DANILO ARONA
"ANCORA IL VENTO PIANGE MARY"
Phasar Edizioni 2009
“Ancora il vento piange Mary”, riedizione di una serie racconti pubblicati primieramente nel 2000, al lettore distratto e poco avvezzo agli incubi narrati negli anni dall’autore alessandrino, sembrerà quasi una raccolta eterogenea di storie tra la fiction e la realtà. Non è così.
Il libro si muove su tre binari tematici ben distinti che hanno in comune una sola evidente ispirazione : “la musica del diavolo”, il Rock.
Il primo troncone di storie è decisamente “Bassavilliano” e racchiude “L’olio del morto”, “Codalunga” e “Il Tempo del sogno di Jerry Van Houten”.
Mi soffermo su “Codalunga” in quanto racconto degnamente pauroso e sinistro.
Chi ha letto “Melissa Parker e l’incendio perfetto” (Dino Audino Editore 2007) e si è lasciato trasportare in quella “zona del crepuscolo” delineata con maestria dal nostro Arona ( una mia amica si è rifiutata di leggerlo dopo pochi capitoli, era letteralmente terrorizzata!) di sicuro non potrà che esserne di nuovo catturato.
Autostrada notturna e desolata, uno strano fagotto lasciato in mezzo alla carreggiata e un lugubre autogrill, oasi ambigua e deserta dove il senso di mistero e di paura ti invita a buttarti in auto e scappare il più veloce possibile. Vi ricorda qualcosa? Il pantheon diabolico si completa con un misterioso viaggiatore ( forse donna, forse uomo, di sicuro “non umano”) che ama prendere a bordo giovani autostoppisti. I germi di Melissa, spirito inquieto e deceduto, sono già presenti in questo racconto pronti a scatenarsi
Da menzionare anche “L’olio del morto” dove ho trovato grosse affinità con il Segretissimo “ La croce sulla labbra” ( 2008) .
Il secondo troncone custodisce “Magia di un castello spagnolo”, “La Stanza dei vetri rotti” e “La morte sussurrante”.
Denominatore comune: l’apocalisse
“La stanza dei vetri rotti” è il diamante grezzo del libro. Culti millenaristici, specchi come porte aperte verso un’ ignota dimensione di delirio e la minaccia decisiva e costante che se ci sarà un Armageddon, prima di distruggere il corpo dilanierà e torturerà l’anima..
Ritorna uno dei temi portanti della narrativa di Arona: un’apocalisse imminente che avverrà attraverso due dimensioni antitetiche ma nello stesso tempo concatenate:
una terrestre e materiale (pestilenze moderne, venti assassini, terrorismo religioso e globale etc.) e una ultraterrena e nascosta ai più (l’operato di alcune forze negative e demoniache sui nostri destini).
Se vi piaciuto “Finis Terrae” ( Segretissimo 2007) anche qui troverete pane per vostri denti.
Discorso a parte meritano gli altri due racconti dove l’ispirazione storica e oserei dire “politica” fanno sì che il lettore prenda fiato come per guardarsi un attimo indietro e capire che la “fine” e l’ orrore nascono e si rigenerano dall’uomo e dalle sue nefaste azioni.
Infine siamo al fulcro di tutto il libro: il Rock.
Genere da sempre ( secondo certe teste “sante” e moralisti assortiti) in combutta col Demonio.
Arona c’è ne da una prova lampante con il sulfureo” Figlio del Vodoo”, novella realistica e inquietante sulle influenze musicali ed esistenziali del noto chitarrista Jimi Hendrix. ( deceduto alla giovane età di 28 anni per uno strano e tuttora indefinito malore notturno. Chi ha citato Melissa Parker?) oppure getta una lunghissima ombra informe ( e sanguinosa) su un’altra “morte illustre”, quella del cantautore americano Bobby Fuller ( ritrovato morto nella sua auto come “apparente” suicidio. Di nuovo Melissa Parker?).
Chiude questo viaggio, a stazioni, nell’incubo la malinconica ( ma i limacciosi tentacoli dell’orrore sono acquattati vicino al Tanaro) “Ancora il vento urla Mary” che tradisce comunque un ‘inquietudine di fondo: il vento oltre ad urlare il nome di un’anima persa può anche portarci alla follia (Santanta, Perdisa 2008)?
