lunedì 29 novembre 2010

DISFUNZIONI SONORE: IL RITORNO DEI DELIRIO

Finalmente torna attivo DISFUNZIONI SONORE, messo temporaneamente a nanna per potermi dedicare al saggio che ormai tutti conoscete.
Torna il blog sul Vero Rock e non poteva farlo nel modo migliore, battezzando il contemporaneo ritorno sulle scene della storica metal band salernitana DELIRIO, usciti da poco con il MCD autoprodotto "My Desolation", scaricabile anche gratuitamente dal web.
Biografia, recensione track by track e download a questo link:
http://disfunzionisonore.blogspot.com/2010/11/recensione-delirio-my-desolation-ep.html
Take care!!!

sabato 27 novembre 2010

THE TRIPPER – DAVID ARQUETTE (2006)

Regia : David Arquette
Attori: Courteney Cox, Jamie King, David Arquette
Genere: Horror
Anno: 2006
Sinossi
Un gruppo di giovani hippie sbarcano in una piccola cittadina di provincia per assistere ad un festival musicale che si tiene nella foresta di Redwood. Presto si accorgeranno di essere l’obiettivo di un maniaco sanguinario che, mascherato da Ronald Reagan, conduce una personalissima guerra contro chi faccia uso di droghe…

Considerazioni
Scrive Alan D. Altieri nel saggio “Horror Rock – La Musica delle Tenebre”: “pestando sotto la cintura: non c’era proprio un accidenti di niente di spensierato negli anni Settanta. I fasulli happy days del decennio precedente? Folgorati nel maremoto dell’eroina, quegli happy days, il poco che ne restava incenerito nel napalm del Vietnam, annientato nel massacro del villaggio olimpico di Monaco, disgregato nelle eterne guerre del Medio Oriente, macellato nelle stragi di Stato, avvelenato nelle maree nere, sodomizzato nei primordi pandemici dell’Aids. Tutto questo al culmine della Guerra fredda, mentre USA & URSS (di allora) si digrignavano l’un l’altra zanne ICBM, quasi sbavando per l’olocausto nucleare”.
Guardando “The Tripper”, pellicola horror, approdata direttamente al mercato dei Dvd (in Italia), si ha la sensazione che gli anni 70’ delineati da Altieri siano stato sul serio l’anticamera di ossessioni, orrori e perversioni, perpetrati (in forma diversa) fino ai giorni nostri.
Come scrive il giornalista Luciano Gaglio su Rock Hard Italia ( Dicembre 2006, stesso anno del film, una coincidenza?) in un’intervista alla psychedelic funeral black metal band americana Xasthur (un ibrido informe e oscuro di suggestioni retrò affogate nella disperazione più cupa): “durante gli anni 60’ la California ha dato i natali al grosso della scena psichedelica, alla controcultura giovanile e ai sogni di pace e amore hippie. Dopo 40 anni tutto si è trasformato in delusione, depressione, alienazione e morte”.
Il fallimento delle utopie hippie è alla base del lavoro di David Arquette, decodificato attraverso le immagini “slasher” di un serial killer, travestito da Ronald Reagan, ovviamente tra il pacchiano e il ridicolo.Tanta violenza, tante droghe, tanta gioventù finto progressista e culturalmente vuota (i vestiti ci sono, gli slogan inutili anche…il resto è banalità/edonismo tipicamente americano), tanti redneck provinciali e arretrati, retaggio di certo cinema (o di certi luoghi comuni) già ampiamente sviscerati (da “Un Tranquillo weekend di Pura” fino a “Cabin Fever”). Non a caso il film è ambientato ai giorni nostri e da subito si dimostra inverosimile e fuori tempo massimo.
Troppo prevedibile soffermarci sull’elemento “satira”(tema ancora impalpabile nella italica cultura) sulla politica americana, che a ben vedere si riassume nei titoli di coda e nella parte iniziale del film. Che cosa rimane allora di questo “The Tripper”? Un deja vu cinefilo di sensazioni e macelleria assortita. E il rimpianto di un’occasione mancata.
Perché l’idea di base è splendida: parlare della fine degli anni 70’ attraverso la violenza e l’ossessione tipica dei “mostri” del nuovo millennio. Un trattato socio/politico sul “Flower power” filtrato attraverso una pellicola sul “perturbante”. Il sogno di ogni cinefilo a mio parere. Inoltre sull’idea del concerto si poteva costruire un film horror rock al 100%.
Una Woodstock orrorifica/occulta che avrebbe fatto impallidire i nostri genitori e gli artisti di quell’epoca (ma Coven e Black Sabbath avrebbero esultato di gioia, ne sono certo).
Insomma un film divertente (per qualcuno) e inutile allo stesso tempo.
Ripeto: un’occasione mancata.
Peccato.

giovedì 25 novembre 2010

"MINIATURE": LA NUOVA COLLETTIVA D'ARTE ALLA GALLERIA MICHELANGELO DI SARNO

Terzo appuntamento con l’arte alla galleria “Michelangelo” di Sarno.
Sabato 27 novembre 2010 alle ore 18,30 verrà inaugurata una collettiva di arte figurativa, patrocinata dal comune di Sarno, dal titolo “Miniature” piccoli capolavori.

Questa rassegna curata come al solito da Alfonso Orza,offre uno sguardo inedito sul mondo dell’arte “minium” attraverso una pluralità di linguaggi stilistici.Molteplici sono le tecniche artistiche impiegate: dipinti ad olio,acrilici,acquerelli. cinquanta le opere in esposizione, realizzate da firme prestigiose dell’arte napoletana sia del passato ma anche del nostro tempo.Venti gli artisti che parteciperanno alla rassegna.

Il progetto culturale si prefigge di rivalutare le piccole opere da sempre esistite all’ombra dell’enorme produzione artistica del grande formato, a conferma che il capolavoro non si trovi esclusivamente nel macro ma possa risiedere anche nel micro.

