Intervistare una band dal forte appeal emozionale (sia musicale che artistico) come i napoletani Pennelli di Vermeer ci riconcilia con un mondo, quello della band underground, dove la sofferenza. le aspettative non mantenute e il disincanto sembrano farla da padrone.
Qui abbiamo un gruppo forte di persone capaci e decise che per il sottoscritto ( insieme ai salernitani da’namaste) rappresentano l’attuazione insindacabile di un vecchi proverbio popolare:”Volere è potere”.
Speriamo che i Pennelli diventino un esempio, un binario su cui altre realtà locali possano trovare un appiglio sicuro, una strada percorribile, su cui non demordere ed andare avanti.
Partiamo da una domanda che di solito si fa alla fine.
Qui abbiamo un gruppo forte di persone capaci e decise che per il sottoscritto ( insieme ai salernitani da’namaste) rappresentano l’attuazione insindacabile di un vecchi proverbio popolare:”Volere è potere”.
Speriamo che i Pennelli diventino un esempio, un binario su cui altre realtà locali possano trovare un appiglio sicuro, una strada percorribile, su cui non demordere ed andare avanti.
Partiamo da una domanda che di solito si fa alla fine.
E’ uscito da poco il vostro nuovo album ”La primavera dei sordi (La Canzonetta/Sintesi 3000)”. Che cosa vi aspettate da questa nuova uscita? Com’è stato il processo di creazione/registrazione delle nuove canzoni?
Ci aspettiamo che le persone comprino il cd ma soprattutto speriamo di fare tanti concerti live per divulgare al meglio la nostra musica.
Avevamo le provinature dei pezzi nuovi con voce e chitarra. La cosa sorprendente è stata che in genere i pezzi prima di registrarli si provano in sala curandone l’arrangiamento; noi invece per un buon nucleo di pezzi del nuovo cd siamo partiti direttamente dal registrare le batterie per poi ricamarci basso, tastiere, chitarre, archi, voci e texture elettroniche.
Grazie alla co-produzione artistica con Ercole Longobardi abbiamo sperimentato un un po’ di elettronica che si innesta sul nostro prog-rock dando dei risultati imprevedibili.
Dalle nostre prime autoproduzioni sono cambiate tante cose. Ascoltare per credere.
Il pittore olandese J. Vermeer viene definito come il maggior esponente della pittura d’estrazione borghese dell’Olanda seicentesca dai toni chiari e luminosi tipici della vita quieta e silenziosa.
Come si incastra tutto questo nella vostra musica?
Ad ogni nostro live immaginiamo Vermeer che si rivolta nella tomba mentre mangiucchia le ossicina delle sue mani. Chissà quante volte si ripete: “ Che c’entro io con cinque napoletani che fanno rock?. Che c’entro io con cinque napoletani che fanno rock?” D'altronde non si sbaglia ma come direbbe lo scrittore francese Loutremont: “Il bello è nell’incontro fortuito su un tavolo di anatomia tra una macchina da cucire e un ombrello”. Pasquale Sorrentino (autore, voce e chitarra acustica) è appassionato di pittura; propose il nome di Vermeer e qualcuno aggiunse la parola pennelli.
Ecco come sono andate le cose. Spesso per giustificare un nome s’inventano storie avventurose. Noi non siamo bravi a farlo.
Per i Pennelli di Vermeer quali sono gli artisti in campo musicale, letterario e pittorico che possono essere ritenuti degli d’attenzione per espressività soggettiva e originalità al giorno d’oggi? Chi sono I Vermeer del nuovo secolo?
Beh questo si che è un domandone…allora butteremo fuori nomi a raffica. Per la musica: Ennio Morricone, Gaber, De Andrè, PFM, Beatles, Genesis, Queen, Nirvana, Ray Charles, Sly and Family Stone, Creedence Clearwater Revival, Luigi Tenco, Neil Young, Enaudi, Allevi, Kraftwerk, Mozart, Gentle Giant, Bjork, Janis Joplin, Mina e almeno altri 100 nomi che non possiamo elencare.
Per la pittura: Vermeer, Munch, Otto Dix, Bosch, Rembrandt, Caravaggio, Bacon, Courbet, Gericoult, Artemisia Gentileschi, i Futuristi, i Surrealisti, i Dadaisti, Franz Marc, Goya, E. Manet, Tintoretto, Correggio, Signorelli e almeno altri 200 nomi che non possiamo elencare.
Per la letteratura: Joyce, Rimbaud, Baudelaire, Calvino, Sciascia, Pirandello, Austin, H. Boll, Loutremont, R. Hausmann, Apollinaire, Montale, F.T. Marinetti, i poeti russi, Benni, Gadda, Conrad, Stevenson, Balzac, Twain e almeno altri 300 nomi che non possiamo elencare.
