domenica 17 gennaio 2010

CLAUDIA SALVATORI – ABEL (EPIX MONDADORI- 2009).

Eccolo qui, il colpo di coda di questo 2009 letterario.
Un romanzo che avrei voluto leggere mesi prima in modo da poterlo inserire ( con entusiasmo) ai primi posti della mia classifica dei migliori libri dell’anno.
E invece “Abel” di Claudia Salvatori, viene pubblicato nel mese dei fantasmi e del buio invernale ( Dicembre) ma anche delle distrazioni natalizie.
Un crimine per il sottoscritto.
E così mi trovo a parlarne oltre un mese dopo.
Ma il gusto di aver letto un romanzo unico nel genere rimane bello forte.
L’autrice spero mi perdonerà per questo.
Ma soprattutto spero sarà oltremodo paziente nel sopportare alcune mie teorie sul romanzo italiano dell’orrore che vado qui a sviscerare ( e si sa quanto mi piaccia creare correnti, ipotesi, coincidenze e paragoni):
Leggendo “Abel” ho avuto la netta sensazione che si stia dischiudendo una stagione “diversa” ( nuova non so…) per il genere in Italia.
Una sorta di Horror/sociale che ha avuto il suo inizio pochi mesi prima con i romanzi Gargoyle ( L’Estate di Montebuio, Il 18° Vampiro) di Danilo Arona e Claudio Vergnani ( soprattutto quest’ultimo) e trova la sua degna continuazione con il libro della Salvatori.
Un mondo alternativo dopo le problematiche sociali diventano il pretesto “ideale” per delineare il grottesco, l’oscurità, l’agonia di un sistema che lentamente sta collassando su se stesso.
Insomma vampiri, zombi e mostri assortiti, sono solo metafore per descrivere cose ancora più orripilanti ( e peggiori di qualsiasi parto della nostra “malata” fantasia) : solitudine, disoccupazione, pedofilia, corruzione, suicidio, emarginazione, discriminazione, povertà e soprattutto indifferenza.
Questo il vero male del ventunesimo secolo.
Non a caso Arona e Vergnani delineano “un’apocalisse prossima ventura” ( ipotizzata da Arona e appena accennata da Vergnani) mentre la Salvatori si spinge ben oltre descrivendo con minuziosa cattiveria la fine di un ciclo per le “umane gesta” e l’inizio di uno nuovo dove il mostruoso si mischia con l’umano ed è il secondo che corrompe il primo.
Mirabile dictu: un mondo di zombi e vampiri “More human than human “( come direbbe Rob Zombie non a caso…) dove cambiano regole, convenzioni e sistemi.
Il risultato: decadenza a tutti i livelli.
DECADENZA UMANA.
La corruzione della carne degli zombi non li priva di un’anima sensibile e generosa.
Il bisogno atavico di sangue e autodistruzione dei vampiri li rende quasi attuali e moderni ma mai banali o prosaicamente terreni:
“Non sentirai mai un vampiro parlare della cognata che è scappata con l’idraulico. Niente frivolezze, niente confidenze triviali, niente di quel chiacchiericcio melenso, arrapato e fatuo che è il più desolante dei suoni epocali”, scrive l’autrice con la penna intinta nel cianuro. E gli uomini? Il peggio che si possa prevedere…
Viziosi, distaccati, telegenici, amanti del potere e chiusi in gabbie dorate ( quelli che possono permetterselo). Il resto, una massa alla deriva tra povertà, rabbia e solitudine risvegliati solo da eventi di dominio pubblico e gossip di bassissimo livello.
Vi ricorda qualcuno?
Vi ricorda qualcosa?
C’è una parte del libro che ho sottolineato con angoscia ma anche con sublime realismo:
“L’umanità di prima, del Pensiero Estremo, ha cercato di farsi simile ai mostri, colpita dall’epidemia di una creatività coatta e maniacale. Oggi, su dieci essere viventi, sette sviluppano aspirazioni artistiche; gli altri tre le svilupperebbero se non soffrissero di scarsa autostima.”
Mostri/artisti (mostri dentro, artistoidi fuori) che non irradiano luce e conoscenza ma solo manie, frustrazioni,isterismi, paure, egocentrismi e complessi personali.
Vi ricorda qualcuno?
Vi ricorda qualcosa?
Claudia Salvatori non le manda certo a dire.
Tornando alla struttura del romanzo, c’è da dire che è uno spietato e seducente “Decamerone” ricco di tante piccole storie crudeli, malinconiche, grottesche, violente.
Il tutto portato avanti attraverso un solo binario: l’enigma del ritrovamento di una bambina/zombi. “Nessuno è mai ritornato dalla grande tenebra in così tenera età.”
Abel, il protagonista del romanzo, insieme ad altri personaggi che non rivelo per non togliere lo sfizio della lettura, dovrà risolvere questo caso al limite tra infanzia abbandonata e orrori (umani e non) assortiti.
Colonna sonora del libro, un solo brano: Disco Inferno (una hit dance famosissima degli anni 70).
Piace a tutti soprattutto agli zombi.
Una massificazione di gusti al limite dell’idiozia.
Vi ricorda qualcuno?
Vi ricorda qualcosa?
Per maggiori info sull’autrice e il libro:
http://www.myspace.com/claudiasalvatori

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