La miniatura è spesso un lavoro estremamente dettagliato con una forza cromatica e di composizione che pochi hanno la capacità, la disciplina e la qualità di realizzare.L’esposizione collettiva incoraggia la produzione artistica di piccolo formato tracciando un percorso variegato nel confronto tra autori di formazione eterogenea.La mostra potrà essere visitata fino al 17 dicembre dal lunedì al sabato dalle ore 10,00 alle 12,30 e dalle 18,00 alle 20,00.

Galleria d’arte “Michelangelo” via Matteotti,n°65 Sarno (sa)
tel 081-3656373.

mercoledì 24 novembre 2010

OUTTAKES FROM HORROR ROCK: RISTAMPATI I VAMPIRI DI DARTMOORE E I SIGNORI DEL CHAOS

Li abbiamo citati nel mio/nostro saggio "Horror Rock – La Musica delle Tenebre".
”Dracula Music’s Gabinet” della 60’ rock band tedesca Vampires Of Dartmoore è uno dei primi album in assoluto dedicata all’archetipo del vampire.
Un ibrido alquanto estraniante di kraut rock, funk, jazz e effettacci in stile film horror di serie Z.
Dopo che le poche copie disponibili in vinile sono praticamente diventate introvabili oppure hanno raggiunto cifre stratosferiche nel mercato dei collezionisti, finalmente la Finders Keeprs (label specializzata nel riesumare dischi “strani” e ormai dimenticati) procede alla ristampa di questo piccolo gioiellino trash/horror rock.
Appuntamento imperdibili per gli amanti dei mostri (sonori)




Ristampa in arrivo a cura della Tsunami Edizioni anche per il libro di culto sul black metal nordico: Lords Of Chaos.
Ecco il comunicato stampa di Tsunami:

Michael Moynihan e Didrik Søderlind
LORDS OF CHAOS
La Storia Insanguinata del Metal Satanico

- Alla fine dello scorso millennio in Europa più di cento chiese sono state bruciate e profanate da personaggi legati al Black Metal, certamente la più estrema tra le correnti musicali underground.Aderendo ad una vera e propria guerra sacrilega le band Black Metal e i loro fedeli ed ossessionati fan hanno lasciato una spietata eredità di suicidi, omicidi, terrorismo che ha continuato ad espandersi, dalla Norvegia alla Germania e alla Finlandia fino agli Stati Uniti d’America ed oltre.Questo libro, scritto da due giornalisti che sono andati personalmente a scavare nei fatti portandone alla luce aspetti fino ad ora sconosciuti, esce ora in italiano nella sua più recente ed aggiornata edizione, dalla quale è anche stata estratta la sceneggiatura di un film la cui uscita negli Stati Uniti d’America è prevista per il 2010.Ricco di centinaia di rare foto e con decine di interviste a musicisti, preti, ufficiali di polizia, fan ed ai principali prota¬gonisti delle vicende narrate Lords Of Chaos è ormai divenuto un libro di culto, osannato da migliaia di fan in tutto il mondo ed allo stesso tempo osteggiato e visceralmente criticato da molti dei suoi stessi protagonisti, con il preciso intento di minarne la credibilità.Un volume imprescindibile per ogni fan del Black Metal ma anche per chi vuole conoscere a fondo dei fatti di cronaca che hanno influenzato un’intera generazione di musicisti metal.

- Michael Moynihan, americano, è scrittore, muscista, giornalista ed editore, collab¬ora regolarmente con molte riviste americane. È membro fondatore, compositore e musicista del Blood Axis, importante gruppo di musica industriale e sperimen¬tale.
- Didrik Søderlind è uno scrittore freelance e collabora con un ragguardevole nu¬mero di riviste, siti web, periodici e quotidiani norvegesi.

- Le Tempeste 3 - 384 pagine illustrate - 16x23 - ISBN 978-88-96131-15-2 - 22 Euro

martedì 23 novembre 2010

HORROR ROCK: RECENSIONE+INTERVISTA SU LIBERI DI SCRIVERE

Con molto piacere e un pizzico d'orgoglio segnalo una splendida recensione e un'intervista "doppia" sul blog letterario LIBERI DI SCRIVERE a cura di Valentino Colapinto.

Recensione:
http://liberidiscrivere.splinder.com/post/23636803/recensione-di-horror-rock-di-alessio-lazzati-ed-eduardo-vitolo-a-cura-di-valentino-g-colapinto

Intervista:
http://liberidiscrivere.splinder.com/post/23642322/intervista-ad-alessio-lazzati-ed-eduardo-vitolo-a-cura-di-valentino-g-colapinto

Buona lettura e stay (Horror) Rock!

venerdì 19 novembre 2010

HORROR ROCK: ANCORA INTERVISTE E SEGNALAZIONI ON LINE!

Il virus "Horror Rock" continua a mietere consensi e attenzione.
Negli ultimi giorni sono apparsi alcuni articoli e post di assoluto valore.
Eccone alcuni:

- Un'approfondita segnalazione (quasi una recensione) sul blog "Il Professionista" ad opera del noto Autore di Segretissimo (e non solo...) Stefano Di Marino:
http://hotmag.me/ilprofessionista/2010/11/18/horror-rock/

- Una lunga e completa intervista sulla genesi del libro e tanto altro a cura dell' Autrice Barbara Baraldi sul sito di genere SICKGIRL:
http://sickgirl.it/magazine.php?&s=musica&n=379

- Segnalazione anche sul blog personale dell'Autore Enzo Milano:
http://enzomilano.wordpress.com/2010/10/22/horror-rock/

A breve altre interviste e recensioni on line e non solo.
Stay tuned and stay (Horror) Rock!

martedì 16 novembre 2010

OUTTAKES FROM "HORROR ROCK": VAMPIRISM ACCORDING TO INGAR AMLIEN

Nella stesura di Horror Rock – La Musica delle Tenebre, parecchio materiale ( invero totalmente inedito) è rimasto fuori per problemi di spazio. Tra questi un’ interessantissima intervista a Ingar Amlien ( leader e principale compositore della black metal band norvegese Crest of Darkeness), sull’archetipo del Vamipiro tout court. Una testimonianza avvincente e completa su come certi temi siano studiati e decodificati dagli artisti dell’Horror Rock.
L’intervista è in lingua originale.
Buona lettura!

