lunedì 28 luglio 2008

In Campania si legge poco


Secondo uno studio dell'Aie nell'Italia del sud e in particolare in Campania i giovani leggono pochissimo.

Ecco i dati:

Solo il 30,2% della popolazione dichiara di aver letto un libro non scolastico nell'altimo anno:

In questa cerchia ristretta solo il 5,7 ha letto più di un libro al mese.

Il 30% si è fermato tra 4 e 11 libri all'anno.

Il 63% non è andato oltre i 3


Sono dei dati sconfortanti.

L'unica consolazione che ho da questo studio è che io non sono tra quelli che leggono poco.

Per il resto credo che sia un allarme sociale non indifferente.

domenica 27 luglio 2008

Intervista a Franco Buffoni

Articolo tratto dal peridico La Rete e dalla rivista letteraria Segreti di Pulcinella
www.segretidipulcinella.it

L’incontro con Franco Buffoni è uno degli eventi che ti capitano all’improvviso e che poi difficilmente si scordano. Sentirlo parlare di Leopardi e Keats nell’ambito del “Progetto Biblioteca” dove ha avuto un incontro con alcuni alunni dell’Istituto Polispecialistico Statale di Poggiomarino(Na) mi ha riportato indietro nel tempo agli studi classici e alle prime passioni. E poi per chi non lo conoscesse l’Autore è di grande notorietà nazionale e internazionale. Insomma quale occasione migliore per rivolgergli alcune domande…
Sir. Buffoni, se non le dispiace inizierei con una domanda semplice e insieme abbastanza personale. Come ha iniziato a scrivere? Che rapporto ha con la scrittura? Che significati dà al termine “ scrivere”?
Ho cominciato da giovane. Il primo racconto l’ho scritto che avevo otto anni. Diciamo che ci sono nato dentro. Poi il genere letterario è cambiato. Adesso sto tornando alla prosa dopo che parecchi decenni mi sono dedicato alla poesia. Ultimamente ho scritto un paio di libri in prosa (“Guerra”,2005, Mondadori; “Reperto 74”, 2008, Zona editore. Nda.)Mentre ho scritto otto libri di poesia. E’ chiaro che il genere letterario in cui mi sono espresso di più. Poi c’è la saggistica. Che cosa significa la scrittura per me? Non riesco ad immaginare la mia vita senza. Ma la scrittura intesa come studio, intesa come conclusione di un corso di studio e di riflessione che poi ti permette di scrivere quello che uno pensa, quello che uno elabora secondo i canoni di un genere letterario che poi sarà la saggistica, la poesia oppure la narrativa. Quindi direi che il libro come prodotto artistico è proprio l’ultima cosa che ho in mente. Io lo intendo come studiare, come imparare. Poi quando qualche cosa comincia a prendere forma allora diventa un libro. Io ho 60 anni quindi questa operazione col tempo è diventata meno innocente. Sai già che diventerà un libro mentre all’inizio non lo sapevi, questa è la differenza.
Lei vive a Roma…Di fronte al Vaticano. Sono i miei principali interlocutori! ( Risate generali) Con la sua Arte ha però girato tutto il mondo. Ma in Italia L’Arte come la intende l’Autore Franco Buffoni si respira ancora?
Ah certamente! Come fai in Italia a non respirare arte? Lo dicevamo anche stamane. Abbiamo il 70% del patrimonio artistico mondiale. L’Italia è l’Arte. Sono gli italiani che non ne sono consapevoli. Quando saremo consapevoli di questo potremmo apparire al picco del mondo perché le persone colte in tutto il globo desiderano venire in Italia per essere trattati con la dignità di chi viene perché ama il bello. E’ chiaro poi che se questo bello lo presenti male, con il motorino che passa, lo sporco, questo bello insomma glielo scempi… Se noi fossimo davvero attenti al nostro patrimonio, saremmo le persone più felici della terra. Grazie ai nostri predecessori, Greci, Etruschi, Latini, Bizantini etc, abbiamo questa grande fortuna. Dobbiamo solo esserne consapevoli e forse degni.
Ha tradotto per Mondadori poeti romantici come Byron, Keats, Shelley etc. Quali di questi grandi autori sente che ha ispirato maggiormente la sua arte e la sua visione della vita in generale?
Mah! guarda, tre poeti romantici che ho tradotto di più sono Keats, Coleridge e Byron, dove ho fatto dei libri singoli per ognuno. Influenzato? Bah! Tutto il movimento romantico è una miniera di scoperte, costantemente. Però facciamo omaggio a Keats. Ne abbiamo parlato anche oggi. Facendo il nome di Keats non si sbaglia mai.
