Anche oggi mi limito a un paio di segnalazioni molto importanti: la prima mi riguarda da vicino. La seconda è un’uscita reputo davvero interessante.
Molti personaggi che bazzicano questo blog conoscono di sicuro il buon TIM (Temistocle) editore del blog Il Garage Di Demetrio.
Tim, da un paio di settimane, ci sta mettendo tutti alla gogna con le sue curiose e particolareggiate “Interviste possibili” (sperando che per qualcuno non siano “impossibili” ^__^).
Questa volta è toccato al sottoscritto.
Potete leggere il resoconto della nostra chiacchierata a questo link.
Passiamo ora alla pubblicazione di un Ebook che mi ha sorpreso non poco per i temi affrontanti.
Qui a IL MONDO DI EDU, come molti lettori già sanno, siamo notevolmente attratti dalla Letteratura Gotica e le sue evoluzioni.
Ed è quindi mia cura segnalare (con parecchie aspettative) la seconda edizione (!) del saggio “Il romanzo gotico:espressione di contesti socio-psicologici” ad opera di Gianluca Santini (Survival Blog e altri lavori al suo attivo).
E’ possibile scaricare gratuitamente il saggio (in Pdf A4, Pdf A5, ePub) a questo indirizzo.
Buona lettura!
martedì 31 maggio 2011
lunedì 30 maggio 2011
BELVE RISTAMPATO IN EBOOK
Purtroppo anche oggi ho pochissimo tempo da dedicare al blog. In compenso segnalo la ristampa in Ebook per Kipple Officina Libraria (già artefice di una nuova edizione di Palo Mayombe di Danilo Arona) di un romanzo che da lungo tempo volevo leggere e che presto vedrete recensito su queste pagine: “Belve” di Alda Teodorani. Libro originariamente pubblicato in Francia nel 2002 e successivamente ristampato in Italia nel 2003 da Addictions, e che gode finalmente di nuova visibilità e attenzione con alcune pagine inedite.
Così scrive Stefano Di Marino nella presentazione alla nuova edizione:
“Erano forse i primi anni ’90 quando lessi Giù nel delirio e trovai in quella narrazione, sofisticata nella forma ma estremamente cruda nei contenuti, qualcosa che mi colpì. Ancora non sapevo identificare bene la ragione di tutto questo, ma scambiando parole e messaggi con Alda arrivai a capirlo. Era la passione per l’immaginario tipicamente italiano che avevano conosciuto al cinema ancor prima che sulle pagine scritte... che c’erano state pure loro, certo, ma avevano avuto nelle nostre menti un impatto minore di quegli splendidi film che si vedevano ancora al cinema. Prodotti italiani, realizzati da grandissimi artigiani che erano maestri del cinema ma nessuno, proprio per le tematiche ‘popolari’ voleva riconoscere. La realtà editoriale e critica italiana sono un territorio durissimo. Classista, politicizzato, dominio quasi di una setta. Per questo Lucio Fulci non è considerato realmente per il suo valore. Per questo, forse, la narrativa intensa ma non buonista di Alda dopo quel promettente passo che fu I giovani cannibali è approdata al cult tra chi di thriller e fantastico gotico s’intende realmente ma non alle edizioni lanciate da grossi editori in centinaia di migliaia di copie”.
Sinossi
Pianeta Terra, dopo la grande catastrofe: Cinecittà, un tempo mecca del cinema mondiale, è governata da ex attori e registi che vorrebbero estendere il loro dominio al mondo intero, o a quel poco che ne resta. Ma non sanno che nel vecchio cimitero monumentale qualcuno sta tramando alle loro spalle. In questo ultimo romanzo della più convincente interprete della letteratura horror italiana, il Male è un affresco corale che vede rappresentati al suo interno vampiri, assassini di professione, alieni in cerca di prede, ma anche una intensa storia d'amore, mentre sullo sfondo si combatte una dura battaglia per il potere.Così scrive Stefano Di Marino nella presentazione alla nuova edizione:
“Erano forse i primi anni ’90 quando lessi Giù nel delirio e trovai in quella narrazione, sofisticata nella forma ma estremamente cruda nei contenuti, qualcosa che mi colpì. Ancora non sapevo identificare bene la ragione di tutto questo, ma scambiando parole e messaggi con Alda arrivai a capirlo. Era la passione per l’immaginario tipicamente italiano che avevano conosciuto al cinema ancor prima che sulle pagine scritte... che c’erano state pure loro, certo, ma avevano avuto nelle nostre menti un impatto minore di quegli splendidi film che si vedevano ancora al cinema. Prodotti italiani, realizzati da grandissimi artigiani che erano maestri del cinema ma nessuno, proprio per le tematiche ‘popolari’ voleva riconoscere. La realtà editoriale e critica italiana sono un territorio durissimo. Classista, politicizzato, dominio quasi di una setta. Per questo Lucio Fulci non è considerato realmente per il suo valore. Per questo, forse, la narrativa intensa ma non buonista di Alda dopo quel promettente passo che fu I giovani cannibali è approdata al cult tra chi di thriller e fantastico gotico s’intende realmente ma non alle edizioni lanciate da grossi editori in centinaia di migliaia di copie”.
Il sito ufficiale di Alda Teodorani a questo link.
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Notizie
sabato 28 maggio 2011
ALIENI, FANTASMI & RISATE
L’ho detto più volte e lo ripeto: Ufo & Fantasmi nella casa di Edu sono sempre i ben accetti ma se scoviamo qualche video divertente e indiscutibilmente creato (a volte maldestramente) ad arte non ci facciamo scrupolo a parlarne. La sdrammatizzazione e il senso dell’umorismo deve essere alla base del discorso sul “Soprannaturale” altrimenti si finisce per credere a tutto quello che si vede sul web, passando inevitabilmente per creduloni o fanatici.
Questo weekend ne propongo un paio che mi hanno fatto sbellicare dalle risate.
Ricordate il Fantasma di Stonehenge?
Stavolta ho trovato l’ “Alieno di Stonehenge” o meglio un murales (o presunto tale) risalante a 4000 anni fa (così dice il video) che rappresenta un Grigio. Ci credete? A voi i commenti…
Questo weekend ne propongo un paio che mi hanno fatto sbellicare dalle risate.
Ricordate il Fantasma di Stonehenge?
Stavolta ho trovato l’ “Alieno di Stonehenge” o meglio un murales (o presunto tale) risalante a 4000 anni fa (così dice il video) che rappresenta un Grigio. Ci credete? A voi i commenti…
Il secondo video riguarda una figura spettrale catturata su video in un vecchio villaggio inglese.
Premettendo che ci vuole molta fantasia per chiamarlo “fantasma” ci sono due cose che mi hanno insospettito e divertito allo stesso tempo:
1. Quel cerchietto rosso non mi è nuovo. Ricordate ancora il Fantasma di Stonehenge? Sono gli stessi artefici di quel video ad aver creato anche questo? Possibile, probabile.
2. E poi la spiegazione con disegnino da prima elementare? Roba da far impallidire Scooby Doo.
Premettendo che ci vuole molta fantasia per chiamarlo “fantasma” ci sono due cose che mi hanno insospettito e divertito allo stesso tempo:
1. Quel cerchietto rosso non mi è nuovo. Ricordate ancora il Fantasma di Stonehenge? Sono gli stessi artefici di quel video ad aver creato anche questo? Possibile, probabile.
2. E poi la spiegazione con disegnino da prima elementare? Roba da far impallidire Scooby Doo.
Insomma fatevi due risate che di questi tempi non è assolutamente male.
A lunedì con Tiziano Sclavi.
A lunedì con Tiziano Sclavi.
mercoledì 25 maggio 2011
IN USCITA LA FESTA DI ORFEO
Purtroppo sia oggi che domani avrò poco tempo da dedicare al blog quindi mi limito a segnalare il comunicato stampa di un libro in uscita. Ovviamente recensione a breve su IL MONDO DI EDU.
Dal 1° giugno 2011 in libreria: “La Festa di Orfeo”.
Romanzo horror di Javier Márquez Sánchez: il primo horror spagnolo targato Gargoyle.
Traduzione di Giancarlo De Crescenzo.
Prefazione di Franco Pezzini e Angelica Tintori.
"Un delitto dantesco, un sagace investigatore, un attore impegnato a imparare cosa sia la paura e una pellicola maledetta, causa di morte e devastazione.
Un romanzo denso di humour nero, passione cinefila e mistero".
Il libro
1956: l'Inghilterra è sconvolta dalla raccapricciante strage di Longtown, avvenuta alla frontiera scozzese. Centinaia di bambini sono stati uccisi selvaggiamente: i loro corpi - violati e mutilati come a osservare un macabro e arcano rituale - sono stati trovati carbonizzati e aggrovigliati in un'aberrante piramide umana, rinvenuta nella chiesa del villaggio. Era qui che i piccoli si erano riuniti per vedere la proiezione di un film su invito del parroco locale, anch'esso assassinato. Il Governo dispiega tutte le sue forze in pompa magna: l'Esercito, teso ad assicurare il massimo stato di protezione agli abitanti della contea, gli esperti scientifici, impegnati a fare ogni tipo di rilievo, e naturalmente gli agenti di Scotland Yard, pronti a imbastire un'indagine a 360°. Chiamati a occuparsi del caso sono Andrew Carmichael, ispettore dal fiuto ineguagliabile per casi un po' fuori dalla norma, e il suo assistente Harry Logan.
Nello stesso tempo, una piccola casa cinematografica, la Hammer, decide di cimentarsi nel rilancio della filmografia horror producendo un'innovativa versione a colori del Frankenstein con la regia di Terence Fisher. Ne sarà protagonista Peter Cushing: per entrare nella parte, però, è previsto che l'attore segua un peculiare apprendistato: egli dovrà essere capace di incutere realisticamente il terrore nel pubblico oramai smaliziato del secondo dopoguerra, e, per farlo, dovrà venire in contatto con le fondamenta della paura umana più ancestrale, al punto da essere in grado di attraversarla: solo in quanto capace di sostenere direttamente l'incontro col terrore, infatti, Cushing potrà essere considerato dagli spettatori interprete credibile dell'inquietante nobile scienziato. Nella sua preparazione sui generis, il popolare attore s'imbatterà in due ciceroni dalle personalità antitetiche - il professor Arthur Aberline, eminente storico, esperto di aspetti antropologici e religiosi, e lord Sherrinford Meinster, demonologo e collezionista spasmodico di tutto ciò che è legato al Maligno - e finirà coinvolto, suo malgrado, nell'inchiesta - frattanto spostatasi a Londra, scenario di altri delitti - condotta dai poliziotti Carmichael e Logan; inchiesta che porta a una misteriosa pellicola risalente agli anni del Cinema muto, intitolata La fête du Monsieur Orphée.
L'autore
Nato a Siviglia nel 1978, Javier Márquez Sánchez è scrittore, giornalista e grande esperto di musica rock. Ha pubblicato alcuni saggi dedicati a Bruce Springsteen, Neil Young, Simon & Garfunkel, ed Elvis Priesley. Attualmente è vicedirettore della rivista Cambio 16 e collabora con varie altre testate.
La festa di Orfeo è il suo primo romanzo, omaggio all'horror britannico degli anni Sessanta, al Giallo classico e alla passione per il cinema.
www.javiermarquezsanchez.com
Da La festa di Orfeo:
«Molto bene». Carmichael si alzò e prese a camminare avanti e indietro nello studio. «Lasciamo stare il passato e concentriamoci sul presente. Dimentichiamoci anche dei poteri supposti di quella pellicola e degli effetti che potrebbe avere. Arthur, dimmi, che attrattiva potrebbe esercitare su degli squilibrati con credenze sataniche?»
«Che attrattiva potrebbe esercitare su un cattolico fondamentalista il calice dell'Ultima Cena? Anzi, ancor di più: cosa sarebbe disposto a fare il Vaticano per un documento scritto da Gesù di Nazareth in persona?»
«Santo Cielo!»
«Fai bene a rivolgerti in alto, ne avrai bisogno. Tieni conto che stiamo parlando dell'opera maestra di Satana, della sintesi della sua conoscenza, della chiave d'entrata al suo regno. Aggiungi pure che - dato che nel sottrarre la pellicola a Boulanger, Whittington la rubava in un qualche modo a Satana in persona - chi dovesse recuperarla ascenderà automaticamente al ruolo di principe tra gli eletti».
Dalla prefazione "Nuovo cinema Inferno":
C'è però un terzo "tavolo" su cui Javier Márquez Sánchez conduce il suo gioco allegro: ed è quello, se così si può dire, di una peculiare ibericità. Qualcosa che non riguarda soltanto il rapporto con il cinema - anche se il richiamo alla grande tradizione horror spagnola s'impone [.]. Con un fantastico fortemente condizionato dall'eredità cattolica, da una storia pregressa [.] e da una vocazione persino più popolare, "ingenua" e aperta all'exploitation rispetto alle parallele esperienze anglosassoni, francofone o italiche. E per contro capace di elaborare la forte attrazione verso i modelli stranieri quale stimolo a rileggerli creativamente, con risultati di grande originalità.
Dati tecnici del volume:
Collana: Nuovi Incubi
Prezzo: 17,00 euro, brossura
Pagg.: 292
ISBN: 978-88-89541-56-2
Dal 1° giugno 2011 in libreria: “La Festa di Orfeo”.
Romanzo horror di Javier Márquez Sánchez: il primo horror spagnolo targato Gargoyle.
Traduzione di Giancarlo De Crescenzo.
Prefazione di Franco Pezzini e Angelica Tintori.
"Un delitto dantesco, un sagace investigatore, un attore impegnato a imparare cosa sia la paura e una pellicola maledetta, causa di morte e devastazione.
Un romanzo denso di humour nero, passione cinefila e mistero".
Il libro
1956: l'Inghilterra è sconvolta dalla raccapricciante strage di Longtown, avvenuta alla frontiera scozzese. Centinaia di bambini sono stati uccisi selvaggiamente: i loro corpi - violati e mutilati come a osservare un macabro e arcano rituale - sono stati trovati carbonizzati e aggrovigliati in un'aberrante piramide umana, rinvenuta nella chiesa del villaggio. Era qui che i piccoli si erano riuniti per vedere la proiezione di un film su invito del parroco locale, anch'esso assassinato. Il Governo dispiega tutte le sue forze in pompa magna: l'Esercito, teso ad assicurare il massimo stato di protezione agli abitanti della contea, gli esperti scientifici, impegnati a fare ogni tipo di rilievo, e naturalmente gli agenti di Scotland Yard, pronti a imbastire un'indagine a 360°. Chiamati a occuparsi del caso sono Andrew Carmichael, ispettore dal fiuto ineguagliabile per casi un po' fuori dalla norma, e il suo assistente Harry Logan.
