Dopo gli eventi tragici e apocalittici dell’11 Settembre, il corso della storia dell’uomo è cambiato radicalmente, non solo a livello di politica estera e di percezione del terrorismo globale, ma soprattutto come coscienza del male.
L’uomo moderno ha visto in Tv (il “Moloch della fine” da sempre ipotizzato da Alan D. Altieri) l’apocalisse, il fumo, le fiamme, i cadaveri che si schiantano, le urla, i pianti le preghiere (e qualcuno anche la forma allungata del Demonio tra le nubi ardenti che solcavano le Twin Towers, rimanendo nel campo dei Miti Metropolitani) e ha compreso quanto le visioni e le interpretazioni religiose possano essere autentiche e infinitamente terribili:
Ecco, viene sulle nubi e ognuno lo vedrà;
anche quelli che lo trafissero
e tutte le nazioni della terra si batteranno per lui il petto
(Giovanni, Apocalisse 1-7)
Facile interpretare la “Babilonia caduta”, descritta da Giovanni in una tremenda visione di fuoco e morte, con la New York dell’11 Settembre.
Facile osservare uno spettacolo di orrore e sangue così scioccante e perdere in un solo colpo la razionalità (scudo fragile del Ventesimo Secolo, demolito definitivamente nel Ventunesimo) come appiglio sicuro dalla follia e dal patetismo e ripiombare nell’abisso della visione dell’inferno sulla terra.
L’arte tout court è da sempre legata a doppio filo con il tema dell’ Apocalisse.
Su due piedi mi vengono in mente le visioni infernali di Gustav Dorè (anche lui un medium dell’11 Settembre?) oppure romanzi post-traumatici come “L'uomo che cade” di Don Delillo, “La città fantasma” di Patrick McGrath e anche “Black Magic Woman” del nostrano Danilo Arona, ristampato da poco per Kipple Officina libraria.
Clanash Farjeon, (anagramma del nome dell'autore inglese Alan John Scarfe), già autore di romanzi Gargoyle come “Le Memorie di Jack lo Squartatore” (2008) e “I Vampiri di Ciudad Juarez” (2010) si spinge ben oltre, attraversando il trauma del crollo delle Torri Gemelli fino ad ipotizzare una serie di teorie cospirazioniste e complottistiche da parte di un manipolo di burocrati, assetati di sangue umano, capeggiati da George W. Bush.
Mettiamo subito le carte in tavola: il Vampirismo delineato da Farjeon non è quello narrato da una Chelsea Quinn Yarbro, né da una Anne Rice o andando agli albori del genere, da Matheson.
Nessun congrega di non morti dal volto bianco, addobbati con vestiti sgargianti e desiderio di “sedurre” il mondo degli uomini: troppo facile, troppo prevedibile.
Farjeon si è documentato a fondo sulle vicende dubbie e incredibili dell’attacco all’ America da parte di un commando di piloti/terroristi arabi e ha compreso che qualcosa non quadra. Che dietro il castigo biblico dell’ 11 Settembre, da sempre interpretato e decodificato dalle grandi fedi del mondo, c’è un progetto prosaicamente umano: una Loggia Massonica di uomini potenti ai vertici del potere politico e militare del mondo.
Un azzardo?
Non sono solo teorie, buone per scriverci un romanzo pseudo horror. Da sempre, Alfred Miller, storico delle religioni, ha ribadito che George Washington (primo presidente americano) era un Gran Maestro della Massoneria e, dopo di lui, vi furono altri tredici presidenti massoni. Gli ultimi sono stati Harry Truman negli anni ‘40 e Gerry Ford in quelli ’70.
Non solo.
