lunedì 29 luglio 2013

PANTERA NERA: AVVISTAMENTI 2013

















Dall’inizio dell’estate, com'era già avvenuto negli anni passati, si sono intensificati gli avvistamenti di un felino nero nelle campagne nostrane.
Due sono i casi che hanno attirato maggiormente l’opinione pubblica e i media: il primo riguarda le campagne circostanti la città toscana di Prato e non è il primo caso.
Già nei mesi di Giugno/Luglio del 2012 un contadino della zona aveva denunciato alle guardi zoofile l’avvistamento di una pantera nera presso la cava Carraia. Questa volta è stata una pattuglia della polizia ad avvistare un felino nero con una lunga coda. L’animale stava bevendo da una pozzanghera in un boschetto presso un poligono di tiro. Subito è scattato l’allarme della forestale ma le ricerche non hanno portato ad alcun risultato.
Il secondo caso, molto più eclatante, è stato registrato il 19 Giugno tra Lamporecchio e Lanciano, in provincia di Pistoia ed è corredato anche da un video (in allegato più in basso) e alcune foto che potete visionare a questo link. 
Si tratta di diversi avvistamenti: il primo è stato fatto nel pomeriggio di sabato 15 Giugno da alcuni cacciatori. Nei giorni successivi si sono moltiplicati le testimonianze che hanno creato anche un clima di terrore in tutta la zona
Le autorità hanno setacciato il territorio alla ricerca dell’animale al fine di catturarlo ma invano.
Un fatto simile era stato registrato in precedenza nel paese di Certaldo, provincia di Firenze.
Alla fine si scoprì che l’animale che aveva terrorizzato gli abitanti del piccolo centro toscano, in realtà era un gatto nero, ma di grandi dimensioni.
 Nel caso di Lamporecchio, visionando le foto e il filmato, l’animale sembra più grande.
 Una cosa è certa: in questi giorni le campagne della Toscana sono al centro di una folta e complessa casistica, in attesa di nuovi sviluppi.

giovedì 25 luglio 2013

TRACK BY TRACK: KOZA NOZTRA - CRONACA NERA PARTE I (EP, 2013)


Nel IV secolo a. c. Aristotele poneva l’alternativa: “L’uomo è dio o bestia?”. Duemila anni dopo mentre il rinascimento strappava l’umanità dall'oscurantismo del Medioevo Blaise Pascal, non optando né per Dio né per la bestia, affermava il predominio intellettuale dell’uomo. Nel 1836 lo scrittore inglese Thomas Carlyle si fermò nuovamente al secondo termine della proposizione aristotelica affermando perentorio: “L’uomo è un bipede onnivoro che porta le mutande”.  Nel 2013 una band meneghina, i Koza Noztra, da sempre controversa nell'ambiente musicale italiano per idee e concetti al di fuori degli schemi della morale comune, col brano “Mino Taurus” decreta la fine di ogni umanità e la trasformazione dei corpi a uso e consumo di ogni brutalità e sopravvivenza. Il tempo della bestia è oggi.

Cronaca Nera (Parte I) è il primo EP di una trilogia di album (ciascun album è diviso in due EP) dal concept comune: una disincantata e spietata trattazione in forma musicale della decadenza umana e insieme un occhio disincantato e cinico (da sempre punto di forza del gruppo) su un futuro in cui l’uomo sarà sempre più vicino alla bestia. Molti la chiamano apocalisse. Per i Koza Noztra magari è un ritorno alla carnalità dell’esistenza fatta di istinti primordiali e violenza.
Cronaca Nera (Parte II) uscirà nel prossimo autunno.

Di seguito il nostro track by track:

Prefazione Propaganda - titolo che dice tutto! Un cut up di suoni e immagini presi da film, telegiornali, brani singolari e voci di vita vissuta. Un solo comune denominatore: la decadenza che ormai permea ogni azione umana sia essa artistica o meno.

Cronaca Nera – Con un titolo del genere veniamo subito proiettati nell'universo dei Koza Noztra con uno riff power/thrash davvero esaltante e dei cori melodici che subito si fissano in testa. Tematicamente un messaggio devastante che ben si s'addice alla nostra società : la Cronaca Nera come opportunità di apparire più dei reality o dei giochi a premi. Tristemente vero.

