Titolo: Il 18°Vampiro
Gargoyle Books editore
Gargoyle Books editore
544 pagine, 14 euro
- Desperate Vampire Hunters -
Nell’ultimo periodo siamo stati abituati un po’ a tutto in tema di Vampiri.
Dagli Harmony in salsa Horror della Mayer fino a brutte riproduzioni in carta copiativa (ultra insozzante) del Dracula di Stoker ( Vero Kalogridis?) oppure di Io sono leggenda di Matheson.
Insomma delle gran rotture di balle per il lettore sufficientemente smaliziato.
In un clima simile era molto difficile trovare la chiave dell’originalità e sbaragliare la tanta ( ENORME) concorrenza di scrittori dediti ai non-morti.
Claudio Vergnani, autore Padano ( terra di nebbie e misteri come direbbe qualcuno…) ha saputo incarnare quel detto popolare che per sommi capi dice:” Sono sempre i più piccoli quelli dotati di maggior coraggio”.
Una massima che già da sola spiega il successo del “18° Vampiro”.
E che ben si addice a personaggi come Claudio ( Alter Ego letterario dell’Autore), Giorgio, Vergy, Gabriele, l’Amica etc.
Cacciatori di Vampiri “disperati” a cui la vita di tutti i giorni ha già dato una bella mazzata sulle gengive.
Disoccupazione, solitudine, depressione, cinismo, paura di vivere, di amare, di essere semplicemente accettati.
Non è un azzardo affermare che il romanzo di Vergnani potrebbe reggersi in piedi anche senza il fattore sovrannaturale vampiri.
I suoi protagonisti sono tremendamente attuali, in una maniera quasi brutale, sprigionando sensazioni di continuo disagio a cui il lettore difficilmente potrà sottrarsi o rendersi indifferente.
Scelgono la strada dell’orrore perché anche i mostri sono meglio dei “soliti” problemi di tutti i giorni.
Uno spaccato catartico di inquietudini sociali, di lavori che “non valorizzano l’uomo” (ma lo rendono solo più schiavo, più vuoto), di sfiducia verso le istituzioni, di egoismo disincantato ( “ognuno pensa al suo culo”, direbbe Vergy, uno dei personaggi migliori, delineati da Vergnani), di morte come fine di ogni sofferenza.
Citando Umberto Eco: “Nulla infonde più coraggio al pauroso della paura altrui”.
Se non è uno spaccato vivido della “fottuta” Italia questo, allora esistiamo in un Matrix di facezie e porcherie assortite.
E i Vampiri sono qui per darci una bella scrollata.!
Vergnani è fin troppo chiaro su questo…
Il Romanzo, può essere idealmente diviso in tre parti significative:
la prima introduce i personaggi, le loro peripezie e la scelta ( tutta personale) di diventare cacciatori di Vampiri.
Questi ultimi sono per lo più delle ombre innocue simili ai morti sepolti di E.A Poe.
Solo putrefazione infestante e null’altro.
Nella seconda parte tiene banco il viaggio a Corsano ( una sorta di Zona del Crepuscolo Padana) dove i nostri percorreranno il loro viaggio iniziatico verso una dimensione d’incubo.
E ovviamente ne torneranno devastati nello spirito ma soprattutto nella carne.
L’ultima parte è l’Apocalisse Vampirica.
Molto poetica nella sue inevitabile durezza, si caratterizza per il prevalere visionario di due colori opposti: il bianco opaco della neve e il rosso acceso del sangue.
Nel mezzo la fine annunciata di una civiltà già in decadenza.
E i mostri ( vivi e morti) si confondono in un crescendo di violenza cieca e di oblio.
I morti:
Grimjank il maestro dei vampiri di Corsano e principale antagonista dei nostri è un personaggio talmente inquietante nella sua postura surreale e a tratti ironica che si ritaglia uno spazio di curiosità a attesa spasmodica nel lettore.
Oracolo muto, essere crudele ma indifferente, manichino annoiato e supponente risveglia nel vuoto della coscienza di Claudio & company, il desiderio di vendetta.
Anche la loro tattica di guerra è tipicamente “italiana”: un passo avanti, due indietro e tacchi in spalla se il pericolo è troppo incombente.
Insomma Vergnani ha il pregio di aver parlato di noi attraverso una storia di fantasia.
Claudio con i suoi dubbi esistenziali assomiglia terribilmente al nostro io nascosto.
Vergy è il nostro vicino di casa spaccone e sciupa femmine.
L’Amica è la donna che non potremo mai avere.
Gabriele il giovane che vive alla giornata accontentandosi di quello che ha.
Intorno a loro l’inferno e il coraggio ( di nuovo il concetto base di tutto il 18° Vampiro) di affrontarlo di petto e non di spalle.
Più che La solitudine dei numeri primi è Il 18° vampiro il libro rivelazione sulla desolazione del nostro vivere quotidiano.
