giovedì 30 aprile 2009

My Kingdom Music: “Decadent Music for a Decadent Age”

Intervista a Francesco Palumbo creatore dell’etichetta indipendente salernitana.

La My Kingdom Music è un’etichetta musicale indipendente della provincia di Salerno ( Nocera Superiore), nata nel 2001 grazie alla grande passione e alla competenza di Francesco Palumbo, unico gestore del progetto.
La My Kingdom si muove soprattutto in ambito Rock, con molti riferimenti alla scena Metal, anche se ultimamente con le nuove uscite si sta spostando verso sonorità alternative/Pop.
“Puntiamo a dare ai musicisti l’opportunità di essere ascoltati da un vasto pubblico, in modo da poter offrire agli ascoltatori originalità, pathos ed emozioni, cose che non troverebbero facilmente in altre band.”
Tra i gruppi usciti sotto il marchio salernitano ci sono realtà italiane come Act Noir, Room with a view, Evenvast ma anche band straniere come i norvegesi Crest f Darkness, gli olandesi Deinonychus ( band che seguo con notevole interesse N.d.a.) o i finlandesi Rain Paint, solo per citarne alcuni.
Un’esperienza che ho il piacere e l’onore di proporre ai lettori di La Rete:

Ciao Francesco. Iniziamo dal principio. Come hai deciso di aprire un’etichetta discografica? Perché questo mestiere?
“Essenzialmente si tratta di pura passione e votare la propria vita all’inseguimento dei sogni.
Dopo l’Università dovevo decidere se dedicarmi al mio lavoro in un banale ufficio o come ti dicevo inseguire i propri sogni assecondando la voce della passione. Ho scelta la seconda non senza difficoltà (soprattutto economiche come immaginerai) ma assolutamente senza alcun rimpianto.”

Come ti trovi a lavorare in un piccolo centro dell’ Agro come Nocera Superiore? Il luogo è ricettivo ad attività di valorizzazione e produzione artistico/culturale come la tua?
“Credo che in un’attività come la mia tesa al mercato internazionale una città vale l’altra per cui non ho grossi problemi da questo punto di vista. Invece non amo molto il tipo di vita ed in generale la mentalità della nostra zona. Ma pazienza… si va avanti.”

La tua etichetta ha una vocazione internazionalistica. Infatti sono uscite sotto il tuo marchio band norvegesi, olandesi, americane etc. In base a cha parametro scegli i gruppi da mettere sotto contratto?
“Se mi piace e mi dà qualcosa che va oltre il semplice ascolto piacevole siamo già a buon punto. Ho bisogno che in poche parole la musica che ascolto mi dia sensazioni uniche.
Dopo vanno prese in considerazione tutte quelle caratteristiche che fanno di una band o di un progetto musicale non solo un buon ascolto ma anche un prodotto capace di reggere il mercato. Finora la prima parte di questa analisi ha sempre prevalso sulla seconda…”

Qual è la band che ti ha dato più soddisfazioni e quella che invece ha deluso le tue aspettative?
“Sono legato indistintamente a tutte le mie bands… sono un po’ che dei figli a cui permetti di crescere grazie alle tue attenzioni ed alle tue cure.
Ovviamente ce ne sono alcuni a cui, per motivi affettivi che vanno aldilà della musica, sono maggiormente legato tipo i DEINONYCHUS a cui sono legato da un’amicizia di oltre 15 anni. o i CROWHEAD, la prima band a cui ho offerto un contratto o i KLIMT 1918 sicuramente la mia più grande scommessa vinta alla grande.”

Com’è il mercato musicale in Italia. La crisi che ha colpito le grandi case discografiche e la vendita dei cd si è fatta sentire anche per piccole etichette come la tua?
“Il mercato è morto! Si va avanti solo per passione e perché la musica non ha confini.”

Torniamo alla nostra provincia. Come giudichi le tante band che stanno venendo fuori dal sottobosco salernitano e campano in generale? Hai sempre un occhio di riguardo per le band locali oppure ormai la My Kingdom è proiettata all’estero?
“Non mi interessa molto il luogo di provenienza delle bands. Mi serve solo che siano bands composte da gente seria, capace di sognare e di avere passione per le cose che fanno. Nel salernitano qualcosa di buono c’è ma anche tanta arroganza e mancanza di umiltà, ma è un discorso valido un po’ per tutte le città, non solo la nostra.”

Perché definisci le tue uscite discografiche come “Decadent Music for a Decadent Age” ( tradotto “Musica decadente per un’epoca decadente”)? C’è un concetto particolare dietro a questo slogan?
“La decadenza è uno stato delle cose che mi affascina molto e credo che nell’arte in generale ed ancor più nella musica questa caratterizza le tematiche che affronta in maniera oscura, arcana e misteriosa. La decadenza è come un velo su un passato ma anche su un futuro tutto da scoprire, ma ad un livello di per sé già pieno di fascino.”

La My Kingdom Music produce e distribuisce musica da oltre un decennio. Guardandoti indietro hai qualche rimpianto oppure sei fiero di tutto quello cha hai fatto finora?
“Nessun rimpianto. Ogni scelta è figlia delle mie capacità, dei miei gusti e delle mie possibilità. “

Dacci un consiglio: una band salernitana e una italiana su cui investire soldi per un eventuale acquisto.
“Gli Aura in ambito Metal ed i Yumma-re in ambito Pop sono due realtà assolutamente meritorie di attenzione e con prospettive e potenziale davvero impressionanti.”

Infine quali sono i progetti futuri sia per quanto riguarda la label che la tua vita personale?
“A livello personale spero di mettere un po’ di pace in una vita assolutamente annichilita dagli eventi. A livello professionale di continuare a scoprire nuovi talenti e di allargare i miei orizzonti.”

Cosa ti aspetti da questo 2009?
“Soddisfazioni personali e continuare a rincorrere i miei sogni.”

