domenica 3 dicembre 2017

CULT OF PARTHENOPE 2017 (LIVE REPORT)


Sabato 4 Novembre, presso il Crash di Pozzuoli (Napoli), si è svolta la seconda edizione di un appuntamento ormai imperdibile per tutti i fan del metal estremo campani: il Cult Of Parthenope. Non a caso quest’anno è stato scelto un club ben più capiente, che negli scorsi anni ha ospitato dei live ormai storici di band quali Dissection, Watain, Rotting Christ, Forgotten Tomb, Fleshgod Apocalypse etc.

Il bill è bello numeroso e allora si parte subito con gli Orchestra Esteh, una progetto che vede anche la collaborazione dei Sanguis Solaris. Tutti si aspettano sonorità maligne e tenebrose e invece questa “mosca bianca” della serata si presenta con uno strano ibrido di Ambient, Noise e un certo tribalismo, lasciando intravedere il potenziale dell'evento che di sicuro non sarà prevedibile o noioso.

Cambio di palco ed ecco arrivare i Gotland, provenienti da Torino. La band piemontese festeggia il decimo anno di attività in terra partenopea, presentando al meglio un sound sinfonico e orchestrale che mi ha ricordato i primi Emperor e roba ormai del tutto andata come Obtained Enslavement e Odium. C'è anche spazio per una ispirata cover dei Bathory: la sepolcrale “Call From The Grave”.

Insomma inizia a farsi sul serio e i laziali ShadowThrone non sono da meno con una proposta che parte dal Symphonic Black Metal dei Satyricon di Nemesi Divina, per arrivare a bordate Thrash/Metal che servono davvero a scaldare la serata. E in questo la band ci riesce pienamente!

Con i Párodos (trovate la recensione del loro debut album a questo link) si respira un attimo, avvolgendo il pubblico con il loro Avant-garde Black Metal, allo stesso tempo epico e drammatico. La band è ormai già rodata da numerosi live e si appresta a partire per un tour Europeo con i conterranei Scuorn, e il risultato è come sempre onirico e spaziale, confermando ancora una volta le buone impressioni che ho avuto ascoltando Catharsis.

Con i Voltumna di Viterbo si rientra invece nei ranghi del Metal estremo e sia come brani che come impostazione sul palco mi hanno ricordato moltissimo  gli ultimi Behemoth di Nergal. A conti fatti svolgono bene il ruolo che si sono ritagliati nel festival.

Ma la vera sorpresa della serata per il sottoscritto sono stati assolutamente i Darkend di Reggio Emilia. Non li avevo mai sentiti prima e non appena salgono sul palco travolgono il pubblico con un Black Metal oscurissimo e teatrale. Non so perché ma mi hanno ricordato la prima volta che ho visto i Cradle Of Filth a Roma nel lontano 1995 e le sensazioni che ho provato sono le stesse. Un malvagia e perversa sinfonia vampirica di morte in vari atti. Li ho apprezzati moltissimo e mi sono ripromesso di approfondire la loro discografia in tempi brevi.

I Gort giocano in casa, e festeggiano anche i quindici anni di attività. Per l’occasione decidono di evocare una pestilenza sonora fatta di Black Metal sinistro e ultra distorto e di un’attitudine senza compromessi, dimostrando di essere la band più estrema ed elitaria della serata.

Degli Ad Hominem avevo sentito parlare diversi anni fa, con la pubblicazione di un loro album (Climax Of Hatred) per Avantgarde Music nel 2005 che mi aveva abbastanza convinto e così li attendevo al varco e dopo un mezz'ora di ritardo, si presentano sul palco col classico Corpse paint e un’aria davvero minacciosa. La loro urticante miscela di Black Metal Darkthroniano, Thrash alla Sodom e Desctuction (quello delle prime uscite) e reminiscenze Crust, non lascia scampo!
Con un’ora abbondante di repertorio e ben due bis (mi sarei aspettato una cover in tema vecchio Thrash ma rimango a bocca asciutta) gli Ad Hominem dimostrano tutto il loro "mestiere" senza sbavature e con una sezione ritmica schiacciasassi.
Per il resto tutto il pubblico della venue partenopea si lascia travolgere da questo attacco all’arma bianca e a conti fatti credo che nessuno sia rimasto assolutamente deluso da questi ispirati headliners.

Una splendida e variegata serata questa del Cult Of Parthenope che dimostra, se qualcuno ancora non se ne fosse accorto che nel clima generale di crisi e scoraggiamento si può ancora organizzare un evento in grado di richiamare una torma di appassionati puntando (soprattutto) sulla scena nazionale e anche su di un validissimo gruppo estero.
Il piatto ricco penso abbia sfamato tutti a dovere.
Alla prossima!

Foto credits: Marino Cerrato.