mercoledì 24 ottobre 2012

FABRIZIO BORGIO – LA MORTE MORMORA (FRATELLI FRILLI EDITORE, 2012)


































Ci sono artisti e scrittori “overground” che operano sotto le luci sfavillanti della notorietà e del successo, pascendo dei propri (controversi) risultati e del giudizio a volte ciecamente esaltante del proprio pubblico, tramutandoli come spesso accade in esseri vanesi e grotteschi, nonché schiavi del personaggio che si sono creati.
 Fortunatamente ci sono ancora artisti e scrittori seri, fieramente “underground”, che lavorano alacremente con passione e dedizione, alla creazione dei propri mondi immaginari, lontano da tentazioni di insulso divismo. Fabrizio Borgio, piemontese, classe 1968, è il classico esempio di artista “sotterraneo”, mosso dall'intento, oserei dire fondamentale, di creare buone storie a prescindere dai gusti volubili del pubblico italiano.
E si sa che qui, a Il Mondo di Edu, ci è sempre interessato il versante “sub terra” dell'arte, il mondo alla rovescia della letteratura e della musica, il lato oscuro dell'ispirazione umana. Dopo aver letto e apprezzato “Masche” nel 2011, eravamo davvero curiosi di sondare le evoluzioni stilistiche e narrative di Borgio e “La Morte Mormora” non ha deluso le nostre aspettative.
Pubblicato sempre da Fratelli Frilli Editore, il secondo romanzo dedicato alle indagini paranormali di Stefano Drago, parte da quella zona del crepuscolo che avevamo già intravisto in Masche: una provincia sonnacchiosa, quieta, quasi immobile che nasconde, nelle nebbiose notti invernali, segreti e misteri degni di X- Files e Millennium.
Stavolta c'è qualcosa in più: Borgio ha rimpolpato il suo stile narrativo, evidenziando una maggiore cura per i personaggi, una certosina rappresentazione delle terre dove vive e una non velata critica a certo becero provincialismo nazionale. Come potrete leggere anche nell'intervista allegata, lo scrittore astigiano ci tiene a raccontare la “piemontesità” delle sue terre, intesa non solo come identità culturale e sociale ma anche (e soprattutto) come stile di vita appartato, disincantato, dettato da una disciplina ferrea da una radicata austerità.
Inutile precisare che l'autore ci riesce in pieno, non lesinando una certa accuratezza nelle descrizioni e nei rimandi. A mio avviso questo è il dato vincente del romanzo. Quello che lo rende un unicum e insieme un'opera altamente personale e affascinante.
Non basta.
Borgio riprende anche degli aspetti decisamente autobiografici come la sua partecipazione attiva alla vita politica del suo paese natio (Castigliole d'Asti) e lo scontro implacabile contro l'avversario politico e le istituzioni, per decifrare tutte quelle brutture del provincialismo italiano (egoismo rampante, disillusione, invidia, cupidigia etc.) che dal Piemonte alla Sicilia sembrano essere ormai una triste costante della decadenza culturale e sociale del nostro paese.
Non dimentichiamoci che “La Morte Mormora” è prima di tutto un romanzo di genere che oscilla mirabilmente tra il Giallo (abbiamo un assassino implacabile da scoprire) e interessanti deviazioni verso il paranormal/thriller e l'horror. In tal caso Stefano Drago può essere considerato come una interessante versione “piemontese” dei grandi indagatori del letteratura, del fumetto e del cinema (Moulder, Dylan Dog, Carnaki, Sherlock Holmes, De Grandin alcuni esempi pertinenti in proposito).
Questa volta il prode e ombroso Drago (un alter ego dell'autore? Possibile...) dovrà risolvere un mistero legato a un infame pseudobiblion, “Il Libro del Comando”, grimorio di magia nera e segreti innominabili (quasi lovecraftiani) che sembra uscito dai grandi sceneggiati italiani degli anni '70.
 Lo scrittore astigiano ci porta per mano in una storia costruita con dovizia (estrema) di particolari e l'intento ampiamente dichiarato di farci provare qualche brivido sulla schiena. E credetemi il Piemonte narrato da Borgio (assimilabile in un certo senso alla Bassavilla di Danilo Arona) fa davvero, davvero paura.
Dopo la bella sorpresa di “Masche” Fabrizio Borgio continua sulla strada consolidata del gotico nostrano e lo fa con mezzi nuovi e soprattutto convincenti. A questo punto tenerlo d'occhio, per tutti gli appassionati di narrativa del perturbante, è un obbligo!
Lettura adattissima per il periodo di Samhain.

1 commento:

Fra Moretta ha detto...

Dovrò iniziare a recuperare i libri di Borgio prima o poi in rete ne leggo ottimi pareri.