Grazie di cuore Francesco per la tua gentile disponibilità. A te lascio le tue ultime parole…
“Un saluto a te Eduardo per quest’intervista ed ovviamente un saluto a chi riterrà interessanti queste righe. Se volte conoscere meglio il mio mondo ecco a voi un paio di indirizzi: http://www.mykingdommusic.net/

domenica 26 aprile 2009

IL BOOKTRAILER DI " TELEPATIA CON I DECEDUTI"

Finalmente il Booktrailer del mio Romanzo Horror/Gotico "Telepatia con i deceduti", edito nel 2008 da Ibiskos Editrice Risolo.
"NON ENTRATE IN QUELLA VILLA..."

giovedì 23 aprile 2009

COSA NON E' ROCK ( SECONDO IL MIO OPINABILE GIUDIZIO)

Ho 34 anni. Ascolto e vivo il rock da quando avevo più o meno 14 anni e vidi un video di Lemmy ( Motorhead) che si sbatteva su un canale privato ( negli anni 80 le emittenti private erano il simbolo di una certa "controcultura" ora scomparsa).
Dopo arrivarano le prima musicassette ( Scorpions, Iron Maiden, Led Zeppelin, Metallica), gli Lp, i concerti etc.
Insomma penso di avere un pò di esperienza su questo genere maturata grazie anche alla mia attività di "critico" che porto avanti da un bel pò ( ho iniziato sulle Fanzine cartacee quando erano ancora sinonimo di sudore, passione e competenza diretta).ù
Tutto questo per dirvi che di recente ho notato sia in tv che sul web che si fa un pò di confusione ( non so fino a che punto "incosciente") quando si parla di questa parolina magica a 4 lettere.
ROCK!!!!


E allora per i pochi che mi seguono e per amore di verità ( copiando un pò il Celentano "Nazionale") faccio una lista incompleta di quello che non è assolutamente ( per il sottoscritto) Rock:





Gianna Nannini non è rock - tanto di cappello per la carriera di cantautrice ma essere definita su un reality "la regina del rock" è quantomeno falso e forviante


Max Pezzali non è rock - girare un video attorniato da giovani finto/rock che si sbattono con chitarra, basso e batteria quando poi il pezzo è un piacevole motivetto molto leggero è una presa in giro del genere tutto.


Le vj Chris & Chris non sono rock - sentirle parlare del genere su Mtv o sulla Virgin ( ebbene si) è un insulto all'intelligenza. E una di loro si è messa in testa anche di suonarlo con risultati risibili.


Dolcenera non è rock - vestirsi di nero e sbandierare il proprio amore verso alcuni gruppi quando poi suoni tutt'altro non fa di te una rockstar. Le ultime evoluzioni di look e genere la dicono lunga.


I bastards sons of dioniso e tutta la combricola assortita( x Factor) non sono rock - sono meri esecutori di brani altrui e poco altro. Il rock è sui palchi di periferia a dannarsi l'anima per essere apprezzato e compreso.


i Dari non sono rock - boy band con look finto/ dark /scopiazza Tokyo Hotel


i Tokyo Hotel non sono rock - boy band con qualche canzoncina godibile e nulla più.


I Pooh non sono rock - per l'amor di Dio. Non c'è qualcosa di più lontano dal rock ( come musica e attitudine) del quartetto borghese testè menzionato.


Dj Ax non è rock - Ma dai!!! Siamo seri...


Qui mi fermo ma la lista è ancora moooolto lunga.

mercoledì 22 aprile 2009

5 DOMANDE A: MARIA GALELLA

Hai esordito con una raccolta di racconti nel 2007. A mente fredda che cosa pensi del tuo primo libro?
Si è trattato, a dire il vero, di un'esperienza del tutto occasionale e "locale" in cui sono stata coinvolta, inizialmente non senza perplessità; la mia raccolta non aveva cioè, almeno nelle intenzioni originarie, un fine propriamente editoriale. Oggi la considero semplicemente una tappa di un percorso creativo che, nonostante gli esordi "recenti" (prima su diverse antologie collettive e soltanto in seguito con una raccolta personale), porto avanti in realtà da decenni.
Il tuo stile di scrittura è molto sperimentale, in certi punti quasi psicanalitico. Ti viene spontaneo oppure lo hai affinato nel tempo?
Dipende. Scrivo principalmente "per istinto", ma allo stesso tempo curo lo stile in modo a dir poco maniacale. Da almeno quindici anni sto portando avanti una personale ricerca formale, attraverso sperimentazioni a volte estreme, ma anche "ritorni" a una forme espressive più tradizionali. Di recente, per esempio, ho sentito l'esigenza di tornare a una scrittura più lineare e "narrativa" .
Fondamentalmente sei una scrittrice di genere Horror oppure l'etichetta ti va stretta?
Le etichette mi stanno sempre strette, non solo in ambito creativo. Nel corso della mia attività (privatissima, ripeto, fino a pochi anni fa) ho scritto davvero di ogni genere. Ho tuttavia una formazione rigorosamente classica e le mie letture predilette non sono mai state (con poche, ma importanti eccezioni) nell'ambito della letteratura cosiddetta "di genere". Nonostante questo, l'elemento "horror" è sempre stato presente nei miei lavori, perfino in quelli delle mie prime prove d'infanzia.
Che cosa pensi del panorama editoriale nostrano? Pregi e difetti.
Non conosco dall'interno il panorama editoriale italiano, ma mi pare una realtà assai complessa. Posso solo parlare da lettrice, perciò, constantando una certa tendenziale priorità chesi tende a dare, nella scelta delle opere da pubblicare, alla maggiore vendibilità del prodotto libro prima ancora che a un effettivo valore "letterario" dell'opera stessa, sempre con le dovute eccezioni. Ma qui parlo da lettrice, ripeto, sulla base di gusti letterari del tutto personali.
Un libro da consigliare ai miei lettori e notizie sui tuoi scritti futuri?
I classici della letteratura, prima di tutto. Se poi devo fare un titolo: "Mentre morivo" di William Faulkner, un pugno nello stomaco. Tra gli autori "viventi": qualsiasi opera di Garcia Marquez.
Ho appena ultimato un romanzo... anche questo difficile da definire... forse vicino al nero gotico contemporaneo, d'ambientazione rigorosamente locale. Non si tratta di un opera di genere, però.
Grazie mille
Per ordinare il libro:

martedì 21 aprile 2009

MARIA GALELLA, "I CORVI E I CAMPI DI GRANO"

Autore: Maria Galella
Titolo: I corvi e i campi di grano.
Natrusso Communication Editore, 2007.


