Attori: Johnny Depp, Lance Henriksen, Gary Farmer, Alfred Molina, Crispin Glover.
Genere Weird Western, b/n - USA 1995.
Sinossi
William Blake, giovane contabile, viaggia in treno da Cleveland (Ohio) a Machine (Arizona) alla ricerca di un impiego. Ucciso un uomo per legittima difesa, fugge braccato dai cacciatori di taglie. L'aiuta il pellerossa Nessuno, convinto che egli sia l'omonimo poeta inglese.
Considerazioni
Prendete un film western. Ammantatelo di un’aurea mortifera, ben evidenziata dal colore bianco e nero della pellicola. Spolpatelo fino all’osso, eliminando ogni intreccio narrativo o peculiarità care al genere, e infine evidenziate gli aspetti più singolari, violenti e spirituali del mito della frontiera e capirete solo in parte l’opera di Jim Jarmusch.
Un viaggio iniziatico tra la conoscenza dei segreti più nascosti dell’esistenza umana, legati alla caducità del vivere quotidiano e alla (ri)scoperta di una dimensione spirituale legata fortemente alla natura più selvaggia e incontaminata.
Per i lettori più attenti del mio blog non si tratta di temi sconosciuti.
Qualcosa del genere lo abbiamo già toccato con mano nel capolavoro assoluto del cinema nordico “Valhalla Rising”.
Cambiano gli sfondi (o quasi) ma il messaggio rimane identico: l’uomo civile ha perso il contatto con la parte più profonda del suo animo, corrotto dai bisogni terreni o da false ideologie.
L’unico modo per (ri)scoprire se stesso è attraverso la violenza e il contatto ravvicinato con il sangue e la morte. Solo così (il grande) spirito si risveglia dal lungo torpore e può abbracciare la piena consapevolezza delle cose
Johnny Depp si immedesima a fondo in questo viaggio ai limiti della conoscenza, interpretando un bonario impiegato che per una serie di vicende sfortunate, si trasforma in uno spietato fuorilegge che recita poesie di William Blake mentre ammazza i suoi persecutori.
OGNI NOTTE E OGNI MATTINA
NASCONO ALCUNI ALLA ROVINA
OGNI MATTINA E OGNI NOTTE
NASCONO ALCUNI AL SOAVE DILETTO
NASCONO ALCUNI AD INFINITA NOTTEUna violenza cieca, strampalata, sbeffeggiante eppure poetica e sognante, che ha il fascino del cinema indipendente e la forza espressiva della grande letteratura americana.
Tantissimi sono i personaggi bizzarri che il protagonista troverà sulla sua strada verso la fine.
Un indiano dal nome omerico: “Nessuno”. Perché il suo popolo lo considera come “colui che parla ad alta voce senza dire niente”. Quanto ce ne sono intorno a noi di "Nessuno"? Parecchi…
Nessuno però ha un compito al di sopra delle sue sterili nomee: è il Caronte indiano. Colui che traghetta l’impiegato/assasino/assassinato verso il fiume dell’aldilà ( che nel film però è un mare paludoso e grigio).
In questo pellegrinaggio verso il mondo dei morti troveranno un Iggy Pop travestito da pericolosa megera ( retaggio di favole infantili?), Lance Henriksen, cacciatore di taglie che si ciba dei suoi simili come un mostro mitico ( abbiamo parlato di Omero, no?), Alfred Molina, predicatore infervorato da Dio che anela alla taglia del bandito e così via.
Tra Castaneda e Jodorowsky, tra cinema d’introspezione e una sorta di fumetto allucinato, Dead Man è “strano West”. Una frontiera che va oltre i cactus e la guerra tra indiani e cowboy per portarvi dritto nel cuore del "Grande Spirito" che, dietro la pelle di un uomo qualsiasi, cela il volto scheletrico e putrefatto della morte.
Dulcis in fundo soundtrack scritta appositamente da Neil Young.
Tra le cose migliori mai fatte per il cinema.
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