Si dice che i poeti e gli scrittori ( ma anche i musicisti) siano esploratori di “altri” mondi che suscitano fascino e terrore allo stesso tempo. Lei ha trovato il suo mondo o lo sta ancora cercando?
E’ una bellissima domanda. Proprio l’altro giorno ho fatto un’altra intervista dove riflettevo sulle maturazioni poetiche che, non per tutti gli autori, avvengono nello stesso arco di tempo. Io ho avuto una maturazione poetica e artistica molto lenta. Credo di averla raggiunta dopo i 40 anni. L’ho raggiunta con il mio libro Il Profilo del rosa che esce per Mondadori nel 2000. Quindi avevo 40/45 anni quando lo scrissi. La mia maturazione è stata cadenzata. E’ stato un percorso. Adesso credo di averla raggiunta. Adesso sono consapevole di quello che voglio dire anche in arte. La ricerca non finisce ma ho comunque la consapevolezza di quello che ancora voglio scrivere. Ho il progetto dei miei prossimi libri. Sono consapevole. Senz’altro ho raggiunto la maturità molto tardi. D’altro canto esistono due tipologie di autori. Esistono i geni precoci come Rimabud che a venti anni ha già scritto tutto, Keats stesso e ci sono poeti come W. Stevens che invece dà il meglio di sé a 60 anni. Dipende da tante circostanze. Io credevo che la mia vita fosse più una vita di studio, mi sentivo più uno studioso che un’artista. Adesso mi sento più un’artista che uno studioso. Mettiamola in questi termini.
Io sono soprattutto un critico musicale e questa domanda mi viene automatica: le piace la musica?( Domanda retorica). Con quale tipo di musica accompagnerebbe la lettura dei suoi testi o delle sue poesie?
Non è una domanda così peregrina. Sono molto ampio nei gusti musicali. Vado dal melodramma italiano alla musica contemporanea e non disdegno il Jazz. Per esempio ho imparato l’inglese sulle canzoni d’autore, da adolescente. Sentivo cantautori tedeschi, francesi, e poi allora non c’erano tanti mezzi, tanti ausili e quindi so a memoria tante canzoni proprio perché mi piaceva imparare. Credo che il lavoro che fa un poeta è molto simile a quello che fa un musicista Jazz. C’è questa partitura e poi c’è la crescita. Io quando scrivo poesie mi accorgo che ho un canto nella testa, costantemente. Tanto è vero che se quella intonazione non l’azzecco, non c’è niente da fare, quel testo lo butto via. Non è una questione di metrica ma proprio di intonazione. E se passa troppo tempo non ritrovo poi l’intonazione e quindi il testo…Di solito lei propone le sue poesie con un tappeto musicale…Quando scrivo assolutamente la musica no! Nelle presentazioni si può fare di tutto soprattutto se ti pagano! ( Risate generali!).Quando ero ragazzino suonavo la chitarra dai! ( Ancora risate!) Mio nonno suonava il pianoforte e anche mio padre e mia sorella.Io non ero molto bravo.Ascolto invece tanta musica di vario genere, quando scrivo no! Non può esserci musica nella mia testa. Stacco telefoni, citofoni, tutto.Devo sentire suonare le parole.
Ultima domanda. Sir Buffoni io sono uno scrittore esordiente e un giornalista “senza portafoglio” come tantissimi in Italia. Come giudica la situazione attuale del mestiere di scrivere e se la sentirebbe di dare un consiglio ad un giovane che decide di misurarsi con questo tipo di ambizione?
Scrivere vuol dire tante cose: fare il giornalista su una gazzetta oppure mirare a scrivere letteratura dove ci sono vari generi di consumo: letteratura alta, letteratura di nicchia. Ad esempio io scrivo poesia che è già di nicchia e che tira 3000 copie. Al massimo fai una ristampa. Quando magari fai l’Oscar ( Mondadori) ti stampano ventimila copie etc. Quando sei in moto si procede con tirature più alte. Il pubblico, come diceva Leopardi, è molto crudele.Quindi l’argomento scrittura penso sia così ampio che non possa essere circoscritto ad una risposta unica. Dipende se vuoi fare il romanziere di grande pubblico alla Lucarelli, oppure se vuoi fare il poeta, lo sceneggiatore. Oggi c’è molta apertura verso la sceneggiatura.Credo che la scrittura presenti una gamma infinita di possibilità e tra loro molto diverse, estremamente diverse.
Grazie.

venerdì 25 luglio 2008

X Factor e gli pseudo opinionisti (Pt. II)




La notizia l'ho appresa dalla rivista Metal Maniac e l'ho poi approfondita su diversi blog e siti in internet


E' qualcosa di sconcertante, di clamoroso.