Maria Galella, giovane autrice pugliese, esordisce nel business letterario con una serie di racconti molto eterogenei sia come ispirazione che come stile di scrittura.
Proprio quest’ultimo si caratterizza per un’impronta molto sperimentale sia per quanto riguarda la descrizione dei protagonisti (che sembrano quasi “ombre” in un mondo ancestrale fatto di paure e inquietudini) che la struttura di base dei racconti i quali possono essere divisi in due tronconi tematici:
uno propriamente Gotico/horror;
l’altro nero/autobiografico.
Io, per deformazione professionale, ho apprezzato soprattutto quelli del primo filone:
“La stagione della caccia” - è il mio preferito in assoluto ove l’autrice con poche ma incisive pennellate descrive la sua terra attraverso miti, leggende e una bella dose di gotico letterario.
“Corvi sul campo di grano” – ho apprezzato molto l'ambientazione contadina e l'idea della chiesa abbandonata e “maledetta”, idea che ho usato anch'io in passato per un mio racconto. Veramente coinvolgente.
“Milica” – è invece una storia terribile e horror sullo stile “Melissa Parker” ( Danilo Arona).
Mia sorella” – mi è sembrato una sorta di metafora sulla schizofrenia o almeno questa è la sensazione che ne ho tratto dalla lettura.
“I Bambini “- ho notato addirittura un influsso “kinghiano” trasportato nella nostra realtà meridionale e soleggiata. Ottimo spunto.
Del secondo filone ho apprezzato soprattutto “Novembre”, dove alcuni (credo) elementi autobiografici della Galella si fondono coninterpretazioni di situazioni al limite della normalità, forse con una vena di psicanalisi.
Si tratta di frammenti di esistenze alienate e di frustrazioni non solo esistenziali ma anche sociali, più "rappresentate" che "raccontate"( come dice la stessa autrice).
Il collegamento con l'horror e il nero si nota solo marginalmente, magari per l'inserimento di qualche elemento apparentemente sovrannaturale. Insomma si tratta di soluzioni alternative alla classica narrativa di genere, sicuramente di non facile commercializzazione e fruizione.
Comunque intravedo in queste sperimentazioni un “germe” di originalità che, se coltivato ed affinato, potrebbe portarla ad un livello superiore rispetto alla monotona e prevedibile letteratura nostrana.
Questo il mio augurio e il mio complimento più sincero.
Infine azzeccatissimo il titolo del libro che mi ha ricordato un certo Edgar Allan Poe.
E quando si tocca il maestro non posso che inchinarmi.

Disco in sottofondo: Darkthrone "Under a funeral moon"

domenica 19 aprile 2009

E' MORTO J.B. BALLARD

Se n'è andato dopo una lunga malattia alla bella età di 78 anni.
Era uno dei padri di quella fantascienza che aveva come vocazione primaria la satira sociale e la previsione di immani catastrofi causate soprattutto dalla folle rincorsa al progresso dell'uomo moderno.

Ecco cosa diceva Ballard sul sito di Repubblica.it:

"Ho sempre scritto sul cambiamento - diceva- questo a partire dagli anni Cinquanta, quando vennero introdotti tutti questi elementi della modernizzazione: la televisione, i media di massa, i supermercati, le tangenziali. Sentivo un irresistibile bisogno di scriverci sopra. Cambiamento: ecco la cosa che fonda la fantascienza".


Sempre su Repubblica:

"Il primo romanzo che gli darà la notorietà - ma che in seguito rinnegherà - è del 1962, The Wind from Nowhere (Vento dal nulla) che apre una tetralogia di genere catastrofico. Gli altri tre libri sono The Drowned World (Il mondo sommerso), The Burning World (Terra bruciata) e The Crystal World (Foresta di cristallo). Nel 1970 viene pubblicato The Atrocity Exhibition (La mostra delle atrocità), considerato il suo capolavoro: si articola in quindici racconti, legati da un'ossessione maniacale per la guerra in Vietnam, la psicopatologia, la pornografia, il potere dei media, le vittime di incidenti stradali e le icone del sogno americano. Nel libro si profetizza, fra l'altro, l'elezione di Ronald Regan alla Casa Bianca.
Di tre anni dopo è Crash, in cui viene ripreso il tema della perversione per le vittime di incidenti stradali e la fusione di carne e macchine. Dal romanzo, nel 1996 è stato tratto un film omonimo diretto da David Cronenberg. La sua ultima opera è Kingdom Come (Regno a venire), del 2006. Nel marzo del 2008 è uscita l'autobiografia di Ballard, intitolata Miracles of Life (I miracoli della vita), nella quale l'autore rivelò di essere affetto da una malattia terminale. "
Di Ballard custodirò sempre gelosamenete un Urania presenta: Millemondi estate, del 1981.
All'interno tra romanzi che ho amato alla follia:
Vento dal nulla
Deserto d'acqua
Condominium
Soprattutto quest'ultimo è uno dei miei romanzi preferiti in assoluto.
Senza i libri e i racconti del grande autore inglese non avremmo ora ottimi scrittori come S.King, Dean Koontz, Alan D. Altieri, Danilo Arona e tanti, tanti altri.
Infine una curiosità:
ieri sera, mentre Ballard si spegneva inesorabilemente, rivedevo su un un canale digitale un film molto significativo: 1975: Occhietti Rossi sul Pianeta Terra.
Beh, a mente fredda e ripensando alla trama e ad alcuni personaggi ( come il messianico Mattias) mi viene quasi da pensare che la pellicola sia ispirata più dalle opere di Ballard che da "Io sono leggenda" di Matheson.
Un dubbio inquietante.