Tutti questi nominati e tanti altri che ci sono sfuggiti….saranno sempre attuali, oggi come fra cinquecento anni.
Su Wikipedia – Enciclopedia on line – si parla di voi in termini quantomeno entusiastici.
C’è scritto: “Quella dei Pennelli è una proposta bizzarra, ove i brani sono spesso concepiti come “micro-suite” visionarie dai toni goliardici ma anche metafisici. Un esempio di rock barocco, irregolare e stravagante.” Potresti spiegare meglio questo concetto?
E’ uno stralcio di una recensione della nostra seconda autoproduzione che uscì nel 2005 con il titolo di “Processo immaginario ad un nevrotico dissociato ma non del tutto”….ma è applicabile un po’ su tutta la nostra musica.
Si riferisce al fatto che in uno stessa canzone dei PdV spesso i tempi cambiano diventando da pari a dispari, che non esiste la regola strofe + ritornello + strofa + ritornello, che i testi, spesso caratterizzati da una scrittura visionaria, sono ora ironici e surreali ora ermetici e metafisici.
Insomma noi non abbiamo regole e il nostro atto creativo non si preclude nessuna strada.
Avete un curriculum di esibizioni e riconoscimenti invidiabile culminato nella vittoria al concorso indetto dal quotidiano “Il Mattino” per aprire il concerto a Piazza Plebiscito di Pino Daniele?
Vi ritenete ancora una band”Underground” oppure avete superato questa angusta soglia? Aspettative?
La puzza dell’underground ce la portiamo dietro ma è chiaro che tante cose importanti sono successe. Non crediamo di aver già superato l’angusta soglia ma siamo su una buona strada; faticosa, piena d’insidie ma ci siamo.
Aspettative?? Fare tanti concerti e guadagnare i famosi e ignobili soldini.
Essere artisti non è mai facile soprattutto nelle nostre zone. Gli ostacoli e la diffidenza sono all’ordine del giorno. Che cosa fate nella vita comune quando non siete su un palco a proporre la vostra musica?
C’è chi studia e chi lavora in altri campi (pubblicità, sicurezza, scuola). Non siamo ancora nelle condizioni di poter fare soli i musicisti. Però ci stiamo provando…..se dovesse andarci male almeno non avremo quel senso di frustrazione che assilla chi non ci ha mai provato.
A Salerno e provincia sta nascendo una scena musicale forte con band di assoluto valore ( da’namaste, Kernel 0, Toys Orchestra, Lothlorien etc). E’ lo stesso nel napoletano? C’è una sana competizione tra le band partenopee?
La cosa sicura è che tra Napoli e provincia ci sono tante, tantissime band …… da queste parti c’è sempre stato fermento……peccato che non ci siano adeguate politiche giovanili e sociali per preservare, rafforzare e far crescere questo fermento facendolo diventare movimento di interesse nazionale. Per questo quando Aldo Campana dei Lega Leggera ha decretato la nascita del movimento lavico (per saperne di più vedete il loro space) noi ci siamo sentiti farne parte.
Conosciamo tanti artisti validi della zona. La loro frequentazione ci ha arricchiti umanamente e artisticamente. Nei PdV c’è un po’ di loro.
Un ragazzo interessato alla musica dei Pennelli di Vermeer cosa deve fare? Avete un dominio in internet? Dove può trovare il vostro ultimo cd?
Il cd de “La primavera dei sordi” lo si può acquistare a Napoli presso Feltrinelli e FNAC o nei migliori negozi di dischi; oppure è possibile acquistarlo on-line al costo di € 11,90 andando sul nostro space o su quello dell’etichetta.
In questo modo arriva fino a casa e si paga in contanti al postino all’atto della consegna.
Ecco gli indirizzi utili all’acquisto e tutto ciò concerne il gruppo: http://www.lacanzonetta.it/, http://www.ipennellidivermeer.it/, www.myspace.com/ipennellidivermeer
Perchè non ci raccontate un fatto divertente o singolare legato alla vita da musicista? Ce ne saranno tanti?
Suonammo a Sermide (MN) ad un festival dove ricevemmo il premio della critica.
Tra gli ospiti del festival c’era Mauro Pagani che ascoltò la nostra performance.
Dopo aver suonato ci catapultammo subito da lui per avere un parere e lui – nel suo stile – ci disse cosa migliorare…poi si lasciò andare come un fiume in piena su tutta una serie di riflessioni sulla scrittura paragonando l’autore di testi ad un cineasta e ci mise di mezzo anche De Andrè con cui ha avuto l’onore e il piacere di lavorare. Insomma ci stavamo godendo un Mauro Pagani quasi filosofo quando il nostro chitarrista Pasquale Palomba – pragmatico e di poco tatto – disse: “Vabbè Mauro ma ti è piaciuto si o no????”.
