sabato 31 luglio 2010

FORZA D'URTO - CRAIG R. BAXLEY (1991)

Titolo originale : Stone Cold
Regia: Craig R. Baxley
Attori: William Forsythe, Lance Henriksen, Brian Bosworth
Genere: Action
Anno: 1991

Sinossi
Mentre il poliziotto Joe Huff è in un supermercato, avviene una strage da parte di un gruppo di malviventi armati. Joe, sebbene sospeso dal servizio per insubordinazione, risponde al fuoco, uccidendo la maggior parte dei balordi. L'FBI, impressionata dal suo stile, lo costringe a infiltrarsi nella banda di motociclisti detta “La Fratellanza”, colpevole di diversi omicidi. Comincia una caccia spietata...

Considerazioni
Brian Bosworth è un nerboruto giocatore di football americano con una discreta carriera nella NFL.
Non ha fatto corsi di recitazione né frequentato teatri o altri palcoscenici, affinando la sua esigua arte espressiva. Però ha dalla sua una fisicità prorompente, un ghigno da yankee strafottente ma simpatico e ovviamente il portamento adatto per essere scagliato di qua e di là tra auto in fiamme e sparatorie da far impallidire lo Swarzy di “Commando”.
Di lui, non poteva non accorgersene Craig Baxley, regista votato all’action più puro e all’intrattenimento esagerato e fracassone.
Dopo il singolare “Arma non convenzionale” (1990) con protagonista un alieno/spacciatore/assassino seriale e un Dolph Lundgren quasi espressivo, e il trascurabile “Action Jackson” (1988, con un Carl Weathers troppo addomesticato e tenero rispetto all’antagonista/lottatore/sbruffone di “Rocky I e II” o il colonnello doppiogiochista di “Predator”), Craig passa al poliziesco con una classica storia di violenza e sovversione, di eroi solitari e incompresi e di una società oramai allo sbando.
“La Fratellanza”, setta di motociclisti con mire apocalittiche e sanguinarie ( obbiettivo apparente un governatore locale, il fine ultimo la distruzione totale di un sistema già corrotto fino alle ossa), capitanata dal prode e sempre affascinante Lance Henriksen, è solo la metafora di un desiderio sempre evidente dell’autore americano di stravolgere una società, descritta inevitabilmente come alla sbando. Quasi un mondo post atomico se non fosse che un briciolo di legge e di ordine esiste ancora.
Il protagonista/sportivo delineato da Baxley è totalmente in antitesi con quanto fatto da Carpenter nel film “Essi vivono” (1988). Roddy Piper (allora lottatore di Wrestling molto noto) non viene utilizzato per le sue doti di gladiatore del ring e inserito in un contesto di azione e reazione tipico dell’action. Carpenter ha ben altro in mente. I muscoli non servono a niente. In un universo fittizio di manipolazione e controllo creato da una civiltà aliena ( in tal caso metafora del potere dei media), la fisicità è un mezzo inutile. Quando la mente è stata catturata e ricodificata, il corpo è solo un involucro vuoto. La prestanza fisica un’arma inutilizzabile. Non a caso si ha sempre l’impressione che Piper possa finalmente ( per lo spettatore…) risvegliarsi e rompere qualche “grugno” alieno, cosa che poi ovviamente non accade.
Siamo lontani dall’alieno crudele e indefettibilmente “umano” di “Arma non convenzionale”.
Il mondo criminale creato da Baxley non è complesso e ambiguo come quello di Carpenter.
È il cinema di inizio anni 90 votato a scioccare l’ascoltatore, a proiettarlo in uno stato di eccitazione ed euforia quasi “alterata” ( ricordate la droga che cerca l’alieno Talec con lo slogan “Io vengo in pace”: è l’endorfina…appunto!).
Baxley ci riesce in pieno, armando una tonnellata di pistole e mitragliatori e demolendo e incendiando un centinaio di auto e moto. Il poliziotto Huff fa il resto, facendo quello che sa fare meglio: menare le mani e tirare il grilletto. Tutto il resto è qualche battuta agghiacciante e poco altro.
Dulcis in fundo una colonna sonora totalmente rock retrò con brani di Saigon Kick, Cryer e Wire Train.
E come dice il saggio: ne rimarrà solo uno!

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