Nello stesso tempo, una piccola casa cinematografica, la Hammer, decide di cimentarsi nel rilancio della filmografia horror producendo un'innovativa versione a colori del Frankenstein con la regia di Terence Fisher. Ne sarà protagonista Peter Cushing: per entrare nella parte, però, è previsto che l'attore segua un peculiare apprendistato: egli dovrà essere capace di incutere realisticamente il terrore nel pubblico oramai smaliziato del secondo dopoguerra, e, per farlo, dovrà venire in contatto con le fondamenta della paura umana più ancestrale, al punto da essere in grado di attraversarla: solo in quanto capace di sostenere direttamente l'incontro col terrore, infatti, Cushing potrà essere considerato dagli spettatori interprete credibile dell'inquietante nobile scienziato. Nella sua preparazione sui generis, il popolare attore s'imbatterà in due ciceroni dalle personalità antitetiche - il professor Arthur Aberline, eminente storico, esperto di aspetti antropologici e religiosi, e lord Sherrinford Meinster, demonologo e collezionista spasmodico di tutto ciò che è legato al Maligno - e finirà coinvolto, suo malgrado, nell'inchiesta - frattanto spostatasi a Londra, scenario di altri delitti - condotta dai poliziotti Carmichael e Logan; inchiesta che porta a una misteriosa pellicola risalente agli anni del Cinema muto, intitolata La fête du Monsieur Orphée.
L'autore
Nato a Siviglia nel 1978, Javier Márquez Sánchez è scrittore, giornalista e grande esperto di musica rock. Ha pubblicato alcuni saggi dedicati a Bruce Springsteen, Neil Young, Simon & Garfunkel, ed Elvis Priesley. Attualmente è vicedirettore della rivista Cambio 16 e collabora con varie altre testate.
La festa di Orfeo è il suo primo romanzo, omaggio all'horror britannico degli anni Sessanta, al Giallo classico e alla passione per il cinema.
www.javiermarquezsanchez.com
Da La festa di Orfeo:
«Molto bene». Carmichael si alzò e prese a camminare avanti e indietro nello studio. «Lasciamo stare il passato e concentriamoci sul presente. Dimentichiamoci anche dei poteri supposti di quella pellicola e degli effetti che potrebbe avere. Arthur, dimmi, che attrattiva potrebbe esercitare su degli squilibrati con credenze sataniche?»
«Che attrattiva potrebbe esercitare su un cattolico fondamentalista il calice dell'Ultima Cena? Anzi, ancor di più: cosa sarebbe disposto a fare il Vaticano per un documento scritto da Gesù di Nazareth in persona?»
«Santo Cielo!»
«Fai bene a rivolgerti in alto, ne avrai bisogno. Tieni conto che stiamo parlando dell'opera maestra di Satana, della sintesi della sua conoscenza, della chiave d'entrata al suo regno. Aggiungi pure che - dato che nel sottrarre la pellicola a Boulanger, Whittington la rubava in un qualche modo a Satana in persona - chi dovesse recuperarla ascenderà automaticamente al ruolo di principe tra gli eletti».
Dalla prefazione "Nuovo cinema Inferno":
C'è però un terzo "tavolo" su cui Javier Márquez Sánchez conduce il suo gioco allegro: ed è quello, se così si può dire, di una peculiare ibericità. Qualcosa che non riguarda soltanto il rapporto con il cinema - anche se il richiamo alla grande tradizione horror spagnola s'impone [.]. Con un fantastico fortemente condizionato dall'eredità cattolica, da una storia pregressa [.] e da una vocazione persino più popolare, "ingenua" e aperta all'exploitation rispetto alle parallele esperienze anglosassoni, francofone o italiche. E per contro capace di elaborare la forte attrazione verso i modelli stranieri quale stimolo a rileggerli creativamente, con risultati di grande originalità.
Dati tecnici del volume:
Collana: Nuovi Incubi
Prezzo: 17,00 euro, brossura
Pagg.: 292
ISBN: 978-88-89541-56-2
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Notizie
martedì 24 maggio 2011
JACULA: SUONI DELL'OLTRETOMBA
Molti lettori de IL MONDO DI EDU, sanno che ho anche un blog musicale (devoto al Vero Rock) intitolato DISFUNZIONI SONORE.
Il blog è stato fermo per diverso tempo ma ora è tornato a pieno regime. E visto che ricevo parecchi promo di dischi pregevoli col mio lavoro in radio, nei prossimi mesi cercherò di fare uno sforzo in più per recensire album davvero meritevoli di attenzione.
Si parte con il ritorno della prog dark band Jacula dopo quasi quarant’anni.
Antonio Bartoccetti, personaggio di culto della scena horror rock italiana avrà deluso i suoi tanti estimatori?
Basta leggere qui
Il blog è stato fermo per diverso tempo ma ora è tornato a pieno regime. E visto che ricevo parecchi promo di dischi pregevoli col mio lavoro in radio, nei prossimi mesi cercherò di fare uno sforzo in più per recensire album davvero meritevoli di attenzione.
Si parte con il ritorno della prog dark band Jacula dopo quasi quarant’anni.
Antonio Bartoccetti, personaggio di culto della scena horror rock italiana avrà deluso i suoi tanti estimatori?
Basta leggere qui
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Musica Rock/ Metal
lunedì 23 maggio 2011
...E L'UFO NEI CIELI DI NAZCA!
Dopo aver segnalato strane presenze (molto probabilmente create ad arte) accanto ai monoliti di Stonehenge, completiamo il quadro riportando questo strano video amatoriale girato nei cieli di Nazca in Perù. Si parla ancora una volta di siti archeologici “misteriosi” ma ci spostiamo stavolta nel campo degli UFO.
Ho guardato il video più di una volta e devo dire che secondo il mio modestissimo parere il documento “sembrerebbe” autentico. Sia chiaro: uso il condizionale anche perché non ho i mezzi necessari per fare uno studio approfondito sul caso.
Magari qualcuno riuscirà a parlarne in maniera più approfondita e competente.
Come sempre io mi diverto solamente a segnalare e commentare.
Riporto una breve spiegazione del video, scritto in inglese su You Tube:
“Questa è senza dubbio la migliore prova sull'esistenza degli UFO mai catturata in video… Questo filmato è stato girato da un aereo turistico in volo sulle famose Linee di Nazca in Perù nel gennaio del 2011. Nessun’altro video, che io sappia, ha mai catturato un UFO da una distanza di soli 20-30 metri. Potresti non essere in grado di leggere la spiegazione, ma sicuramente puoi vedere che questo non è un buco nelle nuvole.
Ho guardato il video più di una volta e devo dire che secondo il mio modestissimo parere il documento “sembrerebbe” autentico. Sia chiaro: uso il condizionale anche perché non ho i mezzi necessari per fare uno studio approfondito sul caso.
Magari qualcuno riuscirà a parlarne in maniera più approfondita e competente.
Come sempre io mi diverto solamente a segnalare e commentare.
Riporto una breve spiegazione del video, scritto in inglese su You Tube:
“Questa è senza dubbio la migliore prova sull'esistenza degli UFO mai catturata in video… Questo filmato è stato girato da un aereo turistico in volo sulle famose Linee di Nazca in Perù nel gennaio del 2011. Nessun’altro video, che io sappia, ha mai catturato un UFO da una distanza di soli 20-30 metri. Potresti non essere in grado di leggere la spiegazione, ma sicuramente puoi vedere che questo non è un buco nelle nuvole.
Il 1 ° Gennaio 2011 una coppia di medici professionisti in viaggio in Perù, ha preso il primo volo del mattino su un piccolo aereo Cesna per osservare le famose Linee di Nazca.
Questo video è stato girato dalla finestra dell’aereo durante l’osservazione delle linee.
Il tempo era assolutamente perfetto, com’ è di solito in questa parte del deserto.
Dal nulla è apparso un oscuro e denso banco di nubi che ha investito l’aereo. I passeggeri hanno descritto grande apprensione quando il capitano ha chiesto loro di tutelarsi contro le imminenti turbolenze. Il piccolo aereo in poco tempo è stato completamente inghiottito dalle nubi.
L'uomo che stava riprendendo le Linee di Nazca ha tenuto accesa la fotocamera mentre passavano attraverso le nuvole. All’improvviso un oggetto sconosciuto a forma di disco è passato vicino all’aereo. L’uomo non si è accorto di nulla fino al mattino seguente quando, al ritorno nella loro stanza, ha rivisto il nastro. Era così sconvolto che ha caricato i segmenti del volo in condivisione sul web in modo da poter essere visti anche da altri.
In questo momento il turista si trova ancora in Perù per altri 10 giorni e non sarà disponibile per le domande fino a che non tornerà negli Stati Uniti”.
Ecco il video:
Questo video è stato girato dalla finestra dell’aereo durante l’osservazione delle linee.
Il tempo era assolutamente perfetto, com’ è di solito in questa parte del deserto.
Dal nulla è apparso un oscuro e denso banco di nubi che ha investito l’aereo. I passeggeri hanno descritto grande apprensione quando il capitano ha chiesto loro di tutelarsi contro le imminenti turbolenze. Il piccolo aereo in poco tempo è stato completamente inghiottito dalle nubi.
L'uomo che stava riprendendo le Linee di Nazca ha tenuto accesa la fotocamera mentre passavano attraverso le nuvole. All’improvviso un oggetto sconosciuto a forma di disco è passato vicino all’aereo. L’uomo non si è accorto di nulla fino al mattino seguente quando, al ritorno nella loro stanza, ha rivisto il nastro. Era così sconvolto che ha caricato i segmenti del volo in condivisione sul web in modo da poter essere visti anche da altri.
In questo momento il turista si trova ancora in Perù per altri 10 giorni e non sarà disponibile per le domande fino a che non tornerà negli Stati Uniti”.
Ecco il video:
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Mistero
domenica 22 maggio 2011
CIAO LUCIANO
Vorrei dedicarti tanti miei pensieri, raccontare al mondo i giorni strani e fantastici in cui ci siamo conosciuti a Firenze, le lunghe chiacchierate su musica, narrativa, politica e fumetti, le strade tortuose del destino che alla fine ci hanno fatto incontrare.
Vorrei descrivere il tuo sorriso sornione, le tue battute sagaci, il tuo impegno costante per la giustizia e l’uguaglianza, il tuo grande amore per gli altri, ma amico mio oggi non ci riesco.
Il tuo ricordo riempie i miei pensieri e sono travolto e annichilito.
Mi mancherai, caro Luciano. Mi mancherai…
Tante cose rimarranno di te a consolarci, rendendo il tuo ricordo vivido e fortissimo: i tuoi libri, il tuo splendido blog , i tuoi pensieri , l’affetto delle persone (e son tante) che ti hanno voluto bene.
Io & Annalisa ti terremo sempre nel cuore.
We kiss your soul goodbye!
Ciao Luciano.
Vorrei descrivere il tuo sorriso sornione, le tue battute sagaci, il tuo impegno costante per la giustizia e l’uguaglianza, il tuo grande amore per gli altri, ma amico mio oggi non ci riesco.
Il tuo ricordo riempie i miei pensieri e sono travolto e annichilito.
Mi mancherai, caro Luciano. Mi mancherai…
Tante cose rimarranno di te a consolarci, rendendo il tuo ricordo vivido e fortissimo: i tuoi libri, il tuo splendido blog , i tuoi pensieri , l’affetto delle persone (e son tante) che ti hanno voluto bene.
Io & Annalisa ti terremo sempre nel cuore.
We kiss your soul goodbye!
Ciao Luciano.
sabato 21 maggio 2011
IL FANTASMA DI STONEHENGE
Stamane, curiosando come tutti i sabato su You Tube, a caccia di argomenti misteriosi da segnalare su IL MONDO DI EDU, mi sono imbattuto in un paio di video davvero controversi.
Si tratta di due riprese amatoriali dei famosi monoliti di Stonehenge in Inghilterra e in entrambi i casi appaiono all'improvviso delle strane forme umane che poi scompaiono tra le rocce.
Fake o testimonianza autentica? Propendo per il primo anche se devo ammettere che il paesaggio è molto singolare (Stonehenge è sempre affascinante...) e entrambi i video hanno ricevuto oltre 2 milioni di visite complessive.
Ecco i filmati:
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Fantasmi
venerdì 20 maggio 2011
DARKNESS & LA NAJA!
Dicembre 1997
Sono calate da poco le tenebre e mi aggiro sconsolato e afflitto per le strade di una Sarno invernale e come sempre quasi deserta. Un paio di giorni e sarò in viaggio per Sulmona in Abruzzo.
Motivo: NAJA!
Ecco, immaginate un ventenne coi capelli lunghi e la maglietta dei My Dying Bride che tra poche ore dovrà abbandonare tutto il suo mondo (capelli, dischi, collaborazioni, band, libri) per starsene un anno chiuso in caserma: l’apocalisse dell’anima!
Per risollevarmi un po’, invece di ricorrere agli alcolici, mi ficco in una edicola, l’unico posto che in quel momento può salvarmi dalla depressione assoluta. Rovistando tra riviste e fumetti mi imbatto in DARKNESS.
In tutta onestà inizio a sfogliare il fumetto perché ha in copertina una splendida eroina sexy di nome WITCHBLADE
I due fumetti viaggeranno di pari passo nella pubblicazione regolare uscita in Italia per i tipi della Cult Comics sotto marchio Image (vedi SPAWN)/ Top Cow: praticamente il “terzo polo” del fumetto americano dopo DC e Marvel.
La forza espressiva di quei disegni, forti di un immaginario horror davvero unico, mi conquisterà da subito.
E sarà soprattutto il primo a diventare in poco tempo il personaggio simbolo di un periodo importante della mia vita: quello del servizio militare.
Protagonista di Darkness (creato da Garth Ennis, Marc Silvestri e David Whol) è Jackie Estacado, un uomo attraente e spregiudicato che lavora per la mafia di New York. A sua insaputa viene prescelto, per via genetica, ad essere il custode di un’energia enorme e maligna, chiamata “Il potere delle tenebre”.
Verrà così coinvolto in un conflitto senza esclusione di colpi tra entità secolari e società segrete, demoni e angeli, criminalità organizzata e forze della legge.
Insomma un ibrido violento e allucinato tra John Woo e John Carpenter.
Vi basti solo sapere che quando scende la notte Jackie Estacando, che è già un criminale di quelli tosti, si trasforma in Darkness, demone invincibile e onnipotente che si porta dietro una legione di mostri dallo humour nerissimo e dalla fame insaziabile.
Mi fermo qui per non rovinarvi la ricerca.
Attualmente, credo che il fumetto (quasi sempre in coppia con Witchblade) non sia più edito in Italia o per lo meno non in edicola. Ho sospeso la collezione al numero 38 (Gennaio 2001) quando la qualità delle storie era ormai calata di brutto e un autore spettacolare come Ennis (Che è stato uno dei fattori vincenti delle prime imperdibili storie) si era ormai dedicato ad altri progetti.
