sabato 31 luglio 2010

FORZA D'URTO - CRAIG R. BAXLEY (1991)

Titolo originale : Stone Cold
Regia: Craig R. Baxley
Attori: William Forsythe, Lance Henriksen, Brian Bosworth
Genere: Action
Anno: 1991

Sinossi
Mentre il poliziotto Joe Huff è in un supermercato, avviene una strage da parte di un gruppo di malviventi armati. Joe, sebbene sospeso dal servizio per insubordinazione, risponde al fuoco, uccidendo la maggior parte dei balordi. L'FBI, impressionata dal suo stile, lo costringe a infiltrarsi nella banda di motociclisti detta “La Fratellanza”, colpevole di diversi omicidi. Comincia una caccia spietata...

Considerazioni
Brian Bosworth è un nerboruto giocatore di football americano con una discreta carriera nella NFL.
Non ha fatto corsi di recitazione né frequentato teatri o altri palcoscenici, affinando la sua esigua arte espressiva. Però ha dalla sua una fisicità prorompente, un ghigno da yankee strafottente ma simpatico e ovviamente il portamento adatto per essere scagliato di qua e di là tra auto in fiamme e sparatorie da far impallidire lo Swarzy di “Commando”.
Di lui, non poteva non accorgersene Craig Baxley, regista votato all’action più puro e all’intrattenimento esagerato e fracassone.
Dopo il singolare “Arma non convenzionale” (1990) con protagonista un alieno/spacciatore/assassino seriale e un Dolph Lundgren quasi espressivo, e il trascurabile “Action Jackson” (1988, con un Carl Weathers troppo addomesticato e tenero rispetto all’antagonista/lottatore/sbruffone di “Rocky I e II” o il colonnello doppiogiochista di “Predator”), Craig passa al poliziesco con una classica storia di violenza e sovversione, di eroi solitari e incompresi e di una società oramai allo sbando.
“La Fratellanza”, setta di motociclisti con mire apocalittiche e sanguinarie ( obbiettivo apparente un governatore locale, il fine ultimo la distruzione totale di un sistema già corrotto fino alle ossa), capitanata dal prode e sempre affascinante Lance Henriksen, è solo la metafora di un desiderio sempre evidente dell’autore americano di stravolgere una società, descritta inevitabilmente come alla sbando. Quasi un mondo post atomico se non fosse che un briciolo di legge e di ordine esiste ancora.
Il protagonista/sportivo delineato da Baxley è totalmente in antitesi con quanto fatto da Carpenter nel film “Essi vivono” (1988). Roddy Piper (allora lottatore di Wrestling molto noto) non viene utilizzato per le sue doti di gladiatore del ring e inserito in un contesto di azione e reazione tipico dell’action. Carpenter ha ben altro in mente. I muscoli non servono a niente. In un universo fittizio di manipolazione e controllo creato da una civiltà aliena ( in tal caso metafora del potere dei media), la fisicità è un mezzo inutile. Quando la mente è stata catturata e ricodificata, il corpo è solo un involucro vuoto. La prestanza fisica un’arma inutilizzabile. Non a caso si ha sempre l’impressione che Piper possa finalmente ( per lo spettatore…) risvegliarsi e rompere qualche “grugno” alieno, cosa che poi ovviamente non accade.
Siamo lontani dall’alieno crudele e indefettibilmente “umano” di “Arma non convenzionale”.
Il mondo criminale creato da Baxley non è complesso e ambiguo come quello di Carpenter.
È il cinema di inizio anni 90 votato a scioccare l’ascoltatore, a proiettarlo in uno stato di eccitazione ed euforia quasi “alterata” ( ricordate la droga che cerca l’alieno Talec con lo slogan “Io vengo in pace”: è l’endorfina…appunto!).
Baxley ci riesce in pieno, armando una tonnellata di pistole e mitragliatori e demolendo e incendiando un centinaio di auto e moto. Il poliziotto Huff fa il resto, facendo quello che sa fare meglio: menare le mani e tirare il grilletto. Tutto il resto è qualche battuta agghiacciante e poco altro.
Dulcis in fundo una colonna sonora totalmente rock retrò con brani di Saigon Kick, Cryer e Wire Train.
E come dice il saggio: ne rimarrà solo uno!

martedì 27 luglio 2010

AN OLD REVIEW RELOADED: DESULTORY, "INTO ETERNITY" (METAL BLADE - 1993)

