lunedì 12 ottobre 2009

"ERRARE E' UMANO, PERSEVERARE E' DIABOLICO, CONTINUARE E' APOCALITTICO"

Quando il rischio idrogeologico non è un problema solo di Sarno.
Gli ultimi tragici eventi del messinese riportano a galla un problema serio che coinvolge tutta la penisola.

In questi primi giorni di Autunno il termine pioggia e gli eventi luttuosi ad esso connessi, riportano a galla un problema “antico” che sembrava interessare soltanto l’Agro Nocerino Sarnese e le zone colpite dall’alluvione del 1998.
In realtà il rischio idrogeologico coinvolge l’intera penisola.
La tragedia che ha colpito la provincia di Messina ha molti elementi in comune con altre vicende analoghe da Nord a Sud, assumendo la categorizzazione generale di “disastri annunciati”.
Ricordiamo il comune di Villar Pellice, in Piemonte, dove a causa delle forti piogge, nell'alveo del Rio Cassarot, si generò una colata di detriti che travolse una casa e ne danneggiò altre tre in una borgata. Il bilancio fu di quattro morti. Il 23 settembre 2003, un violentissimo nubifragio colpì invece la provincia di Massa Carrara (2 morti). Nel 2000, a metà ottobre, il bilancio del maltempo i Piemonte, Valle d'Aosta e Liguria che interessò anche il Po fu particolarmente pesante con 23 morti, 11 dispersi e circa 40 mila sfollati. Nell'esatte del 2000, un nubifragio si abbattè su Soverato. Dodici persone muoiono in un campeggio inondato dall'acqua.
Ma la Campania non ha solo Sarno quale area a rischio.
Quella di Calitri (Avellino) è, a esempio, una frana attiva che interessa un versante del fiume Ofanto. Qui, secondo Legambiente, centinaia di abitazioni e di residenti, nonostante gli interventi, sono a rischio catastrofe.
A Reggio Calabria e in Provincia di Agrigento ci sono strade e costruzioni ( molto spesso si tratta di abusi edilizi) che costeggiano o tagliano fiumi torrenti e fiumare.
Salendo più a Nord c’è il caso del Comune di Varese che ha permesso la costruzione di un ipermercato nell’alveo del fiume Olona.
A Genova la Facoltà di Agraria è stata edificata sul letto del torrente Sturla mentre sul Torrente Verbone c'è stato chi ha avuto il coraggio di costruire una casa-palafitta.
E a Sarno cosa succede dal 1998?
Secondo i dati recentemente pubblicati sul web in Campania ( riferendosi a Sarno, Quindici, Siano e Bracigliano in particolar modo) ci sarebbero 31.580 persone esposte al rischio-frane ( un numero pari a tutta la popolazione di Sarno e Quindici, messe insieme).
Il problema maltempo non sembra solo interessare la parte “montagnosa” del paese ma di recente si è affacciata nella già disastrata provincia salernitana una nuova “Spada di Damocle” che potrebbe creare ulteriori dissesti idrogeologici a tutto l’ambiente: il fiume Sarno.
Il 3 Gennaio di quest’anno dopo una serie di fortissimi acquazzoni il fiume è esondato nella zona di Via Marconi a San Marzano inondando fortunatamente solo i campi circostanti trattandosi di una zona perlopiù agricola.
Non è il primo caso nell’agro nocerino sarnese:
Nel Dicembre del 2004 sempre il fiume Sarno straripò a Foce creando grossi stati di ansia a tutta la popolazione del posto. Anche in quel caso Legambiente denunciò la cosa con velocità e durezza.
Ricordiamo anche l’Ottobre del 2006 e la paura che investì Lavorate di Sarno,dove si fece largo,ancora vivo, il ricordo della frana del ‘98. L’intera frazione sarnese fu invasa da acqua mista a fango e detriti. Garage, scantinati e strade furono allagati in pochi minuti. La zona più colpita fu località San Marino. Il violento nubifragio evidenziò la vulnerabilità dei versanti a ridosso dei nuclei abitati della zona, già segnalato dal Centro operativo comunale di protezione civile l’11 maggio 2006 e il 26 settembre 2006, all'indomani di altri due eventi simili. All’epoca finì sotto accusa il Commissariato di Governo per i ritardi nella mancata messa in sicurezza dei versanti del Monte Torre Gatto e gli incendi boschivi della pineta Voscone.
C’è un detto molto comune e abusato che dice:”errare è umano, perseverare è diabolico”.
Dopo la visione di questi dati mi vien da dire invece : “perseverare è diabolico, continuare ancora è apocalittico”.
Fonti: Virgilio Notizie, Il Sole 24 ore, Il Mattino, La Rete.

MESSINA - 2009



SARNO - 1998


ALESSANDRIA - 1994

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