mercoledì 21 luglio 2010

AN OLD REVIEW RELOADED: MESSIAH, "ROTTEN PERISH" (NOISE -1992)

- Il mondo dei vivi e quello dei morti. -

Il 18 Aprile 1857 Allan Kardec (pseudonimo di un famoso filosofo francese) pubblica un libro che getterà le basi di un fenomeno alquanto controverso e misterioso: il comunicare con il mondo dei morti, detto anche "Spiritismo".
Titolo: “Il libro degli spiriti.”

Nel 1992 una Death Metal Band svizzera denominata Messiah, con alcuni buoni album all’attivo, riprende alcune di quelle teorie creando uno dei dischi più intensi della storia del Metal estremo: “Rotten Perish.”

Il chitarrista/fondatore Remo Broggi non è il classico giovane musicista interessato al lato leggero del mestiere di strumentista. Tutt'altro! Si interroga sui grandi temi della vita e della morte e affascinato dalle teorie spiritiste e trascendenti crea un Concept destinato a far discutere negli anni a venire.
L’intro del disco, intitolato “Prelude: act of faith” è qualcosa di totalmente avulso alla moda imperante del Death Metal anni 90, fatto di sinfonie oscure e invocazioni al demonio.
La voce di un bambino (quasi un angelo) supportata da un arpeggio tra i più struggenti mai ascoltati introduce i vari personaggi, con le loro(tristi)storie e la loro ascensione verso una dimensione divina? Forse…la copertina sembra eloquente in proposito.
Eppure la band gioca col dubbio che è poi quello di qualsiasi essere vivente su questa terra: dopo un’esistenza di sofferenze, orrori, crudeltà, ansie, che cosa ci attende oltre la soglia della vita terrena?
“For those wo will fail” è un manifesto di rabbia e delusione in salsa Death/Thrash:
“God created a world, a world of injustice, a world of distrust. He created humans, humans of prejudice, humans with selfish-ness. He forgot the justice, justice of humanity, justice of equali-ty. You created our faults, pain in our bodies, weakness of our brains”.
”Living with a confidence” sono i pensieri intimi e terribili di una persona che sa di dover morire.
Il refrain centrale lascia inevitabilmente il segno ma tutto il pezzo è imbevuto di trascendente (alta) ispirazione. “Raped Bodies” è l’evoluzione oscura di uno spirito inquieto che inevitabilmente conoscerà l’omicidio e il sangue. Quale destino ci sarà per le sue pene e i suoi peccati?
L’album si abbevera anche di oasi di serenità e pace come”Lines of a thought man” con i suoi arpeggi dal sapore ancestrale.
Ma il Death Metal (invero tecnicissimo e ricco di cambi di tempo) ritorna prepotente con “Condemned cell”: di nuovo la rabbia e la violenza di un’anima lacerata da una vita di sofferenze e il desiderio di un’esistenza “altra”.
“Anorexia Nervosa”, “Deformed creatures”, “Alzheimer’s disease”, sono una trilogia Thrash/Death venata di invenzioni Prog e dai temi che (già dai titoli), risultano asfissianti e discutibili.
“Ascension of a divine ordinance” è l’epilogo concettuale/musicale dei Messiah.
"But will this be the ascension?Will there be a light?Will there be our lord of heaven? "Ai vivi non è dato saperlo…

Recensione pubblicata originariamente sul sito di Debaser:http://www.debaser.it/recensionidb/ID_29302/Messiah_Rotten_Perish.htm

Una bella interivsta ai Messiah a questo link:
http://www.metal-rules.com/interviews/messiah.htm


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