giovedì 26 febbraio 2009

L'Autrice Azzurra Mangani parla di "Telepatia con i deceduti"


La scrittrice Azzura Mangani, dopo aver letto il mio libro, mi ha scritto una bellissima mail che riporto per intero.

Il Romanzo di Azzurra ( Per Elisa - Ibiskos Editrice Risolo - Minimal 2008), può essere ordinato

a questo indirizzo:


Ringrazio vivamente l'autrice e le faccio un grosso in bocca al lupo per la sua, ancora giovane, carriera.


Ho letto il tuo libro.

La storia è semplice (la casa con uno spettro dentro è un grande classico, che fa sempre la sua figura) e lo svolgimento
è tranquillo, ben ponderato, scorrevole. Non ci sono incertezze, si arriva alla fine in un soffio.
Mi è dispiaciuto che fosse così breve proprio per questo.
Per quello che scrivo io, sia come genere che come storie, (forse lo stai già vedendo se hai iniziato a leggere Per Elisa)
mi sarebbe piaciuto vedere un po' più di approfondimento psicologico o descrizioni con più particolari, ma pensandoci bene
non credo che si addica alla storia che volevi raccontare, dove bene o male bisogna privilegiare le azioni e soprattutto le apparizioni
più che le introspezioni, le analisi dei tipi umani, i particolari dell'ambiente circostante.Una cosa che mi è sempre piaciuta molto nei tuoi racconti, sia in quelli della Brigata che in Telepatia, è la creazione di queste
armosfere gotiche, lugubri... anzi, per meglio dire, romantiche. Sono davvero belle, e ti faccio i complimenti.
In ogni caso mi arruolo per leggere il prossimo lavoro.

venerdì 13 febbraio 2009

INTERVISTA


Segnalo un'ottima intervista sul mio libro ad opera della Dott.ssa Alessandra Di Gregorio sempre sul sito di Scrittura Informa.


Link:



Ringrazio la redazione pe l'ottimo lavoro.
La riporto per intero:
A: Scrivere. Perché?
Risponderei “perché no!?!”, ma poi sembrerei un ospite di Gigi Marzullo quindi soprassediamo.
In tutta franchezza scrivo perché mi piace creare storie e personaggi, spero inediti e particolari, mettendo ancora alla prova la mia fantasia di ragazzino, nutrita a pane e fumetti, oppure a Nutella e libri di genere (anche se anagraficamente non lo sono più da un bel po’). Ecco, “Telepatia col fanciullino”, definiamola così.

A: Scrivere. Cosa?
Non penso sia una cosa che puoi decidere a tavolino almeno che non ti chiami Faletti o Lucarelli.
Io vado molto ad ispirazione. Ho diversi progetti( romanzi in stato embrionale, saggi, racconti, articoli etc.). Lascio che per ognuno arrivi il giorno giusto. Quando sento che finalmente quel momento è arrivato allora mi fiondo sul lavoro e vado avanti fino allo sfinimento.
Se poi, vuoi un genere preciso, allora ti dico Gotico oppure Horror, ma una vocina nella mia testa mi sta già avvertendo che non è proprio così…

A: Tu come scrittore/scrittrice. Chi sei e come ti poni?
Definirmi”scrittore” con una piccola casa editrice alle spalle e con un racconto Gotico dalla forte territorialità dei luoghi e dei personaggi pubblicato da poco, significcherebbe risvegliare “i cani dell’inferno editoriale” che sarebbero subito pronti a sbranarmi lentamente e con sublime perversione ( un po’ sullo stille Hellraiser, se conosci il genere). Avendo esperienza ormai ventennale in ambito di critica musicale ed essendo io stesso un ex musicista e un performer, ti rispondo che mi sento come una band rock “underground”, con una gran voglia di farmi apprezzare e conoscere ma con la consapevolezza che il puzzo di underground si sente lontano un miglio e che dovrò lavorare tanto e duramente per superare questa angusta soglia. La voglia c’è. Spero anche in un po’ di fortuna.

