mercoledì 3 dicembre 2014
MOSHPIT STORY & MOSHPIT NEW PODCASTS AND FLYERS
Tra le tante novità di quest'anno per il nostro programma radio Moshpit ci sono ben due podcast sulla piattaforma Mixcloud.
Il primo podcast, quello classico, dove troverete tutte le puntate nuove di questa stagione lo trovate qui e parte dalla puntata n. 201.
Il secondo invece si intitola invece Moshpit Story e ripercorre tutta le 200 puntate che abbiamo registrato dal Marzo 2009.
Si tratta di un lavoro enorme con ore e ore di diretta quindi ci vorrà un bel po' di tempo per poterle caricare tutte.
Intanto sono disponibili le prime 14 puntate, roba storica, dove Doctor Jankyll e Mister Eddie un po' impacciati e emozionati iniziavano la loro avventura radiofonica.
Intanto potete ammirare anche il nuovo flyer di Moshpit opera dell'artiste e fumettista salernitano Blacky Mole, alias Antonio Pannullo.
Splendida anche l'iniziativa dell'amico e collega blogger Lucius Etruscus del blog Myniature (e di altri che trovate nell'elenco più in basso del blog) che ci ha dedicato finora ben due flyer tratti dalla sua collezione personale di miniature e che ringrazio ancora pubblicamente per l'entusiasmo e l'inventiva.
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lunedì 1 dicembre 2014
CLASSIX, CLASSIX METAL, SPLATTER AND MORE
Sembra che ogni volta che mi metta in testa di portare avanti il blog con una certa regolarità si presentino impegni su impegni e immancabilmente Il Mondi Di Edu va in stand by.
In queste settimane ho dovuto curare i contenuti di ben tre riviste, la nuova edizione del nostro programma radio Moshpit, l'editing del mio nuovo saggio per Tsunami Edizioni e una serie di progetti che spero trovino riscontro verso chi di dovere.
Il blog è ancora vivo e certi argomenti (Pantera Nera, Vampiri, fantasmi, vecchie recensioni, vecchie interviste) sembrano ancora "acchiappare" un buon numero di lettori anche se il blog è fermo da un paio di mesi almeno.
Iniziamo a segnlare alcune uscite:
Nel nuovo numero di Classix da un mesetto in edicola troverete una mia intervista in esclusiva ai Bram Stoker più la recensione del loro atteso ritorno discografico più una recensione dell'ottimo saggio "Mario The Black Di Donato. Ars Et Metal Mentis".
E' uscito anche il nuovo numero di Splatter che potrete trovare in alcune edicola segnalate sul gruppo di Facebook e in diverse fumetterie.
In questo numero mi sono occupato come sempre della storica rubrica musicale "Radio Virus" con recensioni di Filii Eliae, Bologna Violenta, Cannibal Corpse, Liquido di Morte, Wolves In The Throne Room, Deathless Legacy,
Infine è in edicola da pochi giorni anche il n.21 di Classix Metal con un mio articolo sugli inglesi Amulet (eroi o cialtroni?) e recensioni di Fangtooth, Sorrows Path, I Miti Eterni, Ancient Dome, Caronte.
Dulcis in fundo sul blog "Brividi In Sala" potrete leggere anche una mia intervista dove si parla ancora del nostro saggio "Horror Rock la musica delle tenebre" nonchè di cinema, colonne sonore, ricordi, editoria e molto altro.
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giovedì 25 settembre 2014
MOSHPIT: QUESTA SERA ON AIR!
QUESTA SERA Giovedì 25 Settembre nuovissima e imperdibile puntata di MOSHPIT!!!
Doctor Jankyll, Mister Eddie e Tony D'Alessio avranno l'onore e il piacere di avere in diretta telefonica un gradito ritorno, i MASTERCASTLE (già intervistati nel 2011) e forti del nuovo album Enfer (De La Bibliothèque Nationale)
Inoltre celebreremo il ritorno della Doom Zone con una serie di album davvero imperdibili.
Previste le rubriche Rock Zone (dedicata al Retro Rock), Metal Zone, il disco del mese (il mitico ritorno dei fratelli Figliolia con i Filii Eliae) e come sempre una imperdibile Extreme Zone con tanti brani in anteprima.
Come sempre puntata da non perdere per gli amanti della musica underground e non solo.
Vi aspettiamo al solito orario (21:00) sempre su Radio Base:
www.radiobase.fm
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domenica 21 settembre 2014
MOSHPIT: NUOVO PODCAST E PUNTATA N. 201
Con l'inizio della nuova stagione di Moshpit 2014/2015 abbiamo deciso di tresferirci su Mixcloud, un server più capiente che ci permetterà di contenere tutte le puntate senza doverle poi cancellare man mano come avveniva in precedenza. In futuro, tempo permettendo, è previsto anche un "Moshpit Story" podcast con tutte le 200 puntate precedenti.
Intanto godetevi la prima puntata della nuova serie.
Stay rock!
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mercoledì 17 settembre 2014
MOSHPIT: QUESTA SERA LA PRIMA PUNTATA DELLA NUOVA STAGIONE
QUESTA SERA Giovedì 18 Settembre torna ON AIR, dopo la pausa estiva, MOSHPIT!!!
Doctor Jankyll, Mister Eddie e Tony D'Alessio sono più gasati e incazzati che mai e avranno l'onore e il piacere di avere in diretta telefonica la storica death metal band meneghina (dal 1988!) Horrid, forti di ben due uscite discografiche nel 2014.
Non solo: celebreremo il grande ritorno della Salerno estrema con intervista in studio agli Oylokon (presenteremo il debut album "Life Belongs To Death") e incoroneremo il mitico ritorno dei fratelli Figliolia con l'imperdibile disco del mese dei Filii Eliae.
Previste le rubriche Rock Zone, una ricchissima Metal Zone e come sempre una imperdibile Extreme Zone con tanti brani in anteprima.
Come sempre puntata da non perdere per gli amanti della musica underground e non solo.
Vi aspettiamo al solito orario (21:00) sempre su Radio Base:
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venerdì 12 settembre 2014
MOSHPIT RETURNS!
Giovedì 18 Settembre alle 21 torna in onda Moshpit, programma radio, ormai di culto, dedicato al Rock e al Metal condotto da Doctor Jankyll (Giancarlo Scoppetta ex speaker Radio Antenna Sarno), Mister Eddie (Eduardo Vitolo saggista e giornalista musicale) e Tony D'Alessio (Ape Escape, Guernica, Lost Innocence).
Come ogni anno ben due ore di diretta ogni Giovedì sera dagli studi di Radio Base dalle 21:00 alle 23:00. Il format anche quest'anno si avvale della competenza di diversi collaboratori esterni tra musicisti e addetti ai lavori tra i quali Pier Marzano (Grind Zone, Psycho, Guitar Club), Fabban (Aborym, Funeral Oration) e Vincenzo Barone (H/M, Thunder) ed è sempre composto dalle mitiche rubriche tematiche: Rock Zone, Disco del Mese, Doom Zone, Dark Zone, Meteor(M)e(tal), Extreme Zone e altre nuove che vi sveleremo nel corso di questa sesta stagione etc.
Inoltre interviste in esclusiva (anche all’estero!), speciali a tema, performance live e dischi in anteprima assoluta.
Diretta in streaming:
www.radiobase.fm
Moshpit su Facebook:
https://www.facebook.com/groups/173956963344/?fref=ts
Contatti:
moshpit.rock@gmail.com
STAY ROCK WITH MOSHPIT!!!
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martedì 9 settembre 2014
METALHEAD - RAGNAR BRAGASON (2013)
Da sempre la morale comune identifica il genere Metal tout court come un periodo di passaggio della vita, la cosiddetta fase adolescenziale, accompagnata da un misto di compassione e di ironia per chi l’Heavy Metal lo ha già abbandonato da un pezzo oppure non ne ha mai compreso i meccanismi culturali, sociali o prettamente musicali.
Per tanti, troppi, l’Heavy Metal è da sempre uno sfogo personale sia esso positivo oppure nel caso di “Metalhead” negativo, da relegare a una parentesi chiaro/scura della vita e guai a farla durare troppo: la sindrome di Peter Pan potrebbe macchiare l’incauto fruitore per sempre.
Di questa regola non scritta è imbevuto il film del regista islandese Ragnar Bragason (titolo originale Málmhaus) con la sua eroina “metallara” in una lotta a volte drammatica, a volte semplicemente grottesca con i suoi ormoni di adolescente dark e la dipartita prematura e crudele di un fratello mai tanto amato e rimpianto.