1993: Annus Mirabilis per il Death Metal made in Sweden.
Da una parte si conferma il trend estremo e senza compromessi di band come Dismember (Indecent And Obscene) e Unleashed (Across the Open Sea).
Dall’altra si palesa una nuova ventata di innovazione e sperimentazione attraverso dischi quali "Wolverine Blues" (Entombed) e "Skydancer" ( Dark Tranquillity).
Nel mezzo, due uscite controverse ed eterogenee per ispirazione e suoni: “With fear i kiss the burning darkness” degli At tha Gates e “Into Eternity” debut cd dei Desultory.
Non a caso, due album che non metteranno d’accordo critica e fan creando un divario di consensi e stroncature che non avranno eguali nella storia del Death Metal Svedese.
I Desultory, dopo ben 3 demo tape ( apprezzati soprattutto dai puristi dell’Underground) e un mini Lp esordiscono per una signora label: la Metal Blade.
L’occhio lungo di Brian Slagel non aveva problemi di cataratta.
La band svedese si presentava con un songwriting ultra tecnico e dalle evidenti influenze Thrash Metal ( soprattutto Sadus band seguitissima in terra svedese) che ( credo) abbiano pesato non poco sulla firma del contratto.
Ma “ Into Eternity” è un’uscita con qualche luce accecante e molte, molte ombre.
Si parte col botto e la splendida title track subito si candida come una delle migliori song Extreme Metal mai composte nella terra di Odino. Violenta, tecnicissima ma dalla aperture melodiche marcate e avvincenti, registra una performance superba del vocalist, Klas Morberg.
Il Metal melodico di Goteborg deve moltissimo a questo brano anche se pochi avranno il coraggio di ammetterlo ( “Lunar Strain” degli In Flames, verrà pubblicato solo l’anno dopo).
“Depression” è in sintesi la sindrome di Stoccolma ( in tutti i sensi) per il Death Metal di fine anni 80. Putrefazione sonora addolcita dalle “solite” soliste di Stefan Porge. Nei chorus il contributo malefico di Matti karki ( Dismember). Altro highlight del disco è la già nota ( almeno per chi seguiva le gesta della band tra compilation varie…) “The Chill Within”. Carro armato Thrash Metal con agganciata motrice ultra-Death spaccasassi. Secondo capolavoro del disco.
Morberg, espressivo e lovecraftiano come solo Tompa Lindberg nel disco/culto “The red in the sky is ours” lo era stato anni prima. Queste le luci.
Ombre:La qualità del disco ( e l’attenzione dell’ascoltatore medio) cala precipitosamente con song confuse e tutto sommato inutili ( perché già sentite) come “Visions” e “Forever Gone” che praticamente iniziano con lo stesso riff di chitarra variando di poco le armonie.
Trascurabili “Tears” e “Asleep”.
“Passed Away” sembra rialzare le sorti della band ma è solo un richiamo flebile e lontano che come tale solo in pochi ( quelli che arriveranno stremati alla fine del disco…) sapranno raccogliere.
Dopo “Into Eternity” i Desultory pubblicheranno altri due album Bitterness (1994) e Swallow the snake (1996) che poco o nulla aggiungeranno a quello già detto in precedenza.
E inevitabilmente sarà l’oblio.

-Recensione pubblicata originariamente sul sito di Debaser:
http://www.debaser.it/recensionidb/ID_28859/Desultory_Into_Eternity.htm




- Videoclip del brano "Winter" tratto dall'album "Bitterness"


venerdì 23 luglio 2010

"CREDO CHE DOBBIAMO SUPERARE LA METAFORA, COME SCRITTORI MATERIALISTI, PER PUNTARE ALLA PRODUZIONE DIRETTA DELLA REALTA'" :INTERVISTA A MAURO BALDRATI

La Città Nera è uno dei romanzi rivelazione del 2010, qui a Il Mondo di Edu.
Ne abbiamo apprezzato lo stile, accattivante e diretto, gli svariati riferimenti al cinema e alla letteratura, il topos di base tra fantapolitica e fiction apocalittica e soprattutto la carica visionaria legata a doppio filo con una narrativa di genere, di stampo prettamente" italiano".
A questo punto una chiacchierata era d'obbligo...
Ringrazio personalmente il Sig. Mauro Baldrati per la grande cortesia e disponibilità.
Enjoy it!!!

Come ho scritto nella recensione sul blog “la tematica dell’apocalisse “prossima ventura” e di un nuovo, desolante inizio per le sorti umane (e nostrane) sembra sia un topos che sta coinvolgendo una fetta non indifferente di autori dediti alla narrativa di genere”. Come si pone l’autore Mauro Baldrati di fronte questa corrente letteraria?

In un articolo che ho scritto recentemente su Nazione Indiana (http://www.nazioneindiana.com/2010/07/21/material-guys/#more-36200)
ho ipotizzato l’esistenza di una narrativa “materialista”, che rinunci all’uso dei simboli e delle metafore per porsi in maniera attiva verso la produzione diretta di realtà, attraverso il racconto; per raggiungere questo obiettivo alcuni scrittori usano i generi noir, thriller, fantascienza, come chiavi di accesso verso la vita, verso il mondo. E non è un mondo che ci piace. Se questa tendenza – che esiste, ma non è definita, non ha per ora punti di riferimento oggettivi – si può chiamare “corrente” io mi sento in sintonia, anche per il romanzo che ho scritto.