What does it attract you more about the archetype of the vampire in the modern culture? What does it make its timeless charm?
For me the Vampire is representing a lot of what lies in the human nature. I don’t believe most people would say the same, but for me as a so-called Modern Satanist, I feel that I have close connection to the vampire, and through my artistic life I’m actually living out a lot of myself be “being a vampire”.
The vampire is very often associated be “the evil side”, but quite often the vampire is also showing other sides of themselves, -sides which are not as much associated by the something evil. Vampires are often hated by the world they are living in, -people are scared of them, and people look a pone them as an alien race. Whatever, -the vampires are just doing what they have to do to survive. In many movies and books, we’re meeting vampires who have big problems with handling their lives. These vampires don’t want to kill people to feed, and they don’t want to turn human beings into vampires, but drinking blood is the only way they can survive, and they have no choice if they want to survive.
We’re also meeting a lot of vampires who’re falling in love with human beings, and in many of these stories the vampires are standing in a very difficult situation. Often we can see that these vampires don’t want to turn their “big love” into a vampire, and this situations opens up for the really big questions about life. -Living forever in a world where everybody hates you, -always hungry for blood (as a drug addict), -always hiding for the sun….. What kind of life is this?!! Of course you have to be charmed by these vampire creatures!! –Being so strong and mighty, but also so weak, …. It’s really fascinating me, and it’s reflecting many sides of myself I think.

Could we speak about an independent genre called "Vampire Rock" as an emanation of a more general "Horror Rock"?
I believe you’re might right about this, but sometimes I feel it’s difficult and might wrong, to talk about very specific genres. Whatever, it’s many bands playing vampire-related songs. “Bela Lugosi's Dead” by Bauhaus, “Lullabye” by The Cure, “Cat People” by David Bowie, “Blood Bath” by Crystal Method, “Nosferatu” by Blue Oyster Cult, and “Black #1” by Type O Negative are examples of this.
If we’re talking about “Vampire Bands” some people would might say that bands like Nosferatu, The 69 Eyes, Christian Death, and Alien Sex Fiend are good examples of this. -To be honest I believe others know this much better than me, but I’ll for sure say that “Horror Rock” and “Vampire Rock” isn’t necessary the same. When it comes to this I’ll agree when you say that “Vampire Rock” is an emanation of “Horror Rock”. Musically I’m personally much more into different styles of heavy metal, and I have more knowledge about these bands. It must be mentioned that you’ll find many bands in metal also who are “playing” with the vampire myths, but personally I feel that many of the more gothic bands are doing this better, or I should might say that they’re doing it more convincing.
Which is the novel (or movie) that has influenced more of your musical imagery?
I'll never forget the first time I read Bram Stokers "Dracula". It might sound like a cliché, but as many others I was deeply fascinated by this novel. Through the years I’ve of course seen a lot of movies based on this novel, but Francis Ford Coppola’s movie from 1992 is my favourite. I’m not sure what’s fascinating me so much with this story, but it might shows the sides of the vampire I like the most. Dracula – a strong and frightening character , trying to do the best out of his life. He’s both a gentlemen and a monster, -his showing strong emotions for his love, but he’s also a brutal and fearless creature.
Here I do also have to mention Anne Rice and her novels. –I love her dark universe populated by so many strong characters. In her books you’re also meetings some of the same questions as I’ve mentioned several times now. In “The Interview With a Vampire” we’re learning to know Louis, as told in his own words, of his journey through mortal and immortal life. Louis recounts how he became a vampire at the hands of the radiant and sinister Lestat and how he became indoctrinated, unwillingly, into the vampire way of life.
I’d also like to mention a pretty new movie from Sweden: “Let The Right One Come In” (2008). This is one of the best Vampire-movies I’ve seen for a long, long time. The story is about a young boy who falls in love with a little girl. This girl isn’t like others, -she’s a vampire. This movie have a strange atmosphere… It’s definitely not an action-movie. Well, it’s a few quite dramatic scenes, but first of all the movie is painting a great picture of the connection-ship between these two children.
If I shall go back in time I think that Nosferatu (silent movie from 1922) is one of the best vampire movies ever made. This movie has also become a classic, and I’m pretty sure you’ll remember Max Schreck (as Graf Orlok) forever.
At last I do also want to mention “The Underworld”-movies.- A pretty good story, but first of all I like the gothic atmosphere in these films. I’m with no doubt adopting some of the scenes in these movie into my own imaginary “vampire-world”.
I’ll try to stop here. I could perhaps have made myself much more interesting by mentioning some very obscure and unknown movies. I’ve collected vampire-movies in many years now, and I’ve probably seen hundreds of them. Whatever, -when I’m writing this words it is Bram Stoker and Ann Rice I’m thinking about first….

Which meaning has the symbolism of blood-related vampirism through your records / texts?
For me the blood is first of all symbolising life, -without blood you’re dead!! If you’re also looking at the Christians ritual, The Holy Communion, where the Christians are drinking the blood of Jesus, it gives a strong picture of what big parts of our world is lying into this kind of belief, but according to the Christian belief we’ll only be given eternal life by believing in Jesus. This is totally absurd if you’re asking me, but it gives me a lot of artistic inspiration. Blasphemy is an important key-word here!! By drinking the blood of my enemies I’m becoming a God myself, and my victims are loosing their life force!! –Hail Satan!!