TAORMINA, GOMORRA E I CASALESI

Taormina parla e “sparla” di Gomorra e di Casalesi

Nell’ambito di una serie di conferenze denominate “I Sabato della Maturità” , la scuola Is e F di Poggiomarino (Na), ha organizzato un incontro con il famoso legale Carlo Taormina.
Tema della giornata ( per inciso, parliamo dello scorso 10 Gennaio): Strumenti di lotta preventiva e repressiva contro il clan dei Casalesi.
Invitato in veste di giornalista rimango subito colpito dal bagno di folla che riempie la sale, enorme, della scuola.
Non solo studenti ma anche forze dell’ordine, giornalisti di varie testate locali, semplici curiosi etc.
Accanto al famoso “Avvocato di Cogne” così come è stato ribattezzato dalla stampa, la giornalista del Mattino ( redazione di Caserta), Stefania Cardini.
Dopo una veloce presentazione del Presidente e moderatore Prof. Boccia, Taormina parte subito in quarta:
"L’informazione ha avuto una grossa responsabilità nel porre l’accento su questa piaga.
Io dico che siamo pieni di organizzazioni criminali non solo a Caserta e non solo nel Sud.
Anche al Nord si paga il pizzo per intenderci.
Con i Casalesi si è preso coscienza finalmente della situazione.
Nessuno però dice che le inchieste su questo gruppo camorristico sono zeppe di uomini politici.
Soprattutto il giornalismo locale. Vengono pagati per non parlare. "
Dichiarazioni forti, logiche, attualissime, condivisibili.
Rimango colpito.
Con bravura e citando fonti storiche e leggi, parla anche del ruolo della magistratura odierna rispetto al passato e delle figure oramai decadute dei Pretori Circondariali che secondo Taormina, davano man forte nel far rispettare le legge.
Annuisco. Sono combattuto.
Per un momento mi chiedo se quello che ho davanti sia l’avvocato che in mezzo ad un ciclone mediatico senza pari, si è occupato di casi ( senza lesinare dichiarazioni esplosive) come l’eccidio delle Fosse Ardeatine con imputato l'ex capitano delle "SS" Erich Priebke, l’omicidio di Marta Russo o lo scandalo di Telecom Serbia.
Il personaggio viene fuori dopo una mezz’ora e più di dibattito tra le varie parti in causa:
"Il Boss Setola si è fatto arrestare. Non è stato lo Stato a prenderlo. Lo stato ha perso il controllo del territorio. "
Qualcuno applaude qualcun altro rimane un po’ sorpreso vista anche l’importanza del fatto citato dal legale.
Poi arriva l’attacco inaspettato a Saviano e il suo libro.
"Gomorra ha fatto più male che bene. "
Anche la giornalista del Mattino sembra condividere ( direi sorprendentemente) la tesi del suo illustre compagno al suo fianco.
La critica finisce lì senza citare un solo passo del libro in questione.
Una signora, poco lontana da me applaude a braccia spalancate urlando “Bravo!”.
Vorrei alzarmi e chiedere a Taormina se il libro lo ha letto sul serio o lo ha solo sfogliato.
Vorrei rivolgermi alla signora che esulta come una forsennata e chiederle se ha capito il messaggio del lavoro fatto da Saviano.
Vorrei spiegare ad entrambi che quella dichiarazione è il frutto di un pregiudizio cieco e gratuito, con ogni argomento a disposizione.
E invece al mio posto si alza un giovane, vestito all’ultima moda.
Con aria sicura sia avvicina al leggio destinato a coloro che vogliono porre una domanda al legale.
Si presenta come "Collega Avvocato" e con una sicurezza pari alla sua stupidità afferma che non vuole fare domande ma solo un’osservazione:
"La Camorra è dentro ognuno di noi! "
Cade il gelo.
Qualcuno non ce la fa più e lascia la sala.
Qualcun altro fischia infastidito.
Molti i commenti negativi alle mie spalle.
Lo stesso Taormina si trova disorientato e in difficoltà di fronte ad una frase tanto illogica quanto provocatoria.
Il giovane non si scompone e tra altri fischi riabbatte :
"Io intendevo parcheggiare in doppia fila oppure l’abusivismo edilizio. "
E’ il massimo che posso sopportare.
Decido di non ascoltare oltre e mi accomodo fuori.
Il dibattito finisce dopo pochi minuti.
Guidando verso, casa guardo il lato positivo della situazione:
Spero che i ragazzi dell’ Is e F maturino una forte coscienza sociale proprio testando con mano i fatti di cui sono stati testimoni quel "Sabato della maturità".

sabato 11 aprile 2009

LIBERA PARTECIPAZIONE IN LIBERA RADIO

L’epopea delle radio libere raccontata attraverso le parole di chi l’ha vissuta
dal di dentro. Al confine tra Napoli e Salerno, i sogni andavano in onda con pochi mezzi e tanta passione: bastava un mixer, un giradischi e un trasmettitore artigianale.