Quali sono stati i suoi punti di riferimento (cinematografici e letterari) nella costruzione del romanzo? Quali le base storiche?

Mentre scrivevo non ricordo di avere avuto riferimenti precisi, coscienti almeno. Però ho continuamente la visione delle immagini che scaturiscono dalla parola scritta, derivate probabilmente dal mio passato di fotografo. Cioè mentre scrivo vedo. Credo di avere avuto forti influenze dall’enorme quantità di fumetti che ho letto fin da bambino, poi i classici della fantascienza, Heinlein, Delany, Zelazny, Azimov, e tutti i film di fantascienza degli anni ’70, ’80, ’90. Insomma, una interminabile abbuffata.

Leggendo "La Città Nera" ho sentito “a pelle” le suggestioni di autori come Buzzati, Orwell e Matheson. Lei è d’accordo?

Orwell è stato ampiamente citato da molti lettori. Su Matheson sono d’accordo, e anche dei film che sono stati tratti dal libro (il primo, che mi impressionò molto, fu “Occhi bianchi sul pianeta Terra” con Charlton Heston). Buzzati… forse per le atmosfere di mondo bloccato, smantellato.

La Città Nera è anche un romanzo di fantapolitica, ambientato in una Roma post-bellica dove vige una società completamente militarizzata e dalle gerarchie asfissianti. È una metafora sul futuro del nostro paese? È questa la strada verso cui ci stiamo avviando?

Sulla metafora ribadisco la mia opposizione. Credo che dobbiamo superarla, come scrittori materialisti, per puntare alla produzione diretta della realtà. Le metafore e i simboli lasciamoli alle chiese e ai poteri, che le usano per preservare soprattutto se stessi. Una delle regole della fantascienza è utilizzare certe tendenze del presente per portarle fino al limite estremo di rottura. Per questo c’è chi (William Gibson) dice che la fantascienza parla unicamente del presente.

Questo è il suo primo romanzo propriamente detto ma ha una lunga carriera di giornalista. Che cosa si aspetta dalla pubblicazione? Quali sono i suoi obiettivi primari?

Non è il primo in realtà. Ne ho pubblicati altri, ma in edizioni semiclandestine, con distribuzioni limitate, anche se mai a pagamento. Oggi è difficile per un editore che non fa parte dei cosiddetti club dei potenti trovare uno spazio adeguato sui banchi delle librerie e recensioni sui giornali “che contano”, che è quello che interessa i distributori e le catene di librerie (dimostrando in questo una curiosa miopia e arretratezza, perché snobbano gli spazi sul web, restando attaccati a una concezione vecchia della promozione dei testi). Il mio obiettivo è di fare giungere il libro al maggior numero possibile di lettori, perché è anche un romanzo d’avventura solido, divertente e avvincente.
Che ne pensa del panorama editoriale nostrano? È possibile costruire un percorso di crescita e maturazione stilistica o vige ancora la norma (non scritta) del “tutto e subito”? Siamo arrivati ad una saturazione irreparabile di autori e libri o c'è ancora spazio per l'idea vincente?

Credo che per puntare a un rinnovamento della letteratura (che potrebbe essere una “idea vincente”) dovremmo cercare di essere meno dipendenti dal mercato, più liberi, per osare, per sperimentare (e anche per divertirci). Quando vedo le vetrine delle librerie piene dell’ultimo libro di Bruno Vespa o dei soliti vincitori dello Strega mi deprimo e penso che è finita, che non c’è più niente da fare. Invece dovremmo passare oltre, per tornare a essere dei vagabondi, degli zingari della letteratura.

Una sua opinione sulla nuova frontiera degli e-book scaricabili dal web. Sono davvero il futuro dell'editoria o bisogna tenere ancora un certo scetticismo visti anche i dati di vendite non esaltanti dei cartacei in Italia?

Da un punto di vista commerciale dovrebbe funzionare, perché elimina il passaggio obbligato della distribuzione, che fa lievitare enormemente i costi del libro. L’e-book ha delle potenzialità notevoli, come l’interazione con le immagini, o la musica, ma resta la bellezza del certotecnico, che a mio avviso non è come il disco in vinile, è una componente del testo. Secondo me in futuro esisterà un sistema misto, digitale-cartaceo.

Un libro e un film che l’hanno colpita di recente?

Guerre Segrete di Stephen Gunn (in realtà un italiano, Stefano di Marino), considerato di super-genere, spy story internazionale uscito per Segretissimo a euro 5,50. E’ un testo tiratissimo, ma anche rigoroso, avvincente. Come film Avatar, anche se non è più il tempo degli Alien, Terminator, Blade Runner, La Cosa.

