Dal quotidiano Repubblica, 23 Marzo, 2007
"Il rock? Musica per cervelloni e i migliori ascoltano il metal"
Uno studio della Società inglese di psicologia presentato ieri all' Università di York ha dimostrato che più si è intelligenti e più la musica si fa dura, anche molto dura. Negli stili di vita dei ragazzi con un quoziente di intelligenza particolarmente alto, per la grande maggioranza dei 1057 giovani del campione tra gli undici e i diciotto anni, le scelte musicali si rivolgono prevalentemente al rock (39% e il 14% è per l' heavy metal), seguito a grande distanza dal pop (14%).
La notizia è vecchia di un anno ma ha aperto un solco.
Le persone che ascoltano musica robusta non sono esseri inferiori col cervello in pappa (vedi il programma di MTV Bevis & Butthead proposto negli anni '90) ma persone intelligenti che sfogano le loro frustrazioni quotidiane, non guardando Amici in tv, ma interessandosi ad uno stile di musica quantomai complesso e ricco di suggestioni letterarie.Del resto non è nemmeno una novità assoluta in quanto negli anni passati un autore italiano, il giornalista di Metal Hammer Luca Signorelli, aveva stigmatizzato nel suo noto saggio "L'Estetica del Metallaro", la capacità degli ascoltatori del rock duro di "porsi domande enormi rispetto ai loro coetanei, pur non avendo sempre i mezzi adatti per poter rispondere".
Ben venga, quindi un articolo del genere, con l'augurio che finalmente possa fare un po' di chiarezza su una delle scene musicali da sempre bersaglio di scoraggianti moralismi e accuse spesso infondate.
Nessun commento:
Posta un commento