Giovanni De Angelis e Santolo Gaito, nel 1977 erano poco più che adolescenti. Il primo viveva nella cittadina di Sarno, il secondo nel piccolo paese di Striano.A dividerli le province di riferimento (rispettivamente Salerno e Napoli) e una stradina di campagna che in pochi km univa i due comuni. Intorno a loro un fermento socio/culturale tutto nuovo chiamato Radio Libere.
Storicamente la Radio aveva iniziato ad imporsi solo un trentennio prima, esattamente allo scoppio della Seconda Guerra Mondiale. Il suo utilizzo riguardò per lo più la propaganda del partito Fascista e il notiziario bellico: poi, finito il conflitto, le frequenze accolsero contenuti popolari e di costume, grazie anche all’invenzione dell’autoradio e del transistor. Nel 1960 sopraggiunse il monopolio di Stato della Rai che attraverso una sentenza controversa costrinse le altre Radio che trasmettevano dall’estero (come Radio Montecarlo) a cessare le loro trasmissioni sul territorio italiano.
Dopo la contestazione studentesca del ’68 e alcuni esperimenti al limite della legalità, con almeno 400 radio “pirata” su tutto lo stivale una nuova sentenza consentì l’installazione e l’esercizio di impianti di diffusione radiofonica e televisiva via etere di portata non eccedente l’ambito locale.
Fu una rivoluzione, con le radio “pirata” trasformate in “libere” ed il loro numero che passò da circa 150 nel 1975 alle 2800 del 1978.In Campania fu un boom: secondo un censimento risalente al dicembre ’75, pubblicato negli ultimi tempi anche sul web, se ne contanvao quasi un centinaio, di cui un buon numero (quasi 30) sparso tra la provincia di Salerno e l’Agro Nocerino Sarnese.
Radio Tele Monte Saro, nel 1976 trasmetteva le sue prove tecniche da Sarno.Giovanni De Angelis ci spiega in che modo: «Partimmo come Radio Tele Monte Saro, grazie ad un trasmettitore militare modificato. Fu un’esperienza che durò circa un anno e stavamo di fronte la Chiesa di S. Alfredo, nella periferia di Sarno. Dopo un’attenta riflessione, con alcuni soci decidemmo di salvare il progetto trasportandolo a Striano. La scelta fu felice perché acquistammo nuova linfa ed entusiasmo. Avevamo trovato altre persone interessate a creare una Radio Libera».
L’altro protagonista, Santolo Gaito, ricorda i momenti di quell’estate del ’77. « Erano i primi anni universitari. Trasferimmo tutto il materiale a Via Roberto Serafino a Striano. Attrezzammo uno studio alla buona con un trasmettitore Itelco di 50 Watt, poi sostituito da uno da 250 Watt costruito da un tecnico di Roma. Ci diede comunque un sacco di problemi perché si trattava pur sempre di materiale artigianale mentre quello professionale era troppo costoso».
«La prima trasmissione che mandammo in onda - ricorda Gaito - fu un notiziario. Poi man mano progredimmo con Quiz a premi e con musica a richiesta e con dedica che era la novità assoluta nel panorama delle radio libere. I dischi li compravamo noi oppure erano le stesse case discografiche a mandarceli. Molte volte le persone ce li regalavano presi dall’entusiasmo del nostro operato. Avevamo due giradischi Lenco, un registratore a cassetta, un mixer e un equalizzatore. All’epoca tra i soci fondatori, tutti di Sarno e Striano, e i collaboratori raggiungevamo il numero di 20 persone coinvolte nel progetto. Per poter utilizzare dei microfoni decenti pagavamo rate che si aggiravano intorno alle ottomila lire al mese. Gli unici finanziamenti che riuscivamo ad ottenere erano quelli delle pubblicità locali. Soprattutto commercianti . Riscuoterli era un lavoraccio. Registravamo dei radio clip con una bella voce femminile e li mandavamo poi in differita. Nel 78 facemmo un salto di qualità riuscendo a fittare un appartamentino. Consisteva in tre piccola stanze: una insonorizzata con cartoni di polistirolo per la registrazione e il broadcasting, un’ altra dove catalogavamo i dischi e infine quella dove ricevevamo gli ospiti».
Non solo musica: l’obiettivo era quello di trasformare quel luogo in uno spazio aperto di discussione e aggregazione. «Il nostro obiettivo era far venire la gente sulla radio - dice De Angelis. Volevamo che prima di tutto fosse un punto di aggregazione. Per giovani, adulti e anziani. Che tutto girasse intorno alla Radio. Questo non era riuscito nell’esperienza precedente a Sarno. Lì alcun si sentivano come in una “torre di avorio”. Non sentivano il bisogno di cercare un contatto vero con la gente. A Striano questo contatto c’è stato e fortissimo. Con il trasloco e la nuova denominazione , “Radio Diffusione Striano”, tanti ragazzi che vivevano sulla strada venivano da noi. Potevano dormire e mangiare sulla radio. Era un punto di riferimento per tutti».
Gaito ricorda come nel «mentre trasmettevamo musica in diretta dallo studio, nell’ altra stanza - che avevamo arredato con divani e poltrone - si discuteva di politica, di musica, di problemi sociali. Eravamo sempre aperti. Possiamo dire che il fenomeno sociale che abbiamo vissuto non ha avuto eguali in zona».
Subentra il periodo di maggior fulgore seguito dall’inevitabile declino. «Come “Radio Diffusioni Striano” il nostro impegno era diventato un vero e proprio lavoro, non retribuito, e molti collaboratori hanno gettato la spugna. Siamo rimasti praticamente da soli. La passione era troppo forte e abbiamo deciso di continuare. Registrammo la radio come testata giornalistica regolarizzando la nostra presenza sul territorio e dotandoci di una frequenza radio autonoma».
Il periodo da radio libera si era concluso. Non la voglia di fare: «Ogni Natale organizzavamo una tombolata in diretta (denominata “Tombolissima in FM”) attraverso la quale riuscivamo a pagare i tanti debiti accumulati da Gennaio. Stabilimmo delle rubriche fisse di grande partecipazione popolare come la trasmissione serale del sabato, ”ma che fai dormi?”, incentrata sulla musica in diretta con cantanti ed artisti locali e le richieste, oppure “Napoli canta così” dove addirittura abbiamo ospitato artisti famosi quali Ciro Perna e Franco Cipriani. Inoltre in sinergia con alcune associazioni locali organizzammo anche il “Carnevale Strianese”. E ci beccammo anche una bella multa per aver sforato con i tempi della manifestazione che doveva finire alle 11 di sera».
Dai sogni al rimpianto, però il passo è breve. «Purtroppo stavamo abbandonando gli studi intrapresi all’università e il tempo passava inesorabilmente. La politica locale non ci aiutava a far progredire anche economicamente il nostro progetto e i debiti si accumulavano giorno dopo giorno. Cercammo di affidarlo ad altre persone più giovani ma non ottenemmo risposte convincenti. Vendemmo tutto e ci dedicammo finalmente alla nostra vita».
I fatti curiosi e gli aneddoti particolari di certo non mancano in un’esperienza come questa e Giovanni e Santolo non sono avari di particolari: «Ci chiamava tutti i giorni in radio una signora di Ottaviano di nome Rosetta. Aveva una certa età ma si esprimeva benissimo. Le piaceva soprattutto cantare canzoni napoletane mentre l’orchestra l’accompagnava dallo studio. Dopo un po’ di tempo in paese iniziò a circolare la voce che questa fantomatica Rosetta fosse la sorella del noto camorrista Raffaele Cutolo. L’abbiamo anche conosciuta di persona ma non abbiamo mai appurato se fosse realmente una parente di Cutolo o fosse solo una diceria popolare. Il mistero insomma è rimasto. Un altro fatto strano fu quando si presentò in radio un mago del nord Italia. Ci disse che voleva fare un programma tutto suo ed essendo noi una radio libera accettammo sena problemi. Dopo alcune dirette, di ore e ore, capimmo con sommo dispiacere che quell’individuo si serviva del mezzo/radio per poter prendere degli appuntamenti domiciliari con alcuni ascoltatori e poter poi praticare a pagamento la sue pratiche di divinazione. Ci rimanemmo molto male».
E le emozioni e i ricordi che, anche se un po’ confusi, affiorano ancora da quell’esperienza. «Ci dicono - concludono i due protagonisti - che il tempo che abbiamo dedicato alla radio e che abbiamo sottratto alla nostre famiglie e a noi stessi non è andato assolutamente perso. Siamo molto orgogliosi e ritornando indietro rifaremmo ogni cosa. Peccato che oggi quel senso di aggregazione che cercavamo con tanto ardore si sta spegnendo lentamente. La libera partecipazione sta scomparendo troppo in fretta.
(Ringrazio per la preziosa collaborazione il collega e amico Francesco Gravetti)






mercoledì 8 aprile 2009

Una strada misteriosa nel salernitano.

Dal Mattino.it

SALA CONSILINA (10 marzo) - Fenomeni definiti addirittura paranormali in via San Giovanni a Sala Consilina. Una stradina interdetta al traffico automobilistico, che si snoda lungo la strada interpoderale che collega il comune di Teggiano a quello di Sala Consilina. E sarebbe in questa stradina, a poche decine di metri dal passaggio a livello, che si verificherebbero episodi che hanno generato la curiosità di centinaia e centinaia di persone che ogni giorno si recano sul posto per controllarne i singolari effetti. Al termine della discesa, imboccando la stradina provenendo da Teggiano, se si lascia l'autovettura con il cambio in folle, l'autovettura risale a marcia indietro la strada, come se fosse spinta da una forza sovrannaturale. Qualcuno ha provato addirittura ad opporsi con il proprio corpo per evitare che questo avvenga, senza tuttavia riuscirci. Addirittura qualche sera fa una signora di Teggiano, accompagnata da suo marito ed alla presenza di alcuni occasionali curiosi, ha notato che una moneta caduta sull'asfalto, invece di proseguire il suo naturale corso verso la discesa, ha urtato contro qualcosa di invisibile, disegnando una curva e tornando successivamente indietro. Nell'avvicinarsi all'asfalto per raccogliere la moneta, ha sentito improvvisamente le dita della sua mano addormentarsi ( Rocco Colombo).
Potete continuare a leggere l’articolo qui:
http://www.ilmattino.it/articolo.php?id=49911&sez=LEALTRE

