Svolgevo il doppio ruolo di tape trader (vedi foto sotto risalente a quegli anni con una lista di mio pugno) e di collezionista/ricercatore di fanzine e uscite discografiche rigorosamente di nicchia.
In un secondo momento cercai anche di fondare una mia rivista amatoriale dedicata all'estremo, Infernal Torment, poi naufragata per motivi economici e organizzativi.
Ogni volta che ricevevo per posta una cassetta autoprodotta, una fanzine ciclostilata o fotocopiata, un Sette Pollici in tiratura limitata, sentivo qualcosa agitarsi dentro.
Una forza oscura e minacciosa che sembrava provenire da una parte nascosta della mia anima.
Il concetto alla base del mio nuovo saggio “Sub Terra”, parte proprio da questo sentimento antico e apparentemente illogico.
Ho sempre percepito la scena estrema del Death Metal, del Black Metal, del Thrash Metal e di altri generi affini, come un luogo sotterraneo e impervio dove si aggirano entità terribili e ancestrali.
Quando ho proposto questo nuovo progetto a Tsunami Edizioni avevo ben chiaro l’archetipo che avrei utilizzato per raccontare le gesta dei gruppi italiani: quello dell’ Ade.
Ade non è solo il regno dei morti.
Ade è metafora dello status di “underground band”.
Vivere (o meglio sopravvivere) in un luogo nascosto ai più, dove la luce del sole non può arrivare.
Un antro buio che la maggior parte della gente rifugge perché luogo di strane leggende e esseri abominevoli, di rumori assordanti e gorgoglii mostruosi.
Partendo da questo concetto ho cercati di creare dei collegamenti culturali, folkloristici e mitologici tra le band incluse nel saggio e il territorio dove si sono formate.
Il concetto alla base del mio nuovo saggio “Sub Terra”, parte proprio da questo sentimento antico e apparentemente illogico.
Ho sempre percepito la scena estrema del Death Metal, del Black Metal, del Thrash Metal e di altri generi affini, come un luogo sotterraneo e impervio dove si aggirano entità terribili e ancestrali.
Quando ho proposto questo nuovo progetto a Tsunami Edizioni avevo ben chiaro l’archetipo che avrei utilizzato per raccontare le gesta dei gruppi italiani: quello dell’ Ade.
Ade non è solo il regno dei morti.
Ade è metafora dello status di “underground band”.
Vivere (o meglio sopravvivere) in un luogo nascosto ai più, dove la luce del sole non può arrivare.
Un antro buio che la maggior parte della gente rifugge perché luogo di strane leggende e esseri abominevoli, di rumori assordanti e gorgoglii mostruosi.
Partendo da questo concetto ho cercati di creare dei collegamenti culturali, folkloristici e mitologici tra le band incluse nel saggio e il territorio dove si sono formate.
Cercare di raccontare la musica attraverso miti e archetipi, leggende e rimandi.
Per questo Sub Terra non è il classico saggio musicale dove troverete brevi recensioni e schematiche biografie.
Il libro è un viaggio nelle viscere delle terra (italica) tra abissi insondabili e tenebrose apparizioni.
E quando riusciremo a trovare la strada verso la luce (attraverso i racconti dei vari protagonisti), scopriremo che “Supra Terra” il mondo è ancora più crudele e malvagio.
Ci torneremo presto
Intanto hanno segnalato (o parlato) di Sub Terra finora:
- Il Mattino, articolo di Luca Visconti
- Il critico musicale Donato Zoppo nel suo blog
- Metallus
e la lista continua...
3 commenti:
La citazione te la meritavi tutta.
Ciao.
Mi sono persa qualcosa...molto interessante..
Ciao Angie
@Nick
Grazie amigo!
@Angie
Strano che tu non l'abbia ancora capito. ^__^ Si tratta del mio nuovo saggio musicale in uscita a fine Aprile.
A presto.
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