E le ombre della notte sono meno minacciose di quanto pensiamo…
- Desperate Vampire Hunters -
Nell’ultimo periodo siamo stati abituati un po’ a tutto in tema di Vampiri.
Dagli Harmony in salsa Horror della Mayer fino a brutte riproduzioni in carta copiativa (ultra insozzante) del Dracula di Stoker ( Vero Kalogridis?) oppure di Io sono leggenda di Matheson.
Insomma delle gran rotture di balle per il lettore sufficientemente smaliziato.
In un clima simile era molto difficile trovare la chiave dell’originalità e sbaragliare la tanta ( ENORME) concorrenza di scrittori dediti ai non-morti.
Claudio Vergnani, autore Padano ( terra di nebbie e misteri come direbbe qualcuno…) ha saputo incarnare quel detto popolare che per sommi capi dice:” Sono sempre i più piccoli quelli dotati di maggior coraggio”.
Una massima che già da sola spiega il successo del “18° Vampiro”.
E che ben si addice a personaggi come Claudio ( Alter Ego letterario dell’Autore), Giorgio, Vergy, Gabriele, l’Amica etc.
Cacciatori di Vampiri “disperati” a cui la vita di tutti i giorni ha già dato una bella mazzata sulle gengive.
Disoccupazione, solitudine, depressione, cinismo, paura di vivere, di amare, di essere semplicemente accettati.
Non è un azzardo affermare che il romanzo di Vergnani potrebbe reggersi in piedi anche senza il fattore sovrannaturale vampiri.
I suoi protagonisti sono tremendamente attuali, in una maniera quasi brutale, sprigionando sensazioni di continuo disagio a cui il lettore difficilmente potrà sottrarsi o rendersi indifferente.
Scelgono la strada dell’orrore perché anche i mostri sono meglio dei “soliti” problemi di tutti i giorni.
Uno spaccato catartico di inquietudini sociali, di lavori che “non valorizzano l’uomo” (ma lo rendono solo più schiavo, più vuoto), di sfiducia verso le istituzioni, di egoismo disincantato ( “ognuno pensa al suo culo”, direbbe Vergy, uno dei personaggi migliori, delineati da Vergnani), di morte come fine di ogni sofferenza.
Citando Umberto Eco: “Nulla infonde più coraggio al pauroso della paura altrui”.
Se non è uno spaccato vivido della “fottuta” Italia questo, allora esistiamo in un Matrix di facezie e porcherie assortite.
E i Vampiri sono qui per darci una bella scrollata.!
Vergnani è fin troppo chiaro su questo…
Il Romanzo, può essere idealmente diviso in tre parti significative:
la prima introduce i personaggi, le loro peripezie e la scelta ( tutta personale) di diventare cacciatori di Vampiri.
Questi ultimi sono per lo più delle ombre innocue simili ai morti sepolti di E.A Poe.
Solo putrefazione infestante e null’altro.
Nella seconda parte tiene banco il viaggio a Corsano ( una sorta di Zona del Crepuscolo Padana) dove i nostri percorreranno il loro viaggio iniziatico verso una dimensione d’incubo.
E ovviamente ne torneranno devastati nello spirito ma soprattutto nella carne.
L’ultima parte è l’Apocalisse Vampirica.
Molto poetica nella sue inevitabile durezza, si caratterizza per il prevalere visionario di due colori opposti: il bianco opaco della neve e il rosso acceso del sangue.
Nel mezzo la fine annunciata di una civiltà già in decadenza.
E i mostri ( vivi e morti) si confondono in un crescendo di violenza cieca e di oblio.
I morti:
Grimjank il maestro dei vampiri di Corsano e principale antagonista dei nostri è un personaggio talmente inquietante nella sua postura surreale e a tratti ironica che si ritaglia uno spazio di curiosità a attesa spasmodica nel lettore.
Oracolo muto, essere crudele ma indifferente, manichino annoiato e supponente risveglia nel vuoto della coscienza di Claudio & company, il desiderio di vendetta.
Anche la loro tattica di guerra è tipicamente “italiana”: un passo avanti, due indietro e tacchi in spalla se il pericolo è troppo incombente.
Insomma Vergnani ha il pregio di aver parlato di noi attraverso una storia di fantasia.
Claudio con i suoi dubbi esistenziali assomiglia terribilmente al nostro io nascosto.
Vergy è il nostro vicino di casa spaccone e sciupa femmine.
L’Amica è la donna che non potremo mai avere.
Gabriele il giovane che vive alla giornata accontentandosi di quello che ha.
Intorno a loro l’inferno e il coraggio ( di nuovo il concetto base di tutto il 18° Vampiro) di affrontarlo di petto e non di spalle.
Più che La solitudine dei numeri primi è Il 18° vampiro il libro rivelazione sulla desolazione del nostro vivere quotidiano.
E le ombre della notte sono meno minacciose di quanto pensiamo…