Il battesimo del fuoco avviene proprio nella stanza del deceduto, tra poster di Iron Maiden, Judas Priest, Led Zeppelin e dischi in vinile: anche questo un cliché, ma tutto sommato veritiero.
Hera, la protagonista, inizia così il suo percorso tormentato tra musica (metal) ascoltata e suonata, l’incomprensione con i genitori che devono ancora somatizzare il lutto del figlio (in tal senso il ruolo della madre è perfetto) e una serie di bravate che invece di scioccare sfiorano quantomeno il ridicolo.
In questo “Decamerone” di luoghi comuni, però si intravede anche la luce di qualche idea quantomeno vincente che, chiaramente, non ha nulla a che fare con l’immaginario del genere.
Il contesto in cui si svolge il film è davvero affascinante: un’Islanda rurale, quasi ferma nel tempo, dove si respira pace, laboriosità, comprensione e tolleranza.
Una perfezione elegiaca oserei dire…
C’è spazio anche per un prete ex fan di Venom e Celtic Frost (di cui Hera si innamora invano) e una comunità che sembra perdonare alla protagonista ogni atto scellerato o sconclusionato (Hera incendia la chiesa locale non per una qualche ideologia legata al Black Metal ma semplicemente perché respinta da un amante impossibile da avere).
Metalhead si nutre di promesse non mantenute a partire dal titolo e dal poster di cui sopra: NON è un film sul Metal e NON è un film che vuole spiegare il Metal a chi non l’ha mai compreso.
Metalhead è un film che prende elementi e luoghi comuni duri a morire e ne costruisce una storia che tutto sommato si regge in piedi e che (senza indagare oltre come il sottoscritto) riesce a conquistare anche gli esigenti(?) appassionati del genere, che, forse, si lasceranno incantare dalla bella colonna sonora (Juda Priest, Megadeth, Savatage etc) e dalle magliette della graziosa Hera (chiara metafora di una giovinezza che tra mille tormenti e problemi rimpiangeremo per sempre).
Personalmente sono affascinato dai luoghi, dalle atmosfere e anche dalla capacità del regista di raccontare un contesto sociale lontano e per questo attraente ma se guardiamo al nocciolo della questione “Metalhead” è l’ennesima occasione mancata di poter dare una qualche dignità culturale o artistica al Metal.
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lunedì 14 luglio 2014
SPLATTER #5 (E BUON COMPLEANNO DI SANGUE!)
E' disponibile da pochi giorni sul sito ufficiale il nuovo numero di Splatter.
Ecco in breve i contenuti del numero di Luglio:
Copertina: Roberto Ricci
Sommario fumetti: “Metajo Orlando” “Le piante del dottor Cinderella” “La coscienza di Xeno” “Anche i vegani uccidono” “Il signor G” “Lamort & Beck” autori: Paolo Di Orazio, Riccardo Latina, Massimiliano Filadoro, Eleonora Amianto, Hurricane, Alex Crippa, Alessandro Paratore, Francesco Biagini, Valerio Giangiordano, Andrea Cavaletto, Carlo Bocchio. Orlando, disegnatore fallito, mette in scena il suo fumetto preferito. Un imprudente botanico cerca vittime per la sua serra. Cosa è la xenofobia, un sentimento provocato, un esperimento o cosa? Si parla tanto dei vegani e le loro teorie: da oggi, tutto sarà diverso. Un club speciale per esorcizzare la rabbia. La morte si diverte su un povero suicida.
Dossier: elephant man
Cinema: Morituris
Musica: speciale Gwar
Letteratura: H.P.Lovecraft
Dello speciale Gwar (con doveroso tributo a Dave Brokie alias Oderus Urungus) se n'è occupato il sottoscritto cercando di riassumere la lunga carriera dei nostri tra Shock Metal e album provocatori, censure e tragedie.
Diverse anche le recensioni presenti nella rubrica "Radio Virus".
Ma il nuovo numero di Splatter ha anche un'importanza storica notovole: come in parte recita l’editoriale del numero 5, scritto da Paolo Di Orazio, la rivista horror italiana che ha segnato il costume della nazione e il fumetto in generale, compie in questo mese e con questa uscita, un quarto di secolo!
"Certamente un’età spezzata - Precisa Parolo sul sito ufficiale - ma, a quanto pare, un mito continuo che nessuno ha dimenticato nel tempo. 25 equivale a 5 volte 5, e così, questo numero 5 potrebbe essere il nuovo numero della bestia horror… 555".
Infine, sfogliando le pagine di quest’albo, i più ferrati in materia scopriranno il perché di un omaggio in copertina (sempre firmata da Roberto Ricci) alla più amata storia splatter della serie: “Self Service” scritta da Peppe Ferrandino e disegnata nel 1989 da Bruno Brindisi, pubblicata su «Splatter» n.5 della prima generazione, quello con Hellraiser in copertina.
Ma lasciamo che sia ancora Di Orazio a presentarci ulteriori novità tra passato e presente:
"Grazie a Bruno, abbiamo avuto il placet per giocare con un deja-vù rimasticato e cotto al sangue e grondante citazioni (vi sfidiamo a segnalarcele tutte). Questa idea, è stata fortemente voluta per iniettare nella resurrezione di «Splatter» l’ironia che ha fortemente caratterizzato la serie originale alternando le storie di impronta più dark. E per dare un’esplorazione completa all’horror e al bel fumetto, faticato e sudato vignetta per vignetta, si concentra su questo 555 un mix di stili molto carichi e degni, senza immodestia, del miglior fumetto anni ’60 americano. Abbiamo lavorato su gabbia classica e sprazzi di gabbia libera, e la vita delle storie, vedrete, sarà pesantemente coinvolgente. In particolare, troverete un incubo in bianco, nero e retini di Eleonora Amianto e Carlo Bocchio dove il tratto è selvaggio, irriverente, delirante, per poi esplodere in una visione che non sarà facile ritrovare nel fumetto italiano. Quella potenza cara a Jim Steranko, e la furia d’inchiostro del fumetto di altri tempi, quando era lecito rompere le righe".
In poche parole: Splatter è qui per restare.
Siete avvertiti!
venerdì 11 luglio 2014
MOSHPIT: PODCAST PUNTATA N.200!
Mercoledì 9 Luglio negli studi di Radio Base il nostro programma radiofonico Moshpit ha tagliato l'invidiabile traguardo delle 200 puntate!
Siamo partiti in sordina nel Marzo del 2009 e a stento facevamo un'ora di diretta dalle 21:00 alle 22:00. Spesso, anzi spessissimo, un programma sportivo locale che andava in onda prima di noi ci rosicchiava dei minuti preziosi che avremmo voluto dedicare alla musica e questo ci angustiava non poco ma la passione era più grande e non ci siamo arresi.
All'inizio io (Mister Eddie) e Doctor Jankyll (Giancarlo Scoppetta ex Radio Antenna Sarno con lo storico programma "Wild Side") ci limitavamo a mettere i dischi che avevamo nelle nostre collezioni e qualche album recente attinto per lo più da amici generosi.
Pian piano le cose sono cominciate a decollare e mese dopo mese Moshpit ha iniziato a intervistare i gruppi del panorama nazionale, riscuotendo l'attenzione delle etichette di settore.
La prima in assoluto ad affidarci i propri promo (fisici non tristi mp3) è stata la My Kingdom Music dell'amico (salernitano come noi) Francesco Palumbo.
Ricordo ancora il primo incontro con lui in un noto caffè di Nocera Inferiore e l'emozione di poter ricevere dei cd e delle biografie stampate dei gruppi che dovevamo passare in radio.
Il "gioco" iniziava a farsi serio e noi non ci siamo tirati indietro.
Dopo My Kingdom Music sono arrivate Black Widow, Punishment, Aural Music e molte altre.
Infine, negli anni più recenti, i grossi nomi di settore: Nuclear Blast, Century Media, Relapse, Universal etc
Moshpit è stato una lunga gavetta: il sottoscritto non aveva alcuna esperienza di Radio, mentre Giancarlo proveniva da un'esperienza diversa e più piccola.
Abbiamo creato questo format praticamente dal nulla, sfruttando semplicemente le nostre idee e la nostra passione nel Rock/Metal. Ci siamo ispirati solo a noi stessi, imparando dagli errori e attingendo dagli insegnamenti preziosi di Errico, il boss di Radio Base.
Quando le cose hanno iniziato a carburare non ci siamo sentiti nè appagati nè arrivati.