Soluzione Finale – L’epicità mediterranea dei Litfiba di ‘El Diablo’ e ‘Terremoto’ (con un tocco hard rock vecchio stile) sembra permeare uno dei brani più belli di questo EP. Forse esiste ancora una via “dura” al malfamato rock italiano senza sputtanamenti e malizie assortite e i Koza Noztra lo dimostrano in pieno. Masterpiece!

Mino Taurus – Ancora una novità per i vecchi fan del gruppo meneghino: mid tempo al limite del Doom e recitazione teatrale che racconta quel futuro che abbiamo già ampiamente segnalato in precedenza. Condisce il tutto degli inediti cori al femminile: praticamente il canto di Cassandra.

Necessità Cannibale – Ancora la bestia individuata in precedenza. Storia di degrado umano delineata con cinica ironia e ci si trova a ragionare sul serio se un giorno la carne umana possa diventare un prodotto destinato alla sopravvivenza. Il resto è puro Hard Rock/Metal Sound supoerlativo.

Nuovo Ordine Mondiale – Può una nota canzoncina pop diventare un epico affresco metal sulla fine del mondo? Per i Koza Noztra niente va escluso a priori e qualsiasi sound, anche quello più prevedibile e smaliziato può essere manipolato per i propri scopi. A conti fatti hanno ancora ragione loro!

NUOVO BANNER DI ENZO RIZZI

















Come qualcuno di voi ha potuto notare già da ieri sera IL MONDO DI EDU ha un nuovo splendido banner.
Il disegno che ricalca su nostra indicazione il banner precedente in modo da creare un continuum tematico e non spiazzare i nostri tanti affezionati lettori è opera del fumettista horror rock Enzo Rizzi, creatore del mitico Heavy Bone (qui il suo ultimo parto editoriale).
Il blog di Edu ha ormai tagliato l'invidiabile traguardo del sesto anno di attività (ebbene sì siamo on line dal 2008!) e pur attraversando qualche periodo (spesso forzato) di silenzio continua imperterrito a far sentire la sua voce nell'universo eterogeneo e complicato del web.
Che il banner di Rizzi possa darci nuova carica per i tanti progetti che abbiamo in cantiere nei prossimi mesi. Tanti auguri IL MONDO DI EDU!

giovedì 18 luglio 2013

HEAVY BONE N.1 (RISTAMPA) – ENZO RIZZI (UNIVERSITALIA, 2013)




Heavy Bone è ormai un personaggio che trova meritato spazio in questo blog (potete leggere altre recensioni e interviste qui e qui) vuoi per la sua carica horror/splatter che ci riporta a passioni giovanili mai sopite (non a caso la prefazione al fumetto è opera di Paolo di Orazio), vuoi per i suoi rimandi chiari e puntuali a quell’Horror Rock che su Il Mondo di Edu è ormai di casa.
Dopo ben dieci anni viene ristampato (e direi finalmente!) il primo numero di Heavy Bone per la casa editrice Universitalia ed è opera meritoria e illuminata.
Facciamo un balzo indietro nel tempo e ci ritroviamo agli albori dell’epopea “heavyboniana” quando il truce personaggio "ammazza rockstar" muove i suoi primi passi in quell'inferno di lustrini e morti premature chiamato Rock.
Per chi conosce le storie di Enzo Rizzi sarà un “orrido” ritorno a casa tra musicisti maledetti, suggestioni gotiche, violenza “gore” e estremismi vari degni di un fumetto post moderno.
E poi ci sono loro, le care vecchie rockstar che Heavy Bone manipola e illude prima di portarle verso la sua insaziabile sete di sangue.
Volete qualche nome presente in questo numero? Kurt Cobain, Marylin Manson, Glen Danzig, Henry Rollins e molti altri.
Adoro l’universo parallelo creato da Rizzi dove il sui Zombie/Serial Killer è solo un pretesto narrativo e iconografico per raccontare le sulfuree trame che da sempre accompagnano i fatti più scabrosi dell’universo rock/metal. Rizzi in questo è insuperabile in quanto la sua passione e competenza per il genere è ben nota (e ribadita anche nel lungo articolo in chiusura dell’albo).
Infine le tavole di Heavy Bone, rigorosamente in un catacombale bianco e nero, rendono giustizia a tanto scempio della carne e alla dannazione eterna delle anime che da sempre nutrono l’Hellsound (l’inferno secondo Rizzi).
Chi ha amato “Diabolus In Musica e “ Heavy Bone racconta la storia del Metal” non può assolutamente perdersi questa ristampa che in un certo senso chiude il cerchio della produzione “rizziana”, attendendo nuove storie e soprattutto nuove mattanze.

mercoledì 17 luglio 2013

AGGIUNGERE UN MATTONCINO IN PIU' NELLA CATTEDRALE DELLE STORIE: INTERVISTA A CLAUDIO VERGNANI























Dopo aver recensito più che positivamente il suo ultimo romanzo horror "I Vivi, i morti e gli altri" (Gargoyle, 2013) di seguito vi proponiamo una bella chiacchierata con l'autore emiliano.
Buona lettura.

