mercoledì 14 gennaio 2009

Turismo a Sarno: utopia!

Se inseriamo la frase “Turismo a Sarno” in un qualsiasi motore di ricerca sul web avrete una sfilza di posti interessanti che farebbero quantomeno sobbalzare il viandante di turno il quale rapito da cotanta sbornia di cultura e arte potrebbe decidersi a raggiungere le nostrane sponde.
Ecco un assaggio:
Museo della valle del Sarno.

Vi sono conservati reperti della civiltà del Sarno risalenti all'età del ferro, fino all'epoca romana.
Teatro classico

Probabilmente faceva parte di un santuario degli ultimi secoli a.C.. E' stata rinvenuta solo la parte bassa della cavea con sedili in tufo grigio locale con braccioli decorati a figure. L'orchestra e il proscenio del teatro, paragonabile al teatro piccolo di Pompei, risalgono al I secolo a.C..
Torri e cintura muraria

La cinta muraria, di forma triangolare, di cui si conservano molte parti, come lungo il terrazzo di S. Matteo, è interrotta da alcune porte, come quella presso la torre normanna e quella sotto la chiesa di S. Matteo. Sono visibili anche torri a pianta circolare che salgono fino al castello.
Castello Risale all' Alto Medioevo, purtroppo oggi è ridotto allo stato di rudere. Nelle vicinanze si trovano due torri aragonesi del XV secolo.
Tutto bello.
Tutto visitabile secondo il sito e la provincia.
Ah!
Partiamo dall’inizio.
Quest’estate ho invitato a Sarno alcuni amici da fuori ( nel senso di non campani).
Una mattina di agosto decidiamo di fare i turisti nel mio paese e la cosa mi rende lusingato e elettrizzato.
Subito mi offro di far loro da cicerone.
Beh! sarà un’esperienza mortificante.
Per primo decidiamo di visitare l’anfiteatro di Foce.
Troviamo il cancello aperto e in qualche modo mi sento rassicurato.
La cosa sembra fattibile
Entriamo nella zona archeologica e un custode gentile ma visibilmente sorpreso ci dice che possiamo visitarlo senza problemi.
Ma è solo il custode non una guida quindi ci lascia tutti soli in mezzo alle fascinose pietre antiche.
Non so che fare.
Un mio amico mi chiede una brochure per capirci qualcosa e imbarazzato gli rispondo che non ho la minima idea se esistano.
Tentiamo di decifrare il cartellone a lato del teatro ( unico segno di una qualche presenza di “turistica attitudine”) e dopo poche battute storiche la visita è bella che finita.
Un’altra amica mi fa notare che altri paesi in altre zone d’Italia farebbero pagare il biglietto per una visita del genere e ci sarebbero tutti i servizi necessari ad una zona archeologica.
Annuisco con la testa ma vorrei metterla sotto un masso per la vergogna.
Decido di portarli al Museo della Valle del Sarno.
Le sorprese non finiscono ovviamente.
Portone chiuso.
Spiegazioni nemmeno a cercarle col lanternino.
Chiuso e basta.
Ormai prossimo ad una crisi di pianto decido di far visitare loro il Castello Medievale sul Monte del Saretto.
La situazione non cambia di molto visto che pur arrivando con qualche difficoltà sulle pendici e riuscendo poi con una mezza scarpinata a raggiungere la cinta muraria anche qui la visita si conclude solo con una veduta panoramica e ulteriori spiegazioni sulla cattiva gestione del nostro patrimonio storico/culturale.
Per la cronaca i miei amici rimarranno comunque incantati da Borgo San.Matteo e dal Duomo di Episcopio.
A conti fatti mi sembra un po’ poco rispetto a quello che potrebbe offrire Sarno se solo ci fosse una più incisiva riqualificazione del turismo in tutte le sue forme.
Io intanto ho ancora ben in mente ( ormai un’ossessione…) l’espressione del mio amico che con occhi sbarrati e accento settentrionale marcato mi chiedeva perplesso: “ Ma come ha fatto Sarno ad essere inserita nel percorso turistico/archeologico della Regione Campania?”
Caro amico me lo chiedo anch'io!

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