Seconda parte del mini special dedicato alla Norvegia ad ampio raggio (musica, cinema, libri etc.). Questa volta non poteva mancare il nuovo album di Burzum, uscito da pochissimo.
Come ho già scritto in un capitolo apposito intitolato “Il Crepuscolo del Black Metal” su Horror Rock, La Musica delle Tenebre (e vi invito a leggerlo!), Varg Vikernes sembra ancora incarnare un archetipo ben preciso, legato ad una serie di ideali e sogni di riscatto della cultura norvegese, ormai persi nella notte dei tempi.
Personaggio controverso Vikernes, ma musicalemte ancora degno di attenzione.
E allora una recensione track by track, ci sta a pennello per spiegare le ultima evoluzioni musicali/concettuali dell’uomo più pericoloso del Nord Europa.
Buona lettura!
Fra Verdenstreet:
intro abbastanza inutile. Rumorismo noise in crescendo, voce narrante dai recessi più profondi della mente di Varg Vikernes. C’è qualcuno che ha parlato di brano strumentale. Ha bevuto l’idromele degli dei? Voto: /
Jeg faller:
il brano più rappresentativo dell’album, Il Drepressive Black Metal dei primi due album (non contate “Aske”) viene riproposto attraverso la sensibilità attuale del musicista norvegese. “La Caccia Selvaggia” di nordica memoria è in parte intatta. Il chorus centrale, pur stampandosi da subito in mente, pecca di troppa voglia di compiacere e soprattutto di compiacersi. Troppo melodico ed enfatico per essere farina del sacco di Burzum. C’è comunque da dire che strumentalmente il brano è davvero buono. Desiderio di “mainstream” per Varg? Staremo a vedere. Voto: 6,5
Valen:
Attacco iniziale di chiaro stampo Burzum. Il Berserkr (guerriero vichingo, invasato da Odino) non è ancora morto oppure è stato istituzionalizzato dalla tristi vicende personali o dalla società moderna.
Pregevole il chorus principale del brano, di chiaro stampo epico/vichingo. Dopo “Jesus’ Tod”, il miglior brano mai scritto da Varg. Voto: 10
Vanvidd:
Se il Viking Metal l’ha inventato Quorthon, è Varg il vero interprete di quella urgenza artistico/espressiva connesse alla radici e al folklore del Nord Europa. Una bufera di neve che avvolge il guerriero barbuo (è forse Odino?) mentre attraversa una foresta intricata e oscura. Questo è “Vanvidd”. Voto: 9
Enhver til Sitt:
attacco quasi Doom ossianico (una novità per il songwriting di Burzum), incedere tormentato nello stile inconfondibile del polistrumentista norvegese. Ottime le vocals, ispirate e coinvolgenti, da sempre il segno distintivo di Varg e di una pletora di cloni. Voto: 7
Budstikken:
Varg percuote con tutta la forza che ha in corpo, i minacciosi tamburi del Nord, chiamando a raccolta la sua gente. Ma chi risponderà all’appello? Primo minuto del brano davvero maestoso. Roba da rimanerci secchi per l’adrenalina che sale in circolo. Il resto tristemente Rock’n’Roll.
Accettabile il coro centrale.La fiamma si sta spegnendo. Voto: 6
Til Hel og tilbake igjen:
Burzum vira il suo Drakar da Guerra verso coste lontane e misteriose. Come Erik il Rosso lasciò le amate terre dei ghiacci , spinto dagli impetuosi venti del Nord, per approdare nelle lande del sole e di culti tribali a lui sconosciuti, così Varg Vikernes si avvia mesto attraverso gli spettri di nuove culture a lui totalmente estranee. Il risultato è insondabile e tutto sommato superfluo. Voto: 4
TALES FROM THE NORTH (PT I):
http://ilmondodiedu.blogspot.com/2011/02/troll-hunter-andre-osvredal-2010.html
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