Desideravamo portare avanti un progetto corale che si aprisse anche a contributi esterni.
E così nel tempo ci siamo affidati a professionisti del settore giornalistico e musicale come Tony D'Alessio (Guernica, Ape Escape), Pier Marzano (Psycho, Grind Zone, Guitar Club), Fabban (Metal Shock, Aborym, Funeral Oration), Mario Gazzola (Scrittore e Esperto di Dark Music), Vincenzo Barone (H/M, Thunder), sacrificando il nostro "ego" per creare un programma radiofonico unico, completo, preparato, ricco di entusiasmo e di competenza.
Se abbiamo tagliato questo invidiabile traguardo in un panorama mediatico che ormai ha relegato il Metal in un triste dimenticatoio, allora significa che abbiamo lavorato bene e il pubblico non ha mai smesso di supportarci finora.
L'augurio che ci facciamo, riascoltando insieme a voi la leggendaria puntata n.200 (con quasi tutti gli opinionisti e alcuni fortunati ascoltatori) è semplicemente quello di poter continuare a portare avanti questo progetto, impegni di vita permettendo.
Buon compleanno Moshpit!
La 300 è il prossimo traguardo...
Faremo di tutto per arrivarci...
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venerdì 4 luglio 2014
MOSHPIT: CONTEST & PODCAST
Dopo aver iniziato per ben tre mercoledì (e non giovedì,come sempre...) la "Special Summmer Edition" di Moshpit, Mercoledì 9 Luglio il nostro programma radio sul Vero Rock taglia l'invidiabile traguardo delle 200 puntate. In tempi in cui il Metal sembra aver perso ogni opportunità di visibilità mediatica, Moshpit con i suoi 5 anni e più di vita è un vero e proprio highlander del panorama radiofonico. Per festeggiare al meglio le 200 puntate abbiamo ideato un contest che qui vi presentiamo:
Vuoi diventare un opinionista di Moshpit per una sera? Vuoi scegliere e commentare un brano per Doctor Jankyll, Mister Eddie e Tony D'Alessio in diretta?
Finalmente hai la tua chance! Mercoledì 9 Luglio Moshpit, il programma radio sul Vero Rock, taglia il traguardo invidiabile delle 200 puntate! Per festeggiare al meglio questo grande evento come sempre ci affidiamo ai nostri amati ascoltatori... Scegliete un brano tra quelli elencati (nella foto sotto) e inviate una mail con Nome e Cognome a moshpit.rock@gmail.com.
Tra i tanti che parteciperannno ne sorteggeremo diversi che per una sera si trasformeranno negli Opinionisti di Moshpit e li chiameremo (o li faremo intervenire in radio se delle nostre zone) in diretta a RADIO BASE!
Stay Rock!
Di seguito anche il podcast delle ultime puntate della "Summer Special Edition":
Moshpit 199 - Vanadium, Deathless Legacy and more Moshpit 198 - Heavy & Death Metal Special Moshpit 197 - Necrodeath, Speciale Folk Metal and more
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lunedì 16 giugno 2014
THE CLASH – STADIO COMUNALE SIMONETTA LAMBERTI, CAVA DEI TIRRENI (06/09/1984)
Negli anni '80 la piccola città di Cava Dei Tirreni (originariamente un antico borgo medievale, situato a pochi km da dove abito), in provincia di Salerno, era una piccola “mecca” della musica dal vivo.
Tanti ricordano il leggendario live dei Pink Floyd del 1989 (un evento ancora oggi osannato e celebrato con i lacrimoni da amici e conoscenti) ma cinque anni prima era passato da Cava anche un leggendario gruppo punk inglese, quasi sul viale del tramonto: parliamo dei The Clash!
All'epoca Antonio Pannullo, alias Black Mole, artista di cui abbiamo già parlato in un post recente, è un giovane ventenne appassionato di musica punk e fan di Joe Strummer e non si lascerà scappare l'occasione, più unica che rara, di poter ammirare uno dei suoi eroi giovanili.
Questo è il suo resoconto...
Come si era preparata la città di Cava dei Tirreni alla calata dei leggendari The Clash? Il concerto fu pubblicizzato a dovere? Quali erano le tue aspettative?
La città, come per tutti i concerti in quel periodo, sembrava indifferente agli eventi. Il concerto non fu pubblicizzato per niente. Per caso, passeggiando per i portici, mi sono imbattuto in uno dei pochissimi poster attaccati per la città e non ti nascondo di averne strappato uno portandomelo a casa come reliquia. Le aspettative erano alte, non capita tutti i giorni di avere una leggenda musicale sotto casa!
Quale fu la location del concerto? Quante persone parteciparono all'evento? Ci furono gruppi italiani o stranieri che suonarono di supporto?
Il concerto si tenne allo Stadio Comunale Simonetta Lamberti. Le persone che parteciparono furono molte, il campo e le tribune erano piene! No, a quei tempi, almeno da noi, non si usava il gruppo di supporto; comunque io sono arrivato poco prima del concerto perché ero stato a Napoli sperando di trovare Strummer che era in giro per la città su una Vespa (ovviamente non era lui a guidarla).
Negli articoli dell'epoca (che potete ammirare in questo post) i The Clash vengono dipinti come un gruppo sovversivo e controverso. Questa cosa creò problemi per lo show? Ci furono tentativi di annullare lo show da parte delle istituzioni?
No, non ci furono grossi problemi, solo uno stretto servizio d'ordine e molti carabinieri ai controlli all'interno dello stadio. A quei tempi, era il 1984, non potevi entrare con macchine fotografiche e telecamere (i radioloni sì). Io comunque ci sono riuscito, le foto lo testimoniano.
Nei Clash che suonarono a Cava dei Tirreni non era più della partita Mick Jones. All'epoca si parlava di seconda formazione dei The Clash. Furono all'altezza del loro nome?
Lo spettacolo fu brillante anche perchè Strummer, non suonando la chitarra, poteva liberamente cantare e saltare sul palco. Il suono non fu ottimale all'inizio (mio cugino registrò il concerto con un walkman) i Clash partirono con London Calling e con essa partì una bolgia infernale.
Sarei curioso di conoscere la scaletta del live e quali brani più famosi furono suonati? Cut The Crap se non erro stava per essere pubblicato...
Suonarono tutti i loro classici White Riot, Tommy Gun, English Civil War, Bankrobber... mi è impossibile ricordarli per ordine, comunque ricordo che del nuovo Cut The Crap suonarono This Is England.
Come fu lo show di Joe Strummer sul palco? Usava qualche espediente scenico particolare oppure fu un concerto Punk duro e puro?
Joe era indemoniato vestito tutto di bianco con la parte superiore dell'asta del microfono a mo di antenna radio per diffondere il verbo di Radio Clash. Grande anche Paul Simonon. Molto a loro agio i due nuovi chitarristi Sheppard e White (con uno strano abito rosso a quadri scozzese)
Vorrei conoscere le tue impressioni personali su questo live e se a distanza di trent'anni può essere considerato come leggendario?
Sinceramente ero troppo preso dall'evento per darti un giudizio vero sulla serata. Dopo tanti anni posso dire io c'ero e me la sono goduta la serata
Nel 1984 il Punk era un genere che si stava lentamente esaurendo. Quale fu l'impatto dei The Clash sul suolo italico ed esattamente al sud. C'erano dei veri punk tra il pubblico?
Più che punk il pubblico era quello da festa dell'Unità! Intellettuali, militanti di sinistra, reduci degli anni di piombo: tutta gente da Police In My Back
C'è qualche altra curiosità o retroscena che a distanza di anni non è stato ancora rivelato su questo live ormai leggendario?
A quei tempi nel servizio d'ordine ci stava un mio amico del ragioneria che tante volte mi ha fatto entrare gratis ai grandi concerti del periodo e mi aveva accennato ad una possibilità di poter stare giù negli spogliatoi prima del concerto. Ma come detto prima, nel dubbio, io ero andato a Napoli per beccare Strummer e arrivai tardi per la possibile visita nel backstage Poco tempo dopo i The Clash si sciolsero definitivamente.
Durante il live avevi captato qualche avvisaglia della fine?
No, il gruppo era in ottima forma, credo che era l'aura che si era spenta. Non ti nascondo che a me il tanto bistrattato Cut The Crap piace, infatti ho il vinile, brani come Dictator, Movers & Shakers, Fingherpoppin', Dirty Punk sono buoni. Puoi contestare il suono o la produzione (secondo il mio parere mai eccellente in nessun disco dei Clash) ma l'attitudine è quella.