What is the meaning of the figure of the vampire in the twentieth century? Is it still in the tradition of Gothic Literature, or has been converted into new forms of expression?
My impression is that the figure of the vampire hasn’t changed very much compared to what we saw in the Gothic Literature. It’s perhaps a tendency in some of the later movies (for example in the “Twilight”-movies) that the vampire are more harmless, and acting more kindly than they did before, but in these new movies we’re also meeting the more “evil” vampires, so the more scary vampire monsters do still exist.
In general the vampires of today seems to prefer living in a kind of Gothic world also today. In the movies and in the new novels it seems like the vampires feels familiar with the Gothic Rock scene and that they’re very much taking a part of this scene. I like this idea, but in my fantasy-world it’s not always like this. I believe that the greatest and most powerful vampires are hiding on places no-one could imagine, -perhaps one of them are living next door to you?!
Which album of yours is mainly linked to the vampiric theme?
I’m touching vampiric themes on almost all of our releases, but it’s a few songs I’ll mention in particular. On the album “Evil Knows Evil” (2004) the songs “Inexplicable Bloodthirstiness” and “The Lust” are both describing the creatures of the night, -the vampires! “Inexplicable B.” is regular metal-song, but with the “Lust” we made a kind of experiment. All the music is programmed, and it’s added a lot of different effects to make a special sound. When I did the vocals I also tried to create a special atmosphere… It’s dark, and ritualistic, and it might gives some associations to a vampire-movie.
From our latest album “Give Us The Power To Do Your Evil” I’ll say that the song “Death And Pleasure” has the closest connection to the vampire myths, but it’s also other songs that gives me this associations, -for example “Druj Nasu”.
If I shall go many years back in time I have to mention “Quench My Thirst”(1996) from the mini-CD with the same name.
On the first full-length album “Sinister Scenario”(1997) the songs “Desire” and “Lunary Souls” (instrumental) are dedicated to the vampires.
Beside of this it’s many other songs I could have mentioned. I guess the vampires/the vampire myths have taken such a big place in my head that they’re always following me, and you can see that in my art.
Why is so strong, in your opinion, the influence of the vampire myth in arts and music in particular? What really fascinates artists and people?
In the folklore the vampire was a kind of scapegoat for many of the evil and bad things that happened, -especially when someone died without a reason. It was nothing glamorous about this vampire. It was rather the opposite way around. -In the eastern parts of Europe people had an idea about the vampire as a ugly creature….
When Dracula was introduced by Bram Stoker we got another picture of the vampire, -certainly the vampire turned into a gentleman. Later on we’ve seen many different presentations of the vampire. Many of the stories we’ve been told have similarities, but more and more often it also comes up new and refreshing ideas. “True Blood” is a good example of this I think. In this series the vampires are openly living together with humans. It’s many interesting questions coming up because of this. Some humans are accepting this night-people, but others are looking at them as aliens, -someone who should be destroyed. The big question is: -can the vampires and the human race live together?
Today I believe many artists are finding inspiration in many of the different sides of the vampire mythology. It’s a fantastic universe full of life, death, and passion. –If you want to find inspiration this is an Eldorado for artists I think!
What is your main source of inspiration in music and stage level?
As you understand my great passion for vampirism is probably my biggest source of inspiration. This together with my Satanic belief is probably influencing everything I’m doing, -both on and off the stage. Here I’d like to say that my connection to the Satanism is what many people like to call Modern Satanism. I’m personally following in the steps of Anton LaVey. You have other directions in the Satanism which I don’t have very much in common with. I certainly don’t go around wishing that everybody shall die, -that’s not my kind of thinking.
I believe that my way of living, -my way of thinking is reflecting what I’m doing on the stage, and I believe that Crest of Darkness are quite different from many other bands. Several times I’ve experienced that people met me after a gig, and they are thanking me for that “I have saved they’re life”, -“they feel so much better”, -“you’ve given me a reason to live” and such things. I’m happy when I hear things like this! That’s my kind of Satanism, -if people are open for my kind of thoughts, I believe that many people could get a much better life!! It has to do with people’s ego. –You have to believe in yourself, you have to take responsibility for you own life, but it’s also important to know that there are other people out there like yourself… We are many “lonesome wolfs” around, and many of us want to spend most of our time alone, but it does for sure feel good that it’s many of us!
Do you see a glut in the market and the entertainment world in general about this argument?
I do believe that I have something extra to give, and that’s also the reason why I find motivation to continue with my musical career in my age. Well, I don’t feel old of course, -I’m a vampire you know!! ….
Whatever, I’ll try to answer your question…. Yes, I do see a glut in the market! I do really believe that Crest of Darkness could reach a much bigger market if we were able to present our music in the right way. –I do believe this because I’ve always felt that we’re having something special, but that has to do with everything with this band. We have to present this totality in some kind of way. But it’s difficult… You have to have a lot of luck to succeed! Whatever happens, I love making music and art, and I’ll probably continuing doing this as long as a live!

domenica 14 novembre 2010

ALTRI LUSINGHIERI ARTICOLI SU HORROR ROCK - LA MUSICA DELLE TENEBRE

Iniziano ad arrivare i primi (lusinghieri) articoli sul mio/nostro saggio dedicato al Rock "orrorifico". Eccone un paio:

- Articolo sul quotidiano "IL MATTINO DI SALERNO", a cura di Marcello Napoli (11/11/2010) - (N.b. In foto col sottoscritto il mitico disegnatore di DYLAN DOG, Bruno Brindisi)


- Articolo sul quotidiano "LINEA", a cura di Luciano Pirrotta (30/10/2010)

Buona lettura. Stay (Horror) Rock!

