Babelesuite - Collana diretta da Luigi Bernardi
Gruppo Perdisa Editore 2008
“LA CROCE SULLE LABBRA”
Danilo Arona, Edoardo Rosati
Danilo Arona, Edoardo Rosati
Segretissimo di Giugno 2008 n. 1540 Mondadori Editore.
“ Apocalisse prossimo venturo”.
Nella metà degli anni 90 Danilo Arona ed Edoardo Rosati mettono mano ad un romanzo per la collana Segretissimo Mondadori.
Il tiolo è :”La croce sulle Labbra”.
Siamo in piena paranoia da fine millennio. Il timore di una catastrofe tecnologica (il cosiddetto “Millenium Bug”) con conseguenti ripercussioni sull’economia mondiale, fanno tremare industriali, multinazionali e politici.
Ci si mettono anche studiosi religiosi e di antichi misteri, riesumando dalla polvere del tempo visioni e manoscritti tratti da Nostradamus, Fatima, la Profezia di Malacchia etc.
Un forte senso di misticismo e di ineluttabile “fine” permea ogni estrinsecazione del vivere “moderno”.
Danilo Arona non è nuovo al richiamo delle serene dell’apocalisse. Semi malevoli e putridi erano già stati sparsi in altri suoi romanzi ma stavolta rompe ogni indugio e avvalendosi di un medico e divulgatore scientifico ipotizza una forma diversa ma altrettanto letale: un misto di culti misterici, iconoclastia caraibica e pestilenze virali. Il suo nome è Exù.
Il tutto viene trasportato da dei reietti, come tanti che affollano le nostre strade, in una Milano, senza identità né confini,( il termine “globalizzazione” non ancora abusato dai media di quel periodo assume già tratti altamente negativi) dove i personaggi che la abitano diventeranno gli inevitabili comprimari di un’ambientazione alla Romero.
Oppure andando ancora indietro nel tempo il delirio di Umberto Lenzi, intitolato “Incubo sulla città contaminata”(1980)
Un senso di oppressione e di morte aleggia continuamente su ogni pagina del libro
A causa di scelte editoriali quantomeno sorprendenti ( anche se un attento critico può vederci un significato “altro” in questa decisione) il libro vedrà la pubblicazione solo nel 2008.
Nel frattempo Arona ritornerà nella sua Bassavilla , maturando una scelta stilistica affine con il seguente Finis Terrae ( Segretissimo , Settembre 2007) , il quale partendo da una prospettiva, post 11 Settembre, quindi diametralmente opposta ( l’apocalisse è già tra di noi e ha la forma a tentacoli del terrorismo globale e del fanatismo religioso), produrrà alcune tematiche cardine della sua letteratura.
Tra queste, il grigiore del provincialismo nostrano, la desolazione di autostrade e autogrill fuori mano, rifugio di anime perse e di minacciosi figuri, o ancora una dimensione altamente negativa e demoniaca pronta ad influenzare le nostre azioni trasformandoci in medium dell’inferno.
Con Santanta, pubblicato immediatamente dopo La Croce sulle Labbra, il cerchio inevitabilmente si chiude.
Cambia l’ambientazione ma non la tematica di fondo:
in una Hollywood vuota e apparentemente luminosa si prepara un nuovo Armageddon che avverrà attraverso due dimensioni antitetiche ma nello stesso tempo concatenate. Una terrestre e materiale (il Santa Ana, ribattezzato dagli indiani del Mojave Santanta, vento torrido e violento che porta con sé incendi e follia ) e una ultraterrena e nascosta (un demone scaturito dal suicidio di Giaguaro Seduto, capo di tutte le tribù dei Mohave nel 1800).
Brividi assicurati.
Insomma un romanzo breve ma intenso che può considerarsi già un classico della produzione dell’autore alessandrino.
Intanto sembra già confermata la pubblicazione di Finis Terrae 2 nuovamente con l’ausilio artistico/scientifico del Dottor Edoardo Rosati.
