Lothlórien: Oniriche suggestioni in note
Tutte le persone che mi conoscono ( e sono tanti!) ben sanno la mia enorme passione per la musica, soprattutto quelle più nascosta e fieramente Underground.
Eppure, quando in un caldo e afoso pomeriggio di agosto, a pochi passi dal noto locale della “Movida Salenitana” Winner Garden, il cantante/ chitarrista dei Lothlórien, Lucio Auciello, mi ha consegnato con un sorriso solare e contagioso il loro primo e per ora unico cd autoprodotto, ho provato un’emozione fortissima, travolgente.
Avevo tra le mani la passione, il sudore, il sacrificio di quattro giovani coetanei, autori ed esecutori della propria arte musicale e di conseguenza sentivo tutto il peso e la pressione che questa situazione comportava.
Fortunatamente le parole gentili di Lucio “Grazie, ci basta anche un solo trafiletto…” me lo hanno reso subito simpatico e nello stesso tempo hanno sbaragliato ogni mia incertezza.
La loro grandiosa musica ha fatto il resto ma in tal caso vi rimando alla recensione presente su questo stesso numero.
Forse Lucio non credeva nemmeno che volessi intervistarlo sul serio quel pomeriggio d’estate e invece ecco a voi il resoconto di una chiacchierata sul lato umano e artistico dei nostri con l’apporto prezioso del bassista Gennaro Galise:
Salve ragazzi. Iniziamo a far conoscere ai lettori la storia dei Lothlórien…
LUCIO: il gruppo è nato alla fine degli anni ’90, tra i banchi del liceo, ed è riuscito ben presto a superare le ingenuità e le inesperienze di ogni musicista alle prime armi, grazie al lavoro continuo e alla volontà di migliorare. Da allora ci sono stati vari cambiamenti nella formazione, fino all’attuale quartetto composto da me (voce e chitarre), Gennaro Galise (basso), Ilario d’Amato (pianoforte, organo, synth e voce) e Mario Villani (batteria, percussioni, effetti e rumori).
E’stato difficile produrre il vostro primo cd? Siete riusciti a trovare un contratto discografico visto che siete ancora una band emergente?
LUCIO: Entrambe le demo registrate in studio (Zapping Sound del bravissimo Salvatore Salierno, a Nocera Inferiore) sono state autoprodotte. In questi anni abbiamo ricevuti diversi contatti da etichette, ma per ora non abbiamo trovato ancora una situazione convincente. Stiamo lavorando per cercare qualcosa di più concreto con i nuovi lavori.
Quali sono le vostre influenze italiane e straniere? Come descriveresti il vostro sound?
LUCIO: io non amo le etichette dei generi musicali (e non solo): sono comode per una questione di punti di riferimento, ma quando si parla di un gruppo o di un artista realmente valido, si parla di musica e basta. Per questo preferisco rispondere nel modo più semplice: noi siamo un gruppo rock, s’intenda nel senso più esaustivo possibile. I nostri ascolti vanno dal grande rock degli anni ’70, inglese, italiano e americano, alla scena di Seattle degli anni ’90, così come al rock italiano. Poi ognuno ha delle inclinazioni particolari, dal rock classico, al blues, al progressive, al cantautorato, al jazz...
GENNARO: le mie influenze sono molto varie e abbracciano i generi piu’ disparati,comunque negli ultimi tempi ho ascoltato molto il rock-progressive ed in particolar modo i grandi del passato(Yes,King Crimson,P.F.M.,ecc..). Ne ho apprezzato molto sia le doti tecniche,che la voglia di far “progredire” il rock e di affrancarlo dalle sue radici blues.
Per quanto riguarda il nostro sound, non amo molto le classificazioni di genere,comunque, per quello che oggi può valere la parola,credo che il nostro stile sia rock. Ad ogni modo quello che a noi interessa è fare musica cercando di utilizzare una composizione mai banale e scontata, e di curare molto sia i testi che gli arrangiamenti.