Infine mi tolga una curiosità: “La Città Nera” avrà un seguito in libreria? I presupposti mi sembra ci siano tutti… Potrebbe darci qualche info in anteprima?
Per ora non sono in grado di prevedere nulla. I sequel un po’ mi spaventano, non sono mai all’altezza delle opere precedenti. Si rischia di esagerare nelle descrizioni, per fare tornare i conti, per “spiegare”, mentre a me piace lo stile intuitivo, dove accanto al “detto” scorre un “non detto” altrettanto importante.

Grazie mille.

Recensione a questo link:

giovedì 22 luglio 2010

"HANNO AMORE" IL LIBRO DI GIANLUCA CHIERICI IN USCITA PER PERDISA EDIZIONI

Gianluca Chierici
"HANNO AMORE"

Collana Babele Suite // Perdisa Pop //
euro 10,00 // pagine 128 //
Isbn 978 88 8372 498 5 //

In libreria dal 15 settembre

Il destino di due bambini è segnato da un mistero spaventoso. Qualcosa li lega a un luogo abitato da presenze oscure: un bosco, dove la luce della luna danza con il fuoco e con le ombre. Il loro incontro da piccoli è l'inizio di un continuo sfiorarsi, nel corso degli anni, all'interno dei sogni. Per loro due, la realtà si mescola alla memoria fino a confondere. Per loro due, l'idea dell'amore come salvezza dovrà inevitabilmente scontrarsi con la morte.
Hanno amore è un ispirato racconto stregonesco, in cui realtà e immaginazione non sembrano separati da un confine netto.Al centro della storia ci sono due personaggi, il loro misterioso e spaventoso passato, la ricerca delle proprie radici perdute e un ricordo tenebroso, che contamina il loro destino, legandoli per sempre.Dichiarata riscrittura in chiave nera del mito di Diana e Atteone, la novella si struttura come una discesa inevitabile, consecutiva, verso qualcosa che fin dall'inizio appare inspiegabile, un evento che attiene al passato o forse al mondo onirico, dove paradossalmente sembra risiedere la verità ultima.
Il libro è sostenuto da una prosa scorrevole e calibrata, che misura alla perfezione incubo e delicatezza, tensione e sentimento. Il mistero sarà infine svelato con un atto di lucida immaginazione, in cui avrà un valore fondamentale la parola, prima che per qualsiasi genere di contenuto, per la sua esigenza di essere detta, fatta ascoltare, usata per capire, per cercare di farsi capire.

Gianluca Chierici è nato nel 1977 a Milano. Ha pubblicato: Il libro del mattino (Acquaviva, 2005); L'eterno ritorno (Sentieri Meridiani, 2007, Premio Castelpagano); La madre delle bambole (Tracce, 2008, Premio Fondazione Caripe); Il nome del confine (Joker, 2009); La stirpe del mare (L'arcolaio, 2010). Ha scritto e diretto per lo schermo: L'ultimo compleanno di Venere; Hystera; La crudeltà dell'angelo; Dannati; La chiave dei grandi misteri. È tra i fondatori della ManyHands Entertainment.

mercoledì 21 luglio 2010

AN OLD REVIEW RELOADED: MESSIAH, "ROTTEN PERISH" (NOISE -1992)

- Il mondo dei vivi e quello dei morti. -

Il 18 Aprile 1857 Allan Kardec (pseudonimo di un famoso filosofo francese) pubblica un libro che getterà le basi di un fenomeno alquanto controverso e misterioso: il comunicare con il mondo dei morti, detto anche "Spiritismo".
Titolo: “Il libro degli spiriti.”

Nel 1992 una Death Metal Band svizzera denominata Messiah, con alcuni buoni album all’attivo, riprende alcune di quelle teorie creando uno dei dischi più intensi della storia del Metal estremo: “Rotten Perish.”