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venerdì 13 giugno 2014
IL MISTERO DEL RITRATTO DI DRACULA (SECONDA PARTE)
Chi non ha ancora letto la prima parte la può trovare qui.
In questi giorni si fa un gran parlare di Vlad Tepes, prima ipotizzando che una sua presunta figlia abbia vissuto a Napoli durante il regno degli Aragonesi e poi che il Voivoda in persona sia sepolto in una tomba nascosta nella città partenopea (secondo alcuni studiosi provenienti dall’Estonia).
Noi intanto ci occupiamo del Mistero del Ritratto di Dracula visto che ci sono ulteriori e significativi sviluppi.
Sembra che la notizia data dai media italiani nel ‘96 non sia un fake ante litteram o uno scherzo ma sia in realtà una sorta di furba mistificazione creata attorno al reale ritrovamento del ritratto.
Se sono riuscito a trovare delle notizie certe devo prima di tutto ringraziare Fra Moretta del blog The Trafalmadore Files il quale ha fatto da prezioso mediatore con un altro blogger molto preparato e attento Anthony Hogg del blog The Vampirologist.
Grazie alle ricerche di Anthony siamo giunti finalmente a due link utili (li trovate qui e qui), dove viene narrata per intero tutta la storia del ritrovamento del ritratto e le cause di questa oscura vicenda.
Nel 1976 il Museo Pfarrgasse, presso la fortezza medievale di Sighisoara, è oggetto di alcuni lavori di restauro.
L’edificio è molto antico in quanto in epoche passate era stato utilizzato come casa di riposo dalla comunità protestante dei Sassoni della Transilvania.
Gli operai, durante i lavori si imbattono in un murale risalente al 17 ° secolo.
Il ritratto, in parte danneggiato, mostra quattro personaggi: tre indossano delle vesti tipiche della Transilvania, mentre la quarta figura indossa un misterioso turbante.
Gheorghe Baltag, citato anche nell’articolo del Corriere della Sera, è in quel periodo il direttore del museo di Sighisoara e come quasi tutti gli storici rumeni è ossessionato dalla storia del suo paese e dalle radici germaniche della Transilvania.
Baltag, da studioso qual è, dovrebbe essere a conoscenza di alcuni dettagli storici importanti dopo il ritrovamento del ritratto: il turbante veniva indossato dai nobili nella Valacchia medievale.
Inoltre, Vlad Dracul, padre del più noto Vlad Tepes detto “L’Impalatore”, aveva vissuto tra il 1431 al 1435 a Sighisoara in esilio ma all'interno delle mura della fortezza, che non avrebbe potuto in alcun modo “evadere”, in quanto a tutti gli stranieri, compresi i re, era severamente vietato uscire.
Infine, dato ancora più evidente, l’edificio è stato costruito fino a un centinaio di anni dopo il soggiorno di Vlad Dracul a Sighisoara e il ritratto è stato nuovamente dipinto un centinaio di anni dopo la costruzione della casa.
Baltag, sfidando i fatti finora elencati, stabilisce invece che l'uomo col turbante deve essere per forza di cose Vlad Dracul e pubblica i suoi risultati nel 1977 in una rivista di settore: “Magazine Istoric”.
La pubblicazione dell’articolo inizia a mettere sotto pressione le istituzioni della città di Sighisoara e con il placet del dittatore Ceausescu (appassionato di storia) decidono di sana pianta che Vlad Dracul ha vissuto nell’edifico.
Sul muro esterno della casa viene anche installato un cartello: «Qui visse Vlad Dracul 1431 - 1435".
Sempre nel 1978 viene anche aperto un ristorante chiamato "Vlad Dracul" insieme a una mostra permanente dal titolo: "Sighisoara - capitale temporanea del voivoda Vlad Dracul".
L’articolo del Corriere della sera, che parla di “esseri infernali” e delle ipotesi vampiriche del ritratto, è del tutto inventato.
Come tutti sanno non è stato Vlad Dracul il modello storico per il personaggio sanguinario di Dracula, ma suo figlio Vlad Tepes, diventato famoso per la sua terribile crudeltà.
Dracul, però, suonava molto meglio di Ţepeş e alla fine Stoker si impossessò solo del nome e nient’altro.
Una ricercatrice rumena, Daniela, interrogata da Anthony Hogg in merito alle connessioni “vampiriche” del ritratto così ha risposto:
Ho letto l'articolo e davvero non so perché l'autore racconta una cosa simile di questa immagine murale. Come è ben visibile, si tratta della scoperta fatta dal Prof. Baltag.
Non ci sono vampiri né zanne né sangue: è un dipinto murale originale del XVII secolo. Non menziona nemmeno che l'uomo dipinto NON è Vlad l'Impalatore, ma suo padre Vlad Dracul.
Questa storia che il personaggio storico sia stato di 'ispirazione' per Dracula - il conte vampiro di Bram Stoker- non è reale. Per maggiori dettagli, non esitare a scrivere a Hans de Roos, da tempo ricercatore delle radici e delle fonti di Bram Stoker per il romanzo ‘Dracula’.
Nella terza parte di questo mistero cercheremo di dare voce allo studioso De Roos, qualora ci conceda un’intervista in esclusiva per il blog.
Intanto il caso sembra essere chiuso: il famigerato “Ritratto di Dracula” non ha niente a che vedere con i vampiri ed è anche in discussione dal punto di vista storico.
Trattasi solo di un’esagerazione giornalistica, forse per vendere qualche copia in più (ricordiamo che parliamo sempre del 1996, e il web era ancora (quasi) un miraggio, soprattutto in Italia).
Insomma amanti dei succhiasangue rassegnatevi: niente tracce di non morti nella terra del voivoda!
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giovedì 5 giugno 2014
MOSHPIT: SPECIALE ITALIAN FEMALE VOCALIST AND MORE
QUESTA SERA Giovedì 5 Giugno nuovissima e imperdibile puntata di MOSHPIT!
Puntata dedicata alle female vocalist made in Italy: Doctor Jankyll & Mister Eddie avranno l'onore e il piacere di avere in collegamento telefonico le superbe cantanti Gloria Embrace della Prog Metal Band romana Embrace of Disharmony e Giulia Firpo della extreme metal band genovese Denial - Death Metal Band (con membri di Extrema, Spite Extreme Wing etc.) e parleremo approfonditamente dei loro nuovissimi album
Inoltre faremo due chiacchiere con il critico musicale e speaker radiofonico Donato Zoppo sui King Crimson e il suo ultimo libro uscito per Arcana Edizioni
Dulcis in fundo avremo come sempre il nostro mitico Tony D'Alessio a commentare con noi album vecchi e nuovi. Previste le rubriche Rock Zone, Metal Zone, il nuovo strepitoso Disco del mese di Giugno (Quale sarà?), e come sempre una imperdibile Extreme Zone Come sempre puntata da non perdere per gli amanti della musica underground e non solo. Vi aspettiamo al solito orario (21:00) sempre su Radio Base
Link streaming: www.radiobase.fm
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sabato 31 maggio 2014
MOSHPIT: PODCAST N.194/195
Di seguito il podcast delle ultime puntate di Moshpit!, il programma radio che diffonde nell'etere il solo e autentico vero rock su Radio Base!
MOSHPIT 195 - Speciale Funk Rock, Speciale Post Metal, Blacky Mole and more MOSHPIT 194 - Speciale Mercyful Fate, The Black, Guernica, Italian Extreme Metal and more
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mercoledì 28 maggio 2014
MOSHPIT: SPECIALE POST METAL, BLACKY MOLE, SPECIALE FUNK ROCK AND MORE
DOMANI SERA Giovedì 29 Maggio nuovissima e imperdibile puntata di MOSHPIT!
PUNTATA RICCHISSIMA: Doctor Jankyll & Mister Eddie avranno l'onore e il piacere di avere in collegamento telefonico la storica noise metal band INFECTION CODE per presentare il nuovo album "La Dittatura del Rumore" all'interno di un ampio speciale sul Post Metal.
Inoltre avremo una Rock Zone dedicata al Funk commentata per noi dall'opinionista ufficiale Pier Marzano
E ancora saremo raggiunti negli studi di Radio Base dell'Artista e illustratore di vecchi flyer e zine undurground metal Antonio Pannullo alias Blacky Mole per parlare dei suoi ultimi progetti che hanno molto a che fare col BlacK Metal e non solo.