In sede di intervista ho definito "I Vivi I Morti e gli altri" come "il romanzo più duro e crepuscolare che Vergnani abbia mai scritto nella sua carriera". Sei d'accordo?

Sì, completamente. Ritenevo di essere maturo per quel tipo di storia e di impostazione. Ed era parecchio che volevo cimentarmi con quel genere di atmosfere e con quel tipo di personaggi. Soprattutto ero consapevole di poter finalmente permettermi di avere un protagonista come Oprandi.

Nel libro hai delineato una sorta di catalogo aberrante degli zombi, cosa a mio avviso originale e mai proposta. In tal senso ti consideri anche uno sperimentatore e una ricercatore nell'ambito della narrativa horror?

Sì, il mio intento è sempre quello di aggiungere “un mattoncino” in più nella costruzione della grande cattedrale delle storie. E ci tengo che quel “mattoncino” sia robusto ma anche innovativo. Può essere che in questo ci sia presunzione. Non lo so. Ma di sicuro è l’unico modo in cui so scrivere.

Molti ti avranno già chiesto i motivi del passaggio dalla letteratura vampirica a quella degli zombie. Io invece voglio chiederti se ci sono punti in comune tra questi due filoni oppure ti sei lanciato in un territorio per te inesplorato?

Con il senno di poi, forse avrei dovuto aspettare a proporre questo romanzo. Oggi, è inevitabile che si pensi che voglio cinicamente cavalcare un’onda. E’ quello che penserei anche io. Ma gli zombi, soprattutto cinematografici, mi hanno sempre molto turbato e attratto, e così ho deciso di non attendere oltre. Un grosso rischio, che ho accettato.

Ho definito Oprandi come un eroe "classico", colmo di difetti e incertezze, ma pur sempre eroe, in lotta sia con i mostri della sua psiche, sia con i mostri che infestano le strade. Ti trovi d'accordo con questa definizione o c'è di più? 

Sono d’accordo con la tua affermazione. Certo, sul termine eroe bisogna intendersi. Eroe può essere anche chi si getta nella lotta preso dall'impeto della situazione o dalla paura di non essere all'altezza nel momento più importante della sua vita. Oprandi è il tipo di eroe che non sa di esserlo, in assoluta buona fede. Inizia cercando solo lo scampo e finisce rendendosi conto, quasi in un percorso spirituale, e sia pure nelle peggiori condizioni possibili, che esistono cose ben più grandi di lui e di ciò che accade in quel momento, in quel posto, a lui. Sembra – pur non conoscendolo, immagino – ascoltare e far proprie le celebri parole di Robert Nathan. “Dobbiamo rendere grazie alla tristezza, perché ci insegna la pietà, alla paura, perché ci insegna il coraggio, e al mistero, quando rimane tale”.

Da sempre i tuoi romanzi sono ricchi di riflessioni, citazioni e assonanze letterarie. Vorrei che mi indicassi quali libri (o altro) sono stati per te fonte d'ispirazione per "I Vivi i Mori e gli altri"? 

Ho letto poco di zombi, ma ho visto molti film, Romero in testa, ma anche Snyder (che per qualche motivo è inviso ai più); inoltre mi ha sempre incuriosito la cultura del voodoo, certe atmosfere haitiane, certi culti ancor vivi in qualche sperduto angolo del mondo. La morte è il tabù per eccellenza dell’umanità, e in qualche modo da sempre gli uomini stanno cercando di trovare una via, un compromesso, una formula che la renda meno temibile. Gli occidentali tendono a nasconderla, ma la morte non è la polvere che puoi celare sotto un tappeto.

Ho l'impressione che questo sia il tuo romanzo più sentito, contraddistinto da una non velata critica alla grigia attualità del nostro paese e una presa di posizione politica ben precisa. Da dove nasce tutto questo?

