Dopo aver entusiasticamente recensito “I Vampiri dell’11 Settembre”, a tutti gli effetti uno dei primi romanzi non-horror pubblicati da Gargoyle, supportato dalla sempre entusiasta e competente Costanza Ciminelli (potete leggere anche una sua interessantissima intervista a Farjeon a questo link) ho deciso di inviare una serie di domande all’autore inglese. Il tentativo ha avuto successo e dopo pochissimi giorni ho ricevuto un’intervista completa che potete leggere di seguito.
Ringrazio di cuore il Sir. Farjeon per la cortese disponibilità e per la grande simpatia dimostratami.
Buona lettura.
L’attacco alle Twin Towers segna il passaggio dal Ventesimo Secolo, caratterizzato dal timore di un male assoluto, al Ventunesimo Secolo dove il male è ormai una certezza. Quanto tutto questo ha influenzato il suo romanzo “ I Vampiri dell’11 Settembre”?
Non sono un credente in 'assoluto' e di qualsiasi genere e mi sembra che le 'opere malvagie' siano sempre state una certezza fin dalla creazione e l’homo sapiens sapiens è venuto giù dagli alberi. Azioni perfide che servono per portare avanti un programma politico sono comuni nella storia umana, una storia davvero terrificante se si guarda all’incessante e totalmente inutile sete di sangue che essa ha contenuto, ed è l’attualità di quel tipo di male che mi interessa.Perché siamo ancora così 'selvaggi' pur sapendo che tutti noi condividiamo un miracoloso e splendido piccolo pianeta ed è tutto quello che abbiamo? Siamo abbastanza intelligenti da inviare uomini sulla luna e alcuni di noi possono scrivere della musica meravigliosa, ma la nostra tragedia è che non siamo abbastanza intelligenti per poter fermare questo processo in cui ci ammazziamo a vicenda.
Sono stati pubblicati molti libri e documenti che mettono in dubbio l’attacco terroristico, sollevando invece inquietanti interrogativi su dinamiche e fatti. Mi piacerebbe conoscere la sua posizione in proposito?
Fin dall’ 11 Settembre Internet è stato un ribollire di indignazione e di indagini e le conclusioni a cui è giunta la cosiddetta 'interpretazione ufficiale' di quegli eventi è stata creata ad arte ed è una inevitabile stronzata. Non credo che chi guarda i fatti di ciò che accadde quel giorno possa credere altrimenti. Come dici tu ci sono stati molti, molti libri eccellenti e articoli sul tema e le informazioni in essi contenute sono liberamente disponibili. Quello che mi interessa è perché George W. Bush e tutti gli altri non sono in prigione. Non solo hanno ucciso quasi tremila dei propri cittadini durante l’11 Settembre, ma altre migliaia durante le false guerre in Afghanistan e Iraq, per non parlare di centinaia di migliaia di persone innocenti in questi paesi e non solo. E questo tipo di comportamento da parte degli Stati Unitiè in qualche modo una sorpresa? Non dovrebbe essere. Guarda il Vietnam.
Di sicuro impatto sono le pagine del romanzo che hai dedicato all’allora Presidente americano G.W. Bush: un oscuro personaggio invischiato in società segrete e cospirazioni di stato. Fantasia o realtà?
Realtà. Bush non è lo stupido cowboy che vuole sembrare. Per generazioni la suafamiglia è stata coinvolta nella menzogna, nella cospirazione e nella segretezza ed il loro unico vero interesse per tutta la loro vita è stato sempre il denaro e il potere. Sono dei criminali, puri e semplici.
Il protagonista del libro “ I Vampiri dell’11 Settembre” è un giornalista che indaga sui misteri e il paranormale. L’indagatore dell’incubo è ancora un tema di sicuro effetto per la narrativa horror?
Non sono un lettore di 'horror' o qualsiasi altro tipo di narrativa legata a questa materia e, in un certo senso, sto cercando di creare una satira sul genere stesso. So che il mio personaggio centrale è un luogo comune e so anche che per un romanziere presentare un paio di persone oneste di fronte a un vortice maligno di cattiveria non è certo una cosa originale, ma serve al mio scopo e fornisce alla storia una sorta di necessario umorismo e contribuisce a rendere il libro meno deprimente. Almeno, lo spero.
I vampiri del suo romanzo sono mostri inconsapevoli: esseri grotteschi che fanno del male non avendo coscienza di esso. È un distacco voluto dalla tradizione letteraria oppure avevi in mente di usare il vampiro come metafora sociale?
Può essere letto come metafora del vampirismo, ma è anche spaventosamente reale.