La cosa bella che a tutti venne da ridere per non piangere. Anche M. Pagani rise, forse con sconcerto ma rise.
Per finire domanda classica. Progetti futuri e appuntamenti imminenti per i Pennelli? Quando potremo vedervi dalle nostre parti?
Concerti, concerti e solo concerti. Dalle vostre parti speriamo presto. Anzi appena avrete occasione invitateci e noi saremo lì.
Grazie mille per la vostra gentile disponibilità. A voi le ultime parole…
Grazie a voi per averci dato la possibilità di quest’intervista e divulgare quindi il nostro progetto. Vi abbracciamo forte.
Ci aspettiamo che le persone comprino il cd ma soprattutto speriamo di fare tanti concerti live per divulgare al meglio la nostra musica.
Avevamo le provinature dei pezzi nuovi con voce e chitarra. La cosa sorprendente è stata che in genere i pezzi prima di registrarli si provano in sala curandone l’arrangiamento; noi invece per un buon nucleo di pezzi del nuovo cd siamo partiti direttamente dal registrare le batterie per poi ricamarci basso, tastiere, chitarre, archi, voci e texture elettroniche.
Grazie alla co-produzione artistica con Ercole Longobardi abbiamo sperimentato un un po’ di elettronica che si innesta sul nostro prog-rock dando dei risultati imprevedibili.
Dalle nostre prime autoproduzioni sono cambiate tante cose. Ascoltare per credere.
Il pittore olandese J. Vermeer viene definito come il maggior esponente della pittura d’estrazione borghese dell’Olanda seicentesca dai toni chiari e luminosi tipici della vita quieta e silenziosa.
Come si incastra tutto questo nella vostra musica?
Ad ogni nostro live immaginiamo Vermeer che si rivolta nella tomba mentre mangiucchia le ossicina delle sue mani. Chissà quante volte si ripete: “ Che c’entro io con cinque napoletani che fanno rock?. Che c’entro io con cinque napoletani che fanno rock?” D'altronde non si sbaglia ma come direbbe lo scrittore francese Loutremont: “Il bello è nell’incontro fortuito su un tavolo di anatomia tra una macchina da cucire e un ombrello”. Pasquale Sorrentino (autore, voce e chitarra acustica) è appassionato di pittura; propose il nome di Vermeer e qualcuno aggiunse la parola pennelli.
Ecco come sono andate le cose. Spesso per giustificare un nome s’inventano storie avventurose. Noi non siamo bravi a farlo.
Per i Pennelli di Vermeer quali sono gli artisti in campo musicale, letterario e pittorico che possono essere ritenuti degli d’attenzione per espressività soggettiva e originalità al giorno d’oggi? Chi sono I Vermeer del nuovo secolo?
Beh questo si che è un domandone…allora butteremo fuori nomi a raffica. Per la musica: Ennio Morricone, Gaber, De Andrè, PFM, Beatles, Genesis, Queen, Nirvana, Ray Charles, Sly and Family Stone, Creedence Clearwater Revival, Luigi Tenco, Neil Young, Enaudi, Allevi, Kraftwerk, Mozart, Gentle Giant, Bjork, Janis Joplin, Mina e almeno altri 100 nomi che non possiamo elencare.
Per la pittura: Vermeer, Munch, Otto Dix, Bosch, Rembrandt, Caravaggio, Bacon, Courbet, Gericoult, Artemisia Gentileschi, i Futuristi, i Surrealisti, i Dadaisti, Franz Marc, Goya, E. Manet, Tintoretto, Correggio, Signorelli e almeno altri 200 nomi che non possiamo elencare.
Per la letteratura: Joyce, Rimbaud, Baudelaire, Calvino, Sciascia, Pirandello, Austin, H. Boll, Loutremont, R. Hausmann, Apollinaire, Montale, F.T. Marinetti, i poeti russi, Benni, Gadda, Conrad, Stevenson, Balzac, Twain e almeno altri 300 nomi che non possiamo elencare.
Tutti questi nominati e tanti altri che ci sono sfuggiti….saranno sempre attuali, oggi come fra cinquecento anni.
Su Wikipedia – Enciclopedia on line – si parla di voi in termini quantomeno entusiastici.
C’è scritto: “Quella dei Pennelli è una proposta bizzarra, ove i brani sono spesso concepiti come “micro-suite” visionarie dai toni goliardici ma anche metafisici. Un esempio di rock barocco, irregolare e stravagante.” Potresti spiegare meglio questo concetto?
E’ uno stralcio di una recensione della nostra seconda autoproduzione che uscì nel 2005 con il titolo di “Processo immaginario ad un nevrotico dissociato ma non del tutto”….ma è applicabile un po’ su tutta la nostra musica.
