martedì 20 aprile 2010

DANILO ARONA, DANIELA CATELLI – L’ESORCISTA. IL CINEMA, IL MITO ( FALSOPIANO - 2003)

SINOSSI
Il primo libro in assoluto dedicato al ciclo completo de “L’esorcista”, compreso anche il quarto e travagliatissimo “The Beginning” in lavorazione. “Dietro un grande film c’è sempre una grande epoca, il che non vuol dire necessariamente un’epoca felice e illuminata. Il primo film di Friedkin nacque da un decennio di turbolenze politiche e sociali, e rivederlo oggi, dopo trent’anni, adesso che il terzo millennio è arrivato tra gli orrori delle pulizie etniche e delle guerre ‘inevitabili’, fa l’effetto di un’opera profetica che, come scriveva Kafka parlando dei propri scritti, ha concentrato in sé il negativo del suo tempo.” Accanto a Danilo Arona, ecco Daniela Catelli, saggista e critica cinematografica, autrice della prima monografia italiana su William Friedkin.

CONSIDERAZIONI
Non so perché, ma quando ho finito di leggere questo avvincente saggio ad opera di Danilo Arona ( chi frequenta il mio blog lo conosce fin troppo bene) e Daniela Catelli (saggista e critica cinematografica) sul film che più di tutti ha raccontato il Male ( con la M maiuscola), ho subito pensato alla reazione mediatica ( scomposta ed eccessiva) che ha incontrato una porcheria come PARANORMAL ACTIVITY.
Un filmino amatoriale che riprende in pieno alcuni canovacci stilistici dell’ Esorcista ( la stanza da letto da sempre luogo di eventi inspiegabili e al limite, la possessione notturna, l’infestazione diabolica) trasportandolo nel nuovo millennio con una carica trash che rispecchia in pieno il periodo storico in cui viviamo.
Ecco la differenza fondamentale:
PARANORMAL ACTIVITY racconta il Male ma non se ne appropria, lo lascia lontano, invisibile, inspiegabile e al limite del grottesco.
L’ESORCISTA, come ben scrivono i due autori, è il Male.
E’ un simbolo oscuro e metafisico che tra mille anni infesterà ancora le nostre coscienze ( come del resto è sopravvissuto Pazuzu, il demone mesopotamico tanto “amato” da Arona).
Linda Blair posseduta dal diavolo è un totem orrorifico e archetipico che mai conoscerà l’oblio.
William Friedkin è il cineasta che insieme a Carpenter ( e pochi altri..), immergerà le mani e il viso attraverso il velo della superstizione e della spiritualità sofferta, afferrando un seme che ormai ha posto radici solide nel terreno della perversa modernità.
William Peter Blatty ( come Morgan Perdinka, autore/protagonista/medium del romanzo di Arona, L’Estate di Montebuio, Gargoyle 2009) è il mezzo attraverso il quale una dimensione “altra” può influenzare gli eventi dell’aldiquà e in un certo modo plasmarli a sua immagine e somiglianza.
Parliamo del saggio:
il duo Catelli/Arona analizza e seziona in maniera chirurgica tutte le vicissitudini, le tecniche espressive, le curiosità le leggende (nere) e i pareri sorti a seguito della pubblicazione del film cult degli anni 70 fino a darne una compiuta interpretazione alla luce di una sensibilità e una laicità del tutto attuale.
Non ci sono cali di tensione.
E’ un libro che va letto e assimilato in un solo colpo, senza forzature o sovra impalcature di stile.
L’ESORCISTA e le dinamiche che hanno portato il film all’alone di leggenda che tutt’ora sopravvive, sono sempre al centro del discorso.
L’analisi del lavoro di Friedkin, attenta e appassionata.
E’ un libro di cinema che va oltre la critica dura e pura.
E’ un attestato di stima verso un’opera che ha saputo raccontare in scarse due ore: il dolore della perdita di una madre da parte di un figlio, la fede dubbiosa e sofferta verso un Dio invisibile e poco attento, la materiale presenza del Male che sia metafisico ( diavoli e demoni vari) che terreno ( follia e delirio) è da sempre una costante del vivere moderno, e soprattutto la presenza di un’istituzione religiosa che attraverso i suoi discussi ( oggi più che mai) rappresentati ha guardato ( e scalciato) troppo nell’abisso, per poterne essere immune.
Saggio di sfolgorante attualità che racchiude ancora un seme di quell’inquietudine epidermica che solo chi ha visto il film può raccontare.
E Danilo Arona e Daniela Catelli lo hanno fatto…

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