Il monicker Lothlòrien fa riferimento allo scrittore Tolkien e al suo capolavoro ”Il Signore degli Anelli”. Visto che siete una band fortemente influenzata dalla musica degli anni 70 vi sentite, in qualche modo, dei prosecutori di quel connubio rock/ letteratura che era presente, con successo, in band dei 60/70’ come H.P. Lovecraft o High Tide oppure si tratta di una causalità?
LUCIO: in realtà, la scelta del nome è legata a delle suggestioni che avevo quando lessi quel romanzo tanti anni fa, molto prima che arrivassero i Lothlòrien. Quando cominciammo a suonare lo proposi agli altri membri, e piacque perchè era un nome molto particolare, e piuttosto evocativo. La letteratura è per me un punto di riferimento importante, ma non è l’unica componente dei testi che scrivo: il mio vissuto, le mie riflessioni, le mie suggestioni, assieme alle mie letture costituiscono il materiale primo della mia scrittura.
Continuando il discorso indicami un cd e un libro che ti hanno colpito recentemente. Stuzzichiamo un po’ i lettori…
LUCIO: di recente sto ascoltando uno dei pochi gruppi rock realmente validi che ci sono in giro, i The Mars Volta, mi piace il loro eclettismo, la loro grande capacità tecnica e artistica, il loro stare fuori dalle mode e dalle tendenze attuali, il coraggio di una scelta artistica controcorrente, e di una scelta musicale non certo di grande pubblico, ma di grande qualità. Ho finito di leggere da pochi giorni “Il castello”, di F. Kafka ( Ottima scelta! ndA.), un romanzo che mi ha lasciato un segno importante, forse anche dovuto al periodo che sto vivendo.
GENNARO: recentemente ho avuto modo di apprezzare l’ultimo album di Moltheni “Toilette Memoria”. Mi hanno da subito impressionato i testi ,molto suggestivi, e le atmosfere ,ricercate e soffuse,che è riuscito a trasmettermi attraverso le musiche. Ho da poco finito di leggere “Il primo dio” di Emanuel Carnevali,uno scrittore quasi sconosciuto al grande pubblico,ma non per questo meno importante, che ha avuto il destino di un “poéte maudit”. Si tratta di un romanzo di grande intensità,carico di immagini,di sogni e di angosce, un’autoritratto di uno spirito libero braccato dalla sua stessa vita. Mi ha colpito molto anche per la freschezza e per la modernità della sua scrittura,quasi mai convenzionale.
Un ragazzo interessato alla musica dei Lothlórien cosa deve fare? Avete un dominio in internet?
LUCIO: certo, abbiamo un sito internet: http://www.lothlorien.it/, curato da me, dove si possono leggere tutte le informazioni sul gruppo, le novità e le date dei concerti; abbiamo anche uno spazio sul portale myspace: www.myspace.com/lothlorien2007, curato da Gennaro, dove si possono ascoltare le nostre canzoni.
Nel pezzo di apertura del cd “Come le foglie” ho notato nel tuo modo di cantare, sofferto e malinconico, un’affinità d’arte con lo sfortunato cantautore Pierangelo Bertoli. Lo conosci? Che ne pensi? Di cosa parla il testo?
LUCIO: conosco Pierangelo Bertoli di nome, e so del suo impegno civile, ma purtroppo ho ascoltato molto poco della sua musica. E’ sicuramente tra i tanti artisti di cui vorrei ascoltare di più. Il testo di “Come le foglie” è il più onirico tra quelli che ho scritto fino ad ora, nel senso che è la trascrizione di un sogno, in parte. L’ho scritta in un momento particolare, in uno stato di dormiveglia assai strano, è stato il primo testo che ho scritto, e ne sono contento. Ci sono anche riflessioni, e ovvi riferimenti alla poesia lirica greca, e ai temi a lei cari, mentre l’omonimo film di Douglas Sirk del ’56 non ha alcune implicazione con la canzone, non lo conoscevo in quel periodo.