A: La penna per te corrisponde a…?
Ai ricordi. Una penna leggera, sottile e minuscola adagiata accanto ad un diario chiuso con un lucchetto di plastica e ferro. Lì i primi pensieri, le prime idee, il primo confronto con me stesso. Oppure una Bic, rigorosamente nera, buttata con insofferenza su un foglio di quadernone a righi mentre cerco di organizzare e scrivere, con mio fratello, il primo giornalino sportivo sulle partite di calcio del mio rione. Attualmente il tocco di una penna mi provoca angoscia e sconforto visto che è il mezzo con cui sto completando i miei sofferti studi in legge. Roba alla Kafka, per intenderci.

A: Come ti collocavi nei confronti della scrittura prima di pubblicare un libro, e come ti senti adesso, stando ufficialmente su questo palcoscenico che si reinventa di continuo?
Prima mi collocavo da semplice lettore ed appassionato apprezzando soprattutto le trame ed i personaggi creati dagli autori che amavo. Ora non sono su alcun palcoscenico ( se escludiamo lo Scerbanenco che io considero un viaggio iniziatico…) quindi il mio atteggiamento non è cambiato di una virgola.
Non ho manie di grandezza né mi sono dotato di una prosopea da critico/scrittore/ purista/ dispensatore di verità assolute, come mi capita di vedere e leggere in giro. Cerco di rimanere spontaneo ed obiettivo.
Rimango un lettore attento e curioso e mi capita ancora di emozionarmi come un ragazzino leggendo un bel libro senza preconcetti o forzature.

A: Se dovessi usare tre aggettivi per definire il tuo stile ponendoti però a distanza da esso, ovvero come il lettore della situazione e non come l’autore del libro in questione, quali useresti e perché?
Semplice.
Scorrevole
Atmosferico.
Penso che queste tre parole racchiudano in pieno il mio “non stile”.

A: Il tuo libro: riassumilo brevemente e spiega perché qualcuno dovrebbe scegliere di acquistarlo, leggerlo e poi riporlo con cura nella propria biblioteca personale.
Telepatia con i deceduti
è un racconto lungo di ambientazione italiana che trova le sue influenze ed ispirazioni in autori come Lovecraft, Poe, James, Blackwood e la Gothic Novel in generale.
E’ una storia caratterizzata da continui flashback nel passato e ricca di atmosfere lugubri e spettrali che per il suo fascino da novella di altri tempi potrebbe essere raccontata anche da un vostro parente ( diciamo un nonno và!) durante una veglia notturna davanti ad un camino scoppiettante attorniati da ombre informi e silenzi raggelanti.
Insomma se ti piacciono le storie di fantasmi “ Telepatia…” potrebbe essere una buona lettura.

A: Modelli, forme, criteri e scelte. Si parla molto di tecniche di scrittura creativa e di chi si dice pro o contro. Cosa ti guida, allora, da un punto di vista squisitamente tecnico, durante il flusso della scrittura?
Per carità. Il concetto di “tecnica” mi provoca una risatina scettica a mezza bocca. Come già accennato in precedenza per me contano solo le influenze, le ispirazioni e la voglia di fare.
Non ho la presunzione di parlare del mio libro in termini di tecnica e di composizione.
Il mio è un “non stile” che cerca solo di affascinare il lettore con una trama e dei personaggi, spero credibili.

A: Le occasioni. Cosa ti emoziona, cosa ti stimola il ricorso alla penna? L’uso che ne fai, è per metabolizzare esperienze biografiche – e per esperienza biografica s’intendono anche quelle concernenti l’anima o fatti derivati dalla propria immaginazione/fantasia spinta – o si pone come “sforzo” d’immaginazione per riempire fogli che altrimenti sarebbe un peccato lasciare vuoti? Vale a dire: scrittura d’occasione o scrittura per mestiere?
Se volessi essere “paraculo” e un po’ meschino di direi che la mia è scrittura per mestiere. Ma visto che mi pongo nella maniera più trasparente e logica possibile ti rispondo che la scrittura è un ‘occasione” per inventare, scomporre, ricomporre, divertire, divertirsi e a volte esorcizzare i propri demoni. Ho l’opportunità di affrontare questo discorso anche dal punto di vista del giornalismo e ti dico che lì invece ci vuole del mestiere. Non si può divagare o aprirsi a cose troppo inedite visto che si tratta pur sempre di “informazione”. Nel creare invece un racconto o un romanzo c’è una componente ludica e autocompiacente che lo pone su un piano molto più personale e quindi aperto alle contaminazioni del vivere e del sentire quotidiano. Secondo il mio modesto parere se non c’è un’occasione giusta non può esserci scrittura. Non a caso la musica, per il sottoscritto, è una componente essenziale nel creare l’occasionalità dello scrivere. Spero di non essere stato troppo contorto.