Segnalo infine alcuni crossover di pregevole fattura: Darkness/Batman (Agosto 1999), Darkness/Wolverine (2008) oppure Witchbalde/Medieval Spawn (Dicembre 1997).
Sono calate da poco le tenebre e mi aggiro sconsolato e afflitto per le strade di una Sarno invernale e come sempre quasi deserta. Un paio di giorni e sarò in viaggio per Sulmona in Abruzzo.
Motivo: NAJA!
Ecco, immaginate un ventenne coi capelli lunghi e la maglietta dei My Dying Bride che tra poche ore dovrà abbandonare tutto il suo mondo (capelli, dischi, collaborazioni, band, libri) per starsene un anno chiuso in caserma: l’apocalisse dell’anima!
Per risollevarmi un po’, invece di ricorrere agli alcolici, mi ficco in una edicola, l’unico posto che in quel momento può salvarmi dalla depressione assoluta. Rovistando tra riviste e fumetti mi imbatto in DARKNESS.
In tutta onestà inizio a sfogliare il fumetto perché ha in copertina una splendida eroina sexy di nome WITCHBLADE
I due fumetti viaggeranno di pari passo nella pubblicazione regolare uscita in Italia per i tipi della Cult Comics sotto marchio Image (vedi SPAWN)/ Top Cow: praticamente il “terzo polo” del fumetto americano dopo DC e Marvel.
La forza espressiva di quei disegni, forti di un immaginario horror davvero unico, mi conquisterà da subito.
E sarà soprattutto il primo a diventare in poco tempo il personaggio simbolo di un periodo importante della mia vita: quello del servizio militare.
Protagonista di Darkness (creato da Garth Ennis, Marc Silvestri e David Whol) è Jackie Estacado, un uomo attraente e spregiudicato che lavora per la mafia di New York. A sua insaputa viene prescelto, per via genetica, ad essere il custode di un’energia enorme e maligna, chiamata “Il potere delle tenebre”.
Verrà così coinvolto in un conflitto senza esclusione di colpi tra entità secolari e società segrete, demoni e angeli, criminalità organizzata e forze della legge.
Insomma un ibrido violento e allucinato tra John Woo e John Carpenter.
Vi basti solo sapere che quando scende la notte Jackie Estacando, che è già un criminale di quelli tosti, si trasforma in Darkness, demone invincibile e onnipotente che si porta dietro una legione di mostri dallo humour nerissimo e dalla fame insaziabile.
Mi fermo qui per non rovinarvi la ricerca.
Attualmente, credo che il fumetto (quasi sempre in coppia con Witchblade) non sia più edito in Italia o per lo meno non in edicola. Ho sospeso la collezione al numero 38 (Gennaio 2001) quando la qualità delle storie era ormai calata di brutto e un autore spettacolare come Ennis (Che è stato uno dei fattori vincenti delle prime imperdibili storie) si era ormai dedicato ad altri progetti.
Segnalo infine alcuni crossover di pregevole fattura: Darkness/Batman (Agosto 1999), Darkness/Wolverine (2008) oppure Witchbalde/Medieval Spawn (Dicembre 1997).
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Fumetti
mercoledì 18 maggio 2011
MOSHPIT SPECIALE PROG & DOOM
Domani sarò fuori tutta la giornata e non potrò aggiornare il blog in tempo reale quindi anticipo una notizia succosa che di sicuro farà esultare di gioia tutti gli amanti della sonorità oscure sopra menzionate:
Domani sera, Giovedì 19 MAGGIO 2011, nuova straordinaria puntata di MOSHPIT.
Domani sera, Giovedì 19 MAGGIO 2011, nuova straordinaria puntata di MOSHPIT.
Puntata dedicata al Prog & Doom e non solo
Doctor Jankyll & Mister Eddie (cioè il sottoscritto!) avranno l'onore e il piacere di avere come ospiti in diretta telefonica per un'intervista in esclusiva ANTONIO BARTOCCETTI (Jacula, Antonius Rex) e MARIO DI DONATO (The Black).
Prevista anche la Extreme Zone.
Come sempre puntata da non perdere per gli amanti della musica underground e non solo.
Vi aspettiamo al solito orario ( 21:00) sempre su Radio Base.
Doctor Jankyll & Mister Eddie (cioè il sottoscritto!) avranno l'onore e il piacere di avere come ospiti in diretta telefonica per un'intervista in esclusiva ANTONIO BARTOCCETTI (Jacula, Antonius Rex) e MARIO DI DONATO (The Black).
Prevista anche la Extreme Zone.
Come sempre puntata da non perdere per gli amanti della musica underground e non solo.
Vi aspettiamo al solito orario ( 21:00) sempre su Radio Base.
Streaming audio e video: www.radiobase.fm
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Moshpit
BURNING BRIGHT - CARLOS BROOKS (2010)
Regia: Carlos Brooks
Attori:Garrett Dillahunt, Briana Evigan, Charlie Tahan
Anno: 2010
Genere: Thriller, USA
Sinossi
La giovane universitaria Kelly e il suo fratellino autistico si ritrovano chiusi nella propria casa, con porte e finestre sbarrate, mentre fuori imperversa un terribile uragano. Dopo una notte agitata un altro orrore inizia a percuotere le loro menti: un’enorme e affamata tigre si aggira indisturbata all’interno dell’abitazione…
Considerazioni
Ieri l’altro parlavamo di “Mitologia della Pantera Nera” e la sera stessa su Mediaset Premium, in seconda serata, mi imbatto in questo filmetto americano che ha come protagonista una tigre! Coincidenza significativa. Immaginate di vivere in una villa abbastanza isolata! Immaginate che qualcuno a vostra insaputa, mentre dormite, spranghi porte e finestre isolandovi dal mondo! Immaginate di scendere le scale di casa e notare una tigre che passeggia indisturbata nel soggiorno! Io morirei di infarto prima che il felino possa sbranarmi, poco ma sicuro. L’idea di Carlos Brooks, regista quasi all’esordio, è quantomeno vincente. Pochi effetti speciali e suspence che ti ghiaccia il sangue nelle vene con il classico gioco del “rimpiattino con il mostro”.
In effetti parliamo di Serie B purissima, come si vedeva un tempo sui canali privati quando Italia Uno non passava Notte Horror. Un lavoro di artigianato che punta su pochi dettagli che lasciano completamente segno. La parte iniziale quando il proprietario(?) della tigre (sembra Meat Loaf!) racconta al futuro acquirente che ha richiesto “un animale cattivo” per un safari turistico, l’inaspettata aggressione a un cavallo durante uno spettacolo circense, è un incubo ad occhi aperti. Chi da ragazzino, osservando le tigri al circo, non ha avuto un brivido immaginando la fuga sanguinaria dell’animale tra la folla?
Brooks gioca con le paure dell’uomo comune e risulta più credibile di tanti cineasti dal budget miliardario. Non aspettatevi dialoghi brillanti o una trama perfetta: siete fuori strada. Il film ha molte pecche tra cui un finale troppo prevedibile. Ma nel complesso tiene incollati allo schermo fino alla fine e di questi tempi è già un pregio non indifferente. E poi, come ben sapete, alle storie di felini misteriosi e sanguinari non posso assolutamente rinunciare.
“Burning Bright” una visione la merita. Punto.
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Film
martedì 17 maggio 2011
HORROR ROCK: RECENSIONE SU HORROR.IT
È sempre emozionante ricevere una recensione positiva del proprio libro. Ma quando traspare l’entusiasmo e la carica emotiva del recensore nell’aver apprezzato sul serio il proprio lavoro di mesi e mesi…Allora davvero non ci sono parole.
Questa volta parliamo di Horror.it : storico sito italiano (nato nel lontano 1996) dedicato all’Horror tout court.
Qui potete leggere la recensione ad opera di Luna Saracino.
Stay (Horror) Rock!
Questa volta parliamo di Horror.it : storico sito italiano (nato nel lontano 1996) dedicato all’Horror tout court.
Qui potete leggere la recensione ad opera di Luna Saracino.
Stay (Horror) Rock!
Comunicazione di servizio: ho raggruppato alcune recensioni e articoli in cinque grandi aree tematiche che trovate nella colonna destra del blog:
- Dossier Pantera Nera
- Dossier Il Vampiro di Bassavilla
- Dossier Fantasmi
- Speciale Norvegia
- Speciale Tiziano Sclavi
Verranno aggiornati nel tempo con altro materiale.
Buona lettura!
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Horror Rock
lunedì 16 maggio 2011
MITOLOGIA DELLA PANTERA NERA
È un po’ di tempo che non si hanno notizie di avvistamenti del nostro amato felino sul territorio italiano.
L’ultimo caso a noi noto è quello della Pantera di Palermo mistero che a quanto pare sembra sia stato risolto
Nel mese di Marzo di quest’anno c’è stato poi il gran polverone suscitato da un presunto “video/verità” della testata giornalistica Studio Aperto che pretendeva di spiegare l’avvistamento della pantera come un semplice gatto nero. Ovviamente si trattava di una bufala architettata ad arte che è stata immediatamente smascherata dal pubblico.
Non a caso il video non è più disponibile sul loro sito. Sono riuscito solo a trovare questa foto:
Occupiamoci di un aspetto diverso di questo mistero: il mito.
Uno dei maggiori ricercatori di strani avvistamenti di animali in Italia è Christian Filagrossi, autore che ha pubblicato una doppietta di saggi molto interessanti sull’argomento:
“Animali Fantastici?” (Armenia, 2003)
“Creature impossibili” (Armenia, 2000)
Filagrossi ha studiato il fenomeno soprattutto a livello internazionale trovando tracce di avvistamenti di strani animali anche in Gran Bretagna, partendo dal famoso caso de La Bestia di Gevaudan fino ad arrivare ad alcuni avvistamenti di felini nella brughiera inglese a partire dagli anni ’20:
“Nella vecchia Albione vengono segnalati costantemente avvistamenti di grandi animali rassomiglianti a puma, linci ecc. La particolarità di questo fenomeno sta nel fatto che in Gran Bretagna gli unici felini mai esistiti sono i leoni e le tigri dai denti a sciabola…che però si sono estinti in tempi preistorici. Il solo felino che nel Regno Unito assomiglia ad animali del genere è il cosiddetto gatto selvatico scozzese, che tuttavia non è poi molto più grande di un comune micio domestico , e dunque non può essere ritenuto la causa dei numerosi avvistamenti ”.
Come si spiega allora tutta questa casistica sia italiana che estera legata al fenomeno della pantera in luoghi in cui non dovrebbe assolutamente esserci?
Al di là della mitologia metropolitana che tende a spiegare il fenomeno legandolo a fatti di cronaca locale e non, come la fuga dell’animale da un circo o dalla villa di un ricco possidente (e leggendo le notizie attuali c’è da crederci sul serio…) è il Cicap che di recente ha dato una spiegazione quantomeno controversa.
Così scrivono sul sito Query, rivista ufficiale dedicata all’indagine sui “Mysteri”:
“Indipendentemente da ogni considerazione sull’esistenza reale dell’animale, si può osservare che la figura del felino è diventata in breve tempo oggetto di una serie di narrazioni orali molto simili a quelle sviluppatesi in analoghe situazioni in altre località e che sono state riprese, fissate e rilanciate dai media locali: narrazioni che presuppongono l’esistenza della pantera e che, oltre a fornire la cornice interpretativa per stimoli ambigui (il gatto di cui si è detto), servono a dare un senso a quanto sta accadendo: la storia del presunto proprietario che non sarebbe nuovo ad episodi del genere, quella del cavallo sbranato a San Martino delle Scale (diffusasi nei primi giorni e poi smentita dalla Forestale), quella del numero di animali coinvolti (che sarebbero due, per spiegare le differenti descrizioni); ma anche narrazioni orali appartenenti a quella che i folkloristi anglosassoni hanno definito traditions of disbelief, che, invece, presentano quanto sta avvenendo come il frutto di errori, cattive interpretazioni, esagerazioni. Sul piano delle prove concrete, non esistono fotografie o filmati che dimostrino in modo sicuro la presenza di un grosso felino, nonostante le testimonianze riferiscano che l’animale sarebbe rimasto nello stesso posto anche per venti minuti; non risultano denunce di smarrimento (anche se questo sarebbe spiegabile con il fatto che in Italia la custodia di grossi felini è vietata da una legge del 1997) ma nemmeno altre evidenze sull’origine dell’animale; e la trappola che è stata montata con un ignaro maialino come esca vivente non ha dato nessun risultato, a parte le proteste della Lega antivivisezione”.
Insomma non ci sarebbe nessuna prova certa dell’esistenza di una pantera che si aggira nelle campagne del Bel Paese, da Torino a Palermo, passando per Lazio, Campania e Puglia.
Solo una serie di mistificazioni ed esagerazioni legate all’immaginazione di buontemponi o scrittori mancati. Dobbiamo credere a questa ardita teoria?
Ci viene ancora incontro Christian Filagrossi che nel suo saggio “Animali Fantastici?” cita alcune teorie del ricercatore inglese Jan Williams, il quale attraverso i suoi studi è riuscito a rintracciare testimonianze di avvistamenti del genere fino gli inizi del XVIII Secolo. Secondo Williams, sin dall’epoca georgiana, era considerato simbolo di lusso e agiatezza per i signorotti inglesi di campagna, avere nella propria tenuta un animale esotico. Quindi parecchi degli esemplari che sono stati visti aggirarsi nella brughiera sarebbero scappati, riuscendo prima a ritagliarsi una nicchia all’interno dell’ecosistema britannico, poi a sopravvivere e a riprodursi indisturbati. Possibile? Probabile.
E se guardiamo alla cronaca nera nostrana l’ipotesi è più che plausibile.
Qui a IL MONDO DI EDU ne siamo certi: si parlerà (e parleremo) della Pantera Nera ancora, ancora e ancora.
L’ultimo caso a noi noto è quello della Pantera di Palermo mistero che a quanto pare sembra sia stato risolto
Nel mese di Marzo di quest’anno c’è stato poi il gran polverone suscitato da un presunto “video/verità” della testata giornalistica Studio Aperto che pretendeva di spiegare l’avvistamento della pantera come un semplice gatto nero. Ovviamente si trattava di una bufala architettata ad arte che è stata immediatamente smascherata dal pubblico.
Non a caso il video non è più disponibile sul loro sito. Sono riuscito solo a trovare questa foto:
Occupiamoci di un aspetto diverso di questo mistero: il mito.