Il chitarrista/fondatore Remo Broggi non è il classico giovane musicista interessato al lato leggero del mestiere di strumentista. Tutt'altro! Si interroga sui grandi temi della vita e della morte e affascinato dalle teorie spiritiste e trascendenti crea un Concept destinato a far discutere negli anni a venire.
L’intro del disco, intitolato “Prelude: act of faith” è qualcosa di totalmente avulso alla moda imperante del Death Metal anni 90, fatto di sinfonie oscure e invocazioni al demonio.
La voce di un bambino (quasi un angelo) supportata da un arpeggio tra i più struggenti mai ascoltati introduce i vari personaggi, con le loro(tristi)storie e la loro ascensione verso una dimensione divina? Forse…la copertina sembra eloquente in proposito.
Eppure la band gioca col dubbio che è poi quello di qualsiasi essere vivente su questa terra: dopo un’esistenza di sofferenze, orrori, crudeltà, ansie, che cosa ci attende oltre la soglia della vita terrena?
“For those wo will fail” è un manifesto di rabbia e delusione in salsa Death/Thrash:
“God created a world, a world of injustice, a world of distrust. He created humans, humans of prejudice, humans with selfish-ness. He forgot the justice, justice of humanity, justice of equali-ty. You created our faults, pain in our bodies, weakness of our brains”.
”Living with a confidence” sono i pensieri intimi e terribili di una persona che sa di dover morire.
Il refrain centrale lascia inevitabilmente il segno ma tutto il pezzo è imbevuto di trascendente (alta) ispirazione. “Raped Bodies” è l’evoluzione oscura di uno spirito inquieto che inevitabilmente conoscerà l’omicidio e il sangue. Quale destino ci sarà per le sue pene e i suoi peccati?
L’album si abbevera anche di oasi di serenità e pace come”Lines of a thought man” con i suoi arpeggi dal sapore ancestrale.
Ma il Death Metal (invero tecnicissimo e ricco di cambi di tempo) ritorna prepotente con “Condemned cell”: di nuovo la rabbia e la violenza di un’anima lacerata da una vita di sofferenze e il desiderio di un’esistenza “altra”.
“Anorexia Nervosa”, “Deformed creatures”, “Alzheimer’s disease”, sono una trilogia Thrash/Death venata di invenzioni Prog e dai temi che (già dai titoli), risultano asfissianti e discutibili.
“Ascension of a divine ordinance” è l’epilogo concettuale/musicale dei Messiah.
"But will this be the ascension?Will there be a light?Will there be our lord of heaven? "Ai vivi non è dato saperlo…

Recensione pubblicata originariamente sul sito di Debaser:http://www.debaser.it/recensionidb/ID_29302/Messiah_Rotten_Perish.htm

Una bella interivsta ai Messiah a questo link:
http://www.metal-rules.com/interviews/messiah.htm


venerdì 16 luglio 2010

IL RITORNO DELLA PANTERA NERA!

Avevamo perso le tracce della pantera nera nel 2008, al confine impervio e montuoso, tra le regioni di Campania e Puglia, dove un grosso felino aveva gettato nel panico la comunità contadina locale e in seguito le forze dell'ordine, che invano avevano tentato di braccarla.
Ecco un mio vecchio post sull'argomento:
http://ilmondodiedu.blogspot.com/2009/07/una-pantera-assassina-nelle-campagne.html

Notizia di questi giorni è l'avvistamento di un'altra pantera in Sicilia ( di sicuro non ha preso il treghetto allo stretto di Messina...) e precisamente a Palermo e dintorni, dove sta suscitando non pochi timori nella popolazione.

Vi riporto alcune notizie Ansa:

(ANSA) - PALERMO, 22 GIU - Alcuni residenti giurano di avere visto aggirarsi a Palermo, per le strade di Borgo Nuovo, una pantera dal manto nero. Una donna e il figlio sostengono di essersi imbattuti nell'animale questa mattina, a due passi dalla loro abitazione in via Bronte. Un altro testimone ha raccontato di avere sentito un ruggito nel cuore della notte. Insomma ce n'e' abbastanza per aprire la caccia, anche se con tutte le cautele e le riserve del caso. Quattro squadre della Guardia Forestale stanno perlustrando la zona con l'ausilio di un elicottero.

(ANSA) - PALERMO, 4 LUG - Una pantera, che si aggira a Palermo da una settimana, e' stata avvistata la notte scorsa in una strada del quartiere Borgo Nuovo. A dare l'allarme e' stata una donna che stava rincasando. Le ricerche, con l'intervento della Guardia forestale, sono state senza esito. La gabbia montata nella pineta sopra via Bronte, in cui e' stato sistemato un maialino come esca vivente, e' rimasta vuota. Attorno sono state sistemate delle telecamere.

(ANSA) - PALERMO, 15 LUG - La pantera che da alcune settimane viene avvistata a Palermo, e' stata fotografata ieri sera in via Bronte, dove era stata segnalata per la prima volta. Ad immortalarla in alcuni scatti sono state le guardie del Corpo Forestale, impegnate nella cattura del felino tra Borgo Nuovo, Torretta e San Martino delle scale. L'esemplare non sarebbe un cucciolo, come era stato ipotizzato in un primo momento.