Ecco il Video correlato:
http://www.ilmattino.it/video.php?id=998

Altro video presente su You tube:
http://www.youtube.com/watch?v=cSBXhHnHGiE

Considerazioni:
Qualcuno ha avanzato l’ipotesi di una forte attrazione gravitazionale del suolo.
Altri, campi magnetici provenienti da una fonte lontana Km e Km.
Per ora ci si aggira solo nel campo delle speculazioni e della suggestione.
Una "reale" spiegazione non è stata ancora ufficializzata.
Intanto un lettore, Fabio Lavecchia. dal sito Navigallo.it, ( Portale della Valle del Diano), accorso sul posto ha lasciato questa dichiarazione:
Non credo ci sia niente di magico in quella strada. Sono andato personalmente e abbiamo misurato con una livella, e indica che in quel punto la strada non è una salita ma una discesa, in pratica assume una forma di una conca. Si tratta solamente di un'illusione ottica, infatti il muro inganna parecchio: vedendolo dalla strada di sotto si vede chiaramente che il muro è in salita, ma arrivati in quel punto il muro sembra camminare dritto facendo sembrare la strada una salita. Per il fatto della moneta, come suggeriva Rocco Colombo, credo sia solo suggestione, creata dalla circostanza e dalle credenze (in passato si diceva che lì fosse apparso il demonio).
Sembra che gli abitanti del posto abbiano comunque già allertato ”Striscia la notizia” per un eventuale sopralluogo.
A quanto mi risulta il famoso tg satirico ha dato la sua disponibilità ma da Marzo non è ancora andato in onda nulla.
Attendiamo con ansia i risvolti di questo mistero nostrano.
Infine segnalo, per onore di cronaca, che casi simili a quello di Sala Consilina sono stati documentati anche a Roma ( Rocca di Papa, sui monti Albani) e in Puglia ( una strada statale che porta a Pietralcina, paese natale di Padre Pio).
Se avrò novità in proposito non esiterò a pubblicare un nuovo post.

lunedì 6 aprile 2009

INTERVISTA: 3x0

3x0: la profonda simbiosi tra Nord e Sud.