A: Post stesura finale. Metabolizzi in quali modi la fine della stesura di un’opera, ovvero: la lasci mai andar via, o ne resti schiacciato al punto che una critica, una osservazione su di essa, ti pungono fino a farti male? Qual è la tua sensibilità d’artista. Parlaci della tua esperienza diretta.
Di solito sono euforico. Creare dovrebbe essere una cosa che ti travolge e ti rende inebetito e contento. Ma mi rendo conto che il tutto non può essere sempre così utopistico. Non a caso due dei miei scrittori preferiti in assoluto, S. King e Tiziano Sclavi , ne hanno parlato anche come un tormento o una condanna. Io la mia sensibilità da artista, come la definisci tu, la vedo come una piuma adagiata su un blocco di cemento. Lascio all’interpretazione del lettore il significato di questa “strana” immagine…
Grazie mille.

lunedì 9 febbraio 2009

Nuova recensione!!!


A questo link:




potrete leggere una nuova recensione di Telepatia con i deceduti ad opera della Dott.ssa Alessandra di Gregorio.


Ringrazio vivamente l'autrice per la lettura e il tempo dedicatomi.

domenica 8 febbraio 2009

Altri lettori parlano di Telapatia con i deceduti


Ricordate un mio post precedente dove parlavo del "fenomeno" Telepatia con i deceduti e di come veniva percepito dalle mie parti?

Ecco il link:




Quella tesi sopravvive ancora grazie ad altri commenti arrivati proprio in questi giorni.

Ringrazio di cuore i diretti interessati per le loro impressioni e per aver dato una chance al mio modesto racconto:

Mariagabriella Chiusolo ( Ischia)

Caro Edu, ho letto il tuo libro:sfiziosissimo, intrigante,in ogni passo,molto ben scritto!
Mi è piaciuto, al pari de Il fantasma di Canterville, con la differenza che, in quello scritto, trovavi simpatico lo spiritello saltellante-di qua e di là-e -a tratti-goffo e' caciarone; qui,invece, con tutta la buona volontà di comprendere i motivi del girovagare inquieto, tormentato dello spirito del conte, attraverso le stanze della villa,continui (almeno,questo è quello che è capitato a me,come lettore), a ricordare che costui era un pazzoide sanguinario,i n vita, e che, quindi, la sua anima non può essere linda e soave, ora. Aumenta la suspence quando lo spirito assume l'immagine di un uomo straordinariamente attraente. Inquieta, scontenta anche la medium che -sua sponte-insieme al Conte-passa a miglior vita. Un saluto affettuoso. A presto

Edoardo Chiusolo ( Napoli)

Il tuo libro è davvero ben scritto, un soggetto interessantissimo, originale, molto scorrevole e coinvolgente.....COMPLIMENTI!
A mio parere hai tratteggiato benissimo il personaggio della sensitiva (Anna), sopratutto per quanto concerne tutta quella gamma di comportamenti e di sue affermazioni, dalle quali traspare in modo incredibile la psicologia di una persona che è consapevole della estrema particolarità dei suoi poteri e forse anche di quanto possa sentirsi, inconsciamente, lontana dalle altre persone che non vivono la sua situazione.
Luisa Crescenzi (Sarno)
Gent. Eduardo Vitolo, ho letto un mese fa il suo breve ma intenso romanzo: " Telepatia con i deceduti" e , anche se il genere gotico noir non è tra i generi che preferisco, devo congratularmi con lei per la straordinaria capacità di intrecciare realtà e immaginazione, per la maniera in cui riesce a strutturare le vicende ricche di suspense, ma soprattutto per il profondo significato di tutto il romanzo , che va ben al di là del semplice gusto per il mistero e l'ignoto. Le faccio i migliori auguri per una splendida carriera di scrittore. Attendiamo con ansia da lei altri scritti.
Saluti.











lunedì 2 febbraio 2009

Telepatia con i deceduti: " Gotico paraletterario"




Riporto con sommo piacere e tanta riconoscenza, il discorso intavolato dalla Dott.ssa Antonella Cotugno ( Laureata in lettere moderne alla Facoltà di Salerno e docente) durante la presentazione del mio libro alla Biblioteca Comunale di Nocera Inferiore (Sa) in data 20 Novembre 2008.