Dulcis in fundo avremo come sempre il nostro mitico Tony D'Alessio a commentare con noi album vecchi e nuovi. Previste le rubriche Rock Zone, Metal Zone, il nuovo strepitoso Disco del mese di Maggio (Ancora Black Label Society!), e una imperdibile Extreme Zone
Come sempre puntata da non perdere per gli amanti della musica underground e non solo.
Vi aspettiamo al solito orario (21:00) sempre su Radio Base.
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sabato 24 maggio 2014
IL MISTERO DEL RITRATTO DI DRACULA
Un vampiro dagli occhi sgranati, con i lunghi canini sporgenti dalla bocca atteggiata in beffardo sorriso, è finalmente comparso nella casa di Dracula, in Transilvania, per la gioia degli operatori turistici che organizzano horror tour nei luoghi in cui visse Vlad Tepes, il sanguinario condottiero alla cui figura s’ispirò Bram Stoker per il suo Dracula tardo romantico…
Il ritrovamento è avvenuto a Sighisoara, l’antica Schassburg sassone, città fortificata dei Carpazi dove il principe Vlad nacque nel 1431 e trascorse la propria infanzia.
Sveliamo subito l’arcano: non si tratta di una notizia recente come molti penseranno leggendo il frammento di sui sopra ma di uno “scoop” pubblicato sul quotidiano Il Corriere della Sera e risalente al 4 Maggio del 1996 (Potete vedere una scansione dell’articolo più in basso).
Questo fantomatico ritaglio di giornale è stato ritrovato dal sottoscritto in una vecchia edizione del “Dracula” di Bram Stoker presente nella mia biblioteca.
Dopo aver letto avidamente il pezzo a firma Cesare Medail la curiosità di cercare sul web il dipinto era enorme, insaziabile!
Così ho iniziato a scandagliare Google Immagini ma del ritratto nessuna traccia.
Allora mi sono diretto verso articoli simili a quello pubblicato da Medail ma mi sono imbattuto soltanto nella versione on line dello stesso, presente nell’Archivio del Corriere della Sera e una notizia d’agenzia presente a questo link. Poi più nulla…
La cosa mi ha spiazzato non poco.
Possibile che non vi sia traccia di questo ritratto di Vlad Tepes in nessun sito, in nessuna guida, in nessun articolo dedicato ai miti e al folklore di quelle zone?
Eppure si parla di qualcosa di straordinario che sembrerebbe avvalorare in qualche modo l’ipotesi vampiresca dell’Impalatore di Valacchia.
Del resto, come precisato ancora nel pezzo del Corriere della sera:
Scrostando le macchie di umidità sui muri esterni dell' edificio l' archeologo romeno Georg Baltag ha portato alla luce la mitica figura, fra l' altro circondata da disegni di esseri mostruosi e animaleschi. Il flash dell' Agenzia Italia che da la notizia non specifica la datazione, probabilmente ancora da stabilire: fatto sta che i dipinti potrebbero essere l' "anello mancante" fra la vicenda storica di Vlad Tepes e il mito di Dracula della tradizione popolare e letteraria.
L’archeologo Gheorghe Baltag (Non Georg a quanto pare…) sembrerebbe esistere sul serio e alcuni sui studi e libri in lingua madre sono rintracciabili su Google Books e nell’Enciclopedia Treccani on line. Tutto il resto è buio pesto.
Eppure dalla descrizione che viene fatta da Medail si tratta di un dipinto affascinante, dal valore storico inestimabile e che farebbe andare in brodo di giuggiole qualsiasi amante e studioso dei vampiri.
Ecco la descrizione:
Ora, il dipinto scoperto da Georg Baltag suggerisce un collegamento tra la figura storica di Vlad, o della sua famiglia, e il mito del vampiro. Non e' , infatti, il primo dipinto significativo a venire alla luce nel palazzo di Sighisoara. Recenti restauri al secondo piano hanno rivelato una pittura murale che raffigura tre uomini e una donna seduti a un tavolo. Solo la figura centrale è rimasta intatta e rappresenta un uomo paffuto, lunghi baffi neri, sopracciglia arcuate e naso affilato. La somiglianza degli scuri occhi a mandorla con quelli di un famoso ritratto di Vlad Tepes, fa pensare che si tratti dell' unico ritratto di Vlad Dracul, padre del nostro. Dunque, mentre all' interno del palazzo è dipinta una scena familiare, all' esterno ecco quella terrifica del vampiro circondato da esseri infernali.
A questo punto concludo questo post appellandomi ai lettori italiani e stranieri che spesso bazzicano da queste parti. Se in qualche modo vi siete imbattuti nel misterioso ritratto di Dracula fatemi avere vostre notizie.
Sono tremendamente curioso di ammirare questo fantomatico dipinto e visto che almeno per il momento non è previsto un mio viaggio a Sighisoara mi piacerebbe almeno vederlo su pc o in qualsiasi altro modo. Chiunque (Studiosi, addetti ai lavori, diretti interessati e fan dei vampiri) abbia qualche notizia del Ritratto di Dracula può scrivermi alla mail che trovate a lato o lasciare un commento sotto.
Nel caso aggiorneremo poi la vicenda con una smentita o con una conferma a seconda del materiale che riusciremo a trovare.
Per ora il mistero resta…
LA SECONDA E ULTIMA PARTE LA TROVATE QUI
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Mistero
mercoledì 21 maggio 2014
MOSHPIT: MERCYFUL FATE SPECIAL AND MORE
DOMANI SERA Giovedì 22 Maggio nuovissima e imperdibile puntata di MOSHPIT!
PUNTATA RICCHISSIMA: Doctor Jankyll & Mister Eddie avranno l'onore e il piacere di avere in collegamento telefonico Mario Di Donato dei leggendari The Black e il suo biografo ufficiale Mattia Montanari per parlare del libro Mario "The Black Di Donato Ars Et Metal Mentis".
Inoltre celebremo il trentennale della calata dei Mercyful Fate sul suolo italico e dell'uscita del capolavoro "Don't Break The Oath" con lo storico mastermind dei Dunwich Claudio Nigris.
Dulcis in fundo saremo raggiunti in studio da Tony D'Alessio e i suoi Guernica Gruppo per annunciare in anteprima assoluta il loro tour estivo e altre news!
Previste le rubriche Rock Zone (Con doveroso tributo all'indimenticaro R.J. Dio a quattro anni dalla sua scomparsa), Metal Zone, il nuovo strepitoso Disco del mese di Maggio (Ancora Black Label Society!), Demoshpit e una imperdibile Extreme Zone dedicata all'Italia!
Come sempre puntata da non perdere per gli amanti della musica underground e non solo.
Vi aspettiamo al solito orario (21:00) sempre su Radio Base
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lunedì 19 maggio 2014
MERCYFUL FATE - TEATRO ESPERO (ROMA 24/02/1984)
Nella città dove risiede il Papa e chiese e basiliche si ergono maestose da secoli come simbolo assoluto del potere spirituale della chiesa, approda il “Re delle Tenebre” per antonomasia: un misterioso figuro che si fa chiamare King Diamond.
Parliamo della prima calata in terra italica dei gloriosi Mercyful Fate, band danese che aveva da poco pubblicato il suo debut album: “Melissa”.
Il Re Diamante con il suo orrorifico campionario di ossa umane, teschi, torce, croci che ardono e facepainting in odore di satanismo, incute atavici timori sull’impreparato pubblico romano, e leggende e dicerie alimentano già da tempo la sinistra fama del musicista nordico.
Qualcosa di terribile potrebbe accadere durante il concerto, tutti lo pensano, e le profezie di sventura non saranno disattese.
Claudio Nigris, mastermind dell’ormai storico progetto Dunwich (Ne ho parlato ampiamente nei miei libri Horror Rock e Sub Terra) all’epoca è un ventenne appassionato di Rock & Metal che non si perde un concerto.
Con il suo gentile contributo (e lo ringrazio pubblicamente per la sua grande disponibilità e pazienza) di seguito troverete un suo vivido resoconto sul primo leggendario live dei Mercyful Fate a Roma non lesinando aneddoti, curiosità e qualche “scoop” che rendono questa intervista una delle migliori mai pubblicate su questo blog e insieme un documento di grande valore e dai contenuti (E foto tratte dal concerto) totalmente inediti.
Un viaggio nel passato di grande fascino storico e emozionale.
Buon viaggio…Nel buio.
Come si era preparata la città di Roma alla prima calata dei Mercyful Fate nel Bel Paese?
