In un periodo di forte pressione fisico- psicologica derivata dalla partecipazione del mio romanzo breve al prestigioso Premio Scerbanenco e nei giorni immediatamente seguenti, non avendo alcun desiderio di completare la lettura di alcuni libri già iniziati ( tranne “Dracula cha cha cha” di Kim Newman su Urania, invero appena sufficiente e poco coinvolgente anche se prometteva bene nel retro copertina) mi sono buttato a capofitto ( insieme alla mia ragazza) in una serie di Film che attendevo da tempo di vedere.
Ecco il mio giudizio (mio e solo mio):
E venne il giorno, di M. Night Shyamalan
La poetica dell’Apocalisse. Così si potrebbe definire questo nuovo parto cinematografico del regista del Sesto Senso( un film cha amo alla follia). La trama è semplicissima. Uno strano virus ( forse aereo, forse no) si impossessa all’improvviso di tutti i cittadini di New York spingendoli al suicidio collettivo.
Mentre il morbo si propaga in tutto il paese una coppia in crisi e alcuni sopravvissuti cercano di mettersi in salvo e nello stesso tempo di capire la loro esistenza risparmiata e le cause di una inevitabile estinzione di massa.
Il film è lento, placido, meditativo nell’orrore che intende descrivere.
I personaggi sembrano quasi timidi e riservati nel terrore che stanno attraversando.
Tutto rimarrà in sospeso( eventi , cause, rimedi, spiegazioni) comprese le vite di coloro che avranno la fortuna di sopravvivere.
Un bellissimo film incompiuto.
Cloverfield, di Matt Reeves
Un specie di horror fantascientifico per la generazione di You Tube.
Durante una festa d’addio un gruppo di giovani ( schifosamente belli e gentili, uno stereotipo tipicamente americano) sperimenterà l’attacco di New York ad opera di una specie di Gollum gigante ( quello del Signore degli anelli) e altre schifose creature.
Ovviamente il tutto filmatodalla telecamera di uno di loro, quello che riprendeva la festa ( invero una specie di ritardato mentale o almeno così sembra).
Le riprese essendo amatoriali ( come “costruito” dagli autori, per intenderci quelli di Lost che invece adoro) sono confuse e provocano il mal di testa.
Le scena di guerriglia urbana sono improbabili come anche gli espedienti per tenere ancora accesa la telecamera dopo che un piede gigante per poco non ti ha schiacciato come un moscerino.
Insomma buona l’idea, agghiaccianti alcuni momenti ( quelli sotto la metropolitana o in elicottero durante un falso “lieto fine”) del film ma nel complesso ho la sensazione che sia stato un flop per tanti, troppi motivi.
Non è un paese per vecchi, di Ethan Coen e Joel Coen
Un buon Noir esistenziale con un ottimo personaggio malvagio ( il Killer psicopatico taglia lo schermo col suo viso scarno e i capelli fine anni settanta mentre psicanalizza le sue vittime e le loro debolezze prima di fare il suo dovere…) e alcuni comprimari di valore.
La trama è credibile e l’ambientazione tra Messico e Texas fa da ottimo sfondo alla storia.
Infine un malinconico Tommy Lee Jones interpreta un poliziotto capace ma ormai alla soglia della pensione con tutto il mestiere di cui è dotato.
Un buon film.
29 settimane dopo, di Danny Boyle
Meglio il primo decisamente.
Si salva solo l’inizio e qualche trovata da brivido nella parte centrale.
Per il resto solita routine zombi/fuga/nascondersi/essere divoarato.
Per il resto citazioni a piene meni di Matheson, Carpente, Romeror e chi più ne ha più ne metta.
Il Nascondiglio, di Pupi Avati
Ah! Questo si che è Gotico.
Altro che Ghotica ( il film americano di qualche anno fa).
Mettiamocelo in testa.
Gli italiani possono fare ancora tanto nel campo del Gotico letterario e cinematografico.
Pupi Avati ce ne dà una conferma con questo film.
Risvolti da giallo, atmosfere da gotico vecchio stile, finale decisamente horror come non se ne vede più da tanto e una regia che solo il grande Pupi poteva fare.
Un must!!!
The Mist, di Frank Darabont
Uno dei pochi registi ad essersi confrontato realmente con le tematiche care al mio amato S. King.
Infatti il film è tratto da un racconto del maestro americano.
Dietro l’Horror tipicamente Mathesiano e Romeriano degli esseri umani rintanati in un posto chiuso e angosciante pronti ad essere sbranati da bestie immonde e orrende vi sono alcuni elementi cari romanzi di King.
Il fanatismo religioso, il coraggio e la viltà, il padre che ama il proprio figlio fino a diventare ossessione/morte, gli anziani come forza possibile ancora di cambiamento e comprensione.
La pellicola è molto lunga e a tratti noiosa ma entra di diritto tra i film meglio riusciti “tratti da una storia di S.King”.
Catacombs, di Tomm Coker, David Elliot ( e dai produttori del primo inarrivabile The Saw).
Horror adrenalinico e realmente pauroso come non ne vedevo da parecchio tempo.
