venerdì 13 giugno 2014
IL MISTERO DEL RITRATTO DI DRACULA (SECONDA PARTE)
Chi non ha ancora letto la prima parte la può trovare qui.
In questi giorni si fa un gran parlare di Vlad Tepes, prima ipotizzando che una sua presunta figlia abbia vissuto a Napoli durante il regno degli Aragonesi e poi che il Voivoda in persona sia sepolto in una tomba nascosta nella città partenopea (secondo alcuni studiosi provenienti dall’Estonia).
Noi intanto ci occupiamo del Mistero del Ritratto di Dracula visto che ci sono ulteriori e significativi sviluppi.
Sembra che la notizia data dai media italiani nel ‘96 non sia un fake ante litteram o uno scherzo ma sia in realtà una sorta di furba mistificazione creata attorno al reale ritrovamento del ritratto.
Se sono riuscito a trovare delle notizie certe devo prima di tutto ringraziare Fra Moretta del blog The Trafalmadore Files il quale ha fatto da prezioso mediatore con un altro blogger molto preparato e attento Anthony Hogg del blog The Vampirologist.
Grazie alle ricerche di Anthony siamo giunti finalmente a due link utili (li trovate qui e qui), dove viene narrata per intero tutta la storia del ritrovamento del ritratto e le cause di questa oscura vicenda.
Nel 1976 il Museo Pfarrgasse, presso la fortezza medievale di Sighisoara, è oggetto di alcuni lavori di restauro.
L’edificio è molto antico in quanto in epoche passate era stato utilizzato come casa di riposo dalla comunità protestante dei Sassoni della Transilvania.
Gli operai, durante i lavori si imbattono in un murale risalente al 17 ° secolo.
Il ritratto, in parte danneggiato, mostra quattro personaggi: tre indossano delle vesti tipiche della Transilvania, mentre la quarta figura indossa un misterioso turbante.
Gheorghe Baltag, citato anche nell’articolo del Corriere della Sera, è in quel periodo il direttore del museo di Sighisoara e come quasi tutti gli storici rumeni è ossessionato dalla storia del suo paese e dalle radici germaniche della Transilvania.
Baltag, da studioso qual è, dovrebbe essere a conoscenza di alcuni dettagli storici importanti dopo il ritrovamento del ritratto: il turbante veniva indossato dai nobili nella Valacchia medievale.
Inoltre, Vlad Dracul, padre del più noto Vlad Tepes detto “L’Impalatore”, aveva vissuto tra il 1431 al 1435 a Sighisoara in esilio ma all'interno delle mura della fortezza, che non avrebbe potuto in alcun modo “evadere”, in quanto a tutti gli stranieri, compresi i re, era severamente vietato uscire.
Infine, dato ancora più evidente, l’edificio è stato costruito fino a un centinaio di anni dopo il soggiorno di Vlad Dracul a Sighisoara e il ritratto è stato nuovamente dipinto un centinaio di anni dopo la costruzione della casa.
Baltag, sfidando i fatti finora elencati, stabilisce invece che l'uomo col turbante deve essere per forza di cose Vlad Dracul e pubblica i suoi risultati nel 1977 in una rivista di settore: “Magazine Istoric”.
La pubblicazione dell’articolo inizia a mettere sotto pressione le istituzioni della città di Sighisoara e con il placet del dittatore Ceausescu (appassionato di storia) decidono di sana pianta che Vlad Dracul ha vissuto nell’edifico.
Sul muro esterno della casa viene anche installato un cartello: «Qui visse Vlad Dracul 1431 - 1435".
Sempre nel 1978 viene anche aperto un ristorante chiamato "Vlad Dracul" insieme a una mostra permanente dal titolo: "Sighisoara - capitale temporanea del voivoda Vlad Dracul".
L’articolo del Corriere della sera, che parla di “esseri infernali” e delle ipotesi vampiriche del ritratto, è del tutto inventato.
Come tutti sanno non è stato Vlad Dracul il modello storico per il personaggio sanguinario di Dracula, ma suo figlio Vlad Tepes, diventato famoso per la sua terribile crudeltà.
Dracul, però, suonava molto meglio di Ţepeş e alla fine Stoker si impossessò solo del nome e nient’altro.
Una ricercatrice rumena, Daniela, interrogata da Anthony Hogg in merito alle connessioni “vampiriche” del ritratto così ha risposto:
Ho letto l'articolo e davvero non so perché l'autore racconta una cosa simile di questa immagine murale. Come è ben visibile, si tratta della scoperta fatta dal Prof. Baltag.
Non ci sono vampiri né zanne né sangue: è un dipinto murale originale del XVII secolo. Non menziona nemmeno che l'uomo dipinto NON è Vlad l'Impalatore, ma suo padre Vlad Dracul.
Questa storia che il personaggio storico sia stato di 'ispirazione' per Dracula - il conte vampiro di Bram Stoker- non è reale. Per maggiori dettagli, non esitare a scrivere a Hans de Roos, da tempo ricercatore delle radici e delle fonti di Bram Stoker per il romanzo ‘Dracula’.
Nella terza parte di questo mistero cercheremo di dare voce allo studioso De Roos, qualora ci conceda un’intervista in esclusiva per il blog.
Intanto il caso sembra essere chiuso: il famigerato “Ritratto di Dracula” non ha niente a che vedere con i vampiri ed è anche in discussione dal punto di vista storico.
Trattasi solo di un’esagerazione giornalistica, forse per vendere qualche copia in più (ricordiamo che parliamo sempre del 1996, e il web era ancora (quasi) un miraggio, soprattutto in Italia).
Insomma amanti dei succhiasangue rassegnatevi: niente tracce di non morti nella terra del voivoda!
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7 commenti:
Bravissimo EDU! Hai chiarito egregiamente il mistero. Spero che tu riesca ad intervistare De Roos!
Grazie Nick :D
Grazie per la citazione Edu,aiutarti è stato un piacere anche perchè io stesso da patito di entrambi i Dracula ero curioso di sapere quanto ci fosse di vero in quella notizia.
Ciao Fra, grazie ancora per la preziosa collaborazione. ;)
Fantastico post davvero!e ti auguro davvero di cuore di coronare il tutto con intervista a DeRoos!
@Donata Grazie mille, Donata :) Incrociamo le dita ;)
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