Attori: Courteney Cox, Jamie King, David Arquette
Genere: Horror
Anno: 2006
Anno: 2006
Sinossi
Un gruppo di giovani hippie sbarcano in una piccola cittadina di provincia per assistere ad un festival musicale che si tiene nella foresta di Redwood. Presto si accorgeranno di essere l’obiettivo di un maniaco sanguinario che, mascherato da Ronald Reagan, conduce una personalissima guerra contro chi faccia uso di droghe…
Un gruppo di giovani hippie sbarcano in una piccola cittadina di provincia per assistere ad un festival musicale che si tiene nella foresta di Redwood. Presto si accorgeranno di essere l’obiettivo di un maniaco sanguinario che, mascherato da Ronald Reagan, conduce una personalissima guerra contro chi faccia uso di droghe…
Considerazioni
Scrive Alan D. Altieri nel saggio “Horror Rock – La Musica delle Tenebre”: “pestando sotto la cintura: non c’era proprio un accidenti di niente di spensierato negli anni Settanta. I fasulli happy days del decennio precedente? Folgorati nel maremoto dell’eroina, quegli happy days, il poco che ne restava incenerito nel napalm del Vietnam, annientato nel massacro del villaggio olimpico di Monaco, disgregato nelle eterne guerre del Medio Oriente, macellato nelle stragi di Stato, avvelenato nelle maree nere, sodomizzato nei primordi pandemici dell’Aids. Tutto questo al culmine della Guerra fredda, mentre USA & URSS (di allora) si digrignavano l’un l’altra zanne ICBM, quasi sbavando per l’olocausto nucleare”.
Guardando “The Tripper”, pellicola horror, approdata direttamente al mercato dei Dvd (in Italia), si ha la sensazione che gli anni 70’ delineati da Altieri siano stato sul serio l’anticamera di ossessioni, orrori e perversioni, perpetrati (in forma diversa) fino ai giorni nostri.
Come scrive il giornalista Luciano Gaglio su Rock Hard Italia ( Dicembre 2006, stesso anno del film, una coincidenza?) in un’intervista alla psychedelic funeral black metal band americana Xasthur (un ibrido informe e oscuro di suggestioni retrò affogate nella disperazione più cupa): “durante gli anni 60’ la California ha dato i natali al grosso della scena psichedelica, alla controcultura giovanile e ai sogni di pace e amore hippie. Dopo 40 anni tutto si è trasformato in delusione, depressione, alienazione e morte”.
Il fallimento delle utopie hippie è alla base del lavoro di David Arquette, decodificato attraverso le immagini “slasher” di un serial killer, travestito da Ronald Reagan, ovviamente tra il pacchiano e il ridicolo.Tanta violenza, tante droghe, tanta gioventù finto progressista e culturalmente vuota (i vestiti ci sono, gli slogan inutili anche…il resto è banalità/edonismo tipicamente americano), tanti redneck provinciali e arretrati, retaggio di certo cinema (o di certi luoghi comuni) già ampiamente sviscerati (da “Un Tranquillo weekend di Pura” fino a “Cabin Fever”). Non a caso il film è ambientato ai giorni nostri e da subito si dimostra inverosimile e fuori tempo massimo.
Troppo prevedibile soffermarci sull’elemento “satira”(tema ancora impalpabile nella italica cultura) sulla politica americana, che a ben vedere si riassume nei titoli di coda e nella parte iniziale del film. Che cosa rimane allora di questo “The Tripper”? Un deja vu cinefilo di sensazioni e macelleria assortita. E il rimpianto di un’occasione mancata.
Perché l’idea di base è splendida: parlare della fine degli anni 70’ attraverso la violenza e l’ossessione tipica dei “mostri” del nuovo millennio. Un trattato socio/politico sul “Flower power” filtrato attraverso una pellicola sul “perturbante”. Il sogno di ogni cinefilo a mio parere. Inoltre sull’idea del concerto si poteva costruire un film horror rock al 100%.
Una Woodstock orrorifica/occulta che avrebbe fatto impallidire i nostri genitori e gli artisti di quell’epoca (ma Coven e Black Sabbath avrebbero esultato di gioia, ne sono certo).
Insomma un film divertente (per qualcuno) e inutile allo stesso tempo.
Ripeto: un’occasione mancata.
Peccato.
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