Uno dei maggiori ricercatori di strani avvistamenti di animali in Italia è Christian Filagrossi, autore che ha pubblicato una doppietta di saggi molto interessanti sull’argomento:
“Animali Fantastici?” (Armenia, 2003)
“Creature impossibili” (Armenia, 2000)
Filagrossi ha studiato il fenomeno soprattutto a livello internazionale trovando tracce di avvistamenti di strani animali anche in Gran Bretagna, partendo dal famoso caso de La Bestia di Gevaudan fino ad arrivare ad alcuni avvistamenti di felini nella brughiera inglese a partire dagli anni ’20:
“Nella vecchia Albione vengono segnalati costantemente avvistamenti di grandi animali rassomiglianti a puma, linci ecc. La particolarità di questo fenomeno sta nel fatto che in Gran Bretagna gli unici felini mai esistiti sono i leoni e le tigri dai denti a sciabola…che però si sono estinti in tempi preistorici. Il solo felino che nel Regno Unito assomiglia ad animali del genere è il cosiddetto gatto selvatico scozzese, che tuttavia non è poi molto più grande di un comune micio domestico , e dunque non può essere ritenuto la causa dei numerosi avvistamenti ”.
Come si spiega allora tutta questa casistica sia italiana che estera legata al fenomeno della pantera in luoghi in cui non dovrebbe assolutamente esserci?
Al di là della mitologia metropolitana che tende a spiegare il fenomeno legandolo a fatti di cronaca locale e non, come la fuga dell’animale da un circo o dalla villa di un ricco possidente (e leggendo le notizie attuali c’è da crederci sul serio…) è il Cicap che di recente ha dato una spiegazione quantomeno controversa.
Così scrivono sul sito Query, rivista ufficiale dedicata all’indagine sui “Mysteri”:
“Indipendentemente da ogni considerazione sull’esistenza reale dell’animale, si può osservare che la figura del felino è diventata in breve tempo oggetto di una serie di narrazioni orali molto simili a quelle sviluppatesi in analoghe situazioni in altre località e che sono state riprese, fissate e rilanciate dai media locali: narrazioni che presuppongono l’esistenza della pantera e che, oltre a fornire la cornice interpretativa per stimoli ambigui (il gatto di cui si è detto), servono a dare un senso a quanto sta accadendo: la storia del presunto proprietario che non sarebbe nuovo ad episodi del genere, quella del cavallo sbranato a San Martino delle Scale (diffusasi nei primi giorni e poi smentita dalla Forestale), quella del numero di animali coinvolti (che sarebbero due, per spiegare le differenti descrizioni); ma anche narrazioni orali appartenenti a quella che i folkloristi anglosassoni hanno definito traditions of disbelief, che, invece, presentano quanto sta avvenendo come il frutto di errori, cattive interpretazioni, esagerazioni. Sul piano delle prove concrete, non esistono fotografie o filmati che dimostrino in modo sicuro la presenza di un grosso felino, nonostante le testimonianze riferiscano che l’animale sarebbe rimasto nello stesso posto anche per venti minuti; non risultano denunce di smarrimento (anche se questo sarebbe spiegabile con il fatto che in Italia la custodia di grossi felini è vietata da una legge del 1997) ma nemmeno altre evidenze sull’origine dell’animale; e la trappola che è stata montata con un ignaro maialino come esca vivente non ha dato nessun risultato, a parte le proteste della Lega antivivisezione”.
Insomma non ci sarebbe nessuna prova certa dell’esistenza di una pantera che si aggira nelle campagne del Bel Paese, da Torino a Palermo, passando per Lazio, Campania e Puglia.
Solo una serie di mistificazioni ed esagerazioni legate all’immaginazione di buontemponi o scrittori mancati. Dobbiamo credere a questa ardita teoria?
Ci viene ancora incontro Christian Filagrossi che nel suo saggio “Animali Fantastici?” cita alcune teorie del ricercatore inglese Jan Williams, il quale attraverso i suoi studi è riuscito a rintracciare testimonianze di avvistamenti del genere fino gli inizi del XVIII Secolo. Secondo Williams, sin dall’epoca georgiana, era considerato simbolo di lusso e agiatezza per i signorotti inglesi di campagna, avere nella propria tenuta un animale esotico. Quindi parecchi degli esemplari che sono stati visti aggirarsi nella brughiera sarebbero scappati, riuscendo prima a ritagliarsi una nicchia all’interno dell’ecosistema britannico, poi a sopravvivere e a riprodursi indisturbati. Possibile? Probabile.
E se guardiamo alla cronaca nera nostrana l’ipotesi è più che plausibile.
Qui a IL MONDO DI EDU ne siamo certi: si parlerà (e parleremo) della Pantera Nera ancora, ancora e ancora.
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Dossier Pantera Nera,
Mistero
domenica 15 maggio 2011
365 RACCONTI HORROR PER UN ANNO IN STORE!
Oggi è Domenica, giorno di relax (più o meno...) quindi passo a una segnalazione veloce che mi riguarda: da oggi 15 Maggio 2011 è disponibile presso Delos Books la nuova Antologia di genere "365 Racconti Horror per un anno" curata dal noto scrittore Franco Forte.
All'interno troverete un mio nuovo racconto (in tema Zombie, guarda caso...) al giorno 14 Dicembre (che è poi il mio compleanno) col titolo di "Lettera di un disertore".
Questa la sinossi del libro:
365 autori. 365 racconti. 365 declinazioni dell'horror. La seconda antologia di Delos Books che fa seguito al clamoroso successo della "365 racconti erotici per un anno", e che propone al pubblico un numero sorprendente di brevissimi racconti del terrore, tutti da non perdere!
Dopo il successo dell'antologia 365 racconti erotici per un anno, un'altra impresa quasi impossibile messa in campo da Delos Books: una raccolta di 365 racconti horror selezionati fra migliaia che hanno partecipato alle selezioni sul forum della Writers Magazine Italia.
L'esperimento non solo è riuscito anche questa volta, ma conferma che in Italia esistono autori di grande valore, capaci di esprimersi in più generi letterari a una qualità che non ha nulla da invidiare a quella dei maestri anglosassoni.
Nell'antologia, oltre a decine di autori al loro esordio letterario, anche un gruppo di scrittori professionisti di primissimo piano, che hanno dato il loro contributo a quest'altra pietra miliare della letteratura breve del nostro Paese.
Con racconti di Alan D. Altieri, Danilo Arona, Cristiana Astori,Barbara Baraldi, Alfredo Castelli, Patrizia Debicke, Graziano Diana,Stefano Di Marino, Giulio Leoni, Enrico Luceri, Mauro Marcialis, E. & M. Martignoni, Giancarlo Marzano, Novelli & Zarini, Marilù Oliva, Alda Teodorani, Dario Tonani, Andrea Villanicon l'esordio letterario di FEDERICO ZAMPAGLIONE leader dei TIROMANCINO...e Altri 346 Autori.
Per ordinare il libro basta cliccare sulla copertina del libro nella colonna destra del blog.
Ci risentiamo domani con un mistero che su IL MONDO DI EDU è sempre seguito con interesse.
All'interno troverete un mio nuovo racconto (in tema Zombie, guarda caso...) al giorno 14 Dicembre (che è poi il mio compleanno) col titolo di "Lettera di un disertore".
Questa la sinossi del libro:
365 autori. 365 racconti. 365 declinazioni dell'horror. La seconda antologia di Delos Books che fa seguito al clamoroso successo della "365 racconti erotici per un anno", e che propone al pubblico un numero sorprendente di brevissimi racconti del terrore, tutti da non perdere!
Dopo il successo dell'antologia 365 racconti erotici per un anno, un'altra impresa quasi impossibile messa in campo da Delos Books: una raccolta di 365 racconti horror selezionati fra migliaia che hanno partecipato alle selezioni sul forum della Writers Magazine Italia.
L'esperimento non solo è riuscito anche questa volta, ma conferma che in Italia esistono autori di grande valore, capaci di esprimersi in più generi letterari a una qualità che non ha nulla da invidiare a quella dei maestri anglosassoni.
Nell'antologia, oltre a decine di autori al loro esordio letterario, anche un gruppo di scrittori professionisti di primissimo piano, che hanno dato il loro contributo a quest'altra pietra miliare della letteratura breve del nostro Paese.
Con racconti di Alan D. Altieri, Danilo Arona, Cristiana Astori,Barbara Baraldi, Alfredo Castelli, Patrizia Debicke, Graziano Diana,Stefano Di Marino, Giulio Leoni, Enrico Luceri, Mauro Marcialis, E. & M. Martignoni, Giancarlo Marzano, Novelli & Zarini, Marilù Oliva, Alda Teodorani, Dario Tonani, Andrea Villanicon l'esordio letterario di FEDERICO ZAMPAGLIONE leader dei TIROMANCINO...e Altri 346 Autori.
Per ordinare il libro basta cliccare sulla copertina del libro nella colonna destra del blog.
Ci risentiamo domani con un mistero che su IL MONDO DI EDU è sempre seguito con interesse.
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I miei racconti
sabato 14 maggio 2011
INTERVISTA INCROCIATA SUGLI ZOMBIE
Dopo aver recensito più che positivamente “L'Alba degli Zombie. Voci dell'apocalisse: il cinema di George Romero” sono davvero contento di poter presentare ai lettori de IL MONDO DI EDU, un'intervista incrociata con tutti e tre gli autori del saggio.
Come potrete vedere ne è nata una chiacchierata davvero interessante e anche qualche piccola preview.
Buona lettura!
Premettendo che credo abbiate fatto un lavoro superlativo con questo saggio vi chiedo: c’è un aspetto dell’archetipo “Zombie” che in qualche modo vi è sfuggito a stesura ultimata?
D. A. Francamente non ti so rispondere. E con assoluta sincerità – parlo a titolo personale -, se qualcosa mi è sfuggito in relazione alla pertinenza della mia parte introduttiva, non mi sento colpevole di nulla. Percepisco il nostro lavoro come un saggio pieno di novità e di proposte di lettura altrettanto innovative. Posso dire senza remore: ma chissenefrega se ci siamo dimenticati qualcosa?
G.S. Sicuramente c’era molto altro da dire. Mi sono rimasti gli appunti nel cassetto sulla relazione tra vita e morte, e quindi sulla “nonmorte”, nella bioetica. Pensa allo struggente caso della povera Eluana Englaro in Italia, utilizzato cinicamente dal governo Berlusconi e ricalcato, anche nei dettagli, sulla campagna pro-life che era stata ordita qualche anno prima negli States dall’amministrazione di Geore W. Bush contro il corpo di Terri Schiavo. Anche quello è un caso in cui la vita e la morte e lo spazio incerto che gli si frappone, servono a stabilire relazioni di potere. Inoltre, avrei voluto approfondire meglio la relazione tra paura e controllo.
Come potrete vedere ne è nata una chiacchierata davvero interessante e anche qualche piccola preview.
Buona lettura!
Premettendo che credo abbiate fatto un lavoro superlativo con questo saggio vi chiedo: c’è un aspetto dell’archetipo “Zombie” che in qualche modo vi è sfuggito a stesura ultimata?
D. A. Francamente non ti so rispondere. E con assoluta sincerità – parlo a titolo personale -, se qualcosa mi è sfuggito in relazione alla pertinenza della mia parte introduttiva, non mi sento colpevole di nulla. Percepisco il nostro lavoro come un saggio pieno di novità e di proposte di lettura altrettanto innovative. Posso dire senza remore: ma chissenefrega se ci siamo dimenticati qualcosa?
G.S. Sicuramente c’era molto altro da dire. Mi sono rimasti gli appunti nel cassetto sulla relazione tra vita e morte, e quindi sulla “nonmorte”, nella bioetica. Pensa allo struggente caso della povera Eluana Englaro in Italia, utilizzato cinicamente dal governo Berlusconi e ricalcato, anche nei dettagli, sulla campagna pro-life che era stata ordita qualche anno prima negli States dall’amministrazione di Geore W. Bush contro il corpo di Terri Schiavo. Anche quello è un caso in cui la vita e la morte e lo spazio incerto che gli si frappone, servono a stabilire relazioni di potere. Inoltre, avrei voluto approfondire meglio la relazione tra paura e controllo.
S.P. Credo proprio di sì o per lo meno me lo auguro. Fin dall’inizio abbiamo cercato di evitare l’“effetto almanacco” mossi non dall’esigenza di stilare una guida completa allo zombie – opere di questa natura non mancano e sono per altro esaustive – né un saggio sulla esalogia zombie di Romero, ma di percorrere tre itinerari - tra i tanti possibili – nell’immaginario, tuttora mobile e in costruzione – dei morti viventi. Nel nostro viaggio sono molti gli aspetti, non certo minori, che sono rimasti fuori. Penso al rapporto tra erotismo e zombie, alla capacità dell’apocalisse undead di esacerbare gli scontri generazionali e tra i sessi, alla relazione tra morto vivente e cinematografie nazionali (vedi la gloriosa produzione italiana di qualche decennio fa o quella giapponese di oggi), ma soprattutto alla presenza zombie nell’arte contemporanea, nelle graphic novel e nei videogiochi, che hanno non poco influenzato la produzione cinematografica degli ultimi anni e alimentano senza sosta la mutazione del genere.
G.S. Sarò ingenuo, ma a me è piaciuto anche “Survival of the dead”, l’ultimo della saga zombie. Ci ho visto sfumature e sviluppi narrativi che sono importanti per capire la metafora. Nel libro ne parlo.
D.A. In teoria sfuggirebbe perché lo Zombie è meno carino del vampirello adolescente e meno addomesticabile. In pratica – ne parlo nel prologo "Perché una nuova alba" (scarica qui - Nd.Edu) – il marketing farà di tutto per arrivare a una saturazione. Ma lo Zombie, per sua natura fisiologica, è inserito nello schema “corsi e ricorsi”. Dopo la saturazione, nessuno per un po' vorrà sentirne parlare, ma lui tornerà. E' quasi matematica certezza.
G.S. Ovviamente lo zombie entra a tutti gli effetti nel tritacarne del mercato. Sta qui la sua incompiutezza. È per questo che avanza ciondolando, non parla e non sviluppa pensieri compiuti. Se riuscisse davvero a sottrarsi alla logica del profitto, non sarebbe un morto vivente!
D.A. Perché, a parte alcuni casi da salotto TV, la saggistica non tira. Figurati questa specifica che si rivolge a un target molto ristretto. Non facile da individuare perché fra gli “horroristi” italici che comperano narrativa esiste una buona fetta che non si compra nulla di saggistica, il che è a dir poco bizzarro. Stesso fenomeno per i cultori di critica cinematografica. Parecchi di costoro, coltivando materiali “alti”, disprezzano la manualistica che tratta di generi pop come l'horror
& affini... Il che è ancora più bizzarro. Sul fronte dei consumi editoriali, siamo uno strano paese, videoguidato e in grado di creare fenomeni del nulla in mezzo al
nulla.
G.S. La saggistica dei paesi anglofoni è meno ingessata, sia nella forma espressiva che nei contenuti. Hanno meno paura di sporcarsi le mani con la contemporaneità. Da noi invece l’accademia è ancora molto autoreferenziale.