Roberto Tiranti, vocalist tra i migliori in assoluto in Italia e con diverse collaborazioni prestigiose in curriculum ( Gli storici New Trolls, e la power metal band, nota a livello internazionale, denominata Labyrinth) scaricato al provino di X Factor da una quantomeno pazzesca e irragionevoile Simona Ventura.


Lasciando stare la storia in se stessa già ampiamente dibattuta restiamo sul sentiero già percorso precedentemente.


Stannno nascendo dal nulla degli opinionisti da reality e non solo che pretendono di essere considerati anche come specialisti di musica.


Lo abbiamo visto con una delle Chris & Chris ( duo imbarazzante alla disperata ricerca di una valida carriera artistica in Tv) che si presenta su Virgin Radio a "sbrodolare" di Rock anni settanta ( rasentando l'idiozia pura e non abbiamo parlato ancora della sua band).


Lo vediamo adesso con Simona Ventura reinventatasi talent scout di artisti musicali ( e che artisti!!!).


La Simo aveva già fatto un buco nell'acqua con Sanremo ( tra i meno seguiti in assoluto).


Non paga si ributta in questa avventura che credo le abbia più nuociuto che altro.


I commenti in internet e non solo sono negativissimi.


X Factor ( e la Ventura) si permettono di bocciare un vocalist di provata esperienza come Roberto Tiranti mentre promuovono e fanno vincere a mani basse un quartetto clone dei Neri per caso e una cassiera che copia nello stile vocale e anche nel video allegato la cantante soul americana Amy Winehouse.


Imbarazzante incompetenza.


Continuiamo così.


sabato 19 luglio 2008

Come non finire sotto un treno e contattare Striscia la notizia


Domenica 13 Aprile 08 ore 17: 10.
Passaggio a livello pedonale in una delle strada più trafficate di Nocera Inferiore(Sa)
Le sbarre sono chiuse. Il semaforo a lato proietta il colore rosso.
Un gruppetto ( tra cui il sottoscritto!) di persone attende che il treno passi. Alcuni ragazzi, almeno un paio di donne anziane e un uomo abbastanza giovane.
E infatti un treno velocissimo, un intercity, attraversa il campo visivo dei nostri e scompare in pochi secondi all’orizzonte.
Il campo è sgombro.
Le sbarre si riaprono velocemente con un forte cigolio.
Il semaforo a lato diventa verde.
Tutto normale.
Una signora attempata e piena di fretta è già al centro dei binari.
Il resto del gruppo ( tra cui il sottoscritto(2)!) ha appena iniziato a percorrere la banchina di pece che taglia in due i binari dei treni ( ce ne sono almeno cinque).
Tutti sono tranquilli e si sentono al sicuro.
Poi l’urlo colmo di paura:” Il treno! Sta arrivando il treno!”
La signora al centro dei binari con le mani nei capelli sta tornando indietro con una corsa forsennata.
E’ il panico. Il gruppo ( ora si è aggiunto anche un ragazzo in scooter) in preda ad un forte onda di eccitazione ritorna velocissimo al punto di partenza. Io stesso sento il cuore battermi nel petto come un martello.
Riusciamo a metterci in salvo velocemente.
Intanto il treno effettivamente giunto, sta rallentando suonando la sirena di avvertimento in continuazione.
Le sbarre sono ancora aperte. Il semaforo sempre verde.
Mi affaccio sulla banchina per osservare meglio quello che sta accadendo e noto che a pochi metri il convoglio ha quasi del tutto arrestato la sua corsa.
Un altro gruppo di persone ad un chilometro di distanza,ad una altro passaggio pedonale, è stata vittima della nostra stesse disavventura.
Iniziano le lamentele:” Non è la prima volta che succede una cosa del genere. Potevamo finire sotto il treno”.
Qualcuno minaccia denuncie. Il ragazzo sullo scooter gira un video col telefonino per inviarlo a Striscia la notizia. Io scatto una foto e decido di scrivere questo articolo che ora state leggendo.
E’ stata una vera fortuna. Quel pomeriggio poteva essere ricordato per una vera e propria strage.
Alla fine solo una grande spavento e il timore che la prossima volta che si imboccherà quel maledetto passaggio le sbarre potranno di nuovo rimanere aperte mentre un Eurostar superveloce ( e non un interregionale) si avvicina a tutta birra.
Nessuno avrebbe scampo.