Lucio, riesci a vivere di sola musica o sei costretto, come tanti ( me compreso!) nell’asfissiante tenaglia studio/lavoro?
LUCIO: La musica non è una scelta facile: è più che un lavoro, è una scelta di vita. Pochi possono dedicarsi ad essa senza preoccupazioni di natura economica, e io, come gli altri del gruppo, siamo tra quelli che lavorano per poterlo fare. Non è semplice, ci vuole determinazione e sacrificio, ma quando smetti di lavorare e ti immergi nella musica non pensi ad altro, e il lavoro necessario ti sembra quindi un po’ meno pesante. Del resto così è sempre stato per la maggior parte degli artisti di ogni genere. Kafka, che ho citato poco fa, faceva l’impiegato per vivere, e scriveva nel poco tempo che aveva.
Progetti futuri? Quando potremo vedervi dal vivo dalle nostre parti?
LUCIO: Stiamo lavorando con determinazione e impegno su nuove canzoni, che potrete ascoltare presto dal vivo, in questo autunno torneremmo a suonare sui palchi e nei locali delle nostre zone. Sul nostro sito pubblicheremo tutte le date dei nostri concerti.
Grazie Lucio per la tua disponibilità. A te le ultime parole…
LUCIO: Grazie a nome di tutto il gruppo a te e al tuo lodevole progetto giornalistico-musicale: qui da noi non è facile avere spazi dove suonare, e i media sono quasi del tutto indifferenti a queste attività, è confortante incontrare qualcuno che si impegna con passione in progetti del genere. Grazie anche a tutti i lettori, continuate a sostenere queste iniziative, vi aspettiamo ai concerti.
I came upon a child of god
He was walking along the road
And I asked him, where are you going
And this he told me
Im going on down to yasgurs farm
Im going to join in a rock n roll band
Im going to camp out on the land
Im going to try an get my soul free
We are stardust
We are golden
And weve got to get ourselves
Back to the garden
(Woodstock, Joni Mitchell)
Eppure, quando in un caldo e afoso pomeriggio di agosto, a pochi passi dal noto locale della “Movida Salenitana” Winner Garden, il cantante/ chitarrista dei Lothlórien, Lucio Auciello, mi ha consegnato con un sorriso solare e contagioso il loro primo e per ora unico cd autoprodotto, ho provato un’emozione fortissima, travolgente.
Avevo tra le mani la passione, il sudore, il sacrificio di quattro giovani coetanei, autori ed esecutori della propria arte musicale e di conseguenza sentivo tutto il peso e la pressione che questa situazione comportava.
Fortunatamente le parole gentili di Lucio “Grazie, ci basta anche un solo trafiletto…” me lo hanno reso subito simpatico e nello stesso tempo hanno sbaragliato ogni mia incertezza.
La loro grandiosa musica ha fatto il resto ma in tal caso vi rimando alla recensione presente su questo stesso numero.
Forse Lucio non credeva nemmeno che volessi intervistarlo sul serio quel pomeriggio d’estate e invece ecco a voi il resoconto di una chiacchierata sul lato umano e artistico dei nostri con l’apporto prezioso del bassista Gennaro Galise:
Salve ragazzi. Iniziamo a far conoscere ai lettori la storia dei Lothlórien…
LUCIO: il gruppo è nato alla fine degli anni ’90, tra i banchi del liceo, ed è riuscito ben presto a superare le ingenuità e le inesperienze di ogni musicista alle prime armi, grazie al lavoro continuo e alla volontà di migliorare. Da allora ci sono stati vari cambiamenti nella formazione, fino all’attuale quartetto composto da me (voce e chitarre), Gennaro Galise (basso), Ilario d’Amato (pianoforte, organo, synth e voce) e Mario Villani (batteria, percussioni, effetti e rumori).
E’stato difficile produrre il vostro primo cd? Siete riusciti a trovare un contratto discografico visto che siete ancora una band emergente?