S.P Il contagio è una condizione permanente, in cui siamo già immersi fino al collo. Non ho gli strumenti per prevedere quale sarà la pandemia che ci porterà davvero vicini al punto di non ritorno, ma posso giurare che ci arriveremo preparati da una infinita serie di prove generali per la fine del mondo.
Parliamo di cinema. Un vostro giudizio sincero e spassionato sull’ultima produzione di Romero. E’ ancora lo specchio della nostra società oppure un semplice esercizio di stile?
D.A. Non lo nascondo nel libro. Survival è un film stanco, logoro, con uno script che si avvita su sé stesso. Qualche idea condivisibile qua e là ma, anche sotto il profilo dello stile, un po' l'opera delude. Però forse è proprio per questo che, a dispetto persino dello stesso Romero, il film riesce ancora a essere uno specchio dell'attuale momento sociale. Viviamo in tempi di mostruosa mediocrità...Appunto, Survival...
D.A. Non lo nascondo nel libro. Survival è un film stanco, logoro, con uno script che si avvita su sé stesso. Qualche idea condivisibile qua e là ma, anche sotto il profilo dello stile, un po' l'opera delude. Però forse è proprio per questo che, a dispetto persino dello stesso Romero, il film riesce ancora a essere uno specchio dell'attuale momento sociale. Viviamo in tempi di mostruosa mediocrità...Appunto, Survival...
G.S. Sarò ingenuo, ma a me è piaciuto anche “Survival of the dead”, l’ultimo della saga zombie. Ci ho visto sfumature e sviluppi narrativi che sono importanti per capire la metafora. Nel libro ne parlo.
S.P. Credo che sia "Diary of the Dead" - che da un lato riporta l’apocalisse nel mondo, per strada, in viaggio, e dall’altra la rende comprensibile solo attraverso il filtro di una miriade di schermi, scandagliando non superficialmente il ruolo di media nella costruzione del nostro agire sulla realtà - sia "Survival of the Dead", che gioca nello scacchiere della dicotomia tra natura umana e zombie una partita sul senso dell’identità, vadano ben oltre l’esercizio di stile.
La figura letteraria e cinematografica dello Zombie si sta avviando, come il Vampiro, a una certa saturazione di mercato o sfugge, secondo voi, da ogni logica consumistica?
La figura letteraria e cinematografica dello Zombie si sta avviando, come il Vampiro, a una certa saturazione di mercato o sfugge, secondo voi, da ogni logica consumistica?
D.A. In teoria sfuggirebbe perché lo Zombie è meno carino del vampirello adolescente e meno addomesticabile. In pratica – ne parlo nel prologo "Perché una nuova alba" (scarica qui - Nd.Edu) – il marketing farà di tutto per arrivare a una saturazione. Ma lo Zombie, per sua natura fisiologica, è inserito nello schema “corsi e ricorsi”. Dopo la saturazione, nessuno per un po' vorrà sentirne parlare, ma lui tornerà. E' quasi matematica certezza.
G.S. Ovviamente lo zombie entra a tutti gli effetti nel tritacarne del mercato. Sta qui la sua incompiutezza. È per questo che avanza ciondolando, non parla e non sviluppa pensieri compiuti. Se riuscisse davvero a sottrarsi alla logica del profitto, non sarebbe un morto vivente!
S.P Lo zombie per sua natura non può fare a meno di diffondersi senza sosta, arrivare ovunque, divorare tutto quello che si trova davanti finché non ne rimane più nulla. Queste caratteristiche lo rendono un meme tanto più resistente quanto più parossistica è la sua dissipazione e irreversibile la cannibalizzazione delle sue vittime. Sotto le sue fauci il romanzo vittoriano, la sit com, la narrativa fantasy e quella rosa, la fiction per ragazzi, il romanzo storico, la musica pop, la pubblicità, il saggio sociopolitico (etc, etc…) soccombono, ma ovviamente gli zombie tornano a vivere, in forme più resistenti, più aggressive, più innovative che veicolano nuove tipologie – anche loro più infestanti e voraci – di non vita. In quest’ottica la saturazione non è poi la fine del mondo, anzi. Dopotutto in ogni narrazione zombie è proprio quando quest’ultimi avvolgono ogni angolo e l’umanità sembra arrivata a un punto morto che la storia si fa interessante.
Perché in Italia, a differenza dei paesi anglofoni, c’è poca saggistica sull'argomento? Eppure in un certo senso il tema ci appartiene se guardiamo al passato…
D.A. Perché, a parte alcuni casi da salotto TV, la saggistica non tira. Figurati questa specifica che si rivolge a un target molto ristretto. Non facile da individuare perché fra gli “horroristi” italici che comperano narrativa esiste una buona fetta che non si compra nulla di saggistica, il che è a dir poco bizzarro. Stesso fenomeno per i cultori di critica cinematografica. Parecchi di costoro, coltivando materiali “alti”, disprezzano la manualistica che tratta di generi pop come l'horror
& affini... Il che è ancora più bizzarro. Sul fronte dei consumi editoriali, siamo uno strano paese, videoguidato e in grado di creare fenomeni del nulla in mezzo al
nulla.
G.S. La saggistica dei paesi anglofoni è meno ingessata, sia nella forma espressiva che nei contenuti. Hanno meno paura di sporcarsi le mani con la contemporaneità. Da noi invece l’accademia è ancora molto autoreferenziale.
S.P Nei paesi anglosassoni è accettato che un’icona cinematografica come lo zombie abiti a tal punto la realtà da divenire l’oggetto e il soggetto della riflessione scientifica, epidemiologica, sociologica, filosofica. Quando questo salto concettuale diverrà prassi qui da noi la saggistica critica scoprirà nuovi modi di parlare di mostri che ritornano dalla tomba.
Ho definito il vostro saggio come un “pamphlet” per i temi coraggiosi che avete affrontato. Siete d’accordo con questa definizione o reclamate un’identità letteraria differente?
D.A Ognuno mi può definire come crede. Io non mi definisco mai. Poi qui siamo in tre... Hai voglia. Grazie comunque per la tua definizione che apprezzo.
G.S. Capisco in che senso hai usato quel termine, volevi farci un complimento cogliendo l’urgenza di aggredire problemi che sono sotto i nostri occhi. Ma il pamphlet ha anche dei “nemici” immediati, è costruito per alimentare una campagna politica e sociale, per essere usato direttamente nella battaglia. Nel caso del nostro libro non è proprio così.
S.P Se l’urgenza con cui ci siamo sentiti “chiamati” a dover rendere conto dell’invasione zombie, la passione con cui ci siamo dedicati al tema e – parlo per me – persino lo stile, a tratti, barricadiero, possono a buon diritto far rientrare i nostri scritti nel genere credo che manchi loro un requisito fondamentale per un pamphlet che si rispetti: non abbiamo mai pensato di dover schiudere gli occhi del mondo su di una verità tanto colossale quanto incompresa. La nostra è una guida per orizzontarsi ai tempi di un’apocalisse che non ha bisogno di Cassandre, ma è già qui, scritta da una pattuglia in avanscoperta, mortalmente curiosa più che coraggiosa, che si trova già in buona – e numerosa - compagnia.
Ho definito il vostro saggio come un “pamphlet” per i temi coraggiosi che avete affrontato. Siete d’accordo con questa definizione o reclamate un’identità letteraria differente?
D.A Ognuno mi può definire come crede. Io non mi definisco mai. Poi qui siamo in tre... Hai voglia. Grazie comunque per la tua definizione che apprezzo.
G.S. Capisco in che senso hai usato quel termine, volevi farci un complimento cogliendo l’urgenza di aggredire problemi che sono sotto i nostri occhi. Ma il pamphlet ha anche dei “nemici” immediati, è costruito per alimentare una campagna politica e sociale, per essere usato direttamente nella battaglia. Nel caso del nostro libro non è proprio così.
S.P Se l’urgenza con cui ci siamo sentiti “chiamati” a dover rendere conto dell’invasione zombie, la passione con cui ci siamo dedicati al tema e – parlo per me – persino lo stile, a tratti, barricadiero, possono a buon diritto far rientrare i nostri scritti nel genere credo che manchi loro un requisito fondamentale per un pamphlet che si rispetti: non abbiamo mai pensato di dover schiudere gli occhi del mondo su di una verità tanto colossale quanto incompresa. La nostra è una guida per orizzontarsi ai tempi di un’apocalisse che non ha bisogno di Cassandre, ma è già qui, scritta da una pattuglia in avanscoperta, mortalmente curiosa più che coraggiosa, che si trova già in buona – e numerosa - compagnia.
Un avvenimento di attualità recente che può essere accostato in maniera chiara e diretta al fenomeno degli Zombie. In un futuro prossimo ci sarà la minaccia di un contagio di massa oppure siamo ancora nel campo della fiction?
D.A. I contagi di massa sono possibili. La fiction, prima di ogni altra disciplina, lo ha credo dimostrato. Sono in grado di citare un autore che conosco bene, Danilo Arona... Due anni fa così parlò un suo personaggio, Sarah Moore, la Predatrice: «Batteri, virus... Il loro DNA può essere modificato. Il che tramuta i microbi in armi biologiche letali per l’uomo, trappole genetiche non presenti in natura. Che so... un microrganismo sviluppa una virulenza impensabile. Oppure manifesta una resistenza agli antibiotici da far tremare i polsi agli infettivologi. Sono eventualità che i governanti non possono più ignorare. Perché tutto ciò è già possibile con le odierne biotecnologie, in grado di manipolare geni e cellule. Pensate... si modifica il genoma di un virus, che diventa capace di annientare il genere umano, ma nel frattempo ci si premura di costruire con le tecniche del DNA ricombinante il relativo vaccino. Così i Buoni muoiono sotto i colpi dell’Apocalisse virale e i Cattivi avanzano con gli anticorpi nel sangue. Pensate alla possibilità d’inserire nelle cellule un meccanismo genetico a tempo, capace di attivare qualche catastrofe biologica solo in certe condizioni e su determinati bersagli: gli occhi, le ghiandole sessuali, il sangue... Quante minoranze etniche potrebbero venire rese sterili con qualche falso programma vaccinale. Potreste anche pensare di direzionare queste armi non contro la popolazione, ma magari sull'ambiente e sulle risorse alimentari. Paesi interi verrebbero messi in ginocchio se il loro settore primario venisse minato così. Lo sapete che il Sudafrica già negli anni Ottanta, ai tempi dell’apartheid, aveva lavorato a un virus in grado di colpire solo la popolazione di colore, lasciando indenne quella bianca? E che da qualche anno, secondo fonti di intelligence americana. Israele starebbe lavorando a un’arma simile, capace di colpire gli arabi ma non gli ebrei? C’è poco da fare: è finita l’era del piombo. I proiettili del futuro si chiamano proteine, basi azotate. Selettive, maneggevoli, economiche. Perfette. I microbi intelligenti renderanno le armi nucleari ordigni ordigni obsoleti»... Questo lungo monologo non viene né da Sarah Moore né da me. Non è fiction. Questa è la verità dei fatti che tutti i governi del mondo ben conoscono. E' un nuovo equilibrio del terrore non più basato sulla reciproca paura nucleare, ma sulla reciproca paura del terrorismo biogenetico. Per i fan, Sarah Moore è una vampira presente nel racconto Finis Terrae 2 – Predatrix e l'antologia che lo contiene chiamasi "Fratelli di razza", a cura di Nicola Roserba. Un po' di automarketing di cui ti ringrazio, Edu.
G.S. Mike Davis, saggista che stimo molto, negli anni scorsi si è sbilanciato fino a teorizzare il contagio globale dell’aviaria. Per fortuna non è accaduto. Ma la relazione tra “immunità” e “comunità”, tra la necessità di “essere al sicuro” e l’istinto primario e vitale a mescolarsi, è alla base della nostra società.
D.A. I contagi di massa sono possibili. La fiction, prima di ogni altra disciplina, lo ha credo dimostrato. Sono in grado di citare un autore che conosco bene, Danilo Arona... Due anni fa così parlò un suo personaggio, Sarah Moore, la Predatrice: «Batteri, virus... Il loro DNA può essere modificato. Il che tramuta i microbi in armi biologiche letali per l’uomo, trappole genetiche non presenti in natura. Che so... un microrganismo sviluppa una virulenza impensabile. Oppure manifesta una resistenza agli antibiotici da far tremare i polsi agli infettivologi. Sono eventualità che i governanti non possono più ignorare. Perché tutto ciò è già possibile con le odierne biotecnologie, in grado di manipolare geni e cellule. Pensate... si modifica il genoma di un virus, che diventa capace di annientare il genere umano, ma nel frattempo ci si premura di costruire con le tecniche del DNA ricombinante il relativo vaccino. Così i Buoni muoiono sotto i colpi dell’Apocalisse virale e i Cattivi avanzano con gli anticorpi nel sangue. Pensate alla possibilità d’inserire nelle cellule un meccanismo genetico a tempo, capace di attivare qualche catastrofe biologica solo in certe condizioni e su determinati bersagli: gli occhi, le ghiandole sessuali, il sangue... Quante minoranze etniche potrebbero venire rese sterili con qualche falso programma vaccinale. Potreste anche pensare di direzionare queste armi non contro la popolazione, ma magari sull'ambiente e sulle risorse alimentari. Paesi interi verrebbero messi in ginocchio se il loro settore primario venisse minato così. Lo sapete che il Sudafrica già negli anni Ottanta, ai tempi dell’apartheid, aveva lavorato a un virus in grado di colpire solo la popolazione di colore, lasciando indenne quella bianca? E che da qualche anno, secondo fonti di intelligence americana. Israele starebbe lavorando a un’arma simile, capace di colpire gli arabi ma non gli ebrei? C’è poco da fare: è finita l’era del piombo. I proiettili del futuro si chiamano proteine, basi azotate. Selettive, maneggevoli, economiche. Perfette. I microbi intelligenti renderanno le armi nucleari ordigni ordigni obsoleti»... Questo lungo monologo non viene né da Sarah Moore né da me. Non è fiction. Questa è la verità dei fatti che tutti i governi del mondo ben conoscono. E' un nuovo equilibrio del terrore non più basato sulla reciproca paura nucleare, ma sulla reciproca paura del terrorismo biogenetico. Per i fan, Sarah Moore è una vampira presente nel racconto Finis Terrae 2 – Predatrix e l'antologia che lo contiene chiamasi "Fratelli di razza", a cura di Nicola Roserba. Un po' di automarketing di cui ti ringrazio, Edu.
G.S. Mike Davis, saggista che stimo molto, negli anni scorsi si è sbilanciato fino a teorizzare il contagio globale dell’aviaria. Per fortuna non è accaduto. Ma la relazione tra “immunità” e “comunità”, tra la necessità di “essere al sicuro” e l’istinto primario e vitale a mescolarsi, è alla base della nostra società.