“I Vampiri dell’11 Settembre” pur avendo un titolo horror, indaga profondamente la realtà americana. Mi piacerebbe conoscere i suoi gusti personali in tema di cinema e letteratura horror. Quali sono i suoi preferiti?
Gli Stati Uniti sono una società molto malata e un pericolo per il mondo intero. Il costo dell’ 11 Settembre e le guerre che ne sono derivate ha paralizzato l'economia mondiale. Ha consentito ai ceti già ricchi di diventare ancora più ricchi e poveri tutti gli altri. E la situazione non è migliorata sotto il presidente Obama. L'omicidio continua ogni giorno.Tuttavia, per rispondere alla tua domanda, dato che ora sono 65enne, come detto in precedenza, non sono un particolare fan del cinema 'horror' o della letteratura, e troveresti la mia selezione dei 'preferiti' molto noiosa. I film horror in bianco e nero degli anni Venti e Trenta, come Frankenstein e Dracula, non hanno davvero migliorato la mia conoscenza del genere e non sono a conoscenza di un romanzo che supera la magnifica atmosfera opprimente e minacciosa di Bram Stoker. Perdonami, sto veramente solo implorando la mia ignoranza.
Nel libro “I Vampiri di Ciudad Suarez” ha delineato un criminale che si crede un vampiro. Nei “ I Vampiri dell’11 Settembre” scrive invece di un gruppo di massoni che non sanno di essere vampiri. Nell’ultimo capitolo della trilogia come affronterà il tema del vampiro? Ci sarà ancora spazio per la critica sociale e in generale quella americana?
Sì, una famiglia di trafficanti di droga e assassini che credono di essere vampiri e un gruppo di cospiratori del male che non sono a conoscenza di essere dei vampiri. Esatto. Nel terzo libro (che ho quasi finito) le persone sanno invece di essere vampiri e si dilettano molto. Mi capita spesso di differenziare i tre romanzi in questo modo ma non è il quadro completo o, addirittura, tutto ciò non è accurato. E, oh sì, la critica sociale, va avanti e avanti!
Mi dispiace!
(Scritto in Italiano. N.d.Edu). Il libro va a ritroso nel tempo alla scoperta dell'America, concentrandosi sul mese di Aprile del 2005, ma la maggior parte della storia si svolge in Europa, quindi non è di schiacciante interesse come con gli Stati Uniti e il caso dell’11 Settembre. Le figure centrali della trama che abbiamo incontrato a Ciudad Juarez sono ancora presenti.
Conosce qualche autore italiano (cinema o letteratura) che l’ha ispirata in qualche modo nei suoi libri?
L'Italia è una fonte d'ispirazione per tutti. Tanto che mi prendono in giro su questo fatto. Se potessi scegliere mi piacerebbe vivere in Italia fino al giorno della mia morte, ma, ahimè, non posso. Sono stato ispirato da innumerevoli cose italiane, ma non c'è nessuno scrittore italiano o un film, che posso citare per i miei libri.
Infine una curiosità personale: nel suo caso, il passaggio dalla recitazione alla narrativa è stato naturale oppure è stato il frutto di un lungo percorso di studio?
Io e mia moglie abbiamo lavorato molti anni a New York e Los Angeles come attori e, come spesso accade con gli attori, abbiamo messo mano a delle sceneggiature. Ne abbiamo scritte una decina, due delle quali sono state quasi prodotte!
Non è stato un lavoro vano, perché parte di una di queste sceneggiature è diventata “I Vampiri di Ciudad Juarez” mentre un’altra “I Vampiri del 9 / 11”. Per il sottoscritto, il passaggio da attore e regista ad autore è stato un processo del tutto naturale e che ha a che fare più con l'avanzare dell'età di ogni altra cosa. Il fatto è che mi sono stancato di cercare di vendere i nostri lavori a Los Angeles. Avevo iniziato una sceneggiatura di Jack lo Squartatore e improvvisamente mi sono reso conto che sarebbe stata meglio pubblicarla come romanzo. Da qui è iniziato tutto.
Grazie mille.
- ENGLISH VERSION -
The attack on the Twin Towers marks the transition from the twentieth century,
characterized by the fear of an absolute evil, to the twenty-first century where evil is now a certainty. How has this influenced his novel "The Vampire of 9/11"?
I am not a believer in 'absolutes' of any kind and it seems to me that 'evil deeds' have always been a certainty ever since the creature that styles itself 'humankind' and homo sapiens sapiens came down from the trees. Perfidious deeds that serve to advance a political agenda are common in human history, a horrifying tale indeed if you look at the non-stop and totally pointless intra-species bloodthirstiness it has contained, and it's the very mundanity of that kind of evil that interests me. Why have we remained 'tribal' despite knowing that we all share a miraculous and blindingly beautiful little planet and that it's all we have? We are intelligent enough to send men to the moon and some of us can write blissful music but our tragedy is that we are not intelligent enough to stop murdering each other.