Come scrive Danilo Arona nel mini saggio, pubblicato proprio sul sito di Gargoyle e intitolato “l'11 settembre: fantasmi della mente e letteratura horror”:
George Bush senior sarebbe stato uno dei più importanti esponenti della cricca, date le sue continue partecipazioni a cerimonie segrete sparse un po’ in tutto il mondo, come quella tenutasi a Giza per la celebrazione del millennio. Il figlio, dopo un’incredibile battaglia elettorale sul filo dell’ultimo voto (c’e’ chi ha già scritto centinaia di pagine sul versante ‘magico’ di quella lunga contesa con Gore), ne raccolse l’eredita’, divenendo di fatto il controllore della loggia.
L’uomo moderno ha visto in Tv (il “Moloch della fine” da sempre ipotizzato da Alan D. Altieri) l’apocalisse, il fumo, le fiamme, i cadaveri che si schiantano, le urla, i pianti le preghiere (e qualcuno anche la forma allungata del Demonio tra le nubi ardenti che solcavano le Twin Towers, rimanendo nel campo dei Miti Metropolitani) e ha compreso quanto le visioni e le interpretazioni religiose possano essere autentiche e infinitamente terribili:
Ecco, viene sulle nubi e ognuno lo vedrà;
anche quelli che lo trafissero
e tutte le nazioni della terra si batteranno per lui il petto
(Giovanni, Apocalisse 1-7)
Facile interpretare la “Babilonia caduta”, descritta da Giovanni in una tremenda visione di fuoco e morte, con la New York dell’11 Settembre.
Facile osservare uno spettacolo di orrore e sangue così scioccante e perdere in un solo colpo la razionalità (scudo fragile del Ventesimo Secolo, demolito definitivamente nel Ventunesimo) come appiglio sicuro dalla follia e dal patetismo e ripiombare nell’abisso della visione dell’inferno sulla terra.
L’arte tout court è da sempre legata a doppio filo con il tema dell’ Apocalisse.
Su due piedi mi vengono in mente le visioni infernali di Gustav Dorè (anche lui un medium dell’11 Settembre?) oppure romanzi post-traumatici come “L'uomo che cade” di Don Delillo, “La città fantasma” di Patrick McGrath e anche “Black Magic Woman” del nostrano Danilo Arona, ristampato da poco per Kipple Officina libraria.
Clanash Farjeon, (anagramma del nome dell'autore inglese Alan John Scarfe), già autore di romanzi Gargoyle come “Le Memorie di Jack lo Squartatore” (2008) e “I Vampiri di Ciudad Juarez” (2010) si spinge ben oltre, attraversando il trauma del crollo delle Torri Gemelli fino ad ipotizzare una serie di teorie cospirazioniste e complottistiche da parte di un manipolo di burocrati, assetati di sangue umano, capeggiati da George W. Bush.
Mettiamo subito le carte in tavola: il Vampirismo delineato da Farjeon non è quello narrato da una Chelsea Quinn Yarbro, né da una Anne Rice o andando agli albori del genere, da Matheson.
Nessun congrega di non morti dal volto bianco, addobbati con vestiti sgargianti e desiderio di “sedurre” il mondo degli uomini: troppo facile, troppo prevedibile.
Farjeon si è documentato a fondo sulle vicende dubbie e incredibili dell’attacco all’ America da parte di un commando di piloti/terroristi arabi e ha compreso che qualcosa non quadra. Che dietro il castigo biblico dell’ 11 Settembre, da sempre interpretato e decodificato dalle grandi fedi del mondo, c’è un progetto prosaicamente umano: una Loggia Massonica di uomini potenti ai vertici del potere politico e militare del mondo.
Un azzardo?
Non sono solo teorie, buone per scriverci un romanzo pseudo horror. Da sempre, Alfred Miller, storico delle religioni, ha ribadito che George Washington (primo presidente americano) era un Gran Maestro della Massoneria e, dopo di lui, vi furono altri tredici presidenti massoni. Gli ultimi sono stati Harry Truman negli anni ‘40 e Gerry Ford in quelli ’70.
Non solo.
