mercoledì 6 ottobre 2010

DANILO ARONA – CRONACHE DI BASSAVILLA ( DARIO FLACCOVIO EDITORE – 2006)

Ho avuto la fortuna di seguire in presa diretta queste cronache dal mondo del paranormale, dell’irrazionale e del perturbante, sul sito di Carmilla on line, dove hanno raggiunto la cifra ragguardevole delle 100 puntate! Racchiuse, in un secondo momento, nel formato cartaceo, questi articoli, diari e resoconti, ad opera del noto autore di Bassavilla, Danilo Arona, possono essere considerati a ben diritto come degni testimoni della grande tradizione della saggistica dedicata a fatti inquietanti e misteri irrisolti.
Titoli come “Fantasmi e Apparizioni” di Andrew Mackenzie (Ed. Mediterranee, 1983) oppure “Visioni, Apparizioni, Visitatori Alieni” di Hilary Evans ( Armenia, 1987), sono compendi di casistiche occulte e esperienze alla “X Files” che ben si adattano all’humus gotico/provinciale (ma come vedremo universale) delineato da Arona nel suo libro. Una indagine seria e approfondita, sul lato oscuro del vivere umano. Quello che raramente riusciamo a scorgere, presi da problematiche tipicamente terrene e a volte, prosaicamente, futili.
Scacciamo subito qualche dubbio di troppo: “Cronache di Bassavilla” non è un ROMANZO.
Ho letto in giro recensioni che parlano di “narrativa dell’orrore”. Niente di più sbagliato.
Chi conosce bene la produzione dell’autore di Alessandria, saprà subito inquadrare i giochi di specchi che si intersecano nella sua narrazione, tra fiction e realtà. Qui si va ben oltre. Arona parte dalla realtà e alla realtà si ferma. Tutto è documentato in modo preciso e puntiglioso.
Se di mistero si deve parlare, allora meglio farlo in maniera chiara, immergendosi nelle acque oscure del male. Una volta risaliti è il “totentanz” dell’incubo.
Il fantasma disperato ( e quindi furioso) di una povera ragazza, investita su una oscura autostrada di provincia ( a Melissa ci arriveremo a breve…).
Strani casi di suicidi giovanili accomunati dallo stesso, desolante, modus operandi che ha come sfondo uno squallido casello ferroviario.
Una presenza (ultraterrena, aliena, demoniaca) che spaventa a morte dei marinai russi.
Succubi da camera da letto e terribili infestazioni carcerarie che abitano il confine tra percezione alterata della mente e visioni metafisiche. Casistica allucinata e allucinante, dove “la quantità di materiali autentici sopravanza largamente l’invenzione dello scrittore”, come dice lo stesso Arona in un’intervista abbastanza recente.
Tiziano Scalvi nella sua opera più nota, il "Dylan Dog" della Bonelli Editore, aveva teorizzato e applicato al contesto fumettistico e narrativo una "Zona del Crepuscolo”, dove le regole del nostro mondo materiale sono travolte da fatti inquietanti e inspiegabili. Arona fa molto di più. Raccoglie in un archivio personale, tutto quello che non può essere elaborato (con precisione) dai sensi umani e vi costruisce attorno la meta-realtà di Bassavilla ( la SUA Zona del Crepuscolo) dove l’invenzione letteraria lascia il posto all’indagine, paurosa e eccitante insieme, dello spettrale e del gotico rigorosamente vero..
E se di spettrale si deve parlare, allora è indispensabile citare Melissa, virus informatico e fantasma iracondo, mito metropolitano e gioco di specchi, che oramai vive e si nutre del confortevole sudario ectoplasmico, creato da Arona. Perché la ragazza bionda, dal giubbotto rosso, non è più un babau affascinante da citare nelle fredde notti alessandrine, davanti ad un camino acceso (M.R. James docet). Almeno non solo.
Dalla tradizione orale dei nostri nonni, fino agli articoli freddi ma agghiaccianti del web, Melissa è la memoria collettiva dell’uomo comune, dove si aggirano ancora spettri disincarnati e paure ancestrali legate a doppio filo con l’ultimo grande mistero del vivere umano: LA MORTE E IL DOPO.

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