Ecco poi una testimonianza dettagliata dell'avvistamento: http://www.livesicilia.it/2010/06/30/ho-visto-la-pantera/

Insomma, un felino, forse di taglia piccola ( quello avvistato tra Benevento e Foggia sembra essere una belva in confronto...), sta mettendo in scacco le proverbiali capacità umane di "caccia al mostro" ( una sorta di reminescenza di tempi ormai persi nell'oblio del tempo). L'uomo moderno, ora, ha dalla sua tecnologia e armi sofisticate, ma una pantera ( o più pantere a quanto pare...) infesta ancora i nostri boschi e le nostre campagne, indisturbata, evocando nella popolazione inerme, timori ancestrali e brividi dietro la schiena. Nell'anno di nostro Signore 2010, è una cosa che dovrebbe far riflettere... Il passato ritorna sempre e stavolta ha la forma allungata di un essere che ha il colore della notte e canini aguzzi come quelli di un vampiro

giovedì 15 luglio 2010

TIZIANO SCLAVI - SOGNI DI SANGUE ( CAMUNIA - 1992)

Di Tiziano Sclavi, Dylan Dog,“Memorie dall’invisibile” ( uno degli albi più belli mai scritti nel fumetto italiano e internazionale) e di alcune memorie personali, avevo già parlato tempo fa in questo post:
http://ilmondodiedu.blogspot.com/2009/12/memorie-dal-mondo-di-tiziano-sclavi.html
Ora è il momento di passare alla sua “controversa” narrativa ed è un bene già precisarlo, ha poco a che fare con il personaggio che gli ha dato soldi e fama: "l’ Indagatore dell’Incubo".
Sclavi ha sempre avuto un rapporto sofferto con la sua narrativa “non a strisce”, dichiarando a più riprese di aver fatto ritirare dal mercato i suoi vecchi libri ( quasi tutti pubblicati da Camunia Editore a inizio anni ’90, nel periodo del boom commerciale di Dylan), considerandoli “poca cosa”. Ovviamente la ricerca è stata ardua. Tra bancarelle, amici, blitz nelle biblioteche e mal di testa assortiti, ecco recensito il “primo libro della ( mia) estate 2010”.
“Sogni di sangue” ( Camunia, 1992, ristampato poi da Mondadori) è una raccolta di quattro racconti tra giallo, horror e fantascienza. Quattro modi di narrare quei temi che da sempre sono cari all’autore pavese ( e chi ha letto Dylan, li saprebbe individuare a occhi chiusi): la precisa descrizione del vuoto della provincia del Nord Italia ( ma potrebbe essere di qualsiasi posto nel mondo…come la Londra di Dylan), l’empatia per i mostri e i personaggi solitari e schivi ( e molto spesso questi due ambiti coincidono), l’uso di schemi narrativi legati al “Giallo Classico” e una buona dose di malinconia e desolazione che da sempre ammanta, come un sudario, l’opera di Sclavi.
Il primo racconto, da cui prende nome il libro, si avvale di tutto quel campionario “thriller”, che per anni ha contraddistinto la sua produzione a fumetti. L’assassino seriale implacabile e sfuggente, le visioni di un ipotetico medium del male, le indagini di un poliziotto di provincia ( “more human than human”, direbbe Rob Zombie), la descrizione puntigliosa e diretta ( molto gore) delle gesta sanguinarie del killer.
“Il Testimone Arcano” è il capolavoro assoluto del libro e uno dei racconti più emozionanti ( e profondi) che abbia mai letto. Opera surreale, fantasiosa, visionaria ma anche legata a doppio filo con le inquietudini dello Sclavi/Autore ( che poi sono anche le nostre, inutile porci su uno squallido piedistallo), narra la vicenda di un giovane studente greco, alle prese con preoccupazioni terrene, brutture nostrane ( sempre attuali), “mostri sotto la pelle”, deformità del corpo ( che poi diventano inequivocabilmente ferite dell’anima) e torride digressioni nel male di vivere estivo ( un male ancora poco conosciuto e decodificato).
Invito i futuri fruitori del libro a una lettura attenta, perché è un racconto denso e complesso, e se ne potrebbe parlare per pagine e pagine...
“Un delitto normale” è un racconto canonico, di orrori tipicamente italiani, perpetrati tra le mura domestiche ( altro canovaccio tematico di Sclavi). Ho l’impressione ( non confermata dai fatti) che abbia preso spunto dalla cronaca locale o nazionale.
L’ultimo racconto, “Quante volte tornerai”, è quello maggiormente fumettistico. Molto belle le pagine iniziali dove l’autore descrive la vita solitaria e appartata del suo alter ego ( un tranquillo signore di mezza età con un lavoro normale e appassionato di libri). Improvvisamente si cambia registro e il citazionismo di Matheson ( Io sono leggenda) e Carpenter ( Essi vivono), trasforma la storia in un efficace ibrido tra cospirazioni aliene e inevitabili fughe dal nulla ( inutile scappare nel mondo narrativo di Sclavi: le sue trappole creative lasciano senza fiato e i suoi protagonisti sono da sempre piccoli ingranaggi di un universo sproporzionato e cinico.
“Sogni di Sangue” è un libro da leggere, punto.
Obbligatorio per chi voglia conoscere ( e studiare) lo Sclavi/Autore di narrativa.
Immancabile per chi ha ancora nel cuore le storie create tempo fa dall’autore pavese, visto che la sua linfa creativa sembra ( e spero che tutto cambi prima o poi) essersi tristemente esaurita.

