domenica 19 aprile 2009

TAORMINA, GOMORRA E I CASALESI

Taormina parla e “sparla” di Gomorra e di Casalesi

Nell’ambito di una serie di conferenze denominate “I Sabato della Maturità” , la scuola Is e F di Poggiomarino (Na), ha organizzato un incontro con il famoso legale Carlo Taormina.
Tema della giornata ( per inciso, parliamo dello scorso 10 Gennaio): Strumenti di lotta preventiva e repressiva contro il clan dei Casalesi.
Invitato in veste di giornalista rimango subito colpito dal bagno di folla che riempie la sale, enorme, della scuola.
Non solo studenti ma anche forze dell’ordine, giornalisti di varie testate locali, semplici curiosi etc.
Accanto al famoso “Avvocato di Cogne” così come è stato ribattezzato dalla stampa, la giornalista del Mattino ( redazione di Caserta), Stefania Cardini.
Dopo una veloce presentazione del Presidente e moderatore Prof. Boccia, Taormina parte subito in quarta:
"L’informazione ha avuto una grossa responsabilità nel porre l’accento su questa piaga.
Io dico che siamo pieni di organizzazioni criminali non solo a Caserta e non solo nel Sud.
Anche al Nord si paga il pizzo per intenderci.
Con i Casalesi si è preso coscienza finalmente della situazione.
Nessuno però dice che le inchieste su questo gruppo camorristico sono zeppe di uomini politici.
Soprattutto il giornalismo locale. Vengono pagati per non parlare. "
Dichiarazioni forti, logiche, attualissime, condivisibili.
Rimango colpito.
Con bravura e citando fonti storiche e leggi, parla anche del ruolo della magistratura odierna rispetto al passato e delle figure oramai decadute dei Pretori Circondariali che secondo Taormina, davano man forte nel far rispettare le legge.
Annuisco. Sono combattuto.
Per un momento mi chiedo se quello che ho davanti sia l’avvocato che in mezzo ad un ciclone mediatico senza pari, si è occupato di casi ( senza lesinare dichiarazioni esplosive) come l’eccidio delle Fosse Ardeatine con imputato l'ex capitano delle "SS" Erich Priebke, l’omicidio di Marta Russo o lo scandalo di Telecom Serbia.
Il personaggio viene fuori dopo una mezz’ora e più di dibattito tra le varie parti in causa:
"Il Boss Setola si è fatto arrestare. Non è stato lo Stato a prenderlo. Lo stato ha perso il controllo del territorio. "
Qualcuno applaude qualcun altro rimane un po’ sorpreso vista anche l’importanza del fatto citato dal legale.
Poi arriva l’attacco inaspettato a Saviano e il suo libro.
"Gomorra ha fatto più male che bene. "
Anche la giornalista del Mattino sembra condividere ( direi sorprendentemente) la tesi del suo illustre compagno al suo fianco.
La critica finisce lì senza citare un solo passo del libro in questione.
Una signora, poco lontana da me applaude a braccia spalancate urlando “Bravo!”.
Vorrei alzarmi e chiedere a Taormina se il libro lo ha letto sul serio o lo ha solo sfogliato.
Vorrei rivolgermi alla signora che esulta come una forsennata e chiederle se ha capito il messaggio del lavoro fatto da Saviano.
Vorrei spiegare ad entrambi che quella dichiarazione è il frutto di un pregiudizio cieco e gratuito, con ogni argomento a disposizione.
E invece al mio posto si alza un giovane, vestito all’ultima moda.
Con aria sicura sia avvicina al leggio destinato a coloro che vogliono porre una domanda al legale.
Si presenta come "Collega Avvocato" e con una sicurezza pari alla sua stupidità afferma che non vuole fare domande ma solo un’osservazione:
"La Camorra è dentro ognuno di noi! "
Cade il gelo.
Qualcuno non ce la fa più e lascia la sala.
Qualcun altro fischia infastidito.
Molti i commenti negativi alle mie spalle.
Lo stesso Taormina si trova disorientato e in difficoltà di fronte ad una frase tanto illogica quanto provocatoria.
Il giovane non si scompone e tra altri fischi riabbatte :
"Io intendevo parcheggiare in doppia fila oppure l’abusivismo edilizio. "
E’ il massimo che posso sopportare.
Decido di non ascoltare oltre e mi accomodo fuori.
Il dibattito finisce dopo pochi minuti.
Guidando verso, casa guardo il lato positivo della situazione:
Spero che i ragazzi dell’ Is e F maturino una forte coscienza sociale proprio testando con mano i fatti di cui sono stati testimoni quel "Sabato della maturità".

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