Have been published many books and documents that cast doubt on the terrorist attack, raising disturbing questions instead of those events. I'd like to know your position on this?
Ever since 9/11 the Internet has been boiling over with outrage and investigation and the conclusion that the 'official interpretation' of those events is artfully spun bullshit is unavoidable. I do not think that anyone who looks at the facts of what happened that day could believe otherwise. As you say there have been many, many excellent books and articles on the subject and the information they contain is freely available. What interests me is why George W Bush and all the others are not in jail. Not only did they kill nearly three thousand of their own citizens on 9/11 but thousands more in the phony wars in Afghanistan and Iraq, not to mention hundreds of thousands of innocent people in those countries and beyond. And is this kind of behaviour from the United States a surprise? It shouldn't be. Look at Viet Nam.
Of great impact are the pages of the novel that you gave to the U.S. President G.W.
Bush: a dark figure caught up in secret societies and conspiracies of State. Fantasy or reality?
Reality. He's not the country-and-western fool he appears to be. For generations his family has been involved in lies, conspiracy and secrecy and their only real interest in life has always been money and power. They are criminals, plain and simple.
The protagonist of the book "The Vampires of 9/11" is a journalist who investigates the mysteries and the paranormal. The nightmare investigator is still a topic of great effect for horror fiction?
I'm not a reader of 'horror fiction' or any kind of fiction for that matterand, to a degree, I am satirizing the genre itself. I know that my central character is a cliché and that for a novelist to present a few honest decent people confronted by a malignant swirl of nastiness is hardly original but it serves my purpose and still provides somenecessary humor and helps to make the book less depressing. At least, I hope so.
Vampires are monsters unaware of his novel: grotesque beings who do evil not being aware of it. You wanted a break from literary tradition, or had in mind to use the Vampire as a metaphor for society?
It can be read as metaphor but the vampirism is also frighteningly actual.
"The Vampires of 9/11" while having a horror title, explores deeply the reality of
America. I'd like to meet his personal tastes in terms of horror cinema and literature. What are your favorites?
The United States is a very sick society and a danger to the entire world. The cost of 9/11 and the ensuing wars has crippled the world economy. It has allowed the already rich to become immeasurably richer and impoverished everyone else. And the situation has not improved under President Obama. The murder continues daily. However, to answer your question, since I am now sixty-five and, as mentioned, not a particular fan of 'horror' cinema or literature you will find my selection of 'favorites' boring. The black and white horror movies of the twenties and thirties, like Frankenstein and Dracula, haven't really been improved upon to my knowledge and I'm not aware of a novel that surpasses the wonderfully oppressive and ominous atmosphere of Bram Stoker. But, forgive me, I am only really pleading my ignorance.
In the book "The Vampires of Ciudad Juarez" has outlined a criminal who believe to be himself a vampire. In "The Vampires of 9/11," you write about a group of Masons who do not know they are vampires. In the last chapter of the trilogy will address the theme of the Vampire? There will still be space for social critique and in general the American one?
Yes, a family of drug smugglers and murderers who believe themselves to be vampires and a group of evil conspirators who do not think of themselves that way. And in Book Three (which I am nearly finished) people who know they are vampires and revel in it. I often differentiate the three novels that way but it's not the complete picture or, indeed, all that accurate. And, oh yes, the social critique goes on and on!
Mi dispiace! The book goes back in time to the discovery of America as well as focusing on the month of April 2005 but most of the story takes place in Europe so it's not overwhelmingly concerned with the United States as was the case with 9/11. The central figures of the plot that began in Ciudad Juarez are still present however.
Do you know some Italian writers (film or literature) that inspired, in some way, your books?
Italy is an inspiration to everyone. So much so that I make fun of that fact. If I had a choice I would live in Italy until the day I die but, alas, I cannot. I have been inspired by countless things Italian but there is no one Italian writer or film that I can blame for my books.
Finally, a curiosity of mine: in your case, the transition from drama to fiction, it was natural or was the result of a long course of study?
My wife and I spent many years working in New York and Los Angeles as actors and, as frequently happens with actors between jobs, turned our hand to writing screenplays. We wrote about ten of them, two of which nearly got produced! It wasn't entirely in vain because parts of one of them became The Vampires of Ciudad Juarez and another The Vampires of 9/11. For me, the transition from actor and director to author was a quite natural process
more to do with advancing age than anything. And the fact that I got tired of trying to sell our work in LA. I had begun a screenplay about Jack the Ripper and suddenly realized I would be happier writing it as a novel.
Thanks a lot.