mercoledì 10 novembre 2010

ENNESIMA INTERESSANTISSIMA PUBBLICAZIONE PER LO STORICO SARNESE ORAZIO FERRARA

“La tormentata storia del Sud negli ultimi due secoli, rivisitata attraverso episodi-simbolo dimenticati, o peggio manipolati, dalla storiografia ufficiale. Dagli intrepidi lazzari napoletani che rifiutarono una “repubblica” imposta sulla punta delle baionette francesi, alla lunga marcia della “guerra di liberazione” del cardinal Ruffo, alla romantica e tragica figura del Sergente Romano capobanda legittimista in terra di Puglia. Dai separatisti dell'EVIS in difesa della “sicilianità”, alla rivolta di Reggio Calabria contro il “sistema” del malgoverno e dell'emigrazione. Insomma storie controcorrente di lazzari, sanfedisti, legittimisti, separatisti e boiachimolla, nomi diversi in momenti diversi, ma sempre di meridionali pervasi da quell'ansia ancestrale di salvaguardare la propria specificità, le proprie radici, pur nel solco della più grande Nazione italiana di cui si sentivano comunque parte. Ma gli eredi di chi si è “piccato” di fare l'Italia in un certo modo hanno condannato, senza appello, quei meridionali e le loro storie alla damnatio memoriae collettiva. Fin quando non sarà rimosso questo autentico macigno culturale e quindi non si avrà una storia nazionale condivisa, sarà sempre insincero il “fratelli d'Italia”.
Alla rimozione di questo macigno il libro vuole dare un contributo”
(dalla 4a di copertina)

E’ disponibile il volume di Orazio Ferrara - Sud. Storie di lazzari, sanfedisti, briganti e separatisti - con prefazione di Valentino Romano, Capone Editore, Lecce 2010.
Formato 15x21, pag. 160, € 12,00.

Capone Editore in Lecce
Info: 0832611877 (tel. E fax)
Mail to: info@caponeditore.it
On line: www.caponeditore.blogspot.com

lunedì 8 novembre 2010

“UNO SCRITTORE DEVE AVERE COME RAFFRONTO ANCHE I MORTI, SOLO COSI’ PUO’TENTARE DI PARLARE AI CONTEMPORANEI”: INTERVISTA A GIANFRACO MANFREDI

Poche parole di preambolo solo per dire che sono felicissimo di pubblicare una delle interviste più interessanti e complete da quando ho aperto il blog.
Cari lettori, credetemi, qui si parla di Letteratura con la L maiuscola.
Ringrazio vivamente Gianfranco Manfredi, per la cortese disponibilità e i tanti spunti di riflessione e di critica letteraria. Un’esperienza avvincente!
E stavolta si parla anche di “Horror Rock”…
Come sempre, buona lettura!

Nella recensione collegata a questa intervista mi sono azzardato ad ipotizzare un continuum letterario tutto nostrano tra la poesia romantica/cimiteriale di inizio Ottocento e il romanzo gotico ambientato in Italia, fino ad arrivare ai suoi libri targati Gargoyle. Si può parlare di una scena “gotica” italiana distinta e separata da quella anglosassone?

Anzitutto devo ringraziarti per la bella recensione che in effetti illumina un mio "pallino" e cioè quello di riportare alla luce le radici italiane del Gotico. Qui basti citare un aneddoto. Quando andai a Providence (Rhode Island) per le ricerche sulla base delle quali scrissi "Ho freddo", restai piuttosto stupito di fronte alla Hay Library. Hay era un amico ed estimatore di Lovecraft. Ora: sulla sinistra di lato alla facciata della Biblioteca, in un angolo discosto, figura una piccola targa dedicata a Lovecraft. Può passare inosservata. Proprio di fronte all'ingresso della Biblioteca figura invece un enorme testone di bronzo di Dante Alighieri. Il che dovrebbe contribuire a spiegare come nel mondo si guarda a Dante e in particolare all' "Inferno" come testo fondativo (e direi assai più del Gotico che dell'Horror, se non altro per la commistione tra spettacolo di efferatezze e percorso spirituale). Non so dunque quanto sia fondato parlare di "separazione". Lo studio delle tradizioni nazionali è fondamentale, ma può rivelarsi una trappola per gli storici della letteratura se non si considera mai il carattere cosmopolita dell'universo letterario. Fuori da un quadro mondiale della fortuna di un autore, è piuttosto sviante fornire chiavi interpretative tutte fondate sulla storia nazionale.
Ambrogio Viale con il suo poema intitolato “Erminda” e lo scienziato Giovanni Aldini con i suoi esperimenti sul galvanismo sono i veri e autentici precursori del Gotico del Novecento? Il Frankenstein di Mary Shelley, secondo il suo parere, andrebbe ridimensionato e valutato in maniera diversa?

Come ho detto sopra, le influenze fondative risalgono a molto prima. A Dante affiancherei sicuramente Machiavelli, ma persino in autori concepiti e interpretati come distanti da questo genere di tradizione, penso ad esempio a Torquato Tasso, troviamo temi e prospettive che sono poi diventate parti integranti del "genere Gotico".
A questo va aggiunta una più vasta influenza culturale in campi non letterari. Penso ad esempio ai nostri anatomisti del cinquecento e seicento, all'importanza di figure settecentesche come Cagliostro, agli studi di Galvani e Aldini, all'eredità del nostro positivismo, e ho citato così alla rinfusa, ma certo molto ci sarebbe da ricostruire circa l'influenza ( purtroppo quasi smarrita) della nostra tradizione artistica e scientifica sullo sviluppo della letteratura e della stessa sensibilità "moderna". Il problema non è ridimensionare il romanzo della Shelley, ma situarlo in una prospettiva critica più aperta. Quanto meno si tratterebbe di passare da una storia delle letterature nazionali alla Storia della Letteratura Europea. Uno sforzo critico di questo genere è certo già stato compiuto da grandi critici come Praz, però all'interno di una "scelta" e di una chiave di interpretazione troppo limitate nello spazio mitteleuropeo che da solo non dà ragione della molteplicità degli intrecci della storia culturale europea e dell'importanza avuta in questo ambito dall'Italia.

