Dopo averla letta, sono rimasto totalmente rapito
dall'evoluzione dei fatti narrati, degna ( a mio modesto parere) di una "Ghost Novel" dell'autrice americana Edith Wharton.
Vi lascio alla lettura di questa "storia vera" invitando anche altri lettori de IL MONDO DI EDU a "frugare" nei loro ricordi di famiglia o di paese alla ricerca di altre storie "al confine della realtà".
Il mio spazio è sempre a disposizione.
Ecco il resoconto:
Questa è una storia che mi è sempre stata raccontata dalle due sorelle di mia mamma che oggi hanno rispettivamente 78 e 75 anni.
Non so quanto ci sia di suggestione, o meno, io comunque la racconto, poi magari i lettori faranno le loro valutazioni.Zia C. mi racconta che circa 30, 35, anni fa, si recò insieme all'altra sorella,(zia T.) al cimitero di Ponticelli ( Provincia di Napoli) per far visita ai propri defunti.Una volta giunte, nell'approssimarsi a svolgere le usuali incombenze che la visita e il rispetto impone, Zia C., trovò a terra, abbandonato, un piccolo ossicino lungo pochi centimetri:
Lo prese e si chiese come fosse finito lì e a chi potesse appartenere, e mostrandolo a zia T, propose di portarlo nella "Terra Santa" (si tratta quell'area dei cimiteri ove si sotterrano, purtroppo coloro, che non hanno parenti che provvedono alla loro sepoltura)Zia T. (la più scettica delle due fino ad allora) urlando di terrore, le ordinò di gettarlo in uno di quei grandi vasi che si trovano spesso nei cimiteri, e di andare subito via.Così fecero.
La notte successiva, zia C. sognò di essere in una chiesa in compagnia della sorella.
All’improvviso si materializzava una donna che furiosa iniziava a colpirle con delle gran bastone, ripetendo loro di continuo:
"Portatemi dove volevi che fossi, portatemi dove volevi che fossi".
Si svegliò, piena di dolori, e spaventata e telefonò immediatamente la sorella.
La cosa sconvolgente, è che non dovette spiegare nulla, visto anche Zia T. aveva fatto lo stesso identico sogno e si sentiva tutta indolenzita come se avesse preso tante botte.
Quello stesso mattino si recarono al cimitero per "spostare" l'ossicino.
Ancora impaurite lo "gettarono" nella terra santa e pregarono per quell'anima a cui era appartenuto.Sulla strada del ritorno, ( era il primo pomeriggio e il cimitero era praticamente deserto), sentirono una voce di donna, lontana che chiamava: "Signora, signora,signora…"Zia T. (sempre più terrorizzata) esclamò: “la senti anche tu questa voce che lontana?"
Alla risposta affermativa della sorella la donna consigliò continuò di voltarsi insieme.
Non riuscirono a scorgere nulla.
Dopo poco udirono la stessa voce che diceva "grazie" con un riverbero lontano.Da allora nelle loro preghiere è sempre presente la signora dell'ossicino, e le mie zie vengono tutt'ora fermate per strada dai giovani del posto per ascoltare questo racconto che ormai noi in famiglia conosciamo a memoria ma non ci stanchiamo mai di ascoltare.
Non so quanto ci sia di suggestione, o meno, io comunque la racconto, poi magari i lettori faranno le loro valutazioni.Zia C. mi racconta che circa 30, 35, anni fa, si recò insieme all'altra sorella,(zia T.) al cimitero di Ponticelli ( Provincia di Napoli) per far visita ai propri defunti.Una volta giunte, nell'approssimarsi a svolgere le usuali incombenze che la visita e il rispetto impone, Zia C., trovò a terra, abbandonato, un piccolo ossicino lungo pochi centimetri:
Lo prese e si chiese come fosse finito lì e a chi potesse appartenere, e mostrandolo a zia T, propose di portarlo nella "Terra Santa" (si tratta quell'area dei cimiteri ove si sotterrano, purtroppo coloro, che non hanno parenti che provvedono alla loro sepoltura)Zia T. (la più scettica delle due fino ad allora) urlando di terrore, le ordinò di gettarlo in uno di quei grandi vasi che si trovano spesso nei cimiteri, e di andare subito via.Così fecero.
La notte successiva, zia C. sognò di essere in una chiesa in compagnia della sorella.
All’improvviso si materializzava una donna che furiosa iniziava a colpirle con delle gran bastone, ripetendo loro di continuo:
"Portatemi dove volevi che fossi, portatemi dove volevi che fossi".
Si svegliò, piena di dolori, e spaventata e telefonò immediatamente la sorella.
La cosa sconvolgente, è che non dovette spiegare nulla, visto anche Zia T. aveva fatto lo stesso identico sogno e si sentiva tutta indolenzita come se avesse preso tante botte.
Quello stesso mattino si recarono al cimitero per "spostare" l'ossicino.
Ancora impaurite lo "gettarono" nella terra santa e pregarono per quell'anima a cui era appartenuto.Sulla strada del ritorno, ( era il primo pomeriggio e il cimitero era praticamente deserto), sentirono una voce di donna, lontana che chiamava: "Signora, signora,signora…"Zia T. (sempre più terrorizzata) esclamò: “la senti anche tu questa voce che lontana?"
Alla risposta affermativa della sorella la donna consigliò continuò di voltarsi insieme.
Non riuscirono a scorgere nulla.
Dopo poco udirono la stessa voce che diceva "grazie" con un riverbero lontano.Da allora nelle loro preghiere è sempre presente la signora dell'ossicino, e le mie zie vengono tutt'ora fermate per strada dai giovani del posto per ascoltare questo racconto che ormai noi in famiglia conosciamo a memoria ma non ci stanchiamo mai di ascoltare.
Se avete un altro pò di tempo e vi piacciono le "Ghost Novels", leggete anche il mio racconto"UN NATALE SPETTRALE" tratto da una "storia vera":
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