Non oso immaginare cosa porterà il vento ( creativo ) stavolta.
Sperando che non sia quello del Mohave.
“ Apocalisse prossimo venturo”.
Nella metà degli anni 90 Danilo Arona ed Edoardo Rosati mettono mano ad un romanzo per la collana Segretissimo Mondadori.
Il tiolo è :”La croce sulle Labbra”.
Siamo in piena paranoia da fine millennio. Il timore di una catastrofe tecnologica (il cosiddetto “Millenium Bug”) con conseguenti ripercussioni sull’economia mondiale, fanno tremare industriali, multinazionali e politici.
Ci si mettono anche studiosi religiosi e di antichi misteri, riesumando dalla polvere del tempo visioni e manoscritti tratti da Nostradamus, Fatima, la Profezia di Malacchia etc.
Un forte senso di misticismo e di ineluttabile “fine” permea ogni estrinsecazione del vivere “moderno”.
Danilo Arona non è nuovo al richiamo delle serene dell’apocalisse. Semi malevoli e putridi erano già stati sparsi in altri suoi romanzi ma stavolta rompe ogni indugio e avvalendosi di un medico e divulgatore scientifico ipotizza una forma diversa ma altrettanto letale: un misto di culti misterici, iconoclastia caraibica e pestilenze virali. Il suo nome è Exù.
Il tutto viene trasportato da dei reietti, come tanti che affollano le nostre strade, in una Milano, senza identità né confini,( il termine “globalizzazione” non ancora abusato dai media di quel periodo assume già tratti altamente negativi) dove i personaggi che la abitano diventeranno gli inevitabili comprimari di un’ambientazione alla Romero.
Oppure andando ancora indietro nel tempo il delirio di Umberto Lenzi, intitolato “Incubo sulla città contaminata”(1980)
Un senso di oppressione e di morte aleggia continuamente su ogni pagina del libro
A causa di scelte editoriali quantomeno sorprendenti ( anche se un attento critico può vederci un significato “altro” in questa decisione) il libro vedrà la pubblicazione solo nel 2008.
Nel frattempo Arona ritornerà nella sua Bassavilla , maturando una scelta stilistica affine con il seguente Finis Terrae ( Segretissimo , Settembre 2007) , il quale partendo da una prospettiva, post 11 Settembre, quindi diametralmente opposta ( l’apocalisse è già tra di noi e ha la forma a tentacoli del terrorismo globale e del fanatismo religioso), produrrà alcune tematiche cardine della sua letteratura.
Tra queste, il grigiore del provincialismo nostrano, la desolazione di autostrade e autogrill fuori mano, rifugio di anime perse e di minacciosi figuri, o ancora una dimensione altamente negativa e demoniaca pronta ad influenzare le nostre azioni trasformandoci in medium dell’inferno.
Con Santanta, pubblicato immediatamente dopo La Croce sulle Labbra, il cerchio inevitabilmente si chiude.
Cambia l’ambientazione ma non la tematica di fondo:
in una Hollywood vuota e apparentemente luminosa si prepara un nuovo Armageddon che avverrà attraverso due dimensioni antitetiche ma nello stesso tempo concatenate. Una terrestre e materiale (il Santa Ana, ribattezzato dagli indiani del Mojave Santanta, vento torrido e violento che porta con sé incendi e follia ) e una ultraterrena e nascosta (un demone scaturito dal suicidio di Giaguaro Seduto, capo di tutte le tribù dei Mohave nel 1800).
Brividi assicurati.
Insomma un romanzo breve ma intenso che può considerarsi già un classico della produzione dell’autore alessandrino.
Intanto sembra già confermata la pubblicazione di Finis Terrae 2 nuovamente con l’ausilio artistico/scientifico del Dottor Edoardo Rosati.
Non oso immaginare cosa porterà il vento ( creativo ) stavolta.
Sperando che non sia quello del Mohave.
Disco consigliato in sottofondo: Atavist, "II - Ruined" ( 2007)
Il Sito ufficilae di Danilo Arona:
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