I miei più sentiti ringraziamenti all'autrice.




Buonasera.
Ringrazio l’autore per la fiducia e l’opportunità datami, anche se non posso di certo nascondere che quando Eduardo mi ha invitato a ricoprire tale ruolo ho provato uno strano sentimento, misto tra lusinga e smarrimento.
Successivamente ho ben pensato che se "Telepatia con i deceduti" è il romanzo d’esordio di Eduardo Vitolo, la relazione al testo poteva essere un esordio e una prova anche per me che non ho molta dimestichezza con questo particolare genere di romanzo. Infatti Telepatia…. non rientra certo nella letteratura vera e propria (cioè quella classica) ma in quella che viene definita Paraletteratura, cioè “vicino alla letteratura”, e che racchiude in se vari e diversi generi tra cui: il romanzo rosa, quello popolare, misterioso, il fumetto, il poliziesco, i gialli, il noir e molti altri.
In questo caso è proprio al noir di nuova generazione e alla letteratura gotica che il nostro Eduardo si è ispirato per il suo romanzo che, come da lui stesso precisato, si pone più nella prospettiva di un racconto lungo a cui si può successivamente aggiungere qualcos’altro o inserirlo in una raccolta ulteriore.
Del Gotico ritroviamo in questo testo soprattutto le atmosfere cupe, gli scenari inquietanti e tutti quegli elementi che possono suscitare paura, angoscia e terrore.
Ora sempre a proposito di tale genere trovo molto interessante richiamare una delle osservazioni fatte da Vincenzo Salerno, docente di letterature comparate presso l’Università di Cassino, che, in un suo precedente commento al libro, aggiunge al termine gotico quello di Mediterraneo volendo così maggiormente caratterizzare il testo e introdurlo all’interno della medesima tradizione. Ciò dimostra la presenza di un gotico non più solo nordico ma anche dell’Italia meridionale dove si evincono le influenze culturali, sociali e tradizionali del proprio luogo di nascita come ci mostra Eduardo stesso che descrive alcuni luoghi che potrebbero essere sarnesi (un fiume, una villa antica, un portone di un palazzo storico, un castello medievale) intrisi di storia e misteri.
Scorrendo le pagine del libro ho potuto inoltre capire che Eduardo ha arricchito il suo gotico, tramite dei flashback al passato, dove lui sembra aprirsi agl’altri generi paraletterari come il giallo, il fumetto alla Dylan Dog e l’horror che apparentemente sembrano affini con il gotico ma hanno delle proprie caratteristiche, quindi ciò dimostra che il gotico si pone come una cornice o meglio sembra assumere le sembianze di una matriosca al cui interno troviamo altre influenze letterarie sapientemente legate tra loro. Questo è quello che viene definito Crossover, un termine con il quale si indica l’incontro/scontro tra due mondi completamente differenti e antitetici. Molti esempi lampanti di crossover sono presenti nella musica come nel caso del Rock con la sua contaminazione con altri generi (elettronica, hip hop, jazz etc,).
Ovviamente questo mio riferimento non è casuale ma motivato dalla consapevolezza del passato musicale e della passione che Eduardo coltiva per il Rock e per altri generi musicali tanto da influenzare anch’essa i suoi scritti.
In fine per quanto riguarda il racconto nell’insieme esso si presenta con una scrittura semplice, lineare, rendendolo accessibile a tutti, e accattivante nella trama. Il suo punto di forza sta nell’uso sapiente della tecnica descrittiva, nella quale l’analisi accurata dei particolari – anch’essa propria della narrazione gotica - non è fine a se stessa, ma crea suspense e accresce la tensione emotiva, quasi da toccarla con mano, a cui si aggiunge un uso sapiente di quelle che in poesia sono chiamate le figure retoriche come similitudini e sinestesie che, mai come in questo caso, ci danno delle vere e proprie immagini inedite della realtà nelle quali, la caratterizzazione della protagonista (fragile ma determinata) e del reporter (opportunista e scettico) sono pregnanti
Terminando vorrei riprendere l’espressione usata nella sintesi testuale nell’ultima pagina di copertina “Viaggio breve nel mondo del paranormale” per aprire una parentesi su questo argomento che oggi, tra scetticismi e pregiudizi, spesso, attraverso i giornali o la cronaca, torna alla ribalta.
Il termine paranormale si applica a quei fenomeni (detti anche anomali) che, secondo la scienza ufficiale sono inesistenti o anti-scientifici nella loro formulazione teorica, mentre secondo gli parapsicologi i fenomeni osservati non sono spiegabili in base alle leggi scientifiche attuali e la maggioranza degli parapsicologi si aspetta che future ricerche spiegheranno queste anomalie anche se ritengono oggi che non saranno spiegabili fino a che non verrà operata una rivoluzione nella scienza attuale. La scienza ufficiale non riconosce l'esistenza del paranormale, i cui fenomeni ritiene non provati.
Non esiste di fatto una definizione rigorosa e universalmente condivisa del termine. Alcuni lo usano soltanto per indicare il campo di studio della parapsicologia, cioè le cosiddette "percezioni extrasensoriali" come telepatia, chiaroveggenza, precognizione, i presunti "poteri della mente" come telecinesi e pirocinesi e le manifestazioni di fantasmi. In genere, però, la parola "paranormale" viene usata in senso più ampio, per comprendere tutti i fenomeni considerati scientificamente inattendibili o inspiegabili, come le esperienze extracorporee, il triangolo delle Bermude, i miracoli, i poteri dei fachiri, eccetera.
La tesi dominante tra i sostenitori del paranormale è che l'atteggiamento scientifico verso questo tipo di fenomeni dovrebbe essere oggi quella di apertura e non di tipo scettico, poichè, a detta loro, il termine "scettico" implica già di per sè innegabilmente un rifiuto aprioristico e un giudizio negativo, che è incompatibile con quello di imparzialità nella ricerca.
Viceversa, la tentazione di annacquare il metodo scientifico, diminuendo il livello e il rigore del controllo e delle verifiche fino a che si ottengono infine risultati, può solo portare discredito a questo campo di ricerca, come dimostra la circostanza che ad oggi il paranormale è ricompreso nell'area delle pseudoscienze.
Questa contrapposizione tra sostenitori o meno del paranormale la ritroviamo soprattutto agl’inizi del 900 dove, con l’avvento del positivismo, l’uomo è ormai pervaso dallo sgomento e da una visione ormai sempre più relativa della realtà, che finisce per porre il paranormale in una luce diversa tanto che nella letteratura di inizio secolo troviamo un autore a noi molto noto, conosciuto soprattutto come autore di romanzi, tra cui il più noto è Piccolo Mondo Antico e che, interessandosi del paranormale, ci ha lasciato tale testimonianza:



