Stephen Gunn ( alias Stefano Marino) è una colonna portante della collana Segretissimo Mondadori.
Un autore capace di costruire con fantasia e perseveranza una saga avventurosa/spionistica tre le più seguite in Italia dal pubblico di genere.
Tiro all’Italiana però cambia le coordinate dell’action targato Stephen Gunn.
Non più i torridi deserti iracheni o l’inferno della guerra in Corea.
Il baricentro cambia totalmente, spostandosi finalmente nella Milano dove l’Autore vive e lavora. Curioso il fatto che Di Marino dopo tanti anni di “fuga all’estero”, abbia finalmente deciso di ambientare una sua storia ricca di adrenalina all’ombra del Duomo.
Magari glielo domanderemo a breve…
Vi basti sapere che Stefano lo fa con la decisone e la tranquillità di chi quella giungla d’asfalto, fatta di strade ombrose e locali malfamati, l’ha conosciuta da vicino.
Ovviamente sceneggiando una storia in Italia, non poteva assolutamente ignorare la deriva storico/politico/sociale che negli ultimi anni sta infestando il capoluogo meneghino, che è poi un riflesso dell’intera nazione.
Chance Renard stavolta dovrà vedersela con una nidiata di criminali nostrani affiliati a strani giri di soldi sporchi dove politici corrotti, poliziotti generosi ma poco furbi, militari sanguinari dell’ex Jugoslavia, borghesi benestanti dall’anima nera come la pece e prostitute più coraggiose di un qualsiasi sbirro di strada ( con annesso trans “gola profonda” preso pari, pari dalla cronaca contemporanea) si susseguono in un vortice di sparatorie e vendette, ritorsioni e segreti da difendere con la canna della pistola puntata direttamente alla nuca.
Lo stile di scrittura, solido, diretto, privo di fronzoli e molto, molto enfatico completano il quadro di un romanzo altamente cinematografico.
Prendete le suggestioni nebbiose e ciniche di Milano Nera, il film/inchiesta di Gian Rocco e Pietro Serpi, mischiatelo con una sana dose di violenza e ironia tipiche del “poliziottesco all’italiana” , una bella manciata di action movie moderno sparato a velocità supersonica, una spruzzata di Scerbanenco e otterrete la “Milano Violenta” narrata da Di Marino.
Siamo lontani dalla fredda e precisa cronaca letteraria di Giuseppe Genna con il suo ispettore Lopez.
In Tiro all’ Italiana , non c’è tempo per valutare il grado del male, il suo squallore, il suo lato oscuro.
Qui è tutto movimento, è tutto rock.
Ad un’azione precisa ne consegue un’adeguata reazione.
Questa la formula base attraverso la quale la Gangland di Stephen Gunn, entità che vive di emanazione propria, assume un’identità precisa: quella del “chi spara per primo sopravvive, chi ci pensa troppo, muore”.
Tiro all’Italiana è il classico libro che va letto tutto di un fiato durante una serata scarica.
Vi saprà mettere il pepe al culo e divertirvi a dovere.
Una valida alternativa ad un film d’azione al cinema?
Credo proprio di sì…
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