S.P Il contagio è una condizione permanente, in cui siamo già immersi fino al collo. Non ho gli strumenti per prevedere quale sarà la pandemia che ci porterà davvero vicini al punto di non ritorno, ma posso giurare che ci arriveremo preparati da una infinita serie di prove generali per la fine del mondo.
I vostri impegni futuri in campo editoriale. Ci sarà ancora spazio per gli Zombie?
D.A. Sì. Ma il progetto al momento è top secret. Posso solo sbilanciarmi nel dire che si tratta di narrativa. Chi vivrà vedrà... Non lo dico a caso, l'uscita di questo lavoro è prevista per la fine del 2012...
D.A. Sì. Ma il progetto al momento è top secret. Posso solo sbilanciarmi nel dire che si tratta di narrativa. Chi vivrà vedrà... Non lo dico a caso, l'uscita di questo lavoro è prevista per la fine del 2012...
G.S. Nell’immediato, a scanso di sorprese, non penso proprio.
S.P Mi occupo di cinema e di fiction seriale, non potrei evitare gli zombie nemmeno se volessi.
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Dossier Il Vampiro di Bassavilla,
Interviste Scrittori
mercoledì 11 maggio 2011
D.ARONA, S. PASCARELLA, G. SANTORO – L'ALBA DEGLI ZOMBIE (GARGOYLE BOOKS – 2011)
Nella mia costante ricerca di libri di argomento horror tout court (non solo narrativa ma anche saggistica) difficilmente mi sono imbattuto in un saggio che affronti in maniera completa e diretta il fenomeno degli zombie.
Se all'estero (e ovviamente in lingua inglese) è facile trovare libri che affrontino l'argomento (tra i tanti ricordiamo “Encyclopedia of the undead” dell'autore irlandese Bob Curran, scritto nel 2006, oppure “Icons of Horror and Supernatural” dell'americano S.T. Joshi, 2007), in Italia la ricerca si fa molto più complicata. Tranne qualche saggio tradotto (mi viene in mente “Fenomeni. Da Atlantide agli zombi. La più completa guida al paranormale” di Brown/Harrison) e qualche sporadico studio di qualche volenteroso ricercatore nostrano (“Diversamente vivi. Zombi, vampiri, mummie, fantasmi” di Giulia Carluccio e Peppino Ortoleva, Il Castoro 2010) il tema non gode di una copiosa bibliografia.
Danilo Arona, Selene Pascarella e Giuliano Santoro cercano di colmare questa profonda lacuna, dando alle stampe questo interessantissimo “L'Alba degli Zombie. Voci dell'apocalisse: il cinema di George Romero”, un ricco pamphlet che spazia dal cinema alla politica, dall'antropologia al paranormale, dal folklore a teorie (non troppo azzardate) su pandemia e apocalisse.
Andiamo con ordine: se usiamo il termine “pamphlet “ non lo facciamo sicuramente a caso. Se prendiamo alla lettera il significato della parola (un atto di coraggio “letterario” nel dare spazio ad argomenti scomodi oppure criminalmente ignorati) allora non siamo poi così lontani dalla realtà.
L'oracolo moderno del sapere virtuale (Wikipedia) così definisce lo stato d'animo di chi prepara un Pamphlet:
“Chi scrive risponde ad un imperativo ineludibile che proviene dal proprio foro interiore, ma spesso non nutre la speranza, considerata illusoria, di poter modificare il corso della realtà. Lo stato di cose presente è visto come decadenza e corruzione rispetto ad un'età dell'oro, in genere non meglio identificata”.
Se ci pensiamo bene è una definizione che si adatta e non poco al lavoro del memorabile cineasta George Romero. I suoi zombie sono lo specchio della decadenza e della corruzione del sogno americano. Le sue storie non sono horror nel senso classico del termine (lo spiega nella splendida intervista in appendice al saggio condotta da Paolo Zelati) ma una riflessione “estrema” della nostra realtà. Un po' come il Death Metal (genere musicale) creato dal compianto Chuck Schuldiner, uno che con la morte (o meglio la non vita di “romeriana” memoria) e la decomposizione dei corpi ci andrà a nozze. Ci arriveremo...
Siamo qui per recensire e non per scrivere.
E allora Danilo Arona inizia le danza con una puntuale disamina del saga di Romero partendo dal seminale “La Notte dei Morti Viventi” (1968) fino ad arrivare all'ultimo (pessimo) “Survival of the dead”. Inutile commentare: il lavoro di Danilo è sempre superlativo, non limitandosi a inquadrare la filmografia di Romero ma toccando anche altre pellicole di genere “zombesco” da Fulci, Savini e Argento fino ad arrivare a “Rec” e “28 Giorni dopo”. Pagine che volano nel più totale divertimento.
Prima parlavamo di “pamphlet “: i lavori di Santoro e Pascarella si possono fregiare di questa audace definizione.
Giuliano Santoro si lancia in una geniale interpretazione e decodificazione della filmografia “romeriana” e dell'archetipo dello zombie pescando a piene mani da politica (citando addirittura Marx solo per fare un esempio), attualità (la guerra in Vietnam e il fenomeno della schiavizzazione dei deboli, partendo da Haiti e il Vodoo fino ad arrivare agli odierni sbarchi di clandestini nel nostro paese), musica (quanto si sarebbe potuto scrivere sul tema! Qui Santoro si limita soltanto all'immaginario Psychobilly di Cramps e affini: troppo poco a mio parere) e filosofia (Hobbes, Schmitt etc.).
Un lavoro superbo di rimandi e citazioni che di sicuro non deluderà i lettori più esigenti.
Si sbilancia sul campo medico/tossicologico e sulla politica di sicurezza nazionale (americana e mondiale) in caso di contagio la competentissima Selena Pascarella, delineando un quadro di ipotesi, congetture e strategie della sopravvivenza da far accapponare la pelle.
Quando leggerete le fitte pagine scritte dall'autrice pugliese il mondo intorno a voi non sarà più lo stesso tra pestilenze moderne, terrorismo e orrori inevitabilmente reali.
Cito un brano:
“Non respirano, non vedono, non parlano, non pensano, non reagiscono a stimoli fisici come paura e dolore, non sono in grado – o non vogliono? - eseguire altra attività che camminare e mangiare carne umana...Dopotutto la morte non è che l'inizio di un complesso processo di trasformazione del corpo. Dopo che il cuore ha smesso di battere, il sangue non viene pompato e cessa di circolare, le cellule muoiono, i muscoli si fermano ed entro tre ore si diventa rigidi, finché il progressivo deterioramento cellulare blocca la distruzione dei batteri, innescando la decomposizione”.
Una distaccata, ludica, fredda descrizione della non vita.
Nel 1984 un complicato musicista americano di nome Chuck Schuldiner dà corpo (appunto!) alla sua fissazione per la morte (sia come archetipo orrorifico che come fenomeno naturale connesso alla degenerazione dei tessuti) creando i “Death”, una delle prime death metal band americane che avrà molto a che fare con l'immaginario degli zombie. Dopo soli tre anni viene dato alle stampe il primo fondamentale album per tutto il movimento extreme metal: “Scream Gloody Gore”.
Se già il titolo (e la copertina) sembrano avere molto a che fare con l'Horror cinematografico è un brano come “Zombie Ritual” a passare alla storia come una delle prime composizioni musicali a descrivere in modo chiaro e diretto il fenomeno del contagio e del proliferare degli zombie:
Revengeful corpse out to kill
Smell the stench, your guts will spill
Vomit for a mind, maggots for a cock
With his axe the corpse will chop
Stare into his eyes
Now in his spell
Kiss the rotting flesh
Now you're in hell
Drink from the goblet, the goblet of gore
Taste the zombie's drug, now you want more
Drifting from the living, joining with the dead
Zombie dwelling maggots, now infest your head
Zombie ritual
Zombie ritual
Chuck, seppur giovane e coraggioso, non si fermerà qui approfondendo il tema in altri album come il seminale “Leprosy” (1988), un concept album non dichiarato sulla minaccia di una pestilenza mondiale che ridurrà la popolazione in esseri deformi e purulenti, simili a quelli descritti dalla Pascarella, o l'imperdibile “Human” (1991), una sentita riflessione in musica che ha come baricentro espressivo la morte come fine di ogni sentimento o pensiero umano.
Mi fermo qui altrimenti sarei irrispettoso verso gli autori de “L'Alba degli Zombie”.
Saggio che entra di buon diritto nella classifica del libri del 2011 secondo IL MONDO DI EDU.
Assolutamente da non perdere!
Se all'estero (e ovviamente in lingua inglese) è facile trovare libri che affrontino l'argomento (tra i tanti ricordiamo “Encyclopedia of the undead” dell'autore irlandese Bob Curran, scritto nel 2006, oppure “Icons of Horror and Supernatural” dell'americano S.T. Joshi, 2007), in Italia la ricerca si fa molto più complicata. Tranne qualche saggio tradotto (mi viene in mente “Fenomeni. Da Atlantide agli zombi. La più completa guida al paranormale” di Brown/Harrison) e qualche sporadico studio di qualche volenteroso ricercatore nostrano (“Diversamente vivi. Zombi, vampiri, mummie, fantasmi” di Giulia Carluccio e Peppino Ortoleva, Il Castoro 2010) il tema non gode di una copiosa bibliografia.
Danilo Arona, Selene Pascarella e Giuliano Santoro cercano di colmare questa profonda lacuna, dando alle stampe questo interessantissimo “L'Alba degli Zombie. Voci dell'apocalisse: il cinema di George Romero”, un ricco pamphlet che spazia dal cinema alla politica, dall'antropologia al paranormale, dal folklore a teorie (non troppo azzardate) su pandemia e apocalisse.
Andiamo con ordine: se usiamo il termine “pamphlet “ non lo facciamo sicuramente a caso. Se prendiamo alla lettera il significato della parola (un atto di coraggio “letterario” nel dare spazio ad argomenti scomodi oppure criminalmente ignorati) allora non siamo poi così lontani dalla realtà.
L'oracolo moderno del sapere virtuale (Wikipedia) così definisce lo stato d'animo di chi prepara un Pamphlet:
“Chi scrive risponde ad un imperativo ineludibile che proviene dal proprio foro interiore, ma spesso non nutre la speranza, considerata illusoria, di poter modificare il corso della realtà. Lo stato di cose presente è visto come decadenza e corruzione rispetto ad un'età dell'oro, in genere non meglio identificata”.
Se ci pensiamo bene è una definizione che si adatta e non poco al lavoro del memorabile cineasta George Romero. I suoi zombie sono lo specchio della decadenza e della corruzione del sogno americano. Le sue storie non sono horror nel senso classico del termine (lo spiega nella splendida intervista in appendice al saggio condotta da Paolo Zelati) ma una riflessione “estrema” della nostra realtà. Un po' come il Death Metal (genere musicale) creato dal compianto Chuck Schuldiner, uno che con la morte (o meglio la non vita di “romeriana” memoria) e la decomposizione dei corpi ci andrà a nozze. Ci arriveremo...
Siamo qui per recensire e non per scrivere.
E allora Danilo Arona inizia le danza con una puntuale disamina del saga di Romero partendo dal seminale “La Notte dei Morti Viventi” (1968) fino ad arrivare all'ultimo (pessimo) “Survival of the dead”. Inutile commentare: il lavoro di Danilo è sempre superlativo, non limitandosi a inquadrare la filmografia di Romero ma toccando anche altre pellicole di genere “zombesco” da Fulci, Savini e Argento fino ad arrivare a “Rec” e “28 Giorni dopo”. Pagine che volano nel più totale divertimento.
Prima parlavamo di “pamphlet “: i lavori di Santoro e Pascarella si possono fregiare di questa audace definizione.
Giuliano Santoro si lancia in una geniale interpretazione e decodificazione della filmografia “romeriana” e dell'archetipo dello zombie pescando a piene mani da politica (citando addirittura Marx solo per fare un esempio), attualità (la guerra in Vietnam e il fenomeno della schiavizzazione dei deboli, partendo da Haiti e il Vodoo fino ad arrivare agli odierni sbarchi di clandestini nel nostro paese), musica (quanto si sarebbe potuto scrivere sul tema! Qui Santoro si limita soltanto all'immaginario Psychobilly di Cramps e affini: troppo poco a mio parere) e filosofia (Hobbes, Schmitt etc.).
Un lavoro superbo di rimandi e citazioni che di sicuro non deluderà i lettori più esigenti.
Si sbilancia sul campo medico/tossicologico e sulla politica di sicurezza nazionale (americana e mondiale) in caso di contagio la competentissima Selena Pascarella, delineando un quadro di ipotesi, congetture e strategie della sopravvivenza da far accapponare la pelle.
Quando leggerete le fitte pagine scritte dall'autrice pugliese il mondo intorno a voi non sarà più lo stesso tra pestilenze moderne, terrorismo e orrori inevitabilmente reali.
Cito un brano:
“Non respirano, non vedono, non parlano, non pensano, non reagiscono a stimoli fisici come paura e dolore, non sono in grado – o non vogliono? - eseguire altra attività che camminare e mangiare carne umana...Dopotutto la morte non è che l'inizio di un complesso processo di trasformazione del corpo. Dopo che il cuore ha smesso di battere, il sangue non viene pompato e cessa di circolare, le cellule muoiono, i muscoli si fermano ed entro tre ore si diventa rigidi, finché il progressivo deterioramento cellulare blocca la distruzione dei batteri, innescando la decomposizione”.
Una distaccata, ludica, fredda descrizione della non vita.
Nel 1984 un complicato musicista americano di nome Chuck Schuldiner dà corpo (appunto!) alla sua fissazione per la morte (sia come archetipo orrorifico che come fenomeno naturale connesso alla degenerazione dei tessuti) creando i “Death”, una delle prime death metal band americane che avrà molto a che fare con l'immaginario degli zombie. Dopo soli tre anni viene dato alle stampe il primo fondamentale album per tutto il movimento extreme metal: “Scream Gloody Gore”.
Se già il titolo (e la copertina) sembrano avere molto a che fare con l'Horror cinematografico è un brano come “Zombie Ritual” a passare alla storia come una delle prime composizioni musicali a descrivere in modo chiaro e diretto il fenomeno del contagio e del proliferare degli zombie:
Revengeful corpse out to kill
Smell the stench, your guts will spill
Vomit for a mind, maggots for a cock
With his axe the corpse will chop
Stare into his eyes
Now in his spell
Kiss the rotting flesh
Now you're in hell
Drink from the goblet, the goblet of gore
Taste the zombie's drug, now you want more
Drifting from the living, joining with the dead
Zombie dwelling maggots, now infest your head
Zombie ritual
Zombie ritual
Chuck, seppur giovane e coraggioso, non si fermerà qui approfondendo il tema in altri album come il seminale “Leprosy” (1988), un concept album non dichiarato sulla minaccia di una pestilenza mondiale che ridurrà la popolazione in esseri deformi e purulenti, simili a quelli descritti dalla Pascarella, o l'imperdibile “Human” (1991), una sentita riflessione in musica che ha come baricentro espressivo la morte come fine di ogni sentimento o pensiero umano.