"Io fui sempre uno spiritualista ardente ed ebbi da fanciullo in poi una forte inclinazione al misticismo: ne appaiono tracce, credo, in tutto quello che ho pubblicato. È quindi naturale che io non abbia mai riso delle credenze spiritiche. [...] Le notizie ch’io tengo dello spiritismo mi persuadono che non tutto è illusione ed inganno e che seguono veramente molti fatti inesplicabili con le leggi naturali a noi note"
ANTONIO FOGAZZARO

Questa coraggiosa affermazione, che del resto accomuna Fogazzaro ad altri grandi del panorama letterario internazionale, di estrazione più che aristocratica, in possesso di una grande esperienza e di una vastissima cultura, tra i quali, tanto per fare un nome eminente, possiamo citare lo stesso, onoratissimo, Sir Arthur Conan Doyle di Sherlockiana memoria, farebbe forse la felicità di tutti i sostenitori odierni del paranormale, ma di sicuro attesta in questo autore la presenza di una enorme sensibilità d’animo che lo avvicina prepotentemente al nostro tempo, scavalcando in un solo agile passo un secolo intero.
Dunque passione e morale, fede e ateismo, scienza e religione, questi sono i temi preferiti di Fogazzaro, e non a caso, quelli di tutto il Novecento. La sua produzione fu interamente improntata a una concezione mistica e idealistica della vita, che tentò di trasferire su carta, riportando le pulsioni e le contraddizioni dell’animo umano in vicende familiari e passionali che furono antesignane del moderno Romanzo Psicologico.