Amarezza, disillusione, e un profondo senso di vergogna rispetto a ciò che viviamo e che ancora vivremo. Non ho nulla da insegnare a nessuno. D’altro canto, cosa si può ancora dire che non sia stato detto e ripetuto fino allo sfinimento? Posso rispondere sottolineando l’ovvio. Stiamo affrontando un momento cruciale nella storia dell’umanità, anche se non è chiaro quanti se ne siano accorti. Per quel che riguarda il nostro belpaese di plastica, posso solo affermare senza mezzi termini che probabilmente mai, nella nostra storia, ci siamo così coperti di vergogna e di disonore. Ma il punto di forza della nostra classe politica è che è in grado di commettere così tante nefandezze e in tempi così rapidi che tutto si fa sfumato, incerto, ambiguo. Non riusciamo a prendere atto di una sconcezza che subito ne saltano fuori due ancora più gravi. Una specie di Idra dalle innumerevoli teste di cazzo. E naturalmente anche essa (la classe politica) tenta di nascondere la morte della quale è la prima responsabile (vedi i tanti suicidi di cui si parla molto poco) nascondendola sotto il tappeto della sua ipocrisia e della sua falsa morale. D’altro canto, la capacità digestiva di noi italiani è proverbiale. Molto maggiore di quella degli zombi, purtroppo. Ma naturalmente, oltrepassato un certo confine (al quale siamo vicinissimi) nessuno è in grado di digerire tutto e per sempre.

Domanda immancabile: i tuoi progetti futuri e se torneranno ancora i vampiri di Modena in qualche modo? 

Forse i vampiri no, ma qualcun altro sì.


venerdì 12 luglio 2013

LA MONACA























Segnalo anche il nuovo numero di Dampyr questo mese in edicola.
Si tratta di un albo ambientato nuovamente nella Napoli misteriosa e notturna che tanti come me amano. Intitolato "La Monaca" è stato sceneggiato dal "napoletanissimo" Claudio Falco e disegnato dal bravissimo Nicola Genzianella.

Sinossi:

Neppure nella morte c’è pace per Agnese Ayala, giovane fanciulla fatta monacare per forza nella Napoli barocca del Seicento, e che ha conosciuto l’amore di un fascinoso Principe dell’Inferno. Ossessionata da una passione che sfida il nulla e l’oblìo, Agnese rivive nella Napoli di oggi per ritrovare il suo amato, e uccide con l’aiuto delle sue consorelle fantasma. Tra lei e l’ultima discendente degli Ayala, sua vittima predestinata, ci sono solo Harlan, Kurjak e il simpatico Don Raffaele... 

Per ulteriori dettagli vi invito a leggere questo interessante articolo

martedì 9 luglio 2013

LA SPLENDENTE REGINA DELLA NOTTE























Come sempre segnaliamo il nuovo romanzo della bravissima e eclettica scrittrice Claudia Salvatori.
Trattasi di un romanzo storico/erotico dedicato alle meravigliose figure storiche di Akhenaton e Nefertiti.
Il titolo del libro, edito da Mondadori, è: "La Splendente Regina della notte".

Sinossi:
Due anime ribelli. Due spiriti affini. Due sovrani in lotta contro le convenzioni del loro tempo. Akhenaton, giovane uomo dotato di una curiosità insaziabile, sacerdote iniziato agli antichi misteri, bellissimo e carismatico, alla morte del fratello si prepara a succedere al trono d'Egitto, a diventare Faraone. Eppure il suo cuore è tutto per una ragazza sconosciuta... La giovane misteriosa si chiama Nefertiti, è nata dalla relazione di un nobile egiziano con una straniera e ha il cuore rosso di collera per il fatto di essere continuamente derisa dalla matrigna e dalla sorella, che nella loro apparente dolcezza nascondono veleni e lame taglienti. Alla disperata ricerca di libertà, Nefertiti si rifugia in una taverna dove incontra il giovane principe in incognito e viene immediatamente rapita dal suo fascino magnetico. Tra loro si scatena subito un'attrazione incontenibile: Akhenaton è talmente inebriato dall'essenza di quella donna, semplice e selvaggia, che la sceglie come sua sposa. Insieme sperimenteranno una profonda intesa spirituale ed erotica, incarneranno il Sole e la Luna, i loro abbracci somiglieranno a quelli di serpenti che si stringono e scivolano l'uno sull'altro con lentezza conturbante, con una voluttà profonda e divina.

Sul blog della Salvatori potete trovare alcuni ottimi articoli di presentazione.
Basta cliccare qui e qui
Buona lettura!