venerdì 13 agosto 2010

GIANLUCA CHIERICI – HANNO AMORE ( PERDISA POP – 2010)

Sinossi
Camminando attraverso il prato percepivo le sensazioni della mia infanzia. Le preghiere di mia madre e la palla che rimbalzava monotona contro le pareti della casa. Mio padre che spaccava la legna nel capanno e i tuoni che facevano tremare il pavimento della mia stanza. Come due ladri arrivammo di fronte alla porta d'ingresso. Una nube, sopra la casa, aveva chiuso la luna fuori alla notte.
IN LIBRERIA DAL 15 SETTEMBRE.

Considerazioni
Preview assoluta qui a IL MONDO DI EDU, visto che il libro sarà disponibile solo a Settembre.
È il primo romanzo che leggo del giovane autore milanese il quale ha all’attivo già svariate uscite.
“Hanno Amore” è un collage di foto e sensazioni, di visioni elegiaco/pagane e di brutture tipicamente terrene, di sangue e redenzione.
Chierici parte da un’idea ben definita: le disavventure di un bambino solitario e sensibile tra genitori/mostri/ presenze impalpabili e un senso di soffocamento derivato dalla sua condizione di anima inquieta e tutto sommato ignara del proprio destino( ci ho visto qualcosa di Dickens nei brani fin qui descritti).
Una forma/pensiero embrionale e confusa che si agita tra il mondo onirico e il desiderio di risvegliarsi da una realtà tutto sommato “alterata”.
Ben presto il bambino diventa uomo ma le visioni, i ricordi, i sogni non si attenuano anzi acuiscono la fragilità e il disadattamento alla realtà del personaggio.
E allora l’unica ragione di vita diviene il sapere, la conoscenza del male supremo, le radici della non esistenza.
Da segnalare che il protagonista si muove su uno sfondo fumoso, grigio e asfissiante tipico della provincia nostrana. Ma c’è sempre una guida ( femminile, adulta, sensuale) che lo accompagna, lo consiglia, lo porta praticamente per mano.
Il tutto come metafora di un’assenza materna che lascia vuoti incolmabili che figure estranee a quella familiare difficilmente riescono a colmare.
“Hanno Amore” è un viaggio nella solitudine dell’essere umano tra desideri materiali irrealizzati e uno slancio ( cieco e doloroso) verso dimensioni spirituali “diverse” e quindi dannate.
“Dove non c’è la luce di Dio c’è l’oscurità”, sembra quasi dire l’autore del romanzo.
Nell’elegia dell’universo pagano ci sono sempre forze oscure, orrorifiche, violente ( del resto Lovecraft ne aveva parlato eoni prima) e Chierici non ha nessuna intenzione di trovare una redenzione spirituale ma di affogare il dolore nel sangue di un rituale innominabile.
Seppur il finale è a tratti consolatorio, rimane il fatto che il romanzo è un inno alla confusione dell’uomo moderno, schiacciato tra subdola contemporaneità e furiosi aneliti verso dionisiache meta realtà.
Accattivante ( ma consiglio una lettura attenta…) lo stile di scrittura che non è né prevedibile né semplice ma adatto ai temi del libro.
Del resto se il romanzo è complesso, il linguaggio lo deve essere altrettanto anche se ho la sensazione che qualcosa poteva essere maggiormente affinato senza nulla togliere al quadro d’insieme.
Un (meta) romanzo attuale e insieme crepuscolare.
Adatto ai primi grigiori dell’autunno.

2 commenti:

Luca Ragazzini ha detto...

E' capitato anche a me di leggere Hanno amore di Chierici ed ho apprezzato la tua recensione a questo suggestivo romanzo. La mia l'ho postata sul mio blog dedicato alla narrativa mainstream della piccola editoria: http://vocidellapiccolaeditoria.blogspot.com
Ciao
Luca

EDU ha detto...

Ciao Luca
Grazie mille per i complimenti. Vado subito a leggere il tuo blog.
Saluti
Edu