“Tecniche di resurrezione”, dimostra una saggia e originale mistura di generi e suggestioni differenti. Il termine “romanzo popolare” le sembra appropriato per definire la sua opera narrativa o la considera un prodotto “gotico” tout court?

Ho spiegato altre volte che il mio tentativo è in direzione di un Romanzo Totale che superi i generi in una prospettiva di fusion molto al di là del cosiddetto post-modern. Al centro di questo mio tentativo, come elemento portante della fusion, ci sono i Personaggi, la cui centralità è stata troppo sottovalutata dal romanzo contemporaneo. Altro elemento è la particolare sensibilità dell'autore che nel mescolare generi e temi opera comunque una sua sintesi. Una sintesi è espressione di un punto di vista non solamente critico-estetico, ma anche "emotivo". Gli umori "gotici" non sono utilizzabili come mero ingrediente da aggiungere al piatto, perché ne formano il gusto, sono costitutivi, non aggiuntivi. Dunque la totalità di cui parlavo, e che è sempre a rischio di uno smarrimento divagante e dispersivo, dovrebbe secondo me sempre mettere capo a un romanzo molto unitario e specifico. Senza questo ogni fusione rischia l'effetto pappone (proprio come nella battuta di Alberto Sordi al suo domestico trattato come un cane cui si allunga la ciotola con un calcio: "Magna er pappone").
Prendendo in considerazione la sua lunghissima e affermata carriera di Autore, mi piacerebbe conoscere il suo pensiero sullo stato di salute attuale della letteratura e del cinema Horror in Italia.

Il cinema horror italiano attuale è in stato comatoso, avulso da ogni tendenza mondiale, propositivo di nulla, figlio e suddito in larga parte di una scuola Bava/Argento che non è più stata ridefinita e che mostra da decenni la corda. Il problema però non è tanto e solo autoriale, ma di miseria produttiva. La letteratura horror italiana, allo stato, somiglia a un interessante brodo primordiale, popolato di cose assai modeste come di punte particolarmente espressive, ma a mio avviso richiederebbe molto maggiore coraggio nell'uscire dal ghetto del genere , in Italia generalmente inteso come sotto-genere di target. Un horror, che sia cinematografico o letterario, se vuole davvero avere influenza, deve porsi il compito di alzare il livello, di essere difendibile sotto tutti i punti di vista, di mostrare consapevole ambizione. Da questo punto di vista recuperare la nobiltà della nostra lunghissima tradizione letteraria è un passaggio non eludibile. Stiamo parlando di qualcosa di davvero importante, non di entertainment alla moda. Da un lato dobbiamo liberarci dal ghetto, dall'altro dobbiamo evitare che il ghetto continui a vivere in noi. E questa è la cosa più difficile.

Doctor Ending: oltre al prevedibilissimo archetipo di “Jack The Ripper”, io ci ho visto anche una non velata influenza/tributo al Fantomas di Marcel Allain e Pierre Souvestre. Il romanzo giallo francese ( anche in questo caso romanzo “popolare”) si addice all’atmosfera misteriosa e torbida di “Tecniche di resurrezione”?

La letteratura francese, anche quella che citi, ha sempre avuto una grandissima importanza per me. L'autore/trascinatore per me, però, è stato Victor Hugo: la sua incredibile capacità di coniugare pensiero critico, racconto storico, documentazione, chiarezza di schieramento anche politico e sociale, con un'inarrivabile capacità affabulatrice e visionaria.
“Tecniche di resurrezione” è il secondo libro di una trilogia dedicata ai fratelli de Valmont? Se la sua risposta è affermativa sarei curioso di sapere quale altra tematica del gotico letterario, dopo il vampirismo e il segreto della vita dopo la morte, potrebbe essere utilizzata per il prossimo romanzo…

Il mio prossimo romanzo non vedrà come protagonisti Aline e Valcour. Sarà ambientato in tutt'altri scenari spaziali e temporali, ma non voglio anticipare troppo perché sono ancora soltanto a un terzo del lavoro che sarà lungo e comporterà almeno un paio di viaggi di studio. Dopodiché ho in programma un nuovo romanzo di Aline e Valcour ambientato stavolta in Italia, romanzo che in qualche modo tira le somme, in una direzione di "riscoperta" che hai già intuito ed espresso con la tua prima domanda.

Nelle sue certosine ricerche storiche sui luoghi, gli ambienti, i problemi sociali, la cultura, la politica del passato quanto la sua sensibilità di artista indefettibilmente “moderno” influisce sulle sue storie? È possibile parlare del passato astraendosi totalmente dal presente?

