sabato 14 marzo 2009

GIORGIO FALETTI, "IO UCCIDO"

Giorgio Faletti – Io uccido
( Ed. Baldini Castaldi Dalai, 2002)



Recensione un pò datata ma che riporto per dovere di cronaca nel nuovo blog.
E’ stato definito “il caso letterario del 2002”. Il critico letterario Antonio D’Orrico non ci ha pensato due volte urlando ai quattro venti che “Giorgio Faletti è il più grande scrittore italiano” ( l’ha sparata un po’ grossa!!! Ongaro o Buzzati allora sarebbero dei Padreterni della letteratura).
Dulcis in fundo uno dei miei scrittori preferiti in assoluto ( Jeffery Deaver) che lo elogia in più di un’occasione e non solo in quarta di copertina.
Parliamo del libro.
Praticamente un romanzo uscito in sordina senza alcuna aspettativa da parte sia dell’editore che dello stesso Faletti che ricordiamo faceva ben altro, artisticamente parlando, ma che nel giro di pochi mesi ( e attraverso un fitto passa parola dei lettori veri detentori della vita o della morte di un libro) ha battuto ogni record di vendita in Italia imponendosi in seguito anche, all’estero. In effetti senza grossi proclami ( come quelli di prima) posso affermare che per chi ancora non si è cimentato ( e penso che ormai siano in pochi ) si tratta di un lettura scorrevole e molto, molto godibile. La trama è ben strutturata e sufficientemente misteriosa. Inoltre i continui riferimenti alla musica creano una sorta di colonna sonora “nascosta” tra le pieghe del libro ( Led Zeppelin, Steppenwolf etc.) che mi ha convinto. Si sa io ho un debole ancora adolescenziale per il rock e se uno scrittore riesce a farcelo entrare alla grande nei suoi scritti ( vedi Danilo Arona nel Segretissimo Finis Terrae) allora vado in brodo di giuggiole.
I vari personaggi ( tra cui l’assassino psicopatico, brutale e violento, un must in ogni thriller che si rispetti) sono tratteggiati con realistica precisione.
Il Poliziotto disilluso ma capace è un classico della Letteratura Gialla ma in questo contesto mi è sembrato che si muovesse nella trama in maniera fluida.
Il finale è come si rispetti pregno di colpi di scena.
Lo so, molti penseranno che mi sono bevuto il cervello o che mi sto vendendo al mainstream.
Non me ne frega un cazzo!
“Io uccido” mi ha convinto.
Faletti mi piace.
Ci vuole coraggio a imbarcarsi in una nuova carriera artistica dopo quella ( piena di successi) di comico e musicista.
Lo ha fatto con testardaggine e un po’ di follia.
I risultati lo hanno premiato.
Perché signori, i lettori (se comprano un libro a vagonate) , hanno sempre ragione.
Meditate…

Disco consigliato in sottofondo: Slayer, “Seasons in the abyss”( 1990)

2 commenti:

sommobuta ha detto...

Anche a me "Io uccido" è piaciuto molto, ma a mio avviso Faletti, nel rivelare l'assassino a 3/4 del libro ha sbagliato. L'ultima parte l'ho trovata piuttosto pesantuccia e anche un pò inutile (serviva solo per spiegare le macchinazioni di Mosse e Parker)...

Personalmente mi è piaciuto di più "Niente di vero tranne gli occhi". Soprattutto perchè adoro i Peanuts! XD

EDU ha detto...

Guarda,
il libro è godbile e l'impianto solido.
L'ultima parte, come tutti i romanzi giallo/thriller, deve speigare un bel pò di cose della trama quindi fa si che il lettore debba sforzarsi per ricordare eventi e luoghi.
Ma nel complesso è un ottimo romanzo d'intrattenimeto e non giustifico tutto questo accanirsi contro Faletti.
"Niente di vero..." l'ho apprezzato di meno( troppo poco realistico in cert trovate) mentre "Fuori da un evidente destino" mi è piaciuto molto.
Mi ha ricordato certe cose di King e Koontz.