I CERVELLONI ASCOLTANO METAL!

Dal quotidiano Repubblica, 23 Marzo, 2007
"Il rock? Musica per cervelloni e i migliori ascoltano il metal"

Uno studio della Società inglese di psicologia presentato ieri all' Università di York ha dimostrato che più si è intelligenti e più la musica si fa dura, anche molto dura. Negli stili di vita dei ragazzi con un quoziente di intelligenza particolarmente alto, per la grande maggioranza dei 1057 giovani del campione tra gli undici e i diciotto anni, le scelte musicali si rivolgono prevalentemente al rock (39% e il 14% è per l' heavy metal), seguito a grande distanza dal pop (14%).
La notizia è vecchia di un anno ma ha aperto un solco.
Le persone che ascoltano musica robusta non sono esseri inferiori col cervello in pappa (vedi il programma di MTV Bevis & Butthead proposto negli anni '90) ma persone intelligenti che sfogano le loro frustrazioni quotidiane, non guardando Amici in tv, ma interessandosi ad uno stile di musica quantomai complesso e ricco di suggestioni letterarie.
Del resto non è nemmeno una novità assoluta in quanto negli anni passati un autore italiano, il giornalista di Metal Hammer Luca Signorelli, aveva stigmatizzato nel suo noto saggio "L'Estetica del Metallaro", la capacità degli ascoltatori del rock duro di "porsi domande enormi rispetto ai loro coetanei, pur non avendo sempre i mezzi adatti per poter rispondere".
Ben venga, quindi un articolo del genere, con l'augurio che finalmente possa fare un po' di chiarezza su una delle scene musicali da sempre bersaglio di scoraggianti moralismi e accuse spesso infondate.


venerdì 18 luglio 2008

DANILOA ARONA - MELISSA PARKER E L'INCENDIO PERFETTO (DINO AUDINO EDITORE - 2007)

Danilo Arona, Melissa Parker e l’incendio perfetto (Dino Audino Editore 2006)

L’ho finito da qualche mese ma un senso di inquietudine e di angoscia serpeggia ancora sotterraneo tra le pieghe oscure dei miei pensieri. Appena letto non ho dormito per un paio di notti.
Erano anni che un libro non mi spaventava e mi assorbiva così tanto. Una frase mi martellava tra la veglia (tanta!) e il sonno (poco!) osservando il lume, precauzionalmente acceso accanto al letto.
“Possibile sia tutto vero?”
“E’ accaduto realmente?”
Partiamo dall’inizio:
lo scrittore alessandrino Danilo Arona, noto ricercatore di fatti misteriosi e paurosi nella sua terra natia ( da lui ribattezzata “Bassavilla”) si imbatte, attraverso una serie di coincidenze quantomeno strane, nella leggenda metropolitana di Melissa, un fantasma che sembra infestare di notte un tratto della autostrada che collega Milano a Bassavilla.

Scavando a fondo scopre che sono state fatte diverse denuncie ai Carabinieri e all'Anas (ed esistono testimonianze quantomeno agghiaccianti ) della presenza del fantasma di una donna (a quanto si dice extracomunitaria, investita da un tir ) che ogni notte attende un passaggio o un aiuto a lato della carreggiata.

Segno distintivi: un giubotto rosso e capelli biondi.

Da qui una serie di fatti che entrano a far parte, tra la cronaca e la fiction, di uno dei misteri più affascinanti che si siano visti di recente nella rete ( terra di misteri per antonomasia)

Il libro, godibilissimo e scorrevole, è strutturato in modo che sembri più un saggio che un vero e proprio romanzo.

L'ho divorato in una sola serata.

Poi la paura e la decisione di accendere un lume sul comodino, perchè le ombre della mia stanza sembravano fin troppo vive.

Sconsigliato agli impressionabili.

Consigliato ai patiti dell'horror soprannaturale.

giovedì 17 luglio 2008

Impronte digitali per tutti!!!


