martedì 14 maggio 2013
I VIVI I MORTI E GLI ALTRI – CLAUDIO VERGNANI (GARGOYLE, 2013)
We are the dead men
Walk towards the church.
We are the dead men
Walk behind the hearse.
We are the dead men
laughing at the wake.
We are the dead men
Who will cut the cake?
Così canta la neofolk band inglese Sol Invictus, immaginando l'esistenza dei morti come impalpabili testimoni di una sacralità che, attraverso il mistero della tomba, trova ancora un barlume di luce.
Nel romanzo “I Vivi, i Morti e gli Altri” dello scrittore emiliano Claudio Vergnani sacro e profano si mescolano nel mistero della carne che resuscita dalla tomba e ciò che rimane è solo orrore.
Perché, ed è bene precisarlo da subito, questo è il romanzo più duro e crepuscolare che Vergnani abbia mai scritto nella sua carriera. Se nella trilogia dei vampiri di Modena grottesco, ironia e sentimento si mischiavano mirabilmente creando molteplici chiavi di lettura e scenari sempre diversi, questo libro è un pugno nello stomaco in piena regola.
Un viaggio nelle regioni più ombrose dell'animo umano a contatto con l'inferno. Il mondo (il nostro mondo) è invaso dai morti viventi: grattano i sepolcri, scoperchiano le lapidi e sono quanto di peggio abbiamo mai immaginato: purulenti, decadenti e affamati. Nessun romanticismo, nessuna speranza: se sorgi dalla tomba, sei carne corrotta e come tale un abominio lontano dalla luce della redenzione.
Oprandi, il protagonista del libro, non è Vergy e non è Claudio e non è nessun altro personaggio che potremmo rintracciare nell'opera passata di Vergnani.
Oprandi è un uomo solo, disilluso, alcolizzato. Ha già sperimentato l'apocalisse della sua esistenza e testare la fine dei giorni dell'uomo lo trova in qualche modo lucido, preparato, pronto all'azione. Tutti gli altri personaggi che troverete al suo fianco nelle fitte pagine del libro, saranno solo parentesi trascurabili, incidenti di percorso, ombre che si confondono alla notte, stando attenti che non si tramutino in esseri urlanti e bavosi. “I Vivi, i Morti e gli Altri” è contraddistinto da una “classicità” che quasi commuove e esalta allo stesso tempo: ritorna l'eroe, colmo di difetti e incertezze, ma pur sempre eroe, in lotta con i mostri della sua psiche (follia, suicido, depressione) e i mostri che infestano le strade. Un “Io sono leggenda” aggiornato ai canoni del romanzo “vergnano”.
Come Robert Neville, Oprandi deve sopravvivere in qualche modo e al meglio delle sue forze: se fosse stato un vero derelitto avrebbe abbracciato la morte al primo accenno di apocalisse. Invece ha dentro di sé quell'istinto di conservazione (e una residua e forse amara speranza) di poter trovare la propria isola felice in un mare di sangue. E tenterà in ogni modo questa impresa degna di un “poema” del ventunesimo secolo. Non mancano riflessioni, citazioni e assonanze: l'autore emiliano in questo è insuperabile. L'Horror (come genere) è solo la base narrativa, la corazza da scalfire; a fondo, più a fondo, c'è l'anima dell'uomo comune (paure, difetti, manie, frustrazioni, angosce) di fronte al più grande mistero dell'umanità: la vita, la morte e tutto quello che c'è in mezzo.
Potrete divertirvi ad accompagnare Oprandi nelle sue avventure “zombesche”, ma non è un viaggio di piacere tra le pagine della fantasia: troppo banale.
Vergnani ci consegna il proprio universo interiore, fatto di durissime invettive e malinconici pensieri, spingendoci a guardaci dentro, alla ricerca della fiammella debole dell'esistenza, soffocata da internet, crisi sociale ed egoismo/edonismo. Per alcuni il risveglio avviene alla luce del sole, tra buoni sentimenti e legami duraturi. Per altri, e in tal caso per i personaggi del romanzo, la rinascita avviene di fronte a un sepolcro scrostato, ascoltando gemiti e urla disumane.
Thomas Grey meets Lucio Fulci.
“I Vivi, i Morti e gli Altri” è l'ennesimo, decisivo tassello artistico di un autore che non si accontenta più dello “shock orrorifico” per catturare il suo lettore.
Da oggi pretende un coinvolgimento puro, viscerale, autentico.
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6 commenti:
Recensione come sempre approfondita, dotta e lusinghiera. L'ultima opera di Vergnani è un "must" in testa alle mie preferenze e la tua analisi non fa che aumentare il mio desiderio di lettura.
Recensione come sempre approfondita, dotta e lusinghiera. L'ultima opera di Vergnani è un "must" in testa alle mie preferenze e la tua analisi non fa che aumentare il mio desiderio di lettura.
Lo sto finendo in questi giorni e mi trovo pienamente d'accordo con te Edu,un buon libro che non si limita solo a shoccare tramite scene forti ma anche tramite l'approfondimento dei personaggi e delle situazioni,alcuni immagini come i morti che si lamentano nelle bare sono molto inquietanti.
Mi hai incuriosito terribilmente.. Vorrei proprio comprarlo!
@Fab
Grazie mille, amico!
Spero lo leggerai al più presto e mi farai sapere...
@Fra
Sono contento che la mia analisi combaci con la tua. Grazie.
@Nicola
Recuperalo appena possibile. Non te ne pentirai!
Non serve che io ripeta quanto stimi Vergnani come scrittore, vero?
Nel fine settimana compirò una spedizione in direzione Feltrinelli alla ricerca di due libri, inutile dire che uno dei due è proprio questo.
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