lunedì 23 agosto 2010

RITORNO A CASA! - DIARIO DALL'AFGHANISTAN (ULTIMA PARTE)

Sono passati due mesi da quando ho lasciato l’Afganistan, ma alcune volte sento di non essere ancora andato via.
Il risveglio del primo giorno a casa è stato stranissimo. Non riuscivo a capire dove fossi.
Ci ho messo qualche minuto a comprendere che quella era la mia stanza. Per fortuna non ci sono stati più episodi del genere.
Le prime settimane sono passate abbastanza velocemente, ma sempre accompagnate da un senso di irrealtà. Tutto è così diverso ora in Italia, lontano dall'Afghanistan.

Il fatto stesso di avere dei giorni di riposo che prima non avevo mi sembra alquanto singolare.
Nella mente vivo ancora gli ultimi giorni della missione.
Un saluto al feretro di un giovane soldato americano morto a causa di un IED (Improvised Explosive Device) e l'omaggio a due alpini della Brigata Taurinense, anche essi uccisi da un IED lungo la strada per Moqur.
Questi episodi sono indelebili nella mia mente, vissuti a pochi giorni dal volo per tornare a casa.
Avevo un nodo in gola quando i feretri dei nostri caduti ci sono passati davanti.
Mentre eravamo schierati per l’ultimo volo che li avrebbe riportati a casa.
Appena tornato in Patria, dopo pochi giorni, riesco a incontrare un caro amico-collega con cui sono stato laggiù.
Il suo nome è Francesco (nome di fantasia), un compagno di classe con cui ogni tanto mi vedo per una birra.
Francesco, con una bella risata, mi ha detto che capita anche a lui, ogni volta che torna a casa, di avvertire le stesse sensazioni.
Sono stato davvero contento di incontrarlo in Afghanistan, soprattutto perché è stato un fatto inaspettato.
Mi trovavo, dopo cena, davanti alla palazzina dove di solito lavoro. Nel buio mi sono sentito chiamare all’improvviso due volte. Mi giro e…”Ma guarda chi si vede!”
Una bella sensazione, un volto familiare e soprattutto amico.
Abbiamo cercato il più possibile di recuperare il tempo che non siamo riusciti a passare insieme a scuola. Per le dieci di mattina mi chiamava per un caffè e la sera, se potevamo, andavamo a cena insieme. E parlavamo di tutto, dall’attività sportiva, sulla quale mi facevo dare consigli per correre meglio, a quello che facevamo nel tempo libero in Italia.
E abbiamo finito la missione quasi nello stesso periodo. Forse è anche grazie a lui che quei mesi, soprattutto alla fine, sono passati velocemente.
Appena tornato in Italia, tutti mi hanno bombardato di domande, e io rispondevo sempre nello stesso modo: “ L’Afghanistan è un paese meraviglioso, gli afghani sono poveri ma ospitali e desiderosi di pace”.
Come popolazione mi hanno affascinato molto.
E soprattutto alla domanda “ma ritorneresti?”, rispondo secco e deciso: “Certo!”.
Ma non subito, prima voglio godermi la mia ragazza e i miei genitori, il più possibile.
È stata davvero un’esperienza che mi servirà sicuramente nell’avvenire.
Con questo post, vorrei salutare tutti i miei fratelli, i nostri soldati, avieri, marinai, finanzieri e carabinieri che sono lì e svolgono il proprio dovere per portare pace e mantenere viva la speranza sotto il segno della nostra Patria e della nostra bandiera.
Un ringraziamento particolare va all’amico Edu per lo spazio messomi a disposizione sul blog.
Dulcis in fundo grazie di cuore a tutti i lettori de IL MONDO DI EDU.

2 commenti:

Anonimo ha detto...

ciao! come stai?
il tuo blog sembra piacevole. Continuate così!

Vorrei che si guadagna di più successo in futuro!

EDU ha detto...

Ciao!
Io tutto ok.
Grazie mille per i complimenti.
Graditissimi
A presto.
Edu