Dal primo Gennaio del 2010 tutti gli italiani avranno le impronte digitali sulla carta d’identità.
Si tratta di un emendamento proposto dal Pdl e inserito nella finanziaria col voto dell’opposizione ( OPPOSIZIONE??? Ormai è una parola che provoca solo ilarità).
Oggi sul quotidiano il Mattino il costituzionalista e docente universitario Michele Ainis ne parla in questo modo: “Rilevare le impronte è particolarmente invasivo ed è percepito negativamente perché rimanda ai passaggi obbligati a cui è sottoposto un detenuto al suo ingresso in carcere. Il rischio è quello di immergerci in uno stato di polizia dove il controllo è totale.”
Lo dice un costituzionalista!!!
Poi d’un tratto, perso nei miei bui pensieri, ho ricordato qualcosa che faceva parte ormai della mia lontana fanciullezza.
Ero un ragazzino e mio padre mi portò al cinema a vedere il primo Rambo.
Da anima pia e ingenua rimasi praticamente scioccato nel vedere il povero John, reduce di guerra e uomo solitario e triste, a cui venivano prese con la forza le impronte da due energumeni che dovevano rappresentare il bene e la giustizia.
Dopo quel film e il piccolo trauma che ne scaturì mi chiesi più di una volta negli anni se anche a me sarebbe mai successo qualcosa del genere.
Ora lo so.
Mi basta attendere un paio di anni.

La strage impunita




Forse penserete che stia esagerando. Forse penserete che il titolo che avete appena letto è un po’ troppo forte e retorico per un blog
E invece no! E’ tutto vero! Ed è costantemente davanti ai nostri occhi distratti dai saldi di inizio stagione oppure indifferenti di fronte alla sorte di un essere di cui , meschinamente, non ci curiamo affatto se sia vivo o morto lì sul ciglio della strada.
La vita continua giusto?
In fondo non è il nostro cane o il nostro gatto che invece dorme beatamente a casa, oppure si tratta solo di un “randagio in meno” e i problemi così si risolvono più facilmente per tutti.
Troppo facile! Troppo grave!
Per ragioni personali percorro almeno un paio di volte al giorno le strade che collegano Sarno con Nocera inferiore a volte imboccando la vecchia via Lavorate e a volte invece la Provinciale Amendola che costeggiando la piccola frazione di Casatori (S. Valentino) sbuca direttamente a Nocera.
Lo spettacolo non cambia.
Oggi santo giorno per il sottoscritto è un bollettino di guerra.
Le strade già di per se un groviglio di fossi, pozzanghere paludose, segnaletica assente o rimaneggiata e altre amenità registrano soprattutto la presenza ( dipende soprattutto dalla crudeltà dell’individuo) di corpi martoriati, sanguinanti, maciullati, in avanzato stato di decomposizione.
A volte è anche difficile stabilire di che animale si tratti visto il modo quasi sadico in cui vengono ridotti dalle auto.
Allora mi chiedo: “Sarà stato un incidente? Un automobilista distratto/a che non ha fatto in tempo a frenare di notte vista anche l’esigua illuminazione?”
Poi un vocina nella testa, dura e spietata insieme, mi risponde che da Lunedì ho contato già cinque cani e due gatti e non siamo nemmeno a sabato e qualcosa comincia a serpeggiare nei miei pensieri più reconditi:
un presentimento di sventura e di terrore.
“E se qualcuno lo facesse apposta? Possibile esistano persone ( magari qualcuno che conosco e con cui ho rapporti di amicizia, vicinato o soltanto di semplice cittadinanza) che vedendo attraversare un animale davanti al paraurti non si fermino di proposito? Possibile si tratti di un gioco sanguinoso e beffardo che ogni giorno vede esseri viventi, deboli e indifesi spiaccicati in una squallida strada di periferia; animali la cui unica colpa è quella di non appartenere a nessuno, di non avere nessuno che si prenda cura di loro?
Un po’ di dati per gli scettici:
Secondo L’Ente Nazionale Protezione Animali (osservatorio sui maltrattamenti degli animali) la Campania è la nona regione in tutta Italia dove sono stati perpetrati e documentati casi di maltrattamenti di animali ( la prima è l’Emilia Romagna). Invece per quanto riguarda il solo territorio campano troviamo Salerno (che bello!) come la prima provincia dove sono documentati più casi “gravi” seguita da Napoli e Caserta. Questi dati fanno riferimento al solo 2004 ma visto che il 2008 è alle porte credo (anzi ne sono sicuro visto che anch’io ne sono testimone) che le cose non siano migliorate da allora…
In percentuale sono i cani quelli che vengono colpiti con maggiore crudeltà e sadismo.
Secondo le Norme del Codice Penale “TITOLO IX-BIS - DEI DELITTI CONTRO IL SENTIMENTO PER GLI ANIMALI”:
Art. 544-bis. - (Uccisione di animali). - Chiunque, per crudeltà o senza necessità, cagiona la morte di un animale è punito con la reclusione da tre mesi a diciotto mesi.
Art. 544-ter. - (Maltrattamento di animali). - Chiunque, per crudeltà o senza necessità, cagiona una lesione ad un animale ovvero lo sottopone a sevizie o a comportamenti o a fatiche o a lavori insopportabili per le sue caratteristiche etologiche è punito con la reclusione da tre mesi a un anno o con la multa da 3.000 a 15.000 euro.La stessa pena si applica a chiunque somministra agli animali sostanze stupefacenti o vietate ovvero li sottopone a trattamenti che procurano un danno alla salute degli stessi.La pena è aumentata della metà se dai fatti di cui al primo comma deriva la morte dell'animale.
"Art. 727. - (Abbandono di animali). - Chiunque abbandona animali domestici o che abbiano acquisito abitudini della cattività è punito con l'arresto fino ad un anno o con l'ammenda da 1.000 a 10.000 euro.Alla stessa pena soggiace chiunque detiene animali in condizioni incompatibili con la loro natura, e produttive di gravi sofferenze".
Spero che questo articolo aiuti a far luce sugli insani comportamenti di singoli idioti ( Pensateci bene prima che per voi si spalanchino le porte di un carcere…) e li facciano desistere da questo tragico gioco di morte e perversione ingiustificabile e nello stesso tempo dia il coraggio alle persone oneste di denunciare qualsiasi abuso o violenza di cui siano testimoni. Solo così questa ennesima piaga sociale riceverà degna attenzione da parte di tutti.
Ne riparleremo ancora!!!!