LUCIO: Entrambe le demo registrate in studio (Zapping Sound del bravissimo Salvatore Salierno, a Nocera Inferiore) sono state autoprodotte. In questi anni abbiamo ricevuti diversi contatti da etichette, ma per ora non abbiamo trovato ancora una situazione convincente. Stiamo lavorando per cercare qualcosa di più concreto con i nuovi lavori.
Quali sono le vostre influenze italiane e straniere? Come descriveresti il vostro sound?
LUCIO: io non amo le etichette dei generi musicali (e non solo): sono comode per una questione di punti di riferimento, ma quando si parla di un gruppo o di un artista realmente valido, si parla di musica e basta. Per questo preferisco rispondere nel modo più semplice: noi siamo un gruppo rock, s’intenda nel senso più esaustivo possibile. I nostri ascolti vanno dal grande rock degli anni ’70, inglese, italiano e americano, alla scena di Seattle degli anni ’90, così come al rock italiano. Poi ognuno ha delle inclinazioni particolari, dal rock classico, al blues, al progressive, al cantautorato, al jazz...
GENNARO: le mie influenze sono molto varie e abbracciano i generi piu’ disparati,comunque negli ultimi tempi ho ascoltato molto il rock-progressive ed in particolar modo i grandi del passato(Yes,King Crimson,P.F.M.,ecc..). Ne ho apprezzato molto sia le doti tecniche,che la voglia di far “progredire” il rock e di affrancarlo dalle sue radici blues.
Per quanto riguarda il nostro sound, non amo molto le classificazioni di genere,comunque, per quello che oggi può valere la parola,credo che il nostro stile sia rock. Ad ogni modo quello che a noi interessa è fare musica cercando di utilizzare una composizione mai banale e scontata, e di curare molto sia i testi che gli arrangiamenti.
Il monicker Lothlòrien fa riferimento allo scrittore Tolkien e al suo capolavoro ”Il Signore degli Anelli”. Visto che siete una band fortemente influenzata dalla musica degli anni 70 vi sentite, in qualche modo, dei prosecutori di quel connubio rock/ letteratura che era presente, con successo, in band dei 60/70’ come H.P. Lovecraft o High Tide oppure si tratta di una causalità?
LUCIO: in realtà, la scelta del nome è legata a delle suggestioni che avevo quando lessi quel romanzo tanti anni fa, molto prima che arrivassero i Lothlòrien. Quando cominciammo a suonare lo proposi agli altri membri, e piacque perchè era un nome molto particolare, e piuttosto evocativo. La letteratura è per me un punto di riferimento importante, ma non è l’unica componente dei testi che scrivo: il mio vissuto, le mie riflessioni, le mie suggestioni, assieme alle mie letture costituiscono il materiale primo della mia scrittura.
Continuando il discorso indicami un cd e un libro che ti hanno colpito recentemente. Stuzzichiamo un po’ i lettori…
LUCIO: di recente sto ascoltando uno dei pochi gruppi rock realmente validi che ci sono in giro, i The Mars Volta, mi piace il loro eclettismo, la loro grande capacità tecnica e artistica, il loro stare fuori dalle mode e dalle tendenze attuali, il coraggio di una scelta artistica controcorrente, e di una scelta musicale non certo di grande pubblico, ma di grande qualità. Ho finito di leggere da pochi giorni “Il castello”, di F. Kafka ( Ottima scelta! ndA.), un romanzo che mi ha lasciato un segno importante, forse anche dovuto al periodo che sto vivendo.
GENNARO: recentemente ho avuto modo di apprezzare l’ultimo album di Moltheni “Toilette Memoria”. Mi hanno da subito impressionato i testi ,molto suggestivi, e le atmosfere ,ricercate e soffuse,che è riuscito a trasmettermi attraverso le musiche. Ho da poco finito di leggere “Il primo dio” di Emanuel Carnevali,uno scrittore quasi sconosciuto al grande pubblico,ma non per questo meno importante, che ha avuto il destino di un “poéte maudit”. Si tratta di un romanzo di grande intensità,carico di immagini,di sogni e di angosce, un’autoritratto di uno spirito libero braccato dalla sua stessa vita. Mi ha colpito molto anche per la freschezza e per la modernità della sua scrittura,quasi mai convenzionale.