Ambientato quasi interamente sotto le catacombe di Parigi ( già il pensiero mi terrorizza visto che ho visto quelle di Napoli e so cosa significa…) è oscurità e follia allo stato puro.
Sconsigliato ai facilmente impressionabili e a chi soffre di claustrofobia.
Unico neo: la Pop/Star Pink in un ruolo fortunatamente marginale.
Ecco il mio giudizio (mio e solo mio):
E venne il giorno, di M. Night Shyamalan
La poetica dell’Apocalisse. Così si potrebbe definire questo nuovo parto cinematografico del regista del Sesto Senso( un film cha amo alla follia). La trama è semplicissima. Uno strano virus ( forse aereo, forse no) si impossessa all’improvviso di tutti i cittadini di New York spingendoli al suicidio collettivo.
Mentre il morbo si propaga in tutto il paese una coppia in crisi e alcuni sopravvissuti cercano di mettersi in salvo e nello stesso tempo di capire la loro esistenza risparmiata e le cause di una inevitabile estinzione di massa.
Il film è lento, placido, meditativo nell’orrore che intende descrivere.
I personaggi sembrano quasi timidi e riservati nel terrore che stanno attraversando.
Tutto rimarrà in sospeso( eventi , cause, rimedi, spiegazioni) comprese le vite di coloro che avranno la fortuna di sopravvivere.
Un bellissimo film incompiuto.
Cloverfield, di Matt Reeves
Un specie di horror fantascientifico per la generazione di You Tube.
Durante una festa d’addio un gruppo di giovani ( schifosamente belli e gentili, uno stereotipo tipicamente americano) sperimenterà l’attacco di New York ad opera di una specie di Gollum gigante ( quello del Signore degli anelli) e altre schifose creature.
Ovviamente il tutto filmatodalla telecamera di uno di loro, quello che riprendeva la festa ( invero una specie di ritardato mentale o almeno così sembra).
Le riprese essendo amatoriali ( come “costruito” dagli autori, per intenderci quelli di Lost che invece adoro) sono confuse e provocano il mal di testa.
Le scena di guerriglia urbana sono improbabili come anche gli espedienti per tenere ancora accesa la telecamera dopo che un piede gigante per poco non ti ha schiacciato come un moscerino.
Insomma buona l’idea, agghiaccianti alcuni momenti ( quelli sotto la metropolitana o in elicottero durante un falso “lieto fine”) del film ma nel complesso ho la sensazione che sia stato un flop per tanti, troppi motivi.
Non è un paese per vecchi, di Ethan Coen e Joel Coen
Un buon Noir esistenziale con un ottimo personaggio malvagio ( il Killer psicopatico taglia lo schermo col suo viso scarno e i capelli fine anni settanta mentre psicanalizza le sue vittime e le loro debolezze prima di fare il suo dovere…) e alcuni comprimari di valore.
La trama è credibile e l’ambientazione tra Messico e Texas fa da ottimo sfondo alla storia.
Infine un malinconico Tommy Lee Jones interpreta un poliziotto capace ma ormai alla soglia della pensione con tutto il mestiere di cui è dotato.
Un buon film.
29 settimane dopo, di Danny Boyle
Meglio il primo decisamente.
Si salva solo l’inizio e qualche trovata da brivido nella parte centrale.
Per il resto solita routine zombi/fuga/nascondersi/essere divoarato.
Per il resto citazioni a piene meni di Matheson, Carpente, Romeror e chi più ne ha più ne metta.
Il Nascondiglio, di Pupi Avati
Ah! Questo si che è Gotico.
Altro che Ghotica ( il film americano di qualche anno fa).
Mettiamocelo in testa.
Gli italiani possono fare ancora tanto nel campo del Gotico letterario e cinematografico.
Pupi Avati ce ne dà una conferma con questo film.
Risvolti da giallo, atmosfere da gotico vecchio stile, finale decisamente horror come non se ne vede più da tanto e una regia che solo il grande Pupi poteva fare.
Un must!!!
The Mist, di Frank Darabont
Uno dei pochi registi ad essersi confrontato realmente con le tematiche care al mio amato S. King.
Infatti il film è tratto da un racconto del maestro americano.
Dietro l’Horror tipicamente Mathesiano e Romeriano degli esseri umani rintanati in un posto chiuso e angosciante pronti ad essere sbranati da bestie immonde e orrende vi sono alcuni elementi cari romanzi di King.
Il fanatismo religioso, il coraggio e la viltà, il padre che ama il proprio figlio fino a diventare ossessione/morte, gli anziani come forza possibile ancora di cambiamento e comprensione.
La pellicola è molto lunga e a tratti noiosa ma entra di diritto tra i film meglio riusciti “tratti da una storia di S.King”.
Catacombs, di Tomm Coker, David Elliot ( e dai produttori del primo inarrivabile The Saw).
Horror adrenalinico e realmente pauroso come non ne vedevo da parecchio tempo.
Ambientato quasi interamente sotto le catacombe di Parigi ( già il pensiero mi terrorizza visto che ho visto quelle di Napoli e so cosa significa…) è oscurità e follia allo stato puro.
Sconsigliato ai facilmente impressionabili e a chi soffre di claustrofobia.
Unico neo: la Pop/Star Pink in un ruolo fortunatamente marginale.
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