Mi fermo qui altrimenti sarei irrispettoso verso gli autori de “L'Alba degli Zombie”.
Saggio che entra di buon diritto nella classifica del libri del 2011 secondo IL MONDO DI EDU.
Assolutamente da non perdere!
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Recensioni libri
martedì 10 maggio 2011
HORROR ROCK ALLA FIERA DEL LIBRO DI TORINO
E' ufficiale! "Horror Rock, la musica delle tenebre", il mio/nostro saggio dedicato alle commistioni tra musica e Horror letterario/cinematografico/fumettistico (di recente ampiamente saccheggiato da riviste del settore, fanzine e siti specializzati: anche da questo si deduce il successo di un libro!) sarà disponibile alla Fiera Internazionale del Libro di Torino 12-16 Maggio 2011, allo stand di Arcana Edizioni.
Invito i ritardatari che passeranno alla fiera e hanno ancora dei dubbi sulla bontà del nostro lavoro, a leggere le varie recensioni sulla colonna al lato destro del blog o in alternativa questa veloce rassegna stampa:
http://ilmondodiedu.blogspot.com/2011/02/hanno-detto-di-horror-rock-la-musica.html
Come si dice dalle mia parti: accattativille!
Torna dopo una lunga pausa DISFUNZIONI SONORE, il blog musicale di EDU sul Vero Rock. Notizie, recensioni, interviste, video e tanto altro:
http://disfunzionisonore.blogspot.com/
Invito i ritardatari che passeranno alla fiera e hanno ancora dei dubbi sulla bontà del nostro lavoro, a leggere le varie recensioni sulla colonna al lato destro del blog o in alternativa questa veloce rassegna stampa:
http://ilmondodiedu.blogspot.com/2011/02/hanno-detto-di-horror-rock-la-musica.html
Come si dice dalle mia parti: accattativille!
Torna dopo una lunga pausa DISFUNZIONI SONORE, il blog musicale di EDU sul Vero Rock. Notizie, recensioni, interviste, video e tanto altro:
http://disfunzionisonore.blogspot.com/
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Horror Rock
lunedì 9 maggio 2011
AUTOPRODUZIONE & MECENATISMO
Nel weekend ho seguito con molto interesse una proposta/provocazione di Giuseppe Genna (autore milanese che non ha bisogno di presentazioni…) sulla sua pagina personale di Facebook:
“Perché pubblicare presso editori? In parte, purtroppo, anche per sopravvivere. E se il mio editore fossero 2.000 lettori/amici? Se faccio partire l'azionariato popolare più Miserabile che c'è? Come il Barça, ma per la scrittura? 2.000 persone, non una di più, per loro e solo per loro scrivo due libri l'anno, organizzo un incontro a giugno e ci si vede e si sta amici. E' come chiedere la carità: è il Mecenatismo 2.0. I diritti delle opere sono di quei 2000 lettori/amici. Costo: 1€ al mese per due anni. Mi sa che ci penso…”
L’idea in un certo senso è anche stuzzicante e con i risultati sperati potrebbe diventare geniale.
Ma ci sono una serie di interrogativi di non poco conto da risolvere:
1. I 2000 mecenati di Genna avranno la costanza (e la voglia) di finanziare un artista per ben due anni senza addurre diritti o pretese di sorta? Chi non è nei 2000 come potrà ottenere una copia del libro? A che prezzo?
2. Per 2000 lettori “paganti” ce ne saranno almeno il triplo (se non oltre) che non si faranno scrupoli a scaricare illegalmente i suoi libri in digitale. Come rimediare a un danno del genere? Come la prenderanno i lettori paganti?
3. L’autoproduzione finanziata da terzi è davvero il modo di far progredire il discorso “ebook” in Italia?
Una parziale risposta la possiamo trovare solo in un paese lontano come gli Usa dove il fenomeno del “Self – Publish” è già ampiamente sviluppato con risultati enormi se confrontati col mercato digitale italiano.
L’idea in un certo senso è anche stuzzicante e con i risultati sperati potrebbe diventare geniale.
Ma ci sono una serie di interrogativi di non poco conto da risolvere:
1. I 2000 mecenati di Genna avranno la costanza (e la voglia) di finanziare un artista per ben due anni senza addurre diritti o pretese di sorta? Chi non è nei 2000 come potrà ottenere una copia del libro? A che prezzo?
2. Per 2000 lettori “paganti” ce ne saranno almeno il triplo (se non oltre) che non si faranno scrupoli a scaricare illegalmente i suoi libri in digitale. Come rimediare a un danno del genere? Come la prenderanno i lettori paganti?
3. L’autoproduzione finanziata da terzi è davvero il modo di far progredire il discorso “ebook” in Italia?
Una parziale risposta la possiamo trovare solo in un paese lontano come gli Usa dove il fenomeno del “Self – Publish” è già ampiamente sviluppato con risultati enormi se confrontati col mercato digitale italiano.
Joe Konrath è un autore che vive a Chicago, Illinois. Ha pubblicato tantissimi romanzi di genere (Horror, Thriller etc.) tutti in formato ebook facendo dell’autoproduzione la sua bandiera.
Official page: http://www.jakonrath.com/index.htm
Così scrive nel suo blog personale:
“Per molti anni, ho detto di no all’ auto pubblicazione. Ho avuto molte buone ragioni a sostegno di questa convinzione.
1. L’auto produzione era costosa.
2. Il prodotto finale era sottostimato e inferiore.
3. I lavori auto prodotti erano impossibili da distribuire.
4. La maggior parte dei libri auto prodotti non erano restituibili.
5. La ragione per cui si ricorreva all’auto produzione era perché la scrittura non era abbastanza buona.
6. La maggior parte delle case editrici digitali erano truffaldine
Ero convinto che solo la pubblicazione tradizionale valesse il gioco.
Poi, nel 2009, mi sono accorto del Kindle.
Anche se ho cominciato a sperimentare un certo successo nell’ auto pubblicare il mio ebook, credevo ancora nelle pubblicazioni tradizionali.
Pur con tutti i suoi difetti, firmare con una grande casa editrice era ancora il miglior modo per fare più soldi e raggiungere la maggior parte dei lettori.
Ora siamo a Dicembre 2010, e io sto vendendo 1.000 ebooks al giorno, e sono pronto a cambiare idea sulla questione.
Due amici intimi hanno presentato i loro libri a grosse case editrici aspettando un’offerta.
Sono in attesa da alcuni mesi, e probabilmente si dovrà aspettare qualche mese ancora.
Pur essendo conservatore nella mia stima, questi scrittori hanno perso migliaia di dollari, e continueranno a perdere soldi ogni giorno visto che i loro libri sono ancora da valutare, piuttosto che stare su Amazon.
Vendere 1.000 ebooks al mese equivale a 24 mila dollari l'anno. Proporre un libro porta via sei mesi e una perdita di $ 12.000. Un’ attesa di18 mesi in più per un libro che sarà pubblicato è una perdita di altri $ 36.000.”
Il resto di questo interessante articolo potete leggerlo in lingua originale a questo link:
http://jakonrath.blogspot.com/2010/12/you-should-self-publish.html
Comparando le cifre, direi astronomiche per il mercato italiano, di Kornath con la proposta/provocazione di Giuseppe Genna quali scenari potrebbero aprirsi in un futuro prossimo per l’editoria digitale in Italia? Sapremo metterci al passo col mercato americano? Gli autori nostrani si dedicheranno solo ai (pochi) lettori del Bel Paese oppure avranno la forza e la convinzione di diventare autori internazionali (opere tradotte e promozione in lingua inglese)?
Ai posteri l’ardua sentenza…
Official page: http://www.jakonrath.com/index.htm
Così scrive nel suo blog personale:
“Per molti anni, ho detto di no all’ auto pubblicazione. Ho avuto molte buone ragioni a sostegno di questa convinzione.
1. L’auto produzione era costosa.
2. Il prodotto finale era sottostimato e inferiore.
3. I lavori auto prodotti erano impossibili da distribuire.
4. La maggior parte dei libri auto prodotti non erano restituibili.
5. La ragione per cui si ricorreva all’auto produzione era perché la scrittura non era abbastanza buona.
6. La maggior parte delle case editrici digitali erano truffaldine
Ero convinto che solo la pubblicazione tradizionale valesse il gioco.
Poi, nel 2009, mi sono accorto del Kindle.
Anche se ho cominciato a sperimentare un certo successo nell’ auto pubblicare il mio ebook, credevo ancora nelle pubblicazioni tradizionali.
Pur con tutti i suoi difetti, firmare con una grande casa editrice era ancora il miglior modo per fare più soldi e raggiungere la maggior parte dei lettori.
Ora siamo a Dicembre 2010, e io sto vendendo 1.000 ebooks al giorno, e sono pronto a cambiare idea sulla questione.
Due amici intimi hanno presentato i loro libri a grosse case editrici aspettando un’offerta.
Sono in attesa da alcuni mesi, e probabilmente si dovrà aspettare qualche mese ancora.
Pur essendo conservatore nella mia stima, questi scrittori hanno perso migliaia di dollari, e continueranno a perdere soldi ogni giorno visto che i loro libri sono ancora da valutare, piuttosto che stare su Amazon.
Vendere 1.000 ebooks al mese equivale a 24 mila dollari l'anno. Proporre un libro porta via sei mesi e una perdita di $ 12.000. Un’ attesa di18 mesi in più per un libro che sarà pubblicato è una perdita di altri $ 36.000.”
Il resto di questo interessante articolo potete leggerlo in lingua originale a questo link:
http://jakonrath.blogspot.com/2010/12/you-should-self-publish.html
Comparando le cifre, direi astronomiche per il mercato italiano, di Kornath con la proposta/provocazione di Giuseppe Genna quali scenari potrebbero aprirsi in un futuro prossimo per l’editoria digitale in Italia? Sapremo metterci al passo col mercato americano? Gli autori nostrani si dedicheranno solo ai (pochi) lettori del Bel Paese oppure avranno la forza e la convinzione di diventare autori internazionali (opere tradotte e promozione in lingua inglese)?
Ai posteri l’ardua sentenza…
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Opinioni
sabato 7 maggio 2011
UFO IN VACANZA A PAESTUM
Qui a IL MONDO DI EDU quando possiamo (e soprattutto quando abbiamo tempo e voglia) cerchiamo di occuparci anche di misteri tout court non lesinando una certa ironia o un certo distacco onde evitare una di essere troppo “seriosi”. La seriosità non è nelle nostre corde. Ma temi controversi come “Fantasmi” e “Ufo” su questo spazio web troveranno sempre spazio (soprattutto quelli locali ma non solo...) e saranno sviscerati nel nostro inconfondibile stile.
5 Maggio 2011
Sfogliando distrattamente le pagine del quotidiano “Il Mattino di Salerno” mi imbatto in una notizia quantomeno curiosa: “Ufo turista sui templi di Paestum”.
Così scrive la giornalista Paola Desiderio:
"Gli operatori turistici si lamentano della crisi. Ormai da alcuni anni la cittadina dei Templi avrebbe perso il suo appeal. Eppure c'è chi sostiene che per qualcuno che come scelta avrebbe addirittura il mondo intero, una delle mete preferite sarebbe proprio Peastum. C'è più di una persona che negli ultimi anni si è convinta di avere avvistato nel cielo di Capaccio degli Ufo o qualcosa di molto simile.“
Insomma una non velata affermazione che gli alieni vengono spesso a visitare i Templi di Paestum e non pagano il biglietto. E poi dicono che siamo noi meridionali che facciamo i furbi.
Torniamo seri: come scritto nell'articolo della Desiderio il 12 Ottobre del 2009, un giovane del posto avrebbe scattato col suo Nokia N70 (la marca del cellulare conta sempre...) un oggetto misterioso, sospeso sui ruderi dell'antica colonia greca.
A questo link:
5 Maggio 2011
Sfogliando distrattamente le pagine del quotidiano “Il Mattino di Salerno” mi imbatto in una notizia quantomeno curiosa: “Ufo turista sui templi di Paestum”.
Così scrive la giornalista Paola Desiderio:
"Gli operatori turistici si lamentano della crisi. Ormai da alcuni anni la cittadina dei Templi avrebbe perso il suo appeal. Eppure c'è chi sostiene che per qualcuno che come scelta avrebbe addirittura il mondo intero, una delle mete preferite sarebbe proprio Peastum. C'è più di una persona che negli ultimi anni si è convinta di avere avvistato nel cielo di Capaccio degli Ufo o qualcosa di molto simile.“
Insomma una non velata affermazione che gli alieni vengono spesso a visitare i Templi di Paestum e non pagano il biglietto. E poi dicono che siamo noi meridionali che facciamo i furbi.
Torniamo seri: come scritto nell'articolo della Desiderio il 12 Ottobre del 2009, un giovane del posto avrebbe scattato col suo Nokia N70 (la marca del cellulare conta sempre...) un oggetto misterioso, sospeso sui ruderi dell'antica colonia greca.
A questo link:
http://www.cilentonotizie.it/dettaglio/?ID=7674
troverete tutti i dettagli del caso.
Infine l'articolo si conclude con la seguente ipotesi: “non si esclude che si tratti di un insetto o di un grosso volatile”.
Fermi tutti!
Io sono stato ai templi di Paestum nell'estate del 2010 e posso confermare che per poco non venivo mangiato vivo dai moscerini che si aggiravano tra le antiche vestigia della civiltà ellenica in sciami minacciosi, degni del film “Island of the dead” (con Malcolm McDowell).
Che esista un moscerino gigante che attira i turisti più sprovveduti che poi divorarli?
Oppure gli alieni sono sulla terra per farsi le loro beate vacanze aggratis?
In tal caso prepariamoci a vederli presto sugli scavi di Pompei e Ercolano sempre che non fuggano a gambe levate dopo aver constatato i servizi disponibili.
Torna dopo una lunga pausa DISFUNZIONI SONORE, il blog musicale di EDU sul Vero Rock. Notizie, recensioni, interviste, video e tanto altro:
troverete tutti i dettagli del caso.
Infine l'articolo si conclude con la seguente ipotesi: “non si esclude che si tratti di un insetto o di un grosso volatile”.
Fermi tutti!
Io sono stato ai templi di Paestum nell'estate del 2010 e posso confermare che per poco non venivo mangiato vivo dai moscerini che si aggiravano tra le antiche vestigia della civiltà ellenica in sciami minacciosi, degni del film “Island of the dead” (con Malcolm McDowell).
Che esista un moscerino gigante che attira i turisti più sprovveduti che poi divorarli?