Si riferisce al fatto che in uno stessa canzone dei PdV spesso i tempi cambiano diventando da pari a dispari, che non esiste la regola strofe + ritornello + strofa + ritornello, che i testi, spesso caratterizzati da una scrittura visionaria, sono ora ironici e surreali ora ermetici e metafisici.
Insomma noi non abbiamo regole e il nostro atto creativo non si preclude nessuna strada.
Avete un curriculum di esibizioni e riconoscimenti invidiabile culminato nella vittoria al concorso indetto dal quotidiano “Il Mattino” per aprire il concerto a Piazza Plebiscito di Pino Daniele?
Vi ritenete ancora una band”Underground” oppure avete superato questa angusta soglia? Aspettative?
La puzza dell’underground ce la portiamo dietro ma è chiaro che tante cose importanti sono successe. Non crediamo di aver già superato l’angusta soglia ma siamo su una buona strada; faticosa, piena d’insidie ma ci siamo.
Aspettative?? Fare tanti concerti e guadagnare i famosi e ignobili soldini.
Essere artisti non è mai facile soprattutto nelle nostre zone. Gli ostacoli e la diffidenza sono all’ordine del giorno. Che cosa fate nella vita comune quando non siete su un palco a proporre la vostra musica?
C’è chi studia e chi lavora in altri campi (pubblicità, sicurezza, scuola). Non siamo ancora nelle condizioni di poter fare soli i musicisti. Però ci stiamo provando…..se dovesse andarci male almeno non avremo quel senso di frustrazione che assilla chi non ci ha mai provato.
A Salerno e provincia sta nascendo una scena musicale forte con band di assoluto valore ( da’namaste, Kernel 0, Toys Orchestra, Lothlorien etc). E’ lo stesso nel napoletano? C’è una sana competizione tra le band partenopee?
La cosa sicura è che tra Napoli e provincia ci sono tante, tantissime band …… da queste parti c’è sempre stato fermento……peccato che non ci siano adeguate politiche giovanili e sociali per preservare, rafforzare e far crescere questo fermento facendolo diventare movimento di interesse nazionale. Per questo quando Aldo Campana dei Lega Leggera ha decretato la nascita del movimento lavico (per saperne di più vedete il loro space) noi ci siamo sentiti farne parte.
Conosciamo tanti artisti validi della zona. La loro frequentazione ci ha arricchiti umanamente e artisticamente. Nei PdV c’è un po’ di loro.
Un ragazzo interessato alla musica dei Pennelli di Vermeer cosa deve fare? Avete un dominio in internet? Dove può trovare il vostro ultimo cd?
Il cd de “La primavera dei sordi” lo si può acquistare a Napoli presso Feltrinelli e FNAC o nei migliori negozi di dischi; oppure è possibile acquistarlo on-line al costo di € 11,90 andando sul nostro space o su quello dell’etichetta.
In questo modo arriva fino a casa e si paga in contanti al postino all’atto della consegna.
Ecco gli indirizzi utili all’acquisto e tutto ciò concerne il gruppo: http://www.lacanzonetta.it/, http://www.ipennellidivermeer.it/, www.myspace.com/ipennellidivermeer
Perchè non ci raccontate un fatto divertente o singolare legato alla vita da musicista? Ce ne saranno tanti?
Suonammo a Sermide (MN) ad un festival dove ricevemmo il premio della critica.
Tra gli ospiti del festival c’era Mauro Pagani che ascoltò la nostra performance.
Dopo aver suonato ci catapultammo subito da lui per avere un parere e lui – nel suo stile – ci disse cosa migliorare…poi si lasciò andare come un fiume in piena su tutta una serie di riflessioni sulla scrittura paragonando l’autore di testi ad un cineasta e ci mise di mezzo anche De Andrè con cui ha avuto l’onore e il piacere di lavorare. Insomma ci stavamo godendo un Mauro Pagani quasi filosofo quando il nostro chitarrista Pasquale Palomba – pragmatico e di poco tatto – disse: “Vabbè Mauro ma ti è piaciuto si o no????”.
La cosa bella che a tutti venne da ridere per non piangere. Anche M. Pagani rise, forse con sconcerto ma rise.
Per finire domanda classica. Progetti futuri e appuntamenti imminenti per i Pennelli? Quando potremo vedervi dalle nostre parti?
Concerti, concerti e solo concerti. Dalle vostre parti speriamo presto. Anzi appena avrete occasione invitateci e noi saremo lì.
Grazie mille per la vostra gentile disponibilità. A voi le ultime parole…
Grazie a voi per averci dato la possibilità di quest’intervista e divulgare quindi il nostro progetto. Vi abbracciamo forte.
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