Sinossi
La Disfida di Barletta e Mariano Abignente da Sarno”, sottotitolo “Cavalieri nella leggenda”, di Orazio e Valerio Ferrara, è il resoconto dettagliato, ricavato da documenti storici di prima mano, sulla Disfida di Barletta in cui 13 uomini d'arme italiani, nel lontano 1503, fecero rimangiare ad altrettanti cavalieri francesi le loro oltraggiose offese.
Considerazioni
Orazio Ferrara, autore e ricercatore, concentrato primieramente sulla realtà storica del mio paese, Sarno, da sempre ricco di avvincenti suggestioni legate al passato e di cronache che oscillano mirabilmente tra leggenda e accurata ricostruzione storica, stavolta supera se stesso, riesumando dall’oblio del tempo uno dei più grandi eventi del Medioevo: “La Disfida di Barletta”.
Siamo al tramonto della Cavalleria e delle sue straordinarie imprese. Periodo fulgido dove uomini coraggiosi e puri si stagliano all’orizzonte come esseri mitici, ammantati di un alone di imperitura bellezza e audacia. Ma tutto è destinato in poco tempo a finire. Il nuovo periodo storico reclama nuove barbarie e nuovi leggi e i codici comportamentali da sempre legati alla Cavalleria sono ormai desueti e pian piano relegati al silenzio.
Eppure tredici uomini d’armi, di cui uno, Mariano Abignente, vanta natali “sarnesi”, offesi dalla tracotante superbia degli armigeri francesi durante un banchetto, si appellano al loro orgoglio ferito per ricacciare in gola le parole infamanti di cui è stato oggetto “il popolo italiano” ( ritenuto dai francesi come inaffidabile e pronto al tradimento).
Ettore Fieramosca, invincibile cavaliere che sembra uscito da famoso film di John Boorman “Excalibur” immediatamente organizza la disfida, arruolando dall’esercito aragonese, tredici uomini di ventura tra i più valorosi e capaci. Inutile dire che le gesta di questi prodi uomini d’arme (e la loro grande vittoria), si ritaglieranno un posto d’onore nelle cronache del tempo fino ad arrivare, in forma di leggenda, ai nostri giorni.
Tecnicamente il saggio di Ferrara è ricco di riferimenti storici molto precisi e soprattutto di ricostruzioni oltremodo perfette degli armamenti, degli stendardi e di altre curiosità che non anticipo per non rovinare il gusto della lettura.
In appendice inoltre vengono riportati in maniera integrale alcuni documenti dell’epoca in modo da rendere il lavoro quanto più completo possibile.
Un’occasione da non perdere, non solo per gli aficionado del cavaliere sarnese, la cui monumentale statua svetta imperiosa nella piazza principale del mio paese, ma un modo per rivivere splendidamente l’abbagliante universo della cavalleria.
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