Un ragazzo interessato alla musica dei Lothlórien cosa deve fare? Avete un dominio in internet?
LUCIO: certo, abbiamo un sito internet: http://www.lothlorien.it/, curato da me, dove si possono leggere tutte le informazioni sul gruppo, le novità e le date dei concerti; abbiamo anche uno spazio sul portale myspace: www.myspace.com/lothlorien2007, curato da Gennaro, dove si possono ascoltare le nostre canzoni.
Nel pezzo di apertura del cd “Come le foglie” ho notato nel tuo modo di cantare, sofferto e malinconico, un’affinità d’arte con lo sfortunato cantautore Pierangelo Bertoli. Lo conosci? Che ne pensi? Di cosa parla il testo?
LUCIO: conosco Pierangelo Bertoli di nome, e so del suo impegno civile, ma purtroppo ho ascoltato molto poco della sua musica. E’ sicuramente tra i tanti artisti di cui vorrei ascoltare di più. Il testo di “Come le foglie” è il più onirico tra quelli che ho scritto fino ad ora, nel senso che è la trascrizione di un sogno, in parte. L’ho scritta in un momento particolare, in uno stato di dormiveglia assai strano, è stato il primo testo che ho scritto, e ne sono contento. Ci sono anche riflessioni, e ovvi riferimenti alla poesia lirica greca, e ai temi a lei cari, mentre l’omonimo film di Douglas Sirk del ’56 non ha alcune implicazione con la canzone, non lo conoscevo in quel periodo.
Lucio, riesci a vivere di sola musica o sei costretto, come tanti ( me compreso!) nell’asfissiante tenaglia studio/lavoro?
LUCIO: La musica non è una scelta facile: è più che un lavoro, è una scelta di vita. Pochi possono dedicarsi ad essa senza preoccupazioni di natura economica, e io, come gli altri del gruppo, siamo tra quelli che lavorano per poterlo fare. Non è semplice, ci vuole determinazione e sacrificio, ma quando smetti di lavorare e ti immergi nella musica non pensi ad altro, e il lavoro necessario ti sembra quindi un po’ meno pesante. Del resto così è sempre stato per la maggior parte degli artisti di ogni genere. Kafka, che ho citato poco fa, faceva l’impiegato per vivere, e scriveva nel poco tempo che aveva.
Progetti futuri? Quando potremo vedervi dal vivo dalle nostre parti?
LUCIO: Stiamo lavorando con determinazione e impegno su nuove canzoni, che potrete ascoltare presto dal vivo, in questo autunno torneremmo a suonare sui palchi e nei locali delle nostre zone. Sul nostro sito pubblicheremo tutte le date dei nostri concerti.
Grazie Lucio per la tua disponibilità. A te le ultime parole…
LUCIO: Grazie a nome di tutto il gruppo a te e al tuo lodevole progetto giornalistico-musicale: qui da noi non è facile avere spazi dove suonare, e i media sono quasi del tutto indifferenti a queste attività, è confortante incontrare qualcuno che si impegna con passione in progetti del genere. Grazie anche a tutti i lettori, continuate a sostenere queste iniziative, vi aspettiamo ai concerti.
I came upon a child of god
He was walking along the road
And I asked him, where are you going
And this he told me
Im going on down to yasgurs farm
Im going to join in a rock n roll band
Im going to camp out on the land
Im going to try an get my soul free
We are stardust
We are golden
And weve got to get ourselves
Back to the garden
(Woodstock, Joni Mitchell)
GENNARO: vorrei ringraziare tutte le persone che attraverso il nostro My space ci hanno incoraggiato e supportato. In particolar modo vorremmo ringraziare una nostra giovane fan, Silvia di Frosinone, che ci segue costantemente e non ci fa mancare mai il suo supporto.
Recensione del debut Cd dei Lothlorien a questo Link:
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