mercoledì 16 luglio 2008

Telepatia con i deceduti!!!


Ebbene sì!!!

La pubblicità è l'anima del commercio e quindi bando ai dubbi e alle incertezze e parliamo del mio primo romanzo breve Horror/ Noir "Telepatia con i deceduti" edito da Ibiskos Editrice Risolo di Empoli nel Gennaio 2008

Una bella recensione la trovate qui:



La scheda del libro invece qui:



Nuove ed eventuali nel prossimo post.

Virgin Rock Radio e gli pseudo opinionisti!




L'apertura di Virgin Radio è stata una manna dal cielo. Finalmente una radio che trasmette rock e affini 24 ore su 24. Ovviamente non è tutto oro quel che luccica e insieme a band grandiose come Guns'n'Roses, Metallica, Skid Row, Motley Crue ( insomma la storia del rock) volano sull'etere anche cose decisamente più "pop" che fanno venire lo zucchero nel sangue.


Finito qui? Niente affatto. E' iniziata da poco tempo una rubrica di storia della musica.


Paola Maugeri di Mtv invita in studio ospiti a sorpresa per commentare dal vivo i gruppi che hanno fatto la storia del Rock. Dopo alcune puntate buone con ospiti che non solo ne capivano ma che snocciolavano gustosi aneddoti da veri e propri fan di un preciso periodo storico oppure di un genere preciso( Le Vibrazioni, Negrita etc.) l'altra sera in auto accendo la radio e mi becco Cris veejay di Mtv, fotomodella ed ex partecipante dell'isola dei famosi che sproloquia di Black Sabbath e Ozzy Osborne! Cosa da farmi precipitare in un burrone con tutta l'auto.


La tipa che si è fermata decisamente negli anni ottanta in termini di linguaggio e cultura musicale mischiava il pubblico metal con quello punk e dark usando terminologie obsolete anche per Pippo Baudo mentre la Muageri definiva la band "una banda di sconvolti".


Ci mancava solo Ozzy che mangiava il pipistrello e la sagra dell' ovvietà e del cattivo gusto era piena.


Mi chiedo: cosa c'entra una modella ( che poco e niente sa di vero rock e non fatemi la menata della veejay che mi metto ad urlare...) con il rock anni settanta?


Possibile che in Italia i Black Sabbath siano ancora sinonimo di gente sconvolta e forse drogata?


E questo il trattamento che La Virgin dedica ai grandi della musica ( lo sanno anche i bambini che grazie a questo mitico gruppo sono nati una serie di sottogeneri tutt'ora sulla cresta dell'onda).


Comunque una bella notiza:


La nostra brava Cris ha formato anche un gruppo rock definito dalla Maugeri ( lei si che se ne intende...) come "grandiosi"


Ora siamo alla frutta.