Altri libri di Sclavi che recensirò presto sul blog:
- Apocalisse
- Nero

sabato 10 luglio 2010

CHE COSA LEGGO DURANTE L'ESTATE? COSA GUARDO IN DVD?

Post, leggero, leggero, visto che sono preso da altre attività che spero si concretizzino dopo l'estate. Intanto è arrivata l'estate e come sempre è stagione di letture e approfondimenti.
Di sicuro in cima alla mia lista c'è Tiziano Sclavi di cui ho recuperato due titoli fuori catalogo tra bancarelle e amici:
- Sogni di sangue ( Camunia, 1992), è più legato al genere giallo/thriller che lo ha reso famoso poi in Dylan Dog.
- Apocalisse (Mondadori, 2001) è invece una raccolta di racconti tra il surreale e l'horror.
Spero di recensirli entrambi al più presto.

Nel genere fantascienza leggerò di sicuro questi titoli
- Autori Vari, "Ambigue Utopie"( 19 racconti di fantaresistenza), curato da Walter Catalano e Gian Filippo Pizzo. Farò anche una recensione e se il libro mi piacerà organizzarò anche un'intervista con uno degli autori.
- Walter Tevis, "A pochi passi dal sole" ( Urania, 1992)
- Keith Roberts, "Il Mondo degli aquiloni (Urania, 1990)
Inoltre ho quasi completato la collezione "Il fantastico economico classico Newton" e tra quei libri ci sono autori come Jack Vance e Alfred Van Vogt che voglio sicuramente approfondire.

Giallo Mondadori:
- Claudia Salvatori, "Il sorriso di Anthony Perkins" ( 2007)
- Autori Vari , "La morte sotto chiave" ( i delitti della camera chiusa, 1996)
Horror:
- Autori Vari, "Investigatori dell'occulto" (Rizzoli, 1990)
- Danilo Arona, "Cronache di Bassavilla"
- Autori Vari, I Miti di Lovecraft ( per la defunta Epix Mondadori)
- Dean Koontz, "Mezzanotte"
- Stephen King, " La storia di Lisey" ( anche se non è horror tout court)
e sono in attesa di leggere "Il 36° Giusto" di Claudio Vergnani.
Segretissmo Mondadori:
- Stephen Gunn, "Il Professionista, Guerre Segrete"
Saggistica:
- Orazio Ferrara, "La disfida di Barletta e Mariano Abignete di Sarno" ( ne parlerò nel blog appena letto)
- Andrea Frediani, "I grandi generali di Roma Antica"
- Danilo Arona, "Guida al fantacinema"
Infine una serie di film che ho recuperato in Dvd di recente e che vedrò sempre durante l'estate:
- Coffee & Cigarettes
- In good company
- Amantes
- ...a tutte le auto della polizia
- Mirror, chi vive in quello specchio
- Amtyville Possesion II
- White Zombie ( il film del 1932, non il gruppo)
- Buffalo 66 ( finalmente in Dvd e non in una scassata VHS, il capolavoro di Vincent Gallo)
- Wrong Turn
- Boogeyman
- Future Force 2
- Quella villa accanto al cimitero
- The Eye 2
...e svariati Dvd rock/metal che non vi faccio la testa così che è meglio...
Considerando che farò poca vacanza per vari impegni personali, ne avrò di tempo da dedicare a queste cose...
Let's go!!!!

lunedì 5 luglio 2010

"AMBIGUE UTOPIE", UN'ANTOLOGIA DI RACCONTI DI "FANTARESISTENZA"

AMBIGUE UTOPIE
Racconti di fantaresistenza
a cura di Walter Catalano e Gian Filippo Pizzo
postfazione di Antonio Caronia
Edizioni Bietti, 395 p., € 22

Racconti di:
Claudio ASCIUTI, Giovanni BURGIO, Walter CATALANO, Vittorio CATANI, Piero CAVALLOTTI, Vittorio CURTONI, Milena DEBENEDETTI, Valerio EVANGELISTI, Domenico GALLO, Daniele GANAPINI, Francesco GRASSO, Gian Filippo PIZZO, Pierfrancesco PROSPERI, Franco RICCIAR­DIELLO, Umberto ROSSI, Danilo SANTONI, Roberto STURM, Enzo VERRENGIA, Alessandro VIETTI

PRESENTAZIONE

Un'antologia di racconti di fantascienza politicamente impegnati.
Impegnati a sinistra, ovviamente: perché la fantascienza, erede dell’utopia e dei contes philosofiques, dell’illuminismo e del positivismo, non può non essere considerata una narrativa progressista.