"ANCORA IL VENTO PIANGE MARY"
Phasar Edizioni 2009
“Ancora il vento piange Mary”, riedizione di una serie racconti pubblicati primieramente nel 2000, al lettore distratto e poco avvezzo agli incubi narrati negli anni dall’autore alessandrino, sembrerà quasi una raccolta eterogenea di storie tra la fiction e la realtà. Non è così.
Il libro si muove su tre binari tematici ben distinti che hanno in comune una sola evidente ispirazione : “la musica del diavolo”, il Rock.
Il primo troncone di storie è decisamente “Bassavilliano” e racchiude “L’olio del morto”, “Codalunga” e “Il Tempo del sogno di Jerry Van Houten”.
Mi soffermo su “Codalunga” in quanto racconto degnamente pauroso e sinistro.
Chi ha letto “Melissa Parker e l’incendio perfetto” (Dino Audino Editore 2007) e si è lasciato trasportare in quella “zona del crepuscolo” delineata con maestria dal nostro Arona ( una mia amica si è rifiutata di leggerlo dopo pochi capitoli, era letteralmente terrorizzata!) di sicuro non potrà che esserne di nuovo catturato.
Autostrada notturna e desolata, uno strano fagotto lasciato in mezzo alla carreggiata e un lugubre autogrill, oasi ambigua e deserta dove il senso di mistero e di paura ti invita a buttarti in auto e scappare il più veloce possibile. Vi ricorda qualcosa? Il pantheon diabolico si completa con un misterioso viaggiatore ( forse donna, forse uomo, di sicuro “non umano”) che ama prendere a bordo giovani autostoppisti. I germi di Melissa, spirito inquieto e deceduto, sono già presenti in questo racconto pronti a scatenarsi
Da menzionare anche “L’olio del morto” dove ho trovato grosse affinità con il Segretissimo “ La croce sulla labbra” ( 2008) .
Il secondo troncone custodisce “Magia di un castello spagnolo”, “La Stanza dei vetri rotti” e “La morte sussurrante”.
Denominatore comune: l’apocalisse
“La stanza dei vetri rotti” è il diamante grezzo del libro. Culti millenaristici, specchi come porte aperte verso un’ ignota dimensione di delirio e la minaccia decisiva e costante che se ci sarà un Armageddon, prima di distruggere il corpo dilanierà e torturerà l’anima..
Ritorna uno dei temi portanti della narrativa di Arona: un’apocalisse imminente che avverrà attraverso due dimensioni antitetiche ma nello stesso tempo concatenate:
una terrestre e materiale (pestilenze moderne, venti assassini, terrorismo religioso e globale etc.) e una ultraterrena e nascosta ai più (l’operato di alcune forze negative e demoniache sui nostri destini).
Se vi piaciuto “Finis Terrae” ( Segretissimo 2007) anche qui troverete pane per vostri denti.
Discorso a parte meritano gli altri due racconti dove l’ispirazione storica e oserei dire “politica” fanno sì che il lettore prenda fiato come per guardarsi un attimo indietro e capire che la “fine” e l’ orrore nascono e si rigenerano dall’uomo e dalle sue nefaste azioni.
Infine siamo al fulcro di tutto il libro: il Rock.
Genere da sempre ( secondo certe teste “sante” e moralisti assortiti) in combutta col Demonio.
Arona c’è ne da una prova lampante con il sulfureo” Figlio del Vodoo”, novella realistica e inquietante sulle influenze musicali ed esistenziali del noto chitarrista Jimi Hendrix. ( deceduto alla giovane età di 28 anni per uno strano e tuttora indefinito malore notturno. Chi ha citato Melissa Parker?) oppure getta una lunghissima ombra informe ( e sanguinosa) su un’altra “morte illustre”, quella del cantautore americano Bobby Fuller ( ritrovato morto nella sua auto come “apparente” suicidio. Di nuovo Melissa Parker?).
Chiude questo viaggio, a stazioni, nell’incubo la malinconica ( ma i limacciosi tentacoli dell’orrore sono acquattati vicino al Tanaro) “Ancora il vento urla Mary” che tradisce comunque un ‘inquietudine di fondo: il vento oltre ad urlare il nome di un’anima persa può anche portarci alla follia (Santanta, Perdisa 2008)?
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