Sono sempre stato affascinato dall’arte del racconto.
L’arte ( appunto) di saper convogliare in poche pagine una caratterizzazione marcata dei personaggi, una sceneggiatura della storia che sia lineare ma sufficientemente attraente e soprattutto un finale che sappia catturare il lettore spingendolo nuovamente alla rilettura e all’analisi del testo.
Tutto questo è presente con immediato successo e puro godimento nelle "Cronache di Saint-Germain" di Chelsea Quinn Yarbro.
Una che di storie "Gotiche" se ne intende.
E il Gotico, come si sa, è il genere per antonomasia della narrativa breve.
Non a caso la Yarbro ha trafugato ( verbo che si addice al contesto catacombale delle sue storie) dall’oblio del tempo un personaggio oscuro e misterioso come il Conte di Saint-Germain, nobile, alchimista e ambiguo personaggio del XVIII secolo, per tramutarlo poi in un vampiro “sui generis” attraverso una vivida fantasia letteraria.
Sembra una coincidenza di poco conto eppure questo strano personaggio che amava ( o era obbligato) a cambiare identità continuamente e aveva doti non comuni per un uomo del 1700 ( parlava diverse lingue e aveva un’erudizione immensa in ogni campo dello scibile umano dell’epoca) viene citato in una lettera di Horace Walpole, colui che ha inventato il genere Gotico con “Il Castello di Otranto”.
E a questo punto è obbligatorio chiederSi se ci troviamo di fronte ad un vero e proprio eroe “byroniano” e romanticamente oscuro anni prima della nascita di Polidori e del suo memorabile Lord Ruthven?
Lasciamo il campo agli storici della letteratura e addentriamoci nel libro della Yarbro:
una serie di ritratti risalenti a varie epoche storiche, posizionati nella galleria più ombrosa e solitaria di un castello medievale, il cui unico soggetto è il famoso Conte, diventato vampiro.
“Il Ragno nello specchio”, racconto di apertura del libro mi ha ricordato per nera ironia, stile e dialoghi “Il Circolo Pickwick” di Charles Dickens. Un gruppo di nobili gentiluomini raccolti intorno al fuoco ascoltano ( e commentano cinicamente) le sfortunate peripezie di una giovane donna ( diretta discendente di uno dei protagonisti) e il fortunato incontro con un nobile misterioso che ama la privacy e seguire stoicamente i suoi strani studi. Il colpo di scena verrà dal fatto che quel nobile (il Conte) è presente in carne ed ossa all’allegro convitto. Ne verranno fuori una serie di gustosi siparietti ricchi di humour inglese anche se le ombre attorno al fuoco sembrano farsi sempre più fitte.
“Rinnovamento” è ambientato durante la Seconda Guerra Mondiale in Francia e può essere considerato come una storia spionistica in salsa gotica. La Yarbro ama giocare con i generi più disparati, creando un crossover efficace, che spazia dalle influenze dal Teatro Shakespeariano fino a al Giallo Classico, usando lo stile che meglio le confà: semplice, sinuoso e ricco di citazioni storiche e colte.
Il racconto “Baita 33” è il migliore in assoluto del lotto.
Un Thriller ben congeniato con ambientazioni moderne e con temi finalmente vampirici.
Quello che più mi seduce della Yarbro è che i suoi esseri notturni non sono decadenti e solitari come quelli della Rice oppure mostri senz’anima come quelli di Vergnani o Matheson.
Sono esseri attivi, che hanno bisogno di imparare e lavorare e già questo li riempie di un’umanità e di un fascino che gli esseri efebici della Mayer possono solo sognare. Pungente la sua ironia nel descrivere il non morto di nome Lorpicar, invero grottesco e sociopatico che a tratti ricorda il Christopher Lee della Hammer.
C’è spazio anche per la Politica e il Maccartismo con “Vicini di posto” e si sa certa politica e certe distorte ideologie possono rendere la vita dura anche per un “onesto” vampiro/lavoratore come il Conte.
Infine menzione particolare per “Saint Germain a Padova” che già dal titolo si fregia di un’ambientazione tutta italiana. L’autrice dopo diverse ricerche in loco ha ricostruito perfettamente la società padovana del 1325 non lesinando particolari storici importantissimi come il problema delle piogge e degli smottamenti ( ancora di stretta attualità secoli dopo), l’organizzazione delle attività quotidiane, la condizione penosa della donna in una società chiusa come quella medievale e cattolica, ma soprattutto i contrasti ( anch’essi ancora attuali) tra poteri locali e Atenei.
In questa atmosfera plumbea e freddamente ostile, il Conte, attraverso una delle sue tante esistenze nel labirinto del tempo, dovrà fronteggiare il sospetto di eresia ma troverà anche l’amore.
Infine una precisazione per chi non conoscesse ancora l’autrice:
Chelsea Quinn Yarbro finora ha pubblicato in America oltre 70 romanzi di ambientazione storica creando un vero e proprio caso letterario.
In Italia alcuni suoi libri ( e mi riferisco a quelli con protagonista il Conte di Saint – Germain) sono stati tradotti e pubblicati dalla Gargoyle Books di Roma.
Tra questi quello che viene considerato il suo capolavoro assoluto: “Hotel Transilvania”
Il sito della Gargoyle è:
http://www.gargoylebooks.it/site/
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