto del dottor Chillingworth e dell'ammiraglio Bell, l'antica magione. Varney, a sua volta, con un atto di generosità e contro il parere di Marchdale, libera Charles Holland
Hanno detto:
Questo lungo romanzo diventa un discorso non solo sulla "natura" del vampiro, ma sull'identità stessa dell'Inghilterra, ancora colma delle reminiscenze della lotta contro l'arci-nemico Napoleone, divisa tra la nostalgia del paesaggio campestre e la fascinazione di quello urbano, impegnata nei processi di conquista coloniale a cui, sempre di più, con l'avanzare del secolo, i ceti più umili della piccola borghesia e del proletariato sarebbero stati chiamati a dare il loro contributo di sacrifici e di speranze.
Carlo Pagetti
Ormai siamo così tanto abituati all'immagine del vampiro veicolata in particolare dal cinema e dalla televisione da ritenere che le sue caratteristiche siano senza tempo. Invece le origini di quell'immagine sono agevolmente identificabili e rintracciabili. È stata la letteratura del XIX secolo ad assumersi il compito di costruire e inventare il vampiro. Thomas P. Prest e James M. Rymer, i più probabili autori di Varney the Vampire (pubblicato anonimo), hanno il merito di aver cristallizzato sulla pagina scritta, tra il 1845 e il 1847, alcuni dei capisaldi dell'immaginario vampiresco. Varney, infatti, è un catalogo anticipatore di descrizioni e ritratti del vampiro destinati a lunga fortuna e ad approdare ai nostri giorni quasi intatti.
Fabio Giovannini
Il genere Gotico pone sempre dei dubbi al centro e a motore della narrazione: cos'è oggettivo e cos'è soggettivo? Che rapporto c'è tra conosciuto e ignoto? Cos'è vero e cos'è falso? Cos'è storia e cos'è leggenda? E persino: cos'è vita e cos'è morte? Possiamo davvero tracciare un netto confine tra tutte queste cose? C'è ben poco di evasivo in romanzi che trattano questi interrogativi fondamentali. Definire l'horror come semplicemente "perturbante" confonde il mezzo con il fine. Il fine è filosofico, ma con una specificità: l'accento cade sulle domande, non sulle risposte. Il disagio che si semina nel lettore, lo spinge a interrogarsi. Ogni soluzione raggiunta, ingenera nuovi interrogativi. Credo che questo atteggiamento abbia un profondo significato culturale e politico. In epoche stupidamente assertive come quella in cui viviamo, chi propaga dubbi fa opera di bene.
Gianfranco Manfredi
Dati tecnici I volume:
Prezzo: 16,00 euro
ISBN: 978-88-89541-44-9
Brossura, pagg. 538
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