C'era enorme curiosità, i Mercyful Fate dopo l’esordio con paio di demo tape e lo stupendo Extended Play “Mercyful fate (Rave-on-Records), nel 1983 avevano appena pubblicato quello che oggi è considerato l’autentico capolavoro del genere Metal chiamato Melissa ( Roadrunner Records). Un opera avvolta da una musicalità potente, cupa e sinistra che sembrava riportarti in un fantasmagorico universo popolato dalle stesse fantastiche creature dipinte dal grande pittore olandese Hieronymus Bosch o, addirittura, prese in prestito da "la visione di Faust" del pittore spagnolo L. R. Falero (tanto per citarne un paio). I bellissimi fraseggi chitarristici di Hank Sherman e Michael Denner , degni dei migliori Judas Priest , intarsiavano infatti, come se dipingessero su una tela, sferzanti e ruvide pennellate sonore dove la parte ritmica, ossessiva e martellante di Kim Ruzz e Timi Hansen al basso, sembravano come officiare a un sabba infernale. Su tutto regnava infine l’originale figura carismatica di Kim Bendix Petersen, meglio conosciuto con il nome di King Diamond, che incarnava, in tutta la sua “malvagità”, la figura dell’oscuro sacerdote; dichiarando, tra l'altro, di possedere addirittura le ossa della strega Melissa (arsa sul rogo). Sicuramente l’immagine vincente dei Mercyful fate, per molti versi , era proprio da attribuire al particolare e fascinoso modo di cantare stridulo di King Diamond; basato su un falsetto seguito da un tono abbastanza rauco e sofferto, una dualità innovativa per l’epoca. Inoltre, l'inconfondibile make up (una sorta di Corpse paint, in voga in quegli anni) gli conferivano un aspetto cupo e teatrale (già visto con Kiss, A.Cooper, primi Slayer etc). Per quanto riguarda ancora la musica proposta dai Mercyful Fate ricordiamoci che siamo nel 1983 e quell'anno di sicuro non fu facile confrontarsi con opere del calibro come : Alcatrazz (No Parole From Rock N' Roll), Dio (Holy Diver), Metallica (Kill 'Em All), Mötley Crüe (Shout at the Devil), Queensrÿche (Queensrÿche), Quiet Riot (Metal Health), Satan (Court in the Act), Savatage (Sirens), Slayer (Show No Mercy), Manowar (Into Glory Ride), Tokyo Blade (Tokyo Blade), Virgin Steele (Guardians of the Flame), Venom (At war with Satan), Bathory (Bathory), Judas Priest (Defender of the Faith), Celtic Frost (Morbid Tales), Sodom (In the Sign of Evil), Iron Maiden, Ozzy Ousborne etc. L'ambiente musicale Romano era quindi in grande fermento per questa incredibile occasione di vedere dal vivo questi cinque Danesi che sembrava avessero scritto nuove pagine nel libro oscuro dell’Heavy Metal.
Il concerto fu pubblicizzato a dovere? Ci furono gruppi italiani che suonarono di supporto?
Se non ricordo male, tutto iniziò con un sondaggio (Autunno 1983) dove una famosa rivista, in cui si parlava di Heavy Metal, chiedeva ai propri lettori: chi fra Manowar (mi sembra fossero loro) e Mercyful fate sarebbe stato interessante vedere dal vivo. Chiaramente, la scelta andò, a furor di popolo, proprio ai Mercyful Fate. Quindi, dopo qualche mese, fu dato l'annuncio che i Mercyful Fate sarebbero scesi sul suolo Italico addirittura per sei date (Milano, Udine, Firenze, Imola, Roma e Napoli). A Roma credo fosse previsto un gruppo di spalla (forse erano i Thunder?), ma alla fine non se ne fece nulla.
Quale fu la location del concerto?
I Mercyful Fate suonarono al Teatro Espero il 24 febbraio 1984 (30 anni fa). Oggi il teatro Espero non esiste più e al suo posto c'è una sorta di centro di bellezza (riforniture per parrucchieri). Curioso che fu scelto proprio il teatro Espero, il nome con il quale i Romani identificavano il pianeta Venere quando al tramonto era visibile in cielo. Curioso ancora che lo stesso Pianeta Venere, al mattino invece, veniva chiamato (sempre dai Romani) anche Lucifero in quanto anticipatore della luce solare, Lucifero, infatti in latino significa portatore di luce. Il Re Diamante?
Quante persone parteciparono all'evento?
All'evento si presentarono moltissime persone, il teatro era pieno, gremito da una folla "assatanata" (passatemi il termine) che in alcuni momenti bestemmiava a ripetizione quasi fosse una nenia malvagia; interrotta, ogni tanto, solo da "refrain" di famosi brani metal. L'atmosfera era molto elettrizzante e noi eravamo tutti carichi di adrenalina.
So che negli anni '80 King Diamond era considerato un satanista praticante e soprattutto girava voce che portasse sfiga. Questa cosa creò problemi per lo show? Ci furono tentativi di annullare il concerto da parte del Vaticano?
Nei primi anni 80 erano tantissimi i personaggi Metal con cucita addosso l'etichetta di "satanista" anche per ovvie ragioni artistiche (soprattutto pubblicitarie); qualcuno poi non si fece proprio una bella immagine di se immortalandosi davanti all'obiettivo fotografico con il sommo papa nero della chiesa di Satana Anton Szandor LaVey (vedi il nostro Re Diamante). In quegli anni nella scena romana moltissimi metallari non volevano nemmeno sentir pronunziare il nome dei Mercyful Fate, figuriamoci ascoltarli, per esempio, in una sala prove dove si raccontava accadessero episodi di sfortuna nera verso apparecchiature elettriche a causa loro. Altre persone (immagino) avevano in forte antipatia l'atteggiamento e il look di King Diamond solo perchè lo giudicavano molto pacchiano e spudoratamente ricopiato ad altre Star del metal (ricordate la diatriba con Gene Simmons per il Make Up). Tentativi di far cancellare la data non ci furono, ma sicuramente al concerto vennero anche personaggi dalle intenzioni non proprio amichevoli nei loro confronti.
Durante il concerto ci fu un incidente che bloccò il live per oltre mezz'ora. Mi puoi raccontare i retroscena?
Ci vorrebbe un libro solo per raccontare tutti i fatti di quella serata che fu caratterizzata proprio da un "fastidioso" incidente che bloccò il concerto per una mezzora abbondante. In pratica dalla galleria del teatro un tizio (con qualche problema) all'improvviso scaricò verso il palco l'intero contenuto di un estintore causando un grosso panico tra il pubblico, fermando di fatto il concerto. Ovunque c'era un atmosfera quasi irreale, non si vedeva più nulla, sembrava fosse calata una pesante nebbia fatta di un fumo denso, eravamo quasi tutti coperti di una specie di sabbia e la gola bruciava. Ma, poco dopo, la professionalità dei nostri EROI (eh si! "the show must go on") fece si che i Mercyful Fate tornarono di nuovo sul palco INFIAMMANDO il pubblico con molta più grinta. Poco prima del "fattaccio" il Re Diamante, ricordo bene, aveva una torcia in mano e chiedeva in continuazione se la croce posta sul palco dovesse bruciare (una scenografia messa da loro). Sotto al palco si sentiva bestemmiare, urlare e alcuni sembravano come posseduti per come si dimenavano; La scena era tutta accentrata su quel ghigno illuminato dalla fiamma della torcia. Posso assicurarvi che ancora oggi è stato il più bel concerto che abbia mai visto; un emozione UNICA. Indimenticabile. Ascoltare quella musica così oscura, la voce del Re Diamante dal vivo con quel look composto dal mantello pieno di simboli occulti, quelle OSSA che componevano il microfono, ero giovane, avevo quasi 20 anni e certe scenografie con quel tipo di musica fanno sul serio un grande effetto. Altri episodi della serata era il continuo sussurrare (come nell’ 'aria di Giocchino Rossini nel barbiere di Sivglia "La calunnia è un venticello" un rincorrersi continuo di voci sulla presenta omosessualità di King Diamond che, addirittura, aveva fatto delle proposte sessuali a "qualcuno" dietro le quinte causando commenti tutt'altro che simpatici. Ma tutto questo non riuscì a rovinare la storia di un concerto che ancora oggi giudico leggendario.
Sarei curioso di conoscere la scaletta dei Mercyful Fate e quanti brani furono suonati? Don't Break the Oath se non erro era uscito da poco…
Chiedi troppo alla mia memoria, forse suonarono più di una decina di brani, quasi tutti ripresi da Melissa, dall'EP Mercyful fate e (forse) un brano dal capolavoro "Don't break the Oath" che uscì qualche tempo dopo (settembre 1984).
