Ecco la sinossi di presentazione su Ibs:
E’ una tiepida mattina d’autunno a Chester’s Mill nel Maine. All’improvviso, silenzioso e invisibile, un cilindro trasparente cala sulla cittadina. Chi è all’interno si trova isolato dal resto del mondo, chi non lo vede ci va a sbattere contro, chi si trova sul perimetro del cilindro viene tranciato in due. Da dove viene? Di che cosa è fatto? Opera degli umani o esperimento di un’intelligenza superiore? Alla barriera invisibile se ne aggiunge presto un’altra, quella che divide gli onesti dai malvagi, questi ultimi non del tutto contrari all’isolamento che fa gioco, se si ha molto da nascondere. Un ex marine contrario alla violenza, un concessionario di auto usate in odore di criminalità, un giornalista che non si fa mettere sotto, un ausiliario delle forze dell'ordine paranoico, uno skateboarder di quindici anni senza paura, un predicatore più fondamentalista di Bin Laden sono solo alcuni dei personaggi impegnati chi a fin di bene, chi no, a trovare una via di uscita prima che l’isolamento diventi letale. Dopo molto tempo e dopo molte vittime, si prospetterà un ultimo, disperato, estremo, tentativo di soluzione. Un King eccezionale alle prese con l’allegorica rappresentazione della banalità del male e della stoltezza dell’uomo.
Altre info su Wuz:
"The Dome", la cupola, è la riscrittura di un romanzo che Stephen King tentò di realizzare per ben due volte tra la fine degli anni Settanta e i primi anni Ottanta, con i titoli The Cannibals (romanzo inedito e incompiuto di circa 450 pagine scritte a mano) e Under The Dome. Come ha dichiarato lo scrittore sul suo sito ufficiale, le due opere incompiute “sono stati due tentativi molto differenti di utilizzare la stessa idea: come si comportano le persone quando sono tagliate fuori dalla società di cui hanno sempre fatto parte? Mi ricordo che The Cannibals, come Needful Things, era una specie di commedia sociale. Il nuovo Under The Dome è stato completamente riscritto".
Considerazioni
E' innegabile che S. King, negli ultimi romanzi pubblicati ( Vedi anche" The Cell"), sia intensamente ispirato da un concetto di "Apocalisse imminente", volta a far regredire l'uomo ad uno stato selvaggio, fatto di istinto, sopravvivenza e follia.
In effetti il tema della fine dell'umanità e di un nuovo inizio, era gia presente in alcune opere, dai primi anni 80 in poi ( L'ombra dello Scorpione, Desperation, e in parte anche Insomnia).
Ma era subliminato da elementi soprannaturali e orrorifici che avevano esaltato e affascinato milioni di lettori tra cui il sottoscritto.
Credo, che tutto questo sia finito.
Il King degli anni d'oro ( quello dei romanzi propriamente del terrore) va dimenticato e consegnato ai posteri.
All'alba del nuovo millennio l'Autore di "auto invasate dal demonio" e di "alberghi stregati", hascoperto che il male, quello vero, non si nutre attraverso entità oscene ( Lovecraft) o cadaveri che risorogono catatonici dalla tomba ( E.A Poe).
Il Gotico classico è un'anacronistico sogno per romantici delusi.
King è un uomo vecchio che ha visto negli anni la tecnologia inglobarci e stritolarci ( spiritualmente) nelle nostre piccole stanze accessoriate.
King è un giovane di altri tempi che di fronte alla violenza dilagante e la fine di ogni utopia ( gli anni 70) si è interrogato se non sia l'uomo ( come essere vivente non trascendente) il vero Babau di se stesso.
Per molti sarà un flop.
Per tanti sarà qualcosa di prevedibile ( nella trama, del resto si parla già a vuoto di IT) ma dallo stile troppo elaborato, troppo artificioso.
Per tanti sarà qualcosa di prevedibile ( nella trama, del resto si parla già a vuoto di IT) ma dallo stile troppo elaborato, troppo artificioso.
Vero.
Il Re ha deciso di non campare di rendita ( il famigerato "Credito" delineato dall'amico Alex Girola nel suo post di qualche giorno fa) ma di battere strane inedite (La strada di Lisey) e pericolose per la sua credibilità e popolarità.
Purtroppo dovrà dare conto a chi gli ha reso la vita più dolce e ricca materialmente: il lettore medio.
Se questi non avrà compreso il suo messaggio, il suo nuovo credo allora il suo mondo immaginario cadrà a pezzi ( che sia una metafora della sua letteratura mainstream questo "The Drome"?) e ci sarà poco da fare.
E stavolta credo proprio che l'annuncio ufficiale di un triste ritiro non tarderà a venire.
Vedremo...
4 commenti:
Mah, a me solo il fatto che sia un romanzo apocalittico m'invoglia a leggerlo.
Del King né carne né pesce degli ultimi romanzi faccio volentieri a meno.
Questo romanzo mi sa tanto di "Cell", che non sarà un capolavoro, ma almeno ha una storia che sta in piedi e non si perde in bizantinismi prolissi.
Speriamo...
Ciao Alex
Scusa il ritardo e grazie come sempre per i commenti.
Allora:
King è cambiato come scrittore, non ci piove.
Alterna romanzi post-fantasy/Horror/apocalittici a roba da vero Autore (secondo le sue aspettative e desideri a quanto ho capito...).
Insomma è come se stesse cercando di reinventare il suo stile tradizionale con un linguaggio e un'inventiva tutta nuova.
Non a caso si è sempre lamentato di non aver vinto un premio importante del mondo letterario (ad s. Il Pulitzer e non quelli soliti della letteratura Horror).
Forse, e la butto come ipotesi, il King de "La Storia di Lisey" aspira a diventare un autore a tutto tondo apprezzato anche dalla critica alta?
E nel post appunto mi chiedo:
Ne varrà la pena?
Verrà capito?
Il lettore medio ( quello che lo ha sempre seguito ed ha amato i suoi romanzi più famosi) riesce a districarsi nelle cose che scrive adesso?
La mia risposta:
l'ultimo King è in credito come romanziere di storie del terrore, ma è ancora vivo e vegeto come autore tout court.
Vedremo cosa succederà...
Mah, io mi accontenterei che tornasse a scrivere degli horror decenti, cosa che fa sempre più raramente.
Posso capire le sue ambizioni, ma credo che ciascuno abbia la sua specialità.
Il mobiliere non è necessariamente un buon falegname;
Il collaudatore di auto non è per forza un buon pilota;
Il giocatore di calcetto a 5 potrebbe far pena in una squadra da 11...
Etc etc.
A volte chi vuol far troppo, sgarra malamente...
PS: comunque bell'articolo, come sempre, del resto.
Grazie di cuore.
I tuoi complimenti e commenti mi danno sempre grande carica.
E non è facile di questi tempi dedicare giornalmente un pò di tempo al Blog.
Potrai capirmi in proposito.
Diciamo che, come te, ho apprezzato e amato il King orrorifico dagli anni 80 in poi.
Ma nello stesso tempo ho seguito e "in parte" apprezzato anche il King più astratto ed eterogeneo ( Insomnia, La strada di Lisey etc.)
Sulle sue ambizioni, beh! i risultati oggettivi non sono lusinghieri...per ora.
Ma almeno rispetto alla Cornwell ( ad es.) ha avuto il coraggio di mettersi nuovamente in gioco.
Da apprezzare...
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