No, non credo sia possibile. E' evidente che noi guardiamo al passato attraverso la lente del nostro tempo. Bisogna però cercare di guardare al passato anche per la sua distanza dal presente, per i suoi caratteri dissimili, in certi casi addirittura alieni, altrimenti quel passato rischia di essere un peplum, un mero costume carnevalesco con il quale rivestire la modernità. Sono appena reduce dal Festival della Letteratura di Istanbul. Durante una lunga trasferta in pulmino, bloccati nel traffico di una città smisurata di quindici milioni di abitanti più cinque o sei di clandestini, ho notato che l'editore seduto accanto a me stava leggendo "I traditori" di De Cataldo. L'occhio mi è caduto su un dialogo in cui due protagonisti del romanzo discutono tra loro in termini assolutamente contemporanei. Uno ad esempio, credo un personaggio mazziniano, parlava di "organizzare una campagna di stampa" . Al che veniva da continuare così: "Guarda, non è necessario, basta andare da Fazio". Insomma: quando leggo cose scritte così, francamente mi cascano le palle. E si è letto anche di peggio. Ho letto di faraoni che parlano di "inconscio", di detective della Roma Imperiale che usano il termine "indagine" nello stesso senso in cui lo usava Sherlock Holmes. Questa è roba brutta. Questa sì è sotto-letteratura. E dal punto di vista culturale è un'operazione reazionaria, persino quando è condotta da autori con intenti progressivi. Se si riduce ogni diversità storico e culturale al presente, non facciamo altro che coltivare la pulsione autoritaria al Pensiero Unico di Mercato contro la quale dovremmo invece tutti batterci. Si ha a volte l'impressione che molti scrittori oggi non solo se ne freghino dei posteri, ma persino dei lettori dei prossimi decenni per i quali il nostro "attualismo" risulterà ridicolo e illeggibile. Uno scrittore deve avere come raffronto anche i Morti, solo così può tentare di parlare sia ai contemporanei che ai Non Ancora Nati, cosa quest'ultima per nulla garantita (ai posteri l'ardua sentenza), ma l'inseguimento ossessivo dell'Attualità di Mercato e del Linguaggio degradato da telefilm, contribuisce soltanto al Macero Stilistico.

Infine, se mi permette le rivolgo una domanda tutta personale. Da poco ho pubblicato un saggio a quattro mani intitolato “Horror Rock”, dove attraverso una serie di capitoli tematici abbiamo cercato di delineare le varie commistioni e fusioni tra l’immaginario tipicamente Horror (fumetti, letteratura, cinema) la teatralità e i contenuti controversi del genere rock e i suoi effetti (a volte pericolosi, a volte semplicemente fraintesi) sulla realtà. Mi piacerebbe conoscere il suo parere su questo tema ancora controverso e provocatorio.

Una volta ho scritto un'introduzione a un libro di Stefano Marzorati che trattava temi simili al tuo anche se incentrato in particolare sul Rock Demoniaco, contro il quale si scaglia a sussulti la Chiesa Cattolica. In quel piccolo contributo cercavo di mostrare come il Rock e in particolare quello americano non sia separabile dalla storia recente del cristianesimo occidentale. Questo tema è stato più volte sottolineato da Bruce Springsteen che anche in Italia ha detto nelle interviste: "Se non capite che nel rock si esprimono una tradizione e un sentire religiosi, non capite il rock". Queste dichiarazioni sono state interpretate come la bizzarria di una star. Il motivo credo sia questo: in Italia regna una particolare ignoranza in merito alla Bibbia, che non può essere ridotta ai Vangeli, ma che andrebbe letta nel suo insieme a partire dall'Antico Testamento.
Questa ignoranza non ci consente di cogliere la quantità smisurata di citazioni bibliche contenute nei testi delle canzoni americane e che riecheggiano persino nell'hip hop, nell'hard core, cioè ben al di là del rock classico o della ballad alla Bob Dylan o del gospel afro-americano. Sarebbe un discorso molto lungo. Sta di fatto che nella nostra canzone, invece, i richiami alla Bibbia sono assenti. Eppure se non si conosce bene l'Antico Testamento non riusciamo a capire neppure, in campo letterario, certi romanzi di Lansdale. L'Antico Testamento è uno dei fondamenti ineludibili dell'horror americano.

sabato 6 novembre 2010

GIANFRANCO MANFREDI – TECNICHE DI RESURREZIONE (GARGOYLE – 2010)