Che piacevole sorpresa questi 3x0, altra interessantissima novità dalla nostra amata provincia salernitana ( esattamente dal Cilento). La loro musica è calda e avvolgente come una mattinata d’agosto ma nello stesso tempo di grande tecnica e preparazione. Non a caso sono saliti fino a Londra per registrare il loro debut Cd. E in tal caso un’intervista è quantomeno obbligatoria:
Sono curioso di conoscere il significato del nome della band: 3x0. Un monicker molto particolare. C’è qualche storia singolare dietro?
Quando decidemmo il nome lo scegliemmo tra una lista di varie proposte. Fu una decisione essenzialmente estetica e comunicativa. Un nome immediato, che non passa inosservato e che e' difficile da dimenticare. A distanza di anni, io mi sono poi dato una spiegazione molto personale a quella decisione "casuale"...
E’ uscito da pochissimo il vostro cd di debutto intitolato” Silver” per una piccola etichetta musicale di Salerno (Daybox Records). Che cosa vi aspettate da questa uscita? Com’è stato il processo di creazione/registrazione delle nuove canzoni?
A questa domanda potrei risponderti con un romanzo! La storia di Silver e' davvero lunga, strana, avvincente e, certamente, molto difficoltosa. Comunque stupenda. Io di Salerno, Mauro di Varese, John di Londra. Ognuno con una propria vita e con dei propri percorsi personali. Ci siamo ritrovati attorno ad un progetto che stavo portando avanti già da qualche tempo ai Real World Studios. Abbiamo trovato delle sinergie e delle belle sensazioni a lavorare sui brani di 3x0 ed e' nato Silver. Il Cd e' stato realizzato in almeno tre sessioni di registrazione principali, più altre piccole sessioni tra Agropoli e l'Inghilterra nelle quali ho raccolto delle vere e proprie chicche che e' possibile ascoltare nel Cd. Come e' scritto in copertina, si tratta di un lavoro fatto con una forte passione per la musica del cuore. Senza questa cosa non sarebbe stato possibile creare Silver. La produzione e' stata possibile grazie all'etichetta indipendente AMGproductions. Poi il fantastico incontro con Max di Daybox records: amore a prima vista! E fu pubblicato Silver. Un 1/3 della band proviene da Salerno. Il cantante addirittura da Londra. Come vi organizzate per eventuali concerti e promozioni? Lo scambio di diverse visioni musicali e di vita è stato uno sprono ulteriore per la composizione dell’album?
Beh, come dicevo prima, la nostra dislocazione geografica (Agropoli, Varese e Londra) e' stato sicuramente un problema. Anche se, a freddo, mi sento di dire che ciò' e' stato un bene e, forse, senza la distanza, Silver avrebbe avuto un sound molto più scontato ed artefatto. Ogni volta che abbiamo suonato insieme il tempo era poco e non c'era spazio per le interminabili discussioni che spesso ammazzano molte band; a prevalere era l'istinto e la sensibilità artistica di ognuno di noi. Sono contento perché i grandi sacrifici profusi per realizzare l'album sono stati ripagati dalle profonde ed intense sensazioni che la musica mi restituisce quando lo riascolto. Spero tanto che possa essere così per tutti voi che ci onorerete inserendo una copia del cd nella vostra audioteca.
Per i 3x0 quali sono gli artisti in campo musicale, letterario e pittorico che possono essere ritenuti degli d’attenzione per espressività soggettiva e originalità al giorno d’oggi? Quali vi hanno influenzati?
Veniamo da mondi diversi e gli artisti di riferimento sono i più disparati. Mauro e' un jazzista progressive che si ispira a Tony Levin, ELP, Pastorius, Pino Palladino, ecc. John ama il Brit Pop e mi ha fatto conoscere gli Elbow: ve li consiglio vivamente! Fantastici! Io, poi, vengo dagli anni '80; fan degli U2-prima maniera (diciamo che il loro album "Pop" si salva ancora...) ma ora sono in piena fase Radiohead, Battiato, Eno. Altre forme di arte: amo fino all'inverosimile i testi della mitologia greca e spero al più presto di avere il tempo per studiare quelle pagine che hanno anche ispirato alcuni brani di Silver. Come pittori non ho dei preferiti, ma sono molto orientato ad ammirare i classici. Trovo difficile capire i quadri moderni per i quali non ho ancora la giusta sensibilità'. Mi riprometto di impegnarmi per provare a farmi rapire anche da artisti moderni e contemporanei.
Torniamo ancora a Salerno. Discorso concerti. Il circuito provinciale permette a band come la vostra di suonare in locali idonei? Che ne pensate della folta schiera di band rock che dal nulla si stanno imponendo non solo a livello locale? Si può parlare di una scena Rock a Salerno?
Si, ci sono molti bravi musicisti in queste nostre zone. Si sta creando un ottimo circuito attorno a Daybox Records. Mi sto impegnando in prima persona, insieme a Max Maffia, per creare un solido movimento emergente alternativo in Provincia ed oltre. Alla base di tutto, oltre, ovviamente, alla buona musica, puntiamo ad avere un bel po' di bella gente che ci tenga a condividere momenti di amicizia, svago, cultura e accrescimento personale. Presto l'etichetta si doterà di uno studio di registrazione ad Agropoli: sarà il centro "tecnologico" di questo movimento alternativo! Per i live attendiamo proposte.
Avete partecipato ad importanti manifestazioni rock nazionali ( Rock Targato Italia, Arezzo Wave etc, Sanremo Rock etc.) Ma servono ancora certe kermesse per imporsi a livello nazionale? Te lo chiedo perché in giro se ne parla molto negativamente…
Molto delicatamente ti rispondo dicendo che un buon 95% dovrebbero essere prima abolite e poi cancellate dalle nostre memorie. Avvoltoi mascherati da talent scouts/amici della Musica. Essi sfruttano il sentimento rock di migliaia di ragazzi con la voglia di emergere solo per alimentare i loro loschi tornaconti. Alla base di tutto penso che quello che manca e' il rispetto per le persone: se manca il rispetto va tutto a monte ed ogni iniziativa, anche se ben incellofanata, beh!, e' meglio lasciarla tra le cose da non fare.
Com’è stato registrare il vostro primo album ai Real World Studios di Peter Gabriel con un produttore rinomato come Ged Lynch? La vostra vocazione “internazionalista” viene fuori anche da questo?
E' stata una stupenda esperienza suonare gomito a gomito con il batterista di Peter Gabriel. Cantare in Inglese e puntare ad un mercato Internazionale ci viene naturale. E' stata una decisione presa qualche anno fa, ma serenamente e consapevolmente. Avere alcuni tipi di contatti ci rende tutto più semplice e poi (lo dico in ogni intervista) nel mio DNA ho sicuramente dei cromosomi "nordici": Lì mi sento a mio agio e quei luoghi e quelle atmosfere sono le mie, così come lo stupendo mare e le fresche montagne del mio Cilento.
Da “Silver” mi è piaciuto molto il brano “Simbiosi”. Non a caso è stato trasmesso con successo a MOSHPIT ( rubrica musicale sul rock a 360° che conduco insieme a Giancarlo Scoppetta su Radio Base, ogni giovedì alle 21). Titolo in italiano, testo in inglese. Di cosa parla?
Mi fa piacere che ti sia piaciuta. In genere passa inosservata, invece e' una tappa molto importante della mia produzione. Parla di amore: e' sensuale. "You are my sun... You are my sea". Ma poi e' tragica: c'e' un tradimento, un'onda anomala ci colpisce ("a tidal wave"), un disastro! Il testo l'ho scritto suggestionato dalle vicende epiche dell'antica Grecia. La foto nel booklet e' stata scattata in Irlanda, ma siccome sono convinto che la mitologia greca e le antiche tradizioni celtiche abbiano molto in comune, la pecora rappresenta la vittima sacrificale che morirà in quel surreale cielo grigio... con Omero che sta pensando: "Cantami, o Diva, del Pelide Achille , l'ira funesta che infiniti addusse LUTTI agli Achei..." (la parola lutti e' cantata in Simbiosi alla fine della terza sezione). E poi il drammatico canto di dolore finale che esce fuori da una chitarra tremante perché sopraffatta dalla sofferenza, ma che alla fine si ribella e sopravvive alla tentazione di farsi schiacciare. Potrei continuare... Anzi potrei scrivere tanto, tanto per ogni brano, ma magari in un'altra occasione.
Il momento migliore e quello peggiore nella storia dei 3x0?
Il momento migliore e' questo, senza alcun dubbio! Il peggiore e' stato quando, nei diversi avvicendamenti nella formazione, nel 2005 mi son ritrovato solo come una ragazza madre con un figlio tra le mani - il progetto 3x0 - e, con enorme sacrificio e determinazione, ho deciso di tenerlo, di farlo crescere e di puntare tutto su di lui. Ora sono contento di averlo fatto, ma quanti momenti neri ho dovuto attraversare. Vabbe', ma fa parte della vita! Ognuno di noi ci passa ed e' bene che sia così per la nostra crescita e maturazione personale.
Perché non mi racconti un fatto divertente o singolare legato alla vita da musicista? Ce ne saranno di sicuro tanti nella storia della band?
Mmmmh... Bella domanda. Simpatica, direi. Io, Mauro e John siamo grandicelli: tutti intorno ai 40 (anche se io sono il più giovane ah!ah!). Troviamo modi strani per divertirci quando ci incontriamo: siamo capaci di tirar dritti a discorrere di cheescake per ore ed ore.Oppure, quando siamo stati chiusi per una settimana a suonare in una Villa di Agropoli nel 2007, sono passate alla storia le immense mangiate di spaghetti ai frutti di mare preparati dal fonico di quella session ed i tentativi di John di parlare in italiano: "mi dispiace, ma non e' possibile, per me, adesso...". Uau! Mitici ricordi.
Grazie mille per la gentile disponibilità Angelo. A te le ultime parole…
Grazie Eduardo di avermi dato questa occasione. Spero vivamente che i tuoi lettori possano rimanere incuriositi da Silver e darci un concreto segno di incoraggiamento acquistandolo. In Italia e' in tutti i negozi di dischi su catalogo Masterpiece. In Europa e' su catalogo Radar Music. Poi lo trovate su Cd Baby, ITunes, Napster, Amazon, ecc. Se, però, la crisi che ci attanaglia avrà la meglio e non potrete farlo, ragazzi, io vi capisco, ed allora fatevi almeno una capatina su www.myspace.com/3x0band oppure http://www.3x0.it/ , www.imisound.com/3x0 ci sono parte dei brani ed, a breve, penso di metterli tutti in streaming. A presto!

domenica 5 aprile 2009

CINEMA: GRAN TORINO

Gran Torino
di Clint Eastwood
drammatico, Usa (2008)