Come scrive Danilo Arona nel mini saggio, pubblicato proprio sul sito di Gargoyle e intitolato “l'11 settembre: fantasmi della mente e letteratura horror”:
George Bush senior sarebbe stato uno dei più importanti esponenti della cricca, date le sue continue partecipazioni a cerimonie segrete sparse un po’ in tutto il mondo, come quella tenutasi a Giza per la celebrazione del millennio. Il figlio, dopo un’incredibile battaglia elettorale sul filo dell’ultimo voto (c’e’ chi ha già scritto centinaia di pagine sul versante ‘magico’ di quella lunga contesa con Gore), ne raccolse l’eredita’, divenendo di fatto il controllore della loggia.
Roba da far rabbrividire l’uomo della strada ma nello stesso tempo, da far gola a molti autori di genere.
Farajon non si limita a costruire un romanzo cospirazionista, denunciando in maniera sistematica e diretta i misfatti di Bush, Cheney, Condoleezza Rice etc (non anticipo nulla per non guastare la lettura), ma da una sua interpretazione del tema del Vampirismo legato a forme di potere deviate e società segrete capitanante da individui subdoli e tutto sommato ridicoli.
Leggendo i “Vampiri” delineati da Farjeon/Scarfe mi è subito venuta alla mente una spiegazione del vampirismo (quello presunto come vero!) ad opera del prelato italiano Giuseppe Davanzati (autore di un trattato sui vampiri nel ‘700), e citato nel saggio di Massimo Introvigne “
“Per Isciogliere, e schiarire questo fenomeno non vi è d’uopo più ricorrere in cielo per i miracoli, né all’inferno per i demoni, né sulla terra per invenirne cagioni, né molto meno vi è mestieri ricorrere a’ Filosofi per consultarne i loro sistemi La vera causa di queste apparenze, che brama di trovarla, non altrove la potrà trovare, che in se stesso, e fuori di se stesso non la troverà giammai: la vera unica cagione de’ Vampiri è la nostra fantasia corrotta e depravata”.
I vampiri di Farjeon, non sanno di esserlo, e vivono le loro esistenza “corrotte e depravate” in un turbine di vizio e colpa, superficialità e vuoto pneumatico.
I loro denti insanguinati sono metafora lampante e terribile di una classe politica che (anche in Italia!) da secoli sta vampirizzando le risorse e le forze dinamiche dell’uomo comune.
I vampiri di Farjeon, nati dalla fantasia “patetica” descritta da Davanzati, hanno nel ventunesimo secolo parvenza fin troppo reale.
Come si dice in gergo: “La Fantasia ha superato la realtà”.
I vampiri di Farjeon, non sanno di esserlo, e vivono le loro esistenza “corrotte e depravate” in un turbine di vizio e colpa, superficialità e vuoto pneumatico.
I loro denti insanguinati sono metafora lampante e terribile di una classe politica che (anche in Italia!) da secoli sta vampirizzando le risorse e le forze dinamiche dell’uomo comune.
I vampiri di Farjeon, nati dalla fantasia “patetica” descritta da Davanzati, hanno nel ventunesimo secolo parvenza fin troppo reale.
Come si dice in gergo: “La Fantasia ha superato la realtà”.
3 commenti:
Questo devo ancora recuperarlo e la tua recensione aumenta il mio interesse.(E poi le interpretazioni interessanti sul vampirismo non sono certo all'ordine del giorno)
P.S.Complimenti per aver citato l'interessante mini saggio di Arona.
Come ti ho scritto altre volte adoro questo tipo di Romanzi. Il peccato grosso è che (almeno dalle mie parti) i tomi della Gargoyle cominciano a non essere più distribuiti in tanto bene.
@Fra
è un romanzo davvero particolare non assimilabile al genere horror tout court ma un'ardita commistione di cospirazionismo e horror con punte d'ironia. A suo modo originale.
P.s Arona orami lo cito spesso e volentieri. ^__^
@nick
puoi sempre ordinarlo in libreria o prenderlo dal sito gargoyle(mi sembra ci siano degli sconti). Dipende dal tuo interesse nel romanzo.
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