Con l'alibi della narrativa, quindi della finzione, si specula sulla realtà dei nostri tempi immaginandone gli sbocchi futuri: una "guerra preventiva" americana contro i marziani, le elezioni "semplificate" della prossima legge-porcata, il potere sempre più condizionante e sempre più occulto della Chiesa, l'Italia maoista invasa dagli Stati Uniti, i giorni del G8 di Genova fedelmente descritti ma anche trasfigurati in chiave fantastica, un robot che diventa kamikaze, un'Italia monarchica in cui Presidente del Consiglio è Renato Curcio…

Con toni diversi che vanno dal divertissement alla satira, dalla tragicommedia al dramma, 19 scrittori italiani di fantascienza ambientano i loro racconti nei luoghi più disparati (nell'Italia di un futuro molto prossimo o di uno più remoto, in un presente alternativo, nello spazio, nella Bologna che ancora ricorderà le stragi terroristiche, nell'Unione Sovietica degli anni Venti… ) e riescono a confezionare trame intriganti e atmosfere avvincenti, senza perdere di vista l'argomento della raccolta: una riflessione sul Potere.

- A questo link il saggio introduttivo:
http://docs.google.com/viewer?a=v&q=cache:AjenP3RudxEJ:www.edizionibietti.it/public/anteprima_ambigue_utopie.pdf+Ambigue+utopie+edizioni+bietti&hl=it&gl=it&pid=bl&srcid=ADGEESjijB47Z9SmdTP8Wi2n5h_jEVcR_9uWLbV8prjCqMXVkFSMGw4S6a6ltr8q_qJF5GpCzNOcHIuwVQ--AzPH-sLbT23NEtQlp85uCvwnIR8WdJ2fOFLsimCNJIOG_Az1LLl6Dp8E&sig=AHIEtbTy0OvdrYmPEomKw3ysJ1BYmZM7Tg

- Le opinioni finora:
http://www.fantascienza.net/gfpizzo/AU/recens.htm

- Presto la recensione su questo blog!

sabato 3 luglio 2010

DUNKLHEIT: LA VERA STORIA DI VARG VIKERNES ( DOCUMENTARIO)

Chi è davvero Varg Vikernes?
Uno spietato assassino o un musicista geniale?
L'ultimo difensore del paganesimo della lande nordiche o un personaggio contraddittorio e dagli ideali discutibili?
Qui a IL MONDO DI EDU, ammiamo molto la musica ( e solo quella...aborriamo invece ogni ideale o convinzione "destroide" dietro al concept della band) dei Burzum e "giornalisticamente" siamo interessati alle sue vicende giudiziarie e artistiche.
Eccovi quindi un nuovo (breve) documentario reperito in rete e totalmente disponibile ( con sottotitoli in inglese) sul vostro amato blog.
Ognuno sia libero di crearsi la sua opinione su questo controverso "artista" norvegese.
ENJOY IT!!!
PART I

PART II

DUNKELHEIT: VIDEOCLIP TRATTO DA FILOSOFEM (MISANTHROPY, 1996) E ORIGINARIAMENTE PUBBLICATO IN FORMATO VHS NEL 1996.

giovedì 1 luglio 2010

SU PERDISA IL NUOVO LIBRO DI NICOLETTA VALLORANI

Nicolatte Vallorani: "Si muore bambini" ( Perdisa, 2010)
"Un libro che andrebbe regalato agli adulti morti bambini, ma anche a quelli che non credono nel male così profondo o che lo ignorano, voltano la faccia."
Barbara Gozzi - Contaminarsi

Di chi è la voce infantile che cerca varchi nel buio? Chi sono Axia, Blakie e Cori e cosa vogliono da loro gli Uomini Blu? Che cercano Giustiziere e il suo scudiero Sputo, mentre vagano nel sottosuolo della città come eroi di un altro mondo? Storie di bambini, ma anche di esploratori, combattenti e rivoluzionari, di ragazzi che fronteggiano in piazza i loro avversari, di sognatori nascosti dei quali qualcuno ha già deciso la sorte: undici racconti drammatici, noir o di science-fiction, in cui le vittime predestinate sono sempre gli innocenti.

Nicoletta Vallorani è nata nelle Marche nel 1959, e attualmente vive a Milano dove insegna Letteratura Inglese all'Università.
Fra i suoi libri, molti dei quali tradotti all'estero: Il cuore finto di DR (Mondadori, 1993), Dentro la notte, e ciao (Granata Press, 1995), La fidanzata di Zorro (Marcos y Marcos, 1996), Cuore meticcio (Marcos y Marcos, 1998), Le sorelle sciacallo (DeriveApprodi, 1999), Come una balena (Salani, 2000), Eva (Einaudi, 2002), Visto dal cielo (Einaudi, 2004), Il nome segreto della guerra (Salani, 20058), Cordelia (Flaccovio 2006).