Vorrei conoscere le tue impressioni personali su questo live e se a distanza di trent'anni può essere considerato come leggendario?
Parlare di concerti leggendari mi fa ripensare ai primi anni 80, ai mitici concerti del Marquee di Londra, Donington, Reading etc dove spesso iniziava la carriera di artisti che hanno scritto le pagine più belle della storia del Metal. Ripenso anche al fantastico concerto di Frank Zappa (Roma 1982 ) dove c'era un giovanissimo Steve Vai alla chitarra elettrica o, ancora prima, sempre a Roma nell'estate del 1980 a Castel S.Angelo dove i Kiss, con supporto gli Iron Maiden (per la prima volta in Italia), suonarono non molto distanti dalla Basilica di S.Pietro. Ecco, quando ripenso a quel favoloso concerto dei Mercyful Fate mi rendo conto di aver assistito a uno di questi eventi leggendari. La sensazione di essere stato testimone di un qualcosa che fu veramente unico nell'epoca in cui avvenne.
Nel 1984 il Metal era un genere che si stava imponendo con la forza in tutto il mondo. Quale fu l'impatto dei Mercyful fate sul suolo italico?
I primi anni ottanta si sono distinti, grazie alla spinta energica e innovativa della NWOBHM (New Wave of British Heavy Metal ), come una grande panacea verso un genere musicale che iniziava a perdere il favoloso smalto di un tempo. Menzionare ora tutte le grandi band dell’epoca , che con la loro musica sono state un vero è importante viatico per i giovani musicisti Italiani sarebbe arduo dato l'enorme numero. Ma tra le tante proposte musicali che in quel periodo più entusiasmarono i giovani "metallari" Italiani, posso menzionare tranquillamente i Mercyful Fate per l’eccellente proposta musicale così accattivante nella sua atmosfera sulfurea che riusciva a rendere "moderne” tematiche occulte unendole a sonorità rese immortali da band come i Black Sabbath, Coven, Black Widow etc. Nessuno inventa niente di nuovo per carità, l'importante però è come viene riscritto, interpretato e quindi riproposto in una nuova veste. Menziono volentieri, a questo punto, per fare un esempio, il gruppo inglese degli Hell (1982) tornati, dopo decenni di inattività, con un lavoro che non aggiunge nulla di nuovo, ma riscrive con i giusti colori, armonie e liriche un genere musicale che riesce sempre a rinnovarsi con stupore (altro esempio i Ghost B.C)
Un anno dopo i Mercyful Fate decisero di sciogliersi. Durante il live avevi captato qualche problema personale tra il Re Diamante e il resto della band?
Ero solo uno dei tanti spettatori quella serata e sul palco ognuno di loro si esibì con vera maestria, non ricordo quindi di aver notato dissapori o strani atteggiamenti tra loro. Erano tutti concentratissimi e, anzi ricordo con piacere, Hank Sherman impegnato in uno splendido solo che finì nelle immortali noti della marcia alla turca di Mozart strappando moltissimi applausi. Se tra loro, ripeto, ci fossero state delle incomprensioni o altro nessuno di noi se ne accorse e nessun giornale o fanzine scrisse qualcosa in proposito. Probabilmente, azzardo, serpeggiavano già le differenti scelte di stili musicali tra lo stesso Hank Sherman e King Diamond. Mi riferisco ai "discutibili" Fate di Hank Sherman dopo lo scioglimento a cui rispose King Diamond (ormai solista) con il monumentale capolavoro "The Fatal Portrait" dove i 3\5 erano gli stessi Mercyful fate (Denner, Hansen e King Diamond) con un sound molto in linea con i precedenti lavori.
Grazie mille.
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venerdì 16 maggio 2014
MOSHPIT: PODCAST PUNTATA N.193
Di seguito il Podcast della puntata n.193 con interviste ai Rustless, band sorta dalle ceneri degli storici Vanadium, a Paolo Pieri, chitarrista e cantante della death meyal band romana Hour Of Penance. Inoltre brani di Emerson Lake and Palmer, Brother Firetribe, Black Label Society, Nothing More, Madball, Morbus Chron, Den Saakaldte and more.
Buon ascolto!
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Moshpit
lunedì 12 maggio 2014
DEVIL’S KNOT (FINO A PROVA CONTRARIA) – ATOM EGOYAN (2013)
Approfittando della Festa del Cinema (Tutti i film a 3 euro, 3D a 5 Euro) mi sono fiondato in sala non per vedere “The Amazing Spiderman 2” (In verità non ho visto nemmeno il primo) ma “Devil’S Knot”, film molto controverso tratto dalle famose vicende dei Tre di West Memphis.
È una storia che da sempre ha toccato le mie corde non solo perché molte riviste di musica ne hanno parlato per anni ma anche perché dimostra che nella progressista e moderna America il diverso può essere messo ancora in croce per i suoi interessi personali, non allineati al gusto (o alla morale) comune.
Egoyan (Regista di cui scorro adesso la filmografia, scoprendo di conoscere poco delle sue opere) costruisce un dramma giudiziario e umano che ripercorre passo dopo passo i tremendi fatti che si sono verificati a West Memphis nel 1994: praticamente il ritrovamento di tre bambini seviziati e uccisi in un bosco e l’immediato arresto di tre adolescenti di cui due interessati al Metal e alla Wicca e uno con evidente ritardo mentale.
Il film ha il pregio di raccontare puntigliosamente le varie dinamiche che hanno portato all’arresto e poi alla condanna (Non suffragata da prove ma solo da strane testimonianze e pregiudizi sconvolgenti) dei tre ragazzi proveniente da una provincia americana gretta, decadente, puritana e contraddittoria fino alla nausea.
Nel bel mezzo la demonizzazione della musica Heavy Metal, della lettura di testi sulla stregoneria (Rintracciabili facilmente nella biblioteca della scuola) e di istanze di ribellione che per ragazzi di appena 17 anni sono ormai la regola.
Un melanconico ma convincente Colin Firth impersona un investigatore privato sull’orlo del divorzio che dimostrando un po’ di sale in zucca rispetto alla massa starnazzante e idiota, accorda ai tre condannati il beneficio del dubbio, iniziando un’indagine seria e competente che in poco tempo getterà luce sull’operato di alcuni personaggi del posto, non esenti da colpe e peccati altrettanto gravi.
Non aspettatevi un Thriller ricco di colpi di scena né atmosfere orrorifiche: “Devil’S Knot” è un occhio cinico e disincantato sulle brutture della Legge e sull'imbarbarimento della morale comune.
Sullo sfondo un’Arkansas in odore di caccia alle streghe come avvenne secoli prima nella non lontana Salem. Chi ama le storie vere trasportate nel cinema di qualità non rimarrà assolutamente deluso.
“Devil’S Knot” merita assolutamente una chance più che altro per comprendere come in luoghi a noi lontani (Ma sono poi così lontani? Non credo…) persone comuni possono decidere il destino di altri semplicemente in base alla musica che si ascolta oppure a libri che si possiedono in casa.
Se ci pensate bene potrebbe toccare, prima o poi, anche a voi…Pensateci…
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domenica 11 maggio 2014
MOSHPIT: PODCAST APRILE/MAGGIO 2014
DI SEGUITO IL PODCAST DELLE ULTIME PUNTATE DEL PROGRAMMA RADIO MOSHPIT. DAL MARZO 2009 LA TRASMISSIONE DI CULTO SUL VERO ROCK IN ONDA OGNI GIOVEDI' ALLE 21 SU RADIO BASE.
LINK STREAMING: www.radiobase.fm
MOSHPIT 192: SPECIALE DEMOSHPIT, SPECIALE THRASH METAL 2014 AND MORE
MOSHPIT 191: SPECIALE ROMA VIOLENTA, SPECIALE BLACK MARK RECORDS AND MORE
MOSHPIT 190: INTERVISTE A EFFEMME, STRANA OFFICINA, DARK QUARTERER AND MORE
MOSHPIT 189: SPECIALE HEAVY METAL 2014 AND MORE
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venerdì 28 marzo 2014
BRAM STOKER: SOMETIMES THEY COME BACK!