Quando si parla di romanzo gotico, di temi cimiteriali, del grottesco e del perturbante applicato sia alla narrativa che alla poesia, l’ Italia è da sempre un palcoscenico ambito ma ancora ai margini della letteratura che conta.
Gli esempi sono numerosi. La Poesia Romantica di metà Ottocento vedrà come protagonisti, acclamati autori inglesi come Thomas Grey, Robert Blair ed Edward Young, mentre nella nostra penisola passeranno del tutto inosservati veri e propri “cantori della morte” come Ippolito Pindemonte, Giuseppe Luigi Pellegrini, Bernardo Laviosa, Andrea Rubbi e soprattutto Ambrogio Viale. Quest’ultimo merita una citazione a parte in quanto, distaccandosi dai temi cimiteriali e melanconici delineati dai suoi contemporanei, si immergerà totalmente nella solitudine delle Alpi, componendo in loco strane poesie dal tocco orrorifico e allucinato. Nel poema intitolato “Erminda”, egli immaginerà che dei cadaveri abbandonati (e ormai dimenticati) nel fondo di una rupe si animino improvvisamente e si uniscano fino a formare un essere orrendo, simbolo gigantesco, osceno e miserabile della caducità delle cose terrene. Zombi ante litteram? Un Prometeo/Frankenstein delle valli pronto a mostrarci che gli angusti limiti dell’esistenza umana possono essere superati? Possibile. Del resto il tema dei “risorgenti” è da sempre caro agli autori italici (da Plinio Il Giovane in poi c’è una casistica “gotica” immensa..) molto prima che la “tanto gentile e tanto onesta pare…” Mary Shelley venisse a farsi una passeggiata (e una vacanza) presso Villa Diodati, scrivendo nel tempo libero quel “Frankenstein” più citato che letto, come ben sottolinea Carlo Bordoni nella sua introduzione al romanzo “Tecniche di Resurrezione” di Gianfranco Manfredi, edito da Gargoyle.
Insomma il tema della vita dopo la morte non spetta solo al famoso romanzo dell’annoiata scrittrice inglese ma a una gamma di autori della nostra penisola, accomunati da un’accentuata sensibilità verso cose morbose e proibite. Questo preambolo (molto personale sia chiaro) per dire che lo splendido libro di Manfredi non è solo diretto debitore del romanzo gotico, creato nei primi anni del Novecento, ma continua una tradizione narrativa e poetica, radicata precipuamente nella nostra tradizione e nella nostra cultura.
I protagonisti di "Tecniche di Resurrezione" sono nuovamente i gemelli de Valmont (due scienziati, lui medico, lei ricercatrice) che dopo essersi confrontati con un singolare caso di vampirismo nel New England (vedi il libro “Ho freddo”, edito sempre da Gargoyle nel 2008), decidono di dividere le loro strade.
Valcour si trasferisce a Londra, Aline a Parigi. Entrambi dovranno ancora confrontarsi con ulteriori incubi scaturiti non solo dalla mente umana ma anche da terribili forme di sperimentazione applicate attraverso l’ipnotismo (quel mesmerismo di cui già ci aveva parlato quel geniale ubriacone di Poe).
Manfredi è un vero e proprio viaggiatore nel tempo. Leggendo i suoi capitoli si ha come l’impressione (sorprendente ed estraniante al tempo stesso) di trovarci davanti ad un testo scritto “autenticamente” nel periodo di cui si parla nel romanzo. Hugo, Stevenson, Balzac potrebbero essere dei contemporanei di Manfredi “senza colpo ferire”. Lo stile di scrittura è genuinamente gotico e soprattutto “popolare”. Si vede che alle spalle c’è un lavoro certosino di ricerca non solo storica ma anche stilistica.
La trama, che si dipana attraverso due casi misteriosi ma poi intimamente collegati, (le provocazioni e gli omicidi del fantomatico Doctor Ending - tra Fantomas e Jack lo squartatore - da una parte, e un caso di mummificazione legato agli esperimenti sull’ipnotismo, dall’altra), non lascia spazio a tempi morti. Scordatevi il Manfredi, sceneggiatore Bonelli per Magico Vento e Volto Nascosto. Qui si va ben oltre. La caratterizzazione dei personaggi (e credetemi ce ne sono tantissimi…) è tra le cose migliori mai lette in Italia e non solo. Anche quelli secondari (lo scimmione Quinn, Lord Grenville, l’attore fallito Francis e così via) sono “dipinti” con polso fermo e con una dose di realismo fuori dall’ordinario. Nell’affresco totale e totalizzante di Manfredi, tutti i personaggi sono protagonisti alla pari, come attori che recitano sul palcoscenico di un immenso teatro.
E se dobbiamo parlare di palchi e di spettacoli come non citare il Dottor Giovanni Aldini, oscuro ed enigmatico personaggio, vissuto nella seconda metà del XIX secolo.
Aldini è il VERO Dottor Frankenstein. Colui che ha applicato il galvanismo (la somministrazione di scariche elettriche) alle cure mediche di persone con disturbi mentali. I suoi esperimenti, oltre che valore scientifico, hanno soprattutto valore letterario.
Nell’immaginario dell’epoca deve essere sembrato, agli occhi dei suoi tanti seguaci e spettatori, una sorta di moderno Asclepio (signore di Paian e guaritore fu fulminato da Zeus per aver riportato in vita troppe persone, arrogandosi un diritto che non poteva avere). Aldini è il topos primordiale che ha creato il gotico letterario dello "scienziato che sfida la morte", archetipo che poi è imperversato nella narrativa moderna. Su questo non deve esserci alcun dubbio. Bravissimo Manfredi ad aver posto l’accento su questo dettaglio di non poco conto. Concludendo il tutto, senza le visioni di Ambrogio Viale e gli esperimenti di Giovanni Aldini, quanto “gotico” ci sarebbe stato nel libro di Shelley e in seguito nella tradizione romantico/fantastica del Novecento? Sicuramente ben poco.
Manfredi si ritaglia uno spazio tutto suo in questa significativa tradizione e poetica, costruendo un romanzo dove generi come il Giallo (serial killer, omicidi, indagini), il Mystery (l’epidermica descrizione del Mistero in varie sue forme ) e l’Horror (venato di gotico come già affermato in precedenza), si fondono con un’efficacia che farà impallidire chiunque voglia cimentarsi con il romanzo “di genere” da ora in poi.
“Tecniche di resurrezione” è IL ROMANZO, che continua alla grande la tradizione del gotico letterario in Italia. Un punto fermo sul quale non si può e non si deve discutere. Un altro mattone è stata appoggiato su quel castello, diroccato e ombroso che si erge a Otranto (in ITALIA!).

martedì 2 novembre 2010

LETTURE PER IL GIORNO DEI MORTI

Oggi, 2 Novembre 2010, nella tradizione italiana ( che è poi quella che preferisco e seguo. Halloween, secondo il mio modesto perere, è solo marketing) ricade il giorno dedicato alla Commemorazione dei Defunti.
L’anno scorso dedicai un post di approfondimento a questa ricorrenza con alcuni ricordi personali e qualche considerazione.
Ecco il link:
http://ilmondodiedu.blogspot.com/2009/11/la-commemorazione-dei-defunti.html

C’è di più. Nel “Periodo dei Morti”, così come viene chiamato qui al Sud Italia, mi dedico sempre ad una serie di letture a tema. Una personale celebrazione poetica e narrativa, mirata alla riflessione sulla caducità della vita e sull’inevitabile trapasso dalle cose terrene.
Una problematica, per il sottoscritto, ricca di significati e linguaggi ancora da scoprire e decodificare.
Ho deciso di condividere queste letture con i frequentatori del mio blog.
Consideratelo un invito alla riflessione e non una semplice lista di cose “per perdere tempo o divertirsi”.

Thomas Grey – Elegy Written in a Country Churchyard (Elegia scritta in un cimitero di campagna – 1751)

Rober Blair – The Tomb (La Tomba – 1743)

H. P. Lovecraft – I Cari Estinti (1923)

M. R. James – Quis est iste qui venit (1904)

W.W. Jacobs – The Monkey’s Paw (1902)

Dino Buzzati – Il Mantello (1942)