Oppure gli alieni sono sulla terra per farsi le loro beate vacanze aggratis?
In tal caso prepariamoci a vederli presto sugli scavi di Pompei e Ercolano sempre che non fuggano a gambe levate dopo aver constatato i servizi disponibili.
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Mistero
venerdì 6 maggio 2011
PENSIERI...PERCEZIONI...PAROLE
Quando ho dei dubbi sulla vita e sugli uomini che mi circondano guardo sempre "Il Settimo Sigillo" di Bergman e tutto quadra come per incanto:
"Voglio parlarti il più sinceramente possibile, ma il mio cuore è vuoto.
Il vuoto è uno specchio che mi guarda.
Vi vedo riflessa la mia immagine e provo disgusto e paura.
Per la mia indifferenza verso il prossimo mi sono isolato dalla compagnia umana.
Ora vivo in un mondo di fantasmi, rinchiuso nei miei sogni e nelle mie fantasie." (Antonius Block)
Il vuoto è uno specchio che mi guarda.
Vi vedo riflessa la mia immagine e provo disgusto e paura.
Per la mia indifferenza verso il prossimo mi sono isolato dalla compagnia umana.
Ora vivo in un mondo di fantasmi, rinchiuso nei miei sogni e nelle mie fantasie." (Antonius Block)
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Video
giovedì 5 maggio 2011
DUE ALBUM IN FREE STREAMING
Oggi segnalazione veloce di due album rock/metal in uscita a breve e completamente disponibili in streaming su DISFUNZIONI SONORE:
il metal futuristico degli australiani DEVOLVED con l'album "Oblivion":
il metal futuristico degli australiani DEVOLVED con l'album "Oblivion":
Lo Stoner Rock dei messicani Maligno forti dell'album "The Funeral Domine":
A mio parere meritano entrambi un ascolto visto che si tratta di due uscite provenienti dagli opposti angoli del mondo e caratterizzate da uno spirito fortemente underground.
Buon ascolto!
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Musica Rock/ Metal
mercoledì 4 maggio 2011
RISTAMPATI I LIBRI DI SANGUE
La notizia non è proprio della prima ora ma mi preme segnalarla lo stesso sul blog per una serie di motivi:
1. Barker è uno dei miei scrittori preferiti in assoluto nel genere Horror.
2. I Libri di Sangue seppur discontinui come qualità, hanno segnato indelebilmente il mio immaginario di adolescente.
3. Tutti i libri di Barker sono praticamente introvabili in libreria anche se tra bancarelle e siti di vendita dell'usato qualcosa ancora si trova.
4. Hellraiser è un fottuto capolavoro del cinema horror che non ammette goffi o grotteschi ripensamenti.
Mi fermo qui.
Passo al comunicato stampa dal sito di Castelvecchi:
Autore: Clive Barker
Libri di sangue
Le stelle della morte
«Clive Barker è talmente bravo da lasciare senza parole. Fa sembrare noi scrittori come gente che ha dormito dieci anni e si è appena svegliata» Stephen King
collana: Narrativa | 256 pag | 2011
Prezzo di Copertina: € 16,50
“Ho visto il futuro dell’horror, il suo nome è Clive Barker”, scriveva quasi vent’anni fa Stephen King. Gli anni sono passati e Clive Barker di strada ne ha fatta tanta, da scrittore a regista, da pittore a produttore di successo. Autore di celebri icone del cinema quali Pinhead, il demone per eccellenza di Hellraiser, o del killer sanguinario Candyman, Barker ha esordito con una serie di raccolte di racconti – scelta indubbiamente atipica – che hanno rivoluzionato un genere e portato “sangue fresco” a tutti gli amanti della buona letteratura. In questo volume, il primo della serie Libri di sangue, premiato con i prestigiosi British e World fantasy Award e portato sul grande schermo dal regista John Harrison, faremo la conoscenza con la dottoressa Mary Florescu, il cui esperimento parascientifico, condotto assieme al giovane medium Simon McNeal, darà il via a una girandola infernale che coinvolge i vivi e i morti e ci farà scoprire come mai possiamo dirci tutti “libri di sangue” «Definire Clive Barker uno “scrittore horror” è come chiamare i Beatles una “garage band”» Quentin Tarantino «Uno scrittore potente e affascinante con una brillante immaginazione…un narratore eccezionale» James J. Ballard
Clive Barker Nato a Liverpool nel 1952, è considerato uno dei massimi esponenti del new horror, nonché uno dei pochi autori in grado di trascinare il genere fuori dalla sua nicchia di appassionati. Dopo la serie dei Libri di sangue, Barker ha scritto numerosi altri romanzi – tra i suoi tanti titoli di successo: Schiavi dell’inferno (1986), Cabal (1988), Sacrament (1996), Galilee (1998, Il canyon delle ombre (2001), Abarat 2002) – e saggi, scritto, diretto e prodotto film – indimenticabile Hellraiser. Non ci sono limiti (1987) – e videogiochi. Attualmente vive a Los Angeles, assieme al compagno e alla figlia di lui.
Torna dopo una lunga pausa DISFUNZIONI SONORE, il blog musicale di EDU sul Vero Rock. Notizie, recensioni, interviste, video e tanto altro:
1. Barker è uno dei miei scrittori preferiti in assoluto nel genere Horror.
2. I Libri di Sangue seppur discontinui come qualità, hanno segnato indelebilmente il mio immaginario di adolescente.
3. Tutti i libri di Barker sono praticamente introvabili in libreria anche se tra bancarelle e siti di vendita dell'usato qualcosa ancora si trova.
4. Hellraiser è un fottuto capolavoro del cinema horror che non ammette goffi o grotteschi ripensamenti.
Mi fermo qui.
Passo al comunicato stampa dal sito di Castelvecchi:
Autore: Clive Barker
Libri di sangue
Le stelle della morte
«Clive Barker è talmente bravo da lasciare senza parole. Fa sembrare noi scrittori come gente che ha dormito dieci anni e si è appena svegliata» Stephen King
collana: Narrativa | 256 pag | 2011
Prezzo di Copertina: € 16,50
“Ho visto il futuro dell’horror, il suo nome è Clive Barker”, scriveva quasi vent’anni fa Stephen King. Gli anni sono passati e Clive Barker di strada ne ha fatta tanta, da scrittore a regista, da pittore a produttore di successo. Autore di celebri icone del cinema quali Pinhead, il demone per eccellenza di Hellraiser, o del killer sanguinario Candyman, Barker ha esordito con una serie di raccolte di racconti – scelta indubbiamente atipica – che hanno rivoluzionato un genere e portato “sangue fresco” a tutti gli amanti della buona letteratura. In questo volume, il primo della serie Libri di sangue, premiato con i prestigiosi British e World fantasy Award e portato sul grande schermo dal regista John Harrison, faremo la conoscenza con la dottoressa Mary Florescu, il cui esperimento parascientifico, condotto assieme al giovane medium Simon McNeal, darà il via a una girandola infernale che coinvolge i vivi e i morti e ci farà scoprire come mai possiamo dirci tutti “libri di sangue” «Definire Clive Barker uno “scrittore horror” è come chiamare i Beatles una “garage band”» Quentin Tarantino «Uno scrittore potente e affascinante con una brillante immaginazione…un narratore eccezionale» James J. Ballard
Clive Barker Nato a Liverpool nel 1952, è considerato uno dei massimi esponenti del new horror, nonché uno dei pochi autori in grado di trascinare il genere fuori dalla sua nicchia di appassionati. Dopo la serie dei Libri di sangue, Barker ha scritto numerosi altri romanzi – tra i suoi tanti titoli di successo: Schiavi dell’inferno (1986), Cabal (1988), Sacrament (1996), Galilee (1998, Il canyon delle ombre (2001), Abarat 2002) – e saggi, scritto, diretto e prodotto film – indimenticabile Hellraiser. Non ci sono limiti (1987) – e videogiochi. Attualmente vive a Los Angeles, assieme al compagno e alla figlia di lui.
Il suo sito internet è: www.clivebarker.info
Di seguito un brano degli svedesi Entombed che rifanno a modo loro il main theme del film di Barker composto da Christopher Young (Hallowman Ep, 1993).
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Notizie
martedì 3 maggio 2011
DANILO ARONA – POSSESSIONE MEDIATICA (MARCO TROPEA EDITORE – 1998)
Lo cercavo da diverso tempo e finalmente l’ho trovato dopo una sortita fortunata per bancarelle. Questo saggio di Danilo Arona dedicato all’influenza “maligna” e “totalizzante” della tecnologia sulle personalità più esposte alla cosiddetta “Possessione Mediatica” (che è poi anche “medianica” come potrete leggere tra le fitte pagine del tomo) è una lettura insolita, provocatoria e quantomeno agghiacciante. Insomma nello stile convenzionale della’autore di Bassavilla che tutti conosciamo.
Ricordo ai gentili lettori che la stesura del saggio è avvenuta verso la fine degli anni ’90 quando la TV (ma anche il cinema e in parte “certa” musica così come descritto minuziosamente nel libro) erano gli spauracchi principali di predicatori e moralisti assortiti.
Internet (e il suo universo virtuale dal quale prenderà vita lo spettro di Melissa) non è ancora quel “videodrome” di contatti e visibilità che in seguito assorbirà le nostre vite (e in molti casi le nostre coscienze).
“Possessione Mediatica” è un saggio anacronistico e per questo racchiude un fascino primigenio.
Leggere di casi sanguinari o di suicidi legati alla visione di un film oppure all’ascolto di un particolare tipo di musica (è molti esempi sarebbero potuti tranquillamente finire nel libro “Horror Rock, la musica delle tenebre”. Peccato non averlo letto prima…) ci riporta indietro nel tempo, quando le voci che provenivano dallo schermo o da un transistor sapevano ancora rapirci e nel bene (ma molto spesso nel male, vero Danilo?) proiettarci in un universo “alieno” fatto di visioni empiriche che a volte possono sfociare nell’incubo e nel sangue.
Termini come “La Sidndrome di Wells”, “Memorie del cervello rettiliano” oppure “Trance mediatica” saranno di sicuro incomprensibili per un persona cresciuta nell’era del web, ma per il sottoscritto che si è formato culturalmente durante l’ultima decade del millennio, sono come “fantasmi del passato”, percezioni di un’esistenza, persa oramai nell’oblio del tempo.
Danilo Arona ha fatto un lavoro superbo, citando a piene mani, casi nazionali e internazionali. Scommetto che in un periodo così poco tollerante come quello citato (ricordate Monsignor Balducci e la battaglia contro il rock satanico oppure la crociata contro i film violenti e horror?) questo libro sia stato una mosca bianca nel panorama editoriale italiano.
Credo che abbia fatto sobbalzare molte teste di prezzolati benpensanti ma nello stesso tempo abbia anche risvegliato la coscienza delle personalità più “ricettive” nei confronti di quei misteri e di quelle manifestazioni legate a doppio filo con la psichiatria, la possessione (vera o infondata) e l’esoterismo.
Satanismo culturale, Ufologia, cinema horror e fantascientifico, musica tecno e rock (ovviamente!) sono i tanti tasselli di una possessione globale, atta a rapire le coscienze più deboli, allontanandole dalla comprensione e in molti casi da un equilibrio stabile, che così sfocerà inevitabilmente nella follia e nella paranoia. E il film “Matrix” dei fratelli Andy e Larry Wachowski, sarà proiettato solo un anno dopo.
“Possessione Mediatica” è un manifesto oscuro e orrorofico della deriva dell’uomo moderno, ormai lontano dalla sua vera essenza e sempre più vicino all’Apocalisse, spirituale e materiale (vero Danilo?).
Per il sottoscritto il libro più importante della’autore di Bassavilla dopo “Melissa Parker e l’incendio perfetto” e “Cronache di Bassavilla”.
Da avere assolutamente!
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Ricordo ai gentili lettori che la stesura del saggio è avvenuta verso la fine degli anni ’90 quando la TV (ma anche il cinema e in parte “certa” musica così come descritto minuziosamente nel libro) erano gli spauracchi principali di predicatori e moralisti assortiti.
Internet (e il suo universo virtuale dal quale prenderà vita lo spettro di Melissa) non è ancora quel “videodrome” di contatti e visibilità che in seguito assorbirà le nostre vite (e in molti casi le nostre coscienze).
“Possessione Mediatica” è un saggio anacronistico e per questo racchiude un fascino primigenio.
Leggere di casi sanguinari o di suicidi legati alla visione di un film oppure all’ascolto di un particolare tipo di musica (è molti esempi sarebbero potuti tranquillamente finire nel libro “Horror Rock, la musica delle tenebre”. Peccato non averlo letto prima…) ci riporta indietro nel tempo, quando le voci che provenivano dallo schermo o da un transistor sapevano ancora rapirci e nel bene (ma molto spesso nel male, vero Danilo?) proiettarci in un universo “alieno” fatto di visioni empiriche che a volte possono sfociare nell’incubo e nel sangue.
Termini come “La Sidndrome di Wells”, “Memorie del cervello rettiliano” oppure “Trance mediatica” saranno di sicuro incomprensibili per un persona cresciuta nell’era del web, ma per il sottoscritto che si è formato culturalmente durante l’ultima decade del millennio, sono come “fantasmi del passato”, percezioni di un’esistenza, persa oramai nell’oblio del tempo.
Danilo Arona ha fatto un lavoro superbo, citando a piene mani, casi nazionali e internazionali. Scommetto che in un periodo così poco tollerante come quello citato (ricordate Monsignor Balducci e la battaglia contro il rock satanico oppure la crociata contro i film violenti e horror?) questo libro sia stato una mosca bianca nel panorama editoriale italiano.
Credo che abbia fatto sobbalzare molte teste di prezzolati benpensanti ma nello stesso tempo abbia anche risvegliato la coscienza delle personalità più “ricettive” nei confronti di quei misteri e di quelle manifestazioni legate a doppio filo con la psichiatria, la possessione (vera o infondata) e l’esoterismo.
Satanismo culturale, Ufologia, cinema horror e fantascientifico, musica tecno e rock (ovviamente!) sono i tanti tasselli di una possessione globale, atta a rapire le coscienze più deboli, allontanandole dalla comprensione e in molti casi da un equilibrio stabile, che così sfocerà inevitabilmente nella follia e nella paranoia. E il film “Matrix” dei fratelli Andy e Larry Wachowski, sarà proiettato solo un anno dopo.
“Possessione Mediatica” è un manifesto oscuro e orrorofico della deriva dell’uomo moderno, ormai lontano dalla sua vera essenza e sempre più vicino all’Apocalisse, spirituale e materiale (vero Danilo?).
Per il sottoscritto il libro più importante della’autore di Bassavilla dopo “Melissa Parker e l’incendio perfetto” e “Cronache di Bassavilla”.
Da avere assolutamente!
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