Titolo originale: Hesher.
Regia: Spencer Susser
Attori: Joseph Gordon-Levitt, Devin Brochu, Rainn Wilson, Natalie Portman, Piper Laurie.
Usa, 2012
Sinossi
T.J. è un ragazzino a cui è morta da due mesi la madre in un incidente stradale. La vita familiare è stata sconvolta dal decesso: il padre Paul vegeta in depressione in casa e la nonna cerca in qualche modo di accudire i due sopravvissuti. Un giorno però nella vita della famiglia entra Hesher. Capelli lunghi, tatuaggi artigianali sul petto e sulla schiena, volgarità all'ennesima potenza il giovane si installa in casa manifestando un comportamento dagli eccessi del tutto imprevedibili. (My Movies.it)
Considerazioni
Un amico mi aveva consigliato questo film, descrivendolo come una presa di coscienza diversa del cinema americano sul ruolo positivo del “metallaro medio”: niente di più falso!
“Hesher” è retorica allo stato puro, figlia di quella politica mediocre e moralista tipicamente a stelle e strisce che ebbe il coraggio di creare il P.R.M.C. (leggi qui) oltre un ventennio orsono.
Qualcosa sembra (e dico sembra...) essere cambiato, ma l'equazione alla fine è sempre quella: se Hesher è metallaro, Hesher è un disadattato, un violento, un alcolista e chi più ne ha più ne metta. Vive nel degrado e nel caos perché il genere metal evoca ancora questa visione negli intellettuali medio borghesi e post reaganiani. Come sempre non si va oltre lo stereotipo che abbiamo già ampiamente visto in precedenza al cinema. La cosa più raggelante è che per tutto il film si ha la sensazione sgradevole e mortificante di vivere ancora negli anni '80 quando film come “Classe 1999” o “Morte a 33 giri” raccontavano di giovani rockettari che mettevano a ferro e fuoco il (loro) mondo. Peccato che siamo nel 2012 e la cosa, a mio avviso, è alquanto sconfortante per non dire anacronistica.
Il baricentro tematico è oltremodo prevedibile: giovane, capellone, sbandato, senza famiglia che rompe gli schemi asfissianti e borghesi della società(?) americana. Promettente? Macchè...alla fine è sempre la solita macchietta capace di distruggere o autodistruggersi a seconda dei casi.
Le “schitarrate metal” (perché il sottofondo musicale si riduce solo a questo: rumorismo senza compromessi) sono la degna colonna sonora a un personaggio che seppur motivato a mettere a posto le cose in una famiglia sull'orlo dell'abisso, non fa nulla per sdoganare il "metallaro" al morigerato pubblico americano.
Hesher è molto più affine all'inconsistenza becera di “Fusi di testa” (con un tocco drammatico perché la crisi incombe su tutti noi e si ride e si scherza fino a un certo punto...) che a “School Of Rock” o “Detroit Rock City” che almeno divertivano senza pretesa di critica sociale (ma quale critica!?).
Un tuffo nel passato, atterrando in un mare magnum di stronzate e luoghi comuni.
Pessimo è dire poco...
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