I Bram Stoker sono una delle primissime progressive band inglesi, contemporanei di Pink Floyd, King Crimson, Yes, Emerson Lake & Palmer e molti altri. Dopo un primo imperdibile album (Heavy Rock Spectacular) pubblicato nei primi anni '70 la band si è persa per strada, rimanendo nel cuore di tanti appassionati del genere. Con un nome così evocativo e una proposta musicale degna di attenzione (Un ibrido tra Progressive Rock e Dark Sound) non potevamo non intervistarli per Il Mondo di Edu.
Una recensione approfondita del loro comeback discografico, l'ottimo "Cold Reading" la potrete leggere sul prossimo numero della rivista "Classix" in uscita presumibilmente in estate.
Di seguito un'intervista in esclusiva (Forse una delle prime in Italia in assoluto!) con Tony Bronsdon (Tastiere) e Tony Lowe (Chitarre).
Buona lettura.
Oggi col termine Dark Sound vengono raggruppate band inglesi diverse tra loro come Black Sabbath, Black Widow, Bram Stoker, Arzachel etc. Agli inizi della vostra carriera il vostro obiettivo era comporre e suonare dark music? E il nome Bram Stoker era funzionale a questo tipo di sound?
Tony Bronsdon : Abbiamo scelto temi che sono stati a volte oscuri, a volte eccentrice e stravaganti . Il nome " Bram Stoker " lo abbiamo scelto perché ci è piaciuto da subito , ma non abbiamo cercato di riprodurre qualcosa sul vampiro .
A distanza di anni siete soddisfatti dell’album “Heavy Rock Spectacular”? Era l’album giusto al momento giusto? Come fu recepito dalla stampa inglese e quella estera? Le vendite furono soddisfacenti?
Tony Bronsdon : L'album rappresentata abbastanza bene quello che eravamo ma abbiamo avuto problemi con il modo in cui è stato mixato e inoltre avrebbe beneficiato di fare un po’ più di tempo in studio per alcuni brani. Abbiamo avuto alcune ottime recensioni come su " Melody Maker”. Il vinile originale su Windmill Records ha venduto nell'ordine delle centinaia piuttosto che delle migliaia di copie
Ci sono state diverse ristampe di “Heavy Rock Spectacular” negli anni tra cui quella dell’italiana Black Widow Records. Qual è quella che vi ha soddisfatto maggiormente?
Tony Bronsdon : Forse il CD Comet Records (Akarma) ha dato alla band un minimo di distribuzione globale e di pubblicità che ha contribuito a mantenere vivo il nostro nome.
Mi racconteresti coma andò il vostro concerto al Marquee di Londra con i Queen come support band? So che viene considerato un concerto storico…
Tony Lowe : E 'stato solo un altro concerto dei tanti a Londra. Ci è sempre piaciuto molto suonare al Marquee e non sapevamo che questa band di supporto avrebbe continuato con una notorietà così enorme. Penso che sia stato uno dei loro primi concerti quindi erano un po’ agitati attorno al palco.
Oggi siete considerati una Classic (Prog) Rock band ma nei primi giorni quali furono le band “Classiche” per i Bram Stoker?
Tony Lowe : Ci sono piaciute un sacco di band diverse. Ero un grande fan degli originali King Crimson e li ho visti regolarmente al Marquee club. Sì, era anche una band che mi ha colpito molto Tony Bronsdon : The Nice
Perché i Bram Stoker decisero di sciogliersi dopo la pubblicazione del primo disco? Quali furono le cause?
Tony Bronsdon : problemi personali costanti hanno indebolito la volontà di andare avanti .
Gli ex membri del gruppo sono stati coinvolti in altri progetti musicali dopo lo scioglimento?
Tony Lowe : ho lavorato come chitarrista turnista e produttore, e ho curato sei album. John Bavin ora vive in Australia .
Tony Lowe è tuttora un affermato produttore, avendo lavorato con grandi artisti della New Wave quali Pet Shop Boys, Toyah e Visage. Sono curioso di sapere com'è approdato nei Bram Stoker?
Tony Bronsdon : Tony Lowe è stato nella band anche in passato. È entrato all'inizio del 1971 al basso e ha visto due cambi di line up prima che la band si sciogliesse anche se non era nel primo album.
E arriviamo a Cold Reading, il vostro comeback discografico. Quali sono i vostri obiettivi con la pubblicazione del disco? Farete un tour mondiale?
Tony Lowe : Stiamo esaminando possibili soluzioni ma al momento nulla è su carta. C’è una connessione tematica tra la copertina e il titolo del disco? Il drago in copertina che cosa rappresenta? Tony Lowe : Non è un drago, ma una foto di nuvole scure rappresentate in modo che assomiglino a una figura demoniaca o a un fantasma. Il titolo si riferisce a delle pratiche occulte dei primi anni del 1900 e allo spiritismo vittoriano. Bram Stoker , autore del romanzo “Dracula” è stato coinvolto nello studio dell’occulto e abbiamo voluto avvicinare l'album ad alcuni aspetti della sua vita.
So che Tony Lowe sta lavorando anche a un nuovo progetto musicale con David Kross dei King Crimson. Puoi darci qualche anticipazione?
Tony Lowe : David e io abbiamo registrato un album l'anno scorso sul tema delle 'Starless' descritto su 'Red'. Dovrebbe uscire quest'anno. Abbiamo anche iniziato a lavorare all’album successivo.
ENGLISH VERSION
Nowadays, with the term “Dark Sound” are grouped different British bands as Black Sabbath, Black Widow, Bram Stoker, Arzachel and so on. At the beginning of your career your goal was to create and play dark music? And the Bram Stoker name was functional for this type of sound?
Tony Bronsdon: We chose themes which were sometimes dark and sometimes quirky or oddball. The name "Bram Stoker" came about because we liked it but we didn't especially try to play on the vampire thing.
Years later are you satisfied of the "Heavy Rock Spectacular" album? Was It the right album at the right time? How were the responses by the British press and the foreign one? Were sales satisfactory?
Tony Bronsdon: The album represented quite well what we were about but we had issues with the way it was mixed and also would have benefited from doing a few more studio takes on some of the tracks. Momentum was slowly building and we had some complimentary reviews E.g. "Melody Maker" Sales of the original vinyl on Windmill Records were in the order of hundreds rather than thousands.
There have been several reprints of "Heavy Rock Spectacular" over the years including the Italian Black Widow Records. Which one did you satisfy the most?
Tony Bronsdon: Possibly the Comet Records (Akarma) CD gave the band a modicum of global distribution and publicity which helped keep the name alive.
Can you tell me about your gig at the Marquee in London with the Queen as a support band? I know it is considered an historical concert in Bram Stoker career...
Tony Lowe: It was just another London gig at the time. We loved playing the Marquee and didn’t know that this support band would go on to such huge stardom. I think it was one of their first gigs so they were a bit rough round the edges.
Today you are considered a Classic Progressive Rock band but, in the early days, which were the “Classic bands” for Bram Stoker?
Tony Lowe: We liked a lot of different bands at the time. I was a big fan of the original ‘King Crimson’ and saw then regularly at the Marquee club. ‘Yes’ was also a band that impressed me a lot.
Tony Bronsdon: The Nice
Why Bram Stoker decided to break up after the publication of the first album? What were the causes? Tony Bronsdon: Constant personnel problems weakened the resolve to carry on.
Former members of the group have been involved in other musical projects after the break up?
Tony Lowe: I have been working as a touring guitarist and producer since that time and have six albums released. John Bavin now lives in Australia.
Tony Lowe is a successful producer, having worked with New Wave great artists like Pet Shop Boys, Toyah and Visage, I'm curious to know how he landed in Bram Stoker
Tony Bronsdon: Tony Lowe was in the band way back. He joined in early 1971 on bass and saw two line up changes before the band broke up though he was not on the first album. And we get to Cold Reading, your comeback album. What are your goals with the release of the album? Will there be a world tour or a European tour to promote the album? Tony Lowe: We are looking at possible tours but at the moment it’s not on the cards.
There is a thematic connection between the cover and the title of the album? The dragon on the cover what it symbolize?
Tony Lowe: It’s not a Dragon but a picture of dark foreboding clouds adjusted to look like a demonic figure or ghost as the title refers to occult practices of the early 1900’s and Victorian spiritualism. Bram Stoker, the author of Dracula was involved in occult study and groups and we wanted to approach the album from the vantage point of his life.
I know that Tony Lowe is also working on a new musical project with David Cross of King Crimson. Can you give us a preview?
Tony Lowe: David and I recorded an album last year based on the ‘Starless’ theme featured on ‘Red’.
That should be out this year.
We’ve also started on a follow up to that.
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