Ah, che bel Film!!!
Che interpretazione maiuscola di Eastwood!!!
Che bella storia c’è alle spalle di questo “Gran Torino”!!!
Nello stesso periodo in cui il pluri-annunciato e iper-pubblicizzato Watchman delude al botteghino critica e fan ( il fumetto è ben altra cosa, comprate quello!!!) il Sir. Eastwood, classe 1930, se ne viene con un film che è la summa di tutte le tematiche precedentemente affrontate in altri suoi film e con alcuni aspetti inediti.
Confesso ( per mia colpa, mia grandissima colpa) di essermi perso Million Dollar Baby ( che dovrò recuperare all’istante) e di essermi fermato a “Debito di sangue” del lontano 2002.
Da ora urge un recupero totale della sua filmografia.
Intanto parliamo di questo Gran Torino.
La trama:
Eastwood interpreta Walt, meccanico in pensione ed ex reduce della Guerra in Corea che rimane vedovo e riempie la sua giornata con piccoli lavori di riparazione domestica e bevendo birra. Non si fida di nessuno, i suoi figli gli sembrano estranei, i nipoti odiosi, l’unica figura cara è la cagnetta Daisy. Con sguardi al vetriolo e battute ciniche quanto divertenti, Walt ne ha per tutti, soprattutto per quei “mangia-riso” suoi nuovi vicini di casa. A suo malincuore i vecchi vicini sono tutti morti o si sono trasferiti, e il suo quartiere sta sempre più diventando un “avamposto” Hmong, conteso tra bande orientali, latinoamericane e afro-americane.

La mia impressione alquanto divertita e ilare è che Eastwood, prima di tutto, abbia recuperato le battute fulminanti e politicamente scorrette di “Gunny” (1986).
Ricordate il veterano Tom Highway, burbero e dalla battuta fulminante che cercava di raddrizzare un gruppo di marines lavativi e nello stesso tempo di recuperare il suo rapporto amoroso in piena crisi?
Beh, Walt potrebbe essere la degna continuazione di quel personaggio complesso e divertentissimo.
Invece il pistolero urbano, che armato di tutto punto, difende la sua proprietà e in seguito gli odiati/amati vicini orientali mi ha ricordato molto il personaggio di McCaleb di “Debito di Sangue”, anche lui pensionato, malato e dal forte senso del dovere morale e civile.
Come poi non rimanere piacevolmente sorpresi e afferrati dal senso di deja vu, quando il vecchio Walt/Eastwood minaccia una banda di teppisti asiatici, da sotto il portico di casa, semplicemente con la mano destra atteggiata a pistola ( pollice alzato, indice dritto).
Lo spettro dell’agente Harry Callaghan aleggia su tutta la scena con il mitico e violento “Coraggio…fatti ammazzare” (1983).
Una sequenza da Storia del Cinema ( mi sbilancio!).
Il finale non lo rivelo nemmeno sotto tortura.
Ripeto, è un film da vedere.
Regia impeccabile, fotografia di altissimo livello, ottimi comprimari ( soprattutto il giovane Thao controparte debole ma umanissima di Walt) e una storia dall’impianto solido e ricco di sorprese.
Le battute al fulmicotone di Eastwood fanno il resto.
Uno degli highlight del 2009.
Aspettando di vedere WATCHMAN.

venerdì 3 aprile 2009

RACCONTO: IO SONO LA NEMESI

IO SONO LA NEMESI
(Racconto in gara al Premio Catturandi organizzato da Dario Flaccovio Editore).

Terza notte di appostamento.
Le gambe sono diventate insensibili dal freddo ma va bene così.
Il passamontagna mi da l’impressione di un’altra pelle sul viso.
Non stacco l’occhio dal mirino.
Tra il silenziatore applicato al fucile e il casolare ci sono 500 metri scarsi.
Il Boss è lì dentro.
Il verme.
Ripenso tutto il giorno alla sua carriera criminale e sento la testa scoppiarmi.
Lo vedo uccidere, torturare, minacciare.
Un nuovo orrore, messo in pratica alla stessa velocità con cui viene pensato.
Non riesco più a dormire.
Nei miei sogni, un mondo fatto di assassini, di violenza, di innocenti mandati al macello.
Per questo sono stato fuori dal giro per un po’.
Ho avuto dei problemi.
Lo psichiatra dice che ho un sacco di rabbia repressa.
Che se continuo così dovrò abbandonare la carriera.
La “mia” carriera inizia stanotte.
Io sono la nemesi.
Il male è dietro quelle finestre buie.
Fra poco ci sarà l’irruzione.
Avrò tutto il tempo di sparargli un colpo in testa.
I Capi.
Che stupidi.
Pensano che mettendomi nelle retrovie hanno risolto il problema.
Solo perché ho pestato a sangue un “mafiosetto” poco più grande di mio nipote.
Non capiscono.
Quei balordi hanno bisogno di una lezione.
La legge ha fallito.
I processi sono una farsa.
Si dichiarano pentiti e vivono protetti e ben nutriti dallo Stato.
Idioti.
Mi mordo il labbro dalla furia.
Tutto questo deve finire.
Serve una “scrollata” e sono qui per dargliela.
Il “dopo” è un problema che non mi riguarda.
Il messaggio sarà chiaro per tutti.
Sento il segnale della Radio Trasmittente.
Sono pronti ad entrare.
Sposto il peso sul braccio destro.
La visuale è ottima.
La notte è limpida.
Scorgo quel cacasotto di Marculli avvicinarsi lentamente nella boscaglia.
La sezione Catturandi avrebbe bisogno di gente più motivata.
Non di padri di famiglia con i sensi di colpa.
Mi ha confidato che sua moglie vuole lasciarlo.
Non regge il peso del suo lavoro.
La solitudine è il nostro destino.
L’unica cosa che ci rimane è la Mafia.
Sono pronto.
Il dito è sul grilletto.
La squadra intera è a pochi metri dal portone d’ingresso.
Quando lo porteranno fuori avrò la mia chance.
Non sanno che stanno braccando un cadavere.
Che succede?
Sussulto con violenza e per poco non parte un colpo.
Un uomo apre la porta con calma.
Un bagliore rossastro proviene dall’interno.
Guardo nel teleobiettivo e capisco tutto.
Si è arreso il verme.
Si è fatto prendere senza opporre resistenza.
E’ il momento.
Inquadro il petto mentre lo ammanettano.
Ora la testa.
Ansimo per l’impazienza.
Il pensiero che quel cane viva un altro minuto è sufficiente a farmi impazzire.
Sento il grilletto freddo come il ghiaccio anche se porto i guanti.
Addio stronzo.
Sussulto di nuovo.
Qualcuno mi tocca la spalla.
Lascio il fucile nell’erba e mi volto.
L’Ispettore Capo mi sovrasta con il suo metro e novanta centimetri.
Mi dice che l’operazione è stata un successo e che non abbiamo rischiato nulla.
Si complimenta anche per il mio lavoro.
Rimango da solo con il mio tormento.